abban-caric | carit-drizz | dubbi-innoc | inone-pace | pacif-rimir | rimor-tarda | tardi-zii
grassetto = Testo principale
Atto, Scena grigio = Testo di commento
1002 IV, I | Simbolo. Dico cose possibili e dubbiose ancora.~Don Ignazio. Non
1003 IV, VIII| passo in passo.~Birri. Non dubbitar, ché andrai su un asino
1004 I, I | steccato....~Simbolo. Perché dubbitavate di vostro fratello?~Don
1005 IV, III | strade da scampare, ché dubbiti che non voglia spolverizzarti
1006 I, III | medicassi i miei!~Leccardo. Non dubitar, ché quando toglio una impresa,
1007 III, XI | se tremava la terra, però dubitavo se foste voi.~Martebellonio.
1008 I, IV | Martebellonio. Andrò a consultar un duello e tornando mangiaremo: cosí
1009 V, IV | un crudel abbattimento di dui per altro valorosi e degni
1010 IV, III | forfante, e pigliatene dumila.~Martebellonio. O Dio, che
1011 II, II | lei tutte le fatiche e le durezze mi sono care; né mai le
1012 | ebbe
1013 II, III | bevuta di sorte che son tutto ebro d'amore. Anzi questo convito
1014 I, III | cannella pista, e sará un eccellente rimedio. All'ultimo, un
1015 III, II | India, le cantine piene d'eccellentissimi vini che ho in casa? Ti
1016 | eccetto
1017 Pers, 0(2)| dalla scena seconda - con l'eccezione dell'ultima battuta della
1018 IV, V | Leccardo. Peggio!~Don Flaminio. Ecci pericolo della vita?~Leccardo.
1019 III, XI | splendore e cuopra il tuo volto ecclisse orribile e spaventoso, e
1020 | Eccole
1021 | Eccovi
1022 III, VI | io ne sia contentissimo, effettuará il negozio.~Simbolo. Il
1023 | eglino
1024 V, IV | quella generositá d'animo, eguale all'alte sue virtú, offerendomi
1025 I, IV | occidente....~Leccardo. Voi elegeste il peggior luogo, perché
1026 Pers, 0(2)| chiamato "Don Roderigo" nell'elenco dei personaggi, "Don Rodorigo"
1027 I, IV | l'invito, e perché avea l'elezion dell'armi, se volse giocar
1028 Pro | che l'hanno in fastidio, empiono di strepito e di gridi tutto
1029 I, I | avemo sempre con grandissima emulazione gareggiato insieme di lettere,
1030 I, I | molte migliaia di scudi d'entrada e de' primi uffici del Regno:
1031 I, I | Don Ignazio.... Appena entrammo nello steccato, come in
1032 II, IX | spedischi tosto.~Leccardo. Entrando in casa viddi che si facea
1033 III, II | di sua casa e mi facessi entrare, e mi prestassi una di quelle
1034 V, III | a sepellire. Ella volea entrarsene in un monastero e servir
1035 V, IV | degli disperati loro amori. Entriamo.~Don Flaminio. Ma ecco Panimbolo.~ ~ ~ ~
1036 II, III | onore: mi contento che ve n'entriate, pregandovi che in questo
1037 Pro | l'ombre di Menandro, di Epicarmo e di Plauto vagar in questa
1038 III, II | si rompe: mi distruggi in erba e in spica le giá concette
1039 III, XI | far quel conto che dell'erbe fetide e amare che serveno
1040 II, VI | famigliola. Di qua s'hanno erbicine per l'insalate e per le
1041 I, I | altre opere sue, per non errar piú mai. Ella era sí bella
1042 I, III | pan bianco, e accioché non esalino quei vapori dove sta tutta
1043 II, VII | raccomandata a te, e tu li hai esaudite le sue preghiere, rimunerata
1044 III, VII | come i colori della morte escono ed entrano nel suo volto!).~
1045 V, I | Eufranone. Se l'amor bastasse ad escusar un delitto, tutti gli errori
1046 V, I | non avvocato che debbiate escusarlo.~Don Rodorigo. Perché gli
1047 IV, VII | l'ave accusata, quella l'escusi. Usate questa pietosa gratitudine:
