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Sebastiano Satta
Canti

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  • CANTI BARBARICINI
    • Leggende pastorali
      • IL CAMPO DEI FANCIULLI
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IL CAMPO DEI FANCIULLI

 

— Caprai di Lula, e voi che pei meandri

Di Corrasi spargete all’alba i branchi

Snelli, e voi, donne, che tra gli oleandri

Lavate lungo le fiumane i bianchi

 

Lini e le lane: avete visto il padre

Nostro? Noi lo cerchiamo da più giorni

Invano, e invano al vento che su le adre

Selve vola gridiamo ch’ei ritorni.

 

È forte e bello. Se egli debbia ai piani

Ardon le macchie come eccelsi roghi,

E in un sol giorno falcian le sue mani

Quanta terra in un giorno aran due gioghi… —

 

Così gemendo, i pargoletti figli

Cercano il padre. Van per la brughiera

E per la selva: ridon di vermigli

Alti fuochi le mandrie nella sera.

 

Chieggon del padre a quanti al focolare

Patrio s’affrettan dalla fosca serra,

Ed a quanti dagli orti in riva al mare

Salgon con le primizie della terra.

 

— O voi, vedeste il padre nostro? — Il padre

Vostro noi non vedemmo. — Or sotto il cielo

Morto gemon quei cuori: — O padre, madre

Nostra, ove sei? — Ed han negli occhi un velo

 

Di pianto. Ahi! le colombe alte sul monte

Svolano, né s’accolgono leggiere

Sull’onda, ché dà sangue oggi la fonte,

E le colombe non ci voglion bere.

 

O figli, è sangue del cuor vostro! Prono

Sull’acque è il padre, dalla rotta gola

Versa l’ultimo sangue: non più il suono

Udrete, o figli, della sua parola.

 

— Talvolta, o padre, nella gran calura

Così indugiavi sulla fonte bruna;

Ma poi sorgevi e nella mietitura

Lucea la falce tua come la luna.

 

Or non ti levi. Or chi oprerà le falci

Tue, chi il lucido aratro, chi il tuo carro?

Chi poterà gli ulivi alti ed i tralci?

Chi, padre, a noi darà, miseri, il farro?

 

Né più vedremo, a giugno, alto e lucente

Dalla tua terra l’orzo biondeggiare:

Il solco è aperto e manca la semente,

E non sappiamo come seminare!… —

 

Chi il pianto vostro udì, fanciulli? In cielo

Passavan stormi garruli d’uccelli

Volti all’albergo; e appresero l’anelo

Gemito vostro, o piccoli orfanelli.

 

Appresero. E alla notte — tutta bianca

Di luna era la terra — sovra il piano

Che il padre arò, con ala non mai stanca

Corser gli uccelli a seminarvi il grano.

 

Iva e redìa la nuvola canora:

Ogni altro campo diede per quei brulli

Solchi un chicco: e così, verso l’aurora,

Fiorì di messi il campo dei fanciulli.




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