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Sebastiano Satta Canti IntraText CT - Lettura del testo |
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IL FABBRO
Ah tu semini stelle con la mano! Arde l’ultima fiamma, ecco, su Monte Atha e tu picchi ancora, o buon titano,
Dall’alba! I carratori volti al mare Vedon rider nell’ombra, fin dal ponte, Quel tuo stambugio come un focolare.
A quel sonìo la sedula massaia Si desta per la casa e dice ai figli: — O figli, è l’ora: Già sulla giogaia Trema il Grappolo, e i cieli son vermigli. —
Vengono a te i garzoni e dicon: — Zio, Tu maestro del ferro, eccoti il vecchio Ferro, e tu facci un vomere. — Con pio
Vigor tu batti ed ecco dalle mani Ti esce il vomere. E quello come specchio Ben poi risplende quando gli anzïani
Spargon pregando la semente, e i solchi Fumigan sciolti, e ascoltano tra snelle Selve il brusìo degli orzi alti i bifolchi.
Ed ecco pur, battuti in quel tuo roggio Antro, falcetti e industriose falci. O bel cantare del ricolto! Il poggio Tutto ne suona tra le messi e i tralci.
Ed al ricolto, premio al tuo lavoro, Ecco grappoli azzurri, ecco mannelle Di spighe d’oro, una corona d’oro! |
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