1048 V, IV | stimo la sorella, - gli escuso e non gl'incolpo, e giudico
1049 IV, V | mille perigli, imitar tanti esempi onorati per segnalarmi cavalier
1050 II, VII | nobiltá senza denari? avete l'esempio in noi.~Eufranone. Non l'
1051 V, III | nozze, onorino le vostre esequie?~Don Ignazio. Dite presto,
1052 V, IV | aperto un largo campo di esercitar la vostra virtute. Io non
1053 I, II | dubbito che essendo gran tempo esercitato negli artifici della simulazione,
1054 I, III | Panimbolo. Io ho recette esperimentate per le tue infirmitá.~Leccardo.
1055 IV, V | tanti anni nella guerra, esposto il petto a mille perigli,
1056 II, IV | Don Flaminio. Con patto espresso ch'abbiate a sposarla per
1057 V, IV | casi; e all'ultimo Iddio ha essauditi i nostri desiri. Rallegrati,
1058 III, II | il consiglio: mandalo in essecuzione.~Leccardo. Fra poco saperete
1059 III, I | posseder Carizia o di morire, esseguiamolo: né vo' per una ignobil
1060 I, I | deliberate si denno subbito esseguire.~Simbolo Ecco don Flaminio
1061 III, I | mi conforta e spinge ad esseguirlo. Resta solo si parli al
1062 I, II | via ch'or voi tentate ed essendoli riuscita vana, ch'or ne
1063 | Essendovi
1064 V, IV | essendo onorate le mie essequie da persone di tanto conto.~
1065 III, II | compagnie di polli, gli esserciti di galline, quei squadroni
1066 | esserne
1067 I, I | Della Porta; ma povera per essernole state tolte le robbe per
1068 III, VII | com'elle sono, ma come l'estima chi le possiede.~Don Ignazio.
1069 IV, VII | tanto l'impeto dell'ira ch'estinse l'affetto paterno e ti corsi
1070 II, VII | sua bontá e l'ubidienza estraordinaria che porta al suo padre e
1071 IV, III | Leccardo. Ed io con bastonate estraordinarie come soglio.~Martebellonio. (
1072 IV, V | per segnalarmi cavalier d'eterna lode, e or per un sensual
1073 IV, V | splendore, son chiusi in eterno sonno, e la bella bocca
1074 III, IV | dici.~Chiaretta. E le lor facce son tanto imbellettate che
1075 IV, III | molto tempo fa, che fosti facchino, aiutante del boia, birro,
1076 IV, VI | Don Ignazio. La vendetta facciala Eufranone suo padre, a cui
1077 | facciate
1078 II, IV | non si vieta che non si faccino alcuni complimenti fra loro.~
1079 | faccio
1080 II, VI | adornisi la sala di razzi, faccisi un solenne banchetto, adornisi
1081 III, VIII| trattengo me stesso in tante facende? andrò su, cenerò subito
1082 IV, VII | invidia, l'amor, la gelosia facendono lor ultimo sforzo in me,
1083 | facessero
1084 | Faceste
1085 | facevano
1086 | facevi
1087 V, I | saranno i suoi meriti, le mie facultá communi a tutto il parentado.~
1088 V, IV | la tavola, le robbe, le facultadi e le fortune. Licenzia costoro
1089 I, II | da quella sala, dalle sue faldi; e quando t'imposi che ti
1090 II, IV | finti sospiri e a quelle fallaci promesse; movetivi a pietá
1091 IV, V | ragioni; se conosci che ho fallato, ti porgerò il petto ché
1092 IV, IV | alla bugia, un colosso alla falsitá, poiché per lor mezo avete
1093 I, IV | suo luogotenente e ho due fami in corpo, la sua e la mia.
1094 II, VI | fa patir di fame la sua famigliola. Di qua s'hanno erbicine
1095 | fammi
1096 V, I | vostra famiglia Della Porta è famosa per antica gloria d'uomini
1097 I, IV | lor stessi sono illustri e famosi e si raccontano per istorie. -
1098 IV, VIII| Birri. Le buon'opre tue ti fan meritevole d'una forca.~
1099 Pro | comedie fûr scherzi della sua fanciullezza. Or tacete, bocche di conche
1100 III, III | Calidora e vorrei sborrar fantasia.~Leccardo. (Oh come servirò
1101 IV, III | bizzari incontri vengon al mio fantastico cervello, ché pensando far
1102 III, IV | lisce, come abbiamo noi fantesche che sempre fatichiamo; le
1103 III, I | Don Flaminio. E ciò come farassi?~Panimbolo. Il parasito
1104 I, II | azzuffati insieme, pensa tu che farebbomo per costoro; e questa ingiuria
1105 III, II | carezze, tante promesse farebbono pormi ad altro pericolo
1106 IV, I | con le mie mani.~Simbolo. Fareste cosa che ve ne pentireste.~
1107 III, IV | tu sei tanto graziosa che faresti innamorar i sassi.~Chiaretta.
1108 | farli
1109 II, VI | parente; e son venuto a farmevi conoscere per tale, ché
1110 Pro | intendenti e che l'hanno in fastidio, empiono di strepito e di
1111 IV, IV | né ho passata notte piú fastidiosa da che nacqui. Avendo gli
1112 I, IV | Martebellonio. Oh, sei fastidioso! ascolta se vòi, se non,
1113 | fatemi
1114 II, IX | Leccardo. Eccovi il mantello: fatevi vento, rinfrescatevi.~Don
1115 V, IV | secreta e certa legge de fati, e che molto prima abbi
1116 II, IV | la merito, perché ci ho faticato; e se ben l'un fratello
1117 II, VIII| moglie: ecco i maestri che faticheranno tutta la notte ché sieno
1118 III, IV | noi fantesche che sempre fatichiamo; le gentildonne, che sempre
1119 II, II | Simbolo. Ad una dura e faticosa impresa vi sète posto.~Don
1120 V, IV | egli ne' secreti del tuo fato aveva ordinato che per te
1121 V, II | viltá, ché se per l'offesa fattami l'avesse dato il dovuto
1122 III, XI | del suo non aspettato e fattoci beneficio?~Don Flaminio.
1123 IV, VI | pietra e ne scagliò fuori faville tartaree accese nel piú
1124 III, III | Dille che non è picciol favore che un mio pari s'inchini
1125 II, VIII| siamo meritevoli di tanti favori per li nostri peccati.~Eufranone.
1126 II, II | amar che le porto, che sia favorito da lei dirglielo con la
1127 I, I | infinito valore ch'io feci fazioni tali che a tutti sembrarono
1128 I, III | piaghe e m'ha mosso una febre alla gola che mi sento mancar
1129 IV, V | inchiudere in un'arca e fecela sotterrar nella chiesa vicina
1130 III, I | accorgerá che per i nostri poco fedeli uffici riceverá questa macchia
1131 I, I | silenzio.~Simbolo. Vi offro fedeltá e franchezza nell'uno e
1132 II, III | diamante sono scolpite due fedi: tenetelo per amore e segno
1133 IV, VIII| la gola mi stringerá il fegadello di dentro, e il succo che
1134 IV, VIII| strangolato, ponetemi di grazia un fegatello in gola, ché quando il capestro
1135 II, IX | che arebbono fatto male al fegato.~Don Flaminio. Vorrei che
1136 V, IV | desiata sposa in lunga e felicissima vita vi conservi.~Don Ignazio.
1137 III, I | veggia i fiori della mia felicitade.~Panimbolo. Farò come il
1138 IV, III | ti scampa ché sei ignobil feminella, che vorrei con una stoccata
1139 II, III | sereno il mio giorno. O fenestra, è sparito il tuo pregio.
1140 V, III | state di ponto in ponto per ferirvi? Almeno ponete le punte
1141 V, III | può ferir l'altro se non ferisce prima me, e la spada passando
1142 II, IX | burla, dove ci va la vita mi ferisci troppo acerbamente. Sai
1143 IV, V | udite; e morí prima della ferita. S'affoltavan i parenti
1144 II, IX | di pungenti pensieri m'ha ferito il core, una nuvola di malinconia
1145 II, IV | quarantamilla ducati di dote e ha fermati i capitoli purché l'andiate
1146 III, VI | cavallo di tre piedi, s'era fermato a farlo ferrare, e li feci
