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Sebastiano Satta
Canti

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  • CANTI BARBARICINI
    • Sonetti della primavera
      • ALBA
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ALBA

 

Or i sardi pastori, all’indorarsi

Dei cieli, mentre van con tintinnìo

Dolce le greggi a ricercar gli sparsi

Rivi, levan le fronti e adoran Dio.

 

Rapiti, quasi sentano levarsi

La luce in seno, fremono ad un pio

Sgomento come quercie, su per gli arsi

Greppi, dei venti roridi al desio.

 

Poi vanno lungo il risonante mare,

Fra prati d’asfodelo e per le rupi,

Vanno fantasmi d’una antica età.

 

Torbidi e soli nel fatale andare,

Il cuore schiavo di pensieri cupi,

L’occhio smarrito nell’immensità.




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