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Sebastiano Satta Canti IntraText CT - Lettura del testo |
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NOTTE DI S. SILVESTRO
Un tempo — oh povertà Che ti pasci di grami desideri! — Quando tu, Madre, ci crescevi sola E triste, come l’aquila selvaggia Che nutre i figli sulla rupe, ed eri E grande e veneranda a tutti i cuori;
Poiché era scarso il fuoco Del focolare, e poco, O nulla, il vino della cena — in nero Cerchio sedendo, sempre nel silenzio Noi volgevamo un unico pensiero Di affanno —, io che nel core Già mi sentivo ad ogni Palpito un vol di sogni, Qual d’api sovra un fiore;
Io già sognavo, o Madre, questa casa Che a noi sola commise L’invitta tua virtù, La casa che tu regni, o Madre buona; E noi già grandi, e tu Serena, e noi tuo scudo e tua corona Di vittoria. Ah non rise L’antico sogno invano!
Vedi: nel focolare Arde l’elce ed il selvaggio Olivo; il vino brilla Nei nitidi bicchieri; l’alta loggia S’apre ai miei sogni su l’azzurro incanto Delle vette e dei piani. E anch’essa, odi? la pioggia Non ci piange più il pianto Di quegli anni lontani. |
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