1147 II, VI | leggiera, la conoscerete fermissima agli effetti.~Eufranone.
1148 I, I | Quando venne il gran capitano Ferrante di Corduba nel conquisto
1149 III, VI | piedi, s'era fermato a farlo ferrare, e li feci l'ambasciata
1150 I, IV | Dovete tener l'appalto con i ferrari dell'acciaio che cacate.~
1151 III, III | alcun piacere senza venir a' ferri, dove pensandovi sudava
1152 I, III | salito addosso un appetito ferrigno, e tanta saliva mi scorre
1153 III, XI | quel conto che dell'erbe fetide e amare che serveno per
1154 I, III | e porvi dentro a macerar fette de pan bianco, e accioché
1155 III, II | parea cosí bella, or che fiammeggia fra quelli ori e quelle
1156 III, III | Certo sará imbriacato, e ficcatosi in qualche stalla si sará
1157 III, I | Panimbolo. Farò come il fico che prima ti dará i frutti
1158 II, IV | pieni d'inganni! Or va' ti fida, va'! e chi non restarebbe
1159 I, I | indosso; ma or son risoluto fidarmi di te, cosí per obligarti
1160 III, XI | pessimo animale e da non fidarsene punto. Ahi, fortuna, quando
1161 I, I | rincrescerá servirvi. Vi fidate de me de danari, argenti
1162 II, IV | ingannato).~Angiola. (Or va' e fidati d'uomini, va'! o uomini
1163 III, VI | premi d'aver dieci anni fidelmente servito: esser cacciato
1164 I, I | dolcezza del mirare o la fierezza delle punture: al fin conobbi
1165 I, I | gagliarda resistenza a' fieri incontri de' tori e non
1166 V, III | Polisena. O figlie nate sotto fiero tenor d'iniqua stella, poiché
1167 V, III | del primo.~Polisena. Se le figliole mie sono cagione delle vostre
1168 V, III | figliuoli, se amate le mie figliuole, è debito di ragione che
1169 Pro | qual, se avesse saputo di filosofia o di altro quanto di comedia,
1170 IV, VIII| di confezioni e vernaccia fina che mi confortino di passo
1171 | Finalmente
1172 | finché
1173 V, I | onestá di donna, né per morte fineva l'amor mio. Desiava servir
1174 II, IV | sposarla or ora.~Simbolo. (Finge assai bene; e dubbito che
1175 I, I | festa. Finito il gioco, fingendomi stracco e altre colorite
1176 II, IX | del mio core: non posso fingermi piú ragioni contro me stesso
1177 III, II | Quando la menerò a casa, fingerò por la mano alla chiave
1178 II, IX | dico.~Leccardo. O nieghi o fingi per burlarmi.~Don Flaminio.
1179 II, I | cado in pensiero che sia un fingimento di vostro fratello di scoprir
1180 I, III | minutamente.~Leccardo.... A pena finii le parole, che vidi sfavillar
1181 V, IV | alla sepoltura; e or volevi finir la vita in un monastero!~
1182 III, XI | si è cominciato, bisogna finire, ché non facci a noi egli
1183 II, IX | mi lasciate parlare, non finirò mai.~Don Flaminio. Sto per
1184 V, I | volete che con la morte finisca la mia miseria. E perdonatemi
1185 IV, II | si fa schiuma, sfoga e finisce il furore; ma se non fa
1186 II, IX | Flaminio. Parla in tua malora e finiscila presto!~Leccardo. Se non
1187 IV, V | morisse d'una morte che mai finisse. Ma prima che morisse, desiderarei
1188 III, III | Martebellonio. Vorrei che la finissimo una volta, ché io non facessi
1189 IV, VII | uscita di travagli, son finiti i tuoi dolori; ma a me che
1190 III, VII | momentaneo appetito, e d'una finta bellezza di una donnicciola,
1191 III, VII | O mondo traditore, tutto fizioni!).~Don Ignazio. Odo cose
1192 III, IV | stanno a spasso, l'hanno cosí flaccide e molli che paiono vessiche
