Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Sebastiano Satta Canti IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
LA MADRE DELL’UCCISO
Madre, nel grido della turba, il carro Trainò l’ucciso figlio tuo dal monte; E troppo lenti erano i gravi bovi A portartelo al tuo solo dolore. Or te lo senti ripassar sul core Il sanguinoso carro. E ti stai sulla pietra Del focolare, ove spartivi il farro Con la sua gioia; e inconsolata e tetra Ti affliggi, o madre, nell’immota pena Della tua vita; e ti discarna e adunca Il dolore col suo ferreo ronciglio Più d’allor che con lui, col dolce figlio, Falciavi l’orzo per le chiuse valli. Altra messe ora mieti: La falce del pensiero Taglia spighe di pianto; Leghi i mannelli del gran sogno infranto Nel tuo silenzio, sotto il cielo nero. E non sola una madre con un solo Dolor tu sei, ma sei Ahi! tutta la Barbagia di Sardigna, Sola sui tristi monti Tra il singulto del mare Tra il singulto dei venti, In vista agli orizzonti Seminati di pene, Tacite e vive come fiamme ardenti Di bivacchi notturni.
O Francesco, o fratello! Da quali nostri cieli taciturni, Errando per pianure d’oleastri, Ti mosse incontro questa forma viva? I tuoi sogni lontani eran come astri Accesi sopra solitaria riva. E a te venìa dall’ombra antelucana La parola profonda Di questa terra antica: E ascoltasti l’insonne Vento seminatore Nella tanca lontana; E adorasti il silenzio Del ciel meridiano Quando le selve pendon come cetre E vibra sulle pietre Dei vertici lo squillo Del falco cacciatore. Tutte accogliesti in cuore Le melodie del campo e dell’ovile… Del debbio e del viaggio Dei nomadi pastori, Della vendemmia e della tosatura, E della domatura dei selvaggi Torelli e dei poledri corridori. Ecco: e tra questi accenti Varcasti il limitare Del tuo silenzio: e all’opra creatrice Drizzasti il cuore con virtù nativa.
E fu puro il tuo gesto, E casto come quello dell’uom che ara, E della donna che apparecchia il pane, E del pastor che guida, nella chiara Notte di luglio, il branco alle fontane. E fosti triste e solo al tuo lavoro, Solo alla tua fortuna; Con solo il tuo dolore, Con solo il dolce amore Che ti arridea dal Marghine lontano. Ed ecco, la tua mano Ora ha ghermito il sogno: Ghermito lo ha, così, con giovanile Impeto, come quando Salivi l’erta cima a snidiare I falchetti; così, come sapevi Con la sicura fionda Spiccar la pina dall’aerea fronda! Ora lasciati a tergo il truce intrico E gli striscianti sibili e l’esiguo Aer dello speco: col sogghigno ambiguo Nulla più ti domanda il gran Nemico. Va’ per la tanca in fiore: La terra è tutta bianca Di greggie e di asfodeli; Balzano su dall’artemisie d’oro, Trillan da tutti i cieli, Le allodole, o fratello! Ah! sveneran l’agnello Più grasso, oggi, i pastori, E ti daranno il latte, E parleran con te di questa loro Madre, e avranno nel cuore Il pianto del ricordo! E l’anziano dirà: Sian benedette O figlio, le tue mani.
Sardegna, o Madre, chi nella tua notte — Non ebber mai più vasta notte i cieli — Chi dirà il canto alla tua luce, il canto Della tua primavera? O Taciturna, o Sola! La profonda parola No, non l’udrai dai cento tuoi loquaci Rabula, tronfî tra il plaudir dei fetidi Subrostrani: né porpora alle rose Della tua Primavera Darà la cauta schiera Degli onesti tuoi ladri e dei banditi. Se l’aurora arderà su’ tuoi graniti Tu la dovrai, Sardegna, ai nuovi figli. A questo: a quanti cuori Vegliano nella tua ombra, aspettando! O fratello, e tu primo alla vittoria, Da’ il grido dai vermigli Pianori: Agita il palio… O rosso cavallo, O cavallo di gloria, hutalabì!
Aprile 1907 |
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |