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Sebastiano Satta Canti IntraText CT - Lettura del testo |
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IL PALO TELEGRAFICO
Sulla deserta vetta Il palo telegrafico Ronza perpetuo ai venti.
L’orfanello eremita, Il servetto capraro Batte con una selce l’esil palo, E ascolta la profonda Segreta melodia Che si sprigiona dal percosso legno.
Or si ricorda quando sua madre A Nuoro venne: era nel luglio ardente; Nel gran sole tonavan le campane Dalla chiesa maggiore, e, dentro, l’organo Sospiroso gemea con simil voce.
Fuori una turba oscura, Ed urli e pianti, e l’ululo Di sua madre, e suo padre condannato.
Il cuore amaro sussultò. Non piange: Sa che il sardo non deve pianger mai. |
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