1193 IV, VI | tenne l'esca, Aletto il focile, Megera percosse la pietra
1194 IV, V | porchetto che s'arroste al foco. Ancor morta par bella e
1195 I, I | e dalle narici spiranti focoso fiato vennero incontro noi.
1196 IV, VI | inganno, t'ingrossasti di folte tenebre, ti copristi di
1197 II, IX | Don Flaminio. E dove la fondi?~Leccardo.... Non mi avete
1198 III, VI | come m'hai rovinato dal fondo e spezzatomi il cuore in
1199 II, II | bisogno ricorrere a quel fonte donde sol può derivar la
1200 V, II | Ma se m'hai vinto con le forfantarie, non mi vincerai con l'armi;
1201 III, II | si fa giustizia, poi si forma il processo e si dá la sentenza.~
1202 III, II | salsiccioni alla lombarda, quei formaggi e provature; non sai le
1203 V, III | Polisena. Che voce potrá formar la mia lingua tutta piena
1204 III, III | Martebellonio. Non ho lasciato fornai, salcicciai, macellari,
1205 III, II | amor del vino scalda piú forte assai.~Don Flaminio. Che
1206 V, IV | casi di tanti infortuni, fortunatamente li è concesso di giunger
1207 V, IV | robbe, le facultadi e le fortune. Licenzia costoro che son
1208 Pro | mondo, e tradotte in latino, francese, spagnolo e altre varie
1209 I, IV | pastone, una suppa alla franzese, un petto di vitella allesso,
1210 III, I | trapongono gli uomini da bene e frati e preti, anzi il vostro
1211 I, I | gli onorati costumi son i fregi dell'anima; ricchezze ne
1212 IV, I | son confirmato.~Simbolo. Frenate tanto sdegno che impedisce
1213 I, II | parasito Leccardo? state fresco, ché delle ventiquattro
1214 V, II | Ed io non patirò che un frettoloso decreto sia fatto con infame
1215 V, II | suoi inganni e vituperevoli frodi, a me tocca disacerbarmi
1216 V, IV | veggio scolpite nelle lor fronti una lunga descendenza di
1217 III, I | fico che prima ti dará i frutti che ti mostri i fiori.~Don
1218 IV, V | dove mi nasconderò ché fugga e mi nasconda a me stesso?
1219 IV, VI | Ignazio. Ecco che giunge. Fuggirò il suo aspetto, ch'avendoli
1220 III, XI | miserabili influssi, - deh, fuggite dal cielo, spengete il vostro
1221 II, II | Taccio.~Don Ignazio. Giá fuggono le tenebre dell'aria, ecco
1222 III, III | volar per aria o, con un fúlgore degli occhi vostri mirandola,
1223 I, I | giri degli occhi suoi mi fulminava nell'anima, ma perché le
1224 | fummo
1225 III, XI | nascer mio v'armaste di cosí funesti e miserabili influssi, -
1226 I, III | leccato ancora, ché niuna cosa fuorché questa basta a farlo arrabbiare).~
1227 III, I | poneremo mano agl'inganni e furfanterie, ché queste vincono e superano
1228 III, XI | la disperazione, con le furie infernali, ché non so quale
1229 I, IV | percossi quella montagna cosí furiosamente, che andò tanto alto che
1230 I, I | stuzzicati i tori, i quali furiosi e dalle narici spiranti
1231 II, IX | ragionamento di ciò. Cotte che fûro te le mangiasti, buon pro
1232 | furon
1233 V, III | vi priega che lasciate il furor e l'armi e ascoltiate quello
1234 I, I | piú udita leggiadria. Io furtivamente mirava gli occhi di Carizia,
1235 I, II | presente ciò né sperar al futuro.~Don Flaminio. Almeno, se
1236 I, I | Simbolo Faceste tanto gagliarda resistenza a' fieri incontri
1237 III, VI | sia fatto a te dal boia, gaglioffo!~Simbolo. Padrone, non bisogna
1238 V, I | sodisfatto, se sète cosí galante uomo come sète predicato
1239 II, IX | Corri, volta, trotta, galoppa e dágli cosí felice novella).~
1240 I, III | faccia divenir rossa come un gambaro. Tosto mi die' un sorgozzone
