Atto, Scena
1 Pro | tralasciare il mio officio che era qui venuto a fare con voi.
2 I, I | Ignazio. Ben?~Simbolo. Non era in chiesa, ché non era ancor
3 I, I | Non era in chiesa, ché non era ancor venuta; ed io, per
4 I, I | non errar piú mai. Ella era sí bella che non sapevi
5 I, I | un certo tacito mormorio, era che ogniuno mirava e ammirava
6 I, I | al fin conobbi che l'uno era la medicina dell'altro.
7 I, I | battaglia! onde un combattimento era nello steccato apparente
8 I, I | Intesi poi la matina che era una gentildonna onestissima,
9 I, II | raggionava con la madre, che ci era il padre, che venne la zia,
10 I, IV | Sappi che la Morte prima era viva ed era suo ufficio
11 I, IV | Morte prima era viva ed era suo ufficio ammazzar le
12 I, IV | oppresso dal peso del mondo era maltrattato da lei. Io,
13 I, IV | Martebellonio.... Il ballonetto era la montagna di Mauritania.
14 I, IV | aver vinto il gioco, perché era imboccato il ballonetto:
15 I, IV | miserello?~Leccardo. La Fame era una persona viva, macra,
16 II, III| rifiutarlo; e se il dono era magnifico e reale, ella
17 II, IV | quella clausula, perché l'era stato riferito che eravate
18 II, V | con la figlia del conte era conchiuso; e vedesti con
19 II, IX | persona: e se il parlar di uno era cosí lungo, or che vi è
20 II, IX | Leccardo.... Oh oh, che m'era smenticato il meglio! Prima
21 II, IX | non me ne ricordo, perché era troppo intricato.~Don Flaminio.
22 III, III| Leccardo. Se foste venuto dov'era, m'areste ritrovato al sicuro.~
23 III, III| consigli. Da Chiaretta non era possibile averne alcun piacere
24 III, V | Perché?~Leccardo. L'aco era spuntato e avea la testa
25 III, VI | burlar me.~Simbolo. Se non era il mio consiglio, ti saresti
26 III, VI | il quale, perché se gli era sferrato il cavallo di tre
27 III, VI | cavallo di tre piedi, s'era fermato a farlo ferrare,
28 III, VI | sua testa quel che non gli era stato ordinato?~Don Ignazio.
29 III, VII| del conte e mi dissero ch'era andato a Tricarico e che
30 III, XI | dicesti di no?~Don Flaminio. Era cosí veramente; ma essendomi
31 III, XI | goda di quella donna che mi era assai piú cara dell'anima
32 IV, II | che tanto ansiosamente m'era chiesta dalla vostra leggierezza,
33 IV, IV | pur stato vinto colui che era cosí malagevole a vincere,
34 V, III| ha tolto il mio core che era la Carizia; la qual essendo
35 V, III| pensando al torto che l'era fatto. Io, reimpiendo l'
36 V, IV | trattar piú con uomo, poiché era stata ingiuriata e rifiutata
37 V, IV | cavaliero! oh come presto m'era riuscito il pronostico che
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