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Sebastiano Satta
Canti

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  • CANTI BARBARICINI
    • In lode di Francesco Ciusa
      • IL NATALE DI LAZZARO
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IL NATALE DI LAZZARO

 

I

 

Vedi è Natale: scende dai pertugi

Del soffitto la luna e imperla un velo

Sull’insonne occhio tuo. Negli stambugi,

Se c’è la luna, vi si addoppia il gelo.

 

Odi? rombano, cantan con anelo

Empito le campane, e tu trangugi

Fiele, ed i tuoi pensier, neri segugi

Arrandellati, abbaian contro il cielo.

 

Oh! D’april, quando è Pasqua, nel profondo

Ciel v’arde fuoco, e sono pie le fonti,

E vi ha di molta erbuccia e radichelle…

 

Ma a Natale hanno aguzzi rai le stelle;

Son chiusi i cuori e son fredde le fronti,

E muto e nero e senza sole è il mondo.

 

II

 

Tu ascolti e vedi in sogno. Ecco il fiorito

Desco e, tra molto acciottolìo sonoro

E canti, ecco il majal, di sacro alloro,

Come un cesareo vate, redimito.

 

Borghesi e filistei parlan fra loro

Di Gesù nato e sognano il convito

Celeste… e mangian lenti, con decoro,

Ché il cibo è assai, più assai che l’appetito.

 

Ma tu balzi fantasma, alto, ed ascolti

Giù dall’abisso della via salire

L’ululo estremo di cognati cuori….

 

Sovra le turbe passano bagliori

Di nembo e tuoni, di corrucci e d’ire!

Guardan dall’ombra disperati volti.

 

Dicembre 1903

Mattino




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