1241 I, I | io avea a caminar con le gambe.~Don Ignazio. Or questo
1242 I, I | con grandissima emulazione gareggiato insieme di lettere, di scrima,
1243 IV, III | partirò, t'incontrerò e ti gastigherò all'ordinario come soglio.~
1244 I, IV | con la salsa, un piatto di gelatina di orecchie, nasi e labra
1245 II, VII | vene, mi s'è raffreddato e gelato.~Eufranone. Giuro per la
1246 IV, II | quanto son dolente d'averti generata!~Simbolo. Non v'ho detto,
1247 V, I | amor di colui che mi ha generato, che piú onorata giustizia,
1248 V, III | volgerò, carissimi miei generi, carissimi miei figliuoli?
1249 V, I | parentado.~Eufranone. Ed io per genero vi accetto e per figliuolo.~
1250 V, IV | cavalieri.~Don Flaminio. Generosissimo mio fratello, le mie pazzie
1251 III, I | espedito consiglio: temo il genio del mio fratello che sempre
1252 II, VII | piú del solito allegro). Gentil compagno mio, che ci è di
1253 V, IV | successione, per non esservi altro germe nel nostro sangue. E perché
1254 I, II | ponete effetto a tutti i suoi gesti, ché troverete quanto ve
1255 I, II | puosi effetto ad ogni suo gesto e conobbi veramente che
1256 V, IV | infelicissimo vostro innamorato gettato innanzi a' vostri piedi,
1257 I, IV | porterai nuova che vada a giacer con lei, ti farò un pasto
1258 I, IV | dice che cosí mangiano i giganti, e che vuole assuefarsi
1259 IV, VI | terra, abbraccio le tue ginocchia, ti porgo il pugnale: la
1260 I, II | diecimila ducati, ché se li gioca in mez'ora. Ma dubbito che
1261 I, IV | elezion dell'armi, se volse giocar la vita al ballonetto....~
1262 I, I | carnescial passato ordinò giochi di canne e di tori in piazza
1263 IV, V | bellezza sepolta ogni mia gioia e me sepolto in un infinito
1264 IV, V | Veggio don Flaminio molto gioioso; ma diverrá subbito doglioso
1265 II, III | è piú tranquilla e tutto gioisce, ivi è la sua persona.~Simbolo.
1266 IV, VII | fatto.~Eufranone. A che mi giova il vostro pentimento e la
1267 I, II | giorno, eccetto che di quelle giovani. Ché s'egli si fusse accorto
1268 IV, VII | Flaminio. Poiché non posso giovarle col spender la robba, la
1269 IV, VII | robba, la vita e l'onore, le giovarò con la lingua: onorerò lei,
1270 III, VII | Flaminio. Forsi volete dire una giovenetta che nella festa de' tori
1271 IV, II | Ignazio. Io non spinto da giovenil leggierezza ciò dico, ma
1272 II, VI | so ben quanto gli animi giovenili sieno volubili e leggieri
1273 III, XI | che cavatone quel succo giovevole si buttano nel letamaro:
1274 IV, VI | spense il lume! O cielo, gira al contrario e conturba
1275 I, I | compassione; ma ella con i giri degli occhi suoi mi fulminava
1276 IV, II | mano al pugnale e se n'è gita su dove fará qualche scompiglio.
1277 II, IV | e fiamme per Carizia? Or gite, donne, e date credito a
1278 II, VII | madre.~Eufranone. Ho tanto giubilo al core che mi trae di me
1279 IV, VI | bellezza, e secondo quella giudica l'error mio. Qua ha peccato
1280 Pro | che sète! ché l'opre son giudicate dall'applauso universal
1281 Pro | mondo dal vostro bestial giudicio graduasse gli onori dell'
1282 V, IV | escuso e non gl'incolpo, e giudico che l'immenso Iddio governi
1283 IV, VI | posso.~Don Ignazio. Ecco che giunge. Fuggirò il suo aspetto,
1284 V, IV | fortunatamente li è concesso di giunger a quel desiato segno che
1285 IV, III | sul tetto ché non ti possa giungere: come ti arò in mano, te
1286 II, IV | Flaminio. Egli ha voluto giungervi quella clausula, perché
1287 I, IV | che andò tanto alto che giunse al cielo di Marte, e non
1288 II, IV | lacrime; credete a quei giuramenti, a quei spergiuri! Come
1289 III, IV | piaccia!~Chiaretta. A questo giuramento ti credo. A che ora?~Leccardo.
1290 IV, II | pentireste; e per mostrar giuste cagioni del rifiuto, offendete
1291 III, II | fatta per i disgraziati. La giusticia è come i ragnateli: le moschette
1292 V, I | forza, per non mancar ad una giustissima causa, incrudelir nel mio
1293 IV, II | leggierezza ciò dico, ma da giustissime cagioni.~Eufranone. Dunque
1294 IV, VI | ponno, per provocarti ad un giustissimo sdegno.~Don Ignazio. O tu
1295 | gl'
1296 | glie
1297 I, I | feriva nella pelle e ne gocciolavano alcune stille di sangue,
1298 I, II | Panimbolo. E voi amate senza goder al presente ciò né sperar
1299 II, IX | vi si fa danno. Ecco, la goderete e io non sarò il malvenuto.~
1300 III, XI | tempo che mi è concesso goderla.~Don Ignazio. Eccole, tornatele
1301 IV, VIII| galline e polli, non vi goderò piú mai!~Birri. Presto,
1302 V, III | Polisena. Vo' che senza morir godiate la vostra Carizia: sperate
1303 III, I | ci avete fatto l'amore e godutala.~Don Flaminio. La sua fama
1304 Pro | gli onori dell'opere? O goffi che sète! ché l'opre son
1305 IV, VIII| questa cittá per la tua golaccia.~Leccardo. E se non lo faceva
1306 IV, VIII| incappare.~Leccardo. I topi golosi incappano al laccio.~Birri.
1307 IV, II | ingorga in se stessa, si gonfia e fa crudelissima tempesta.
1308 I, III | il maggior bugiardo; sta gonfio di vento come un ballone
1309 III, IV | Vorrei che mi prestassi la gonna di Carizia.~Chiaretta. Il
1310 IV, VIII| peggio: il budello maggior mi gorgoglia cro cro, la bocca mi sta
1311 I, III | amor de Dio!~Panimbolo. Al gorguzale ci faremo una lavanda di
1312 V, IV | giudico che l'immenso Iddio governi queste cose con secreta
1313 I, I | di Salerno sotto il suo governo, il carnescial passato ordinò
1314 Pro | non conosci l'arte. Or gracchiate tanto che crepiate, ché
1315 II, III | con le parole lodare, ma i gradi infiniti si lodano meravigliando,
1316 II, III | Carizia. Orsú accetto e gradisco il vostro dono e me lo pongo
1317 I, I | popolo con lieto applauso gradiva la mia vittoria, ed io piangeva
1318 Pro | vostro bestial giudicio graduasse gli onori dell'opere? O
1319 III, IV | aver buone carni, sode, grasse e lisce, come abbiamo noi
1320 III, IV | come una capra, le poppe grassette come una vitella, le groppe
1321 I, III | cosí miserabil vita per i grassi bocconi che m'ingoio: una
1322 III, I | Panimbolo. Cose belle a dire e grate all'orecchie ma non riuscibili;
1323 IV, VII | escusi. Usate questa pietosa gratitudine: andate in Palazzo dinanzi
1324 I, IV | Martebellonio. Appena mi bastava a grattar la rogna. -... Al fin, lo
1325 I, IV | limatura di ferro come caso grattuggiato.~Leccardo. Che sète struzzo
1326 III, IV | il vero, ma tu sei tanto graziosa che faresti innamorar i
1327 V, II | della spada!~Don Ignazio. Grida come se fusse ingiuriato
1328 IV, V | ma - Lasciate lasciate - gridava Eufranone - che l'uccida
1329 Pro | comedia, forse non arebbe quel grido famoso che possiede per
1330 III, IV | grassette come una vitella, le groppe grosse e ritonde come un
1331 III, IV | come una vitella, le groppe grosse e ritonde come un cappone
1332 IV, III | dignitá! che onor posso guadagnar con costui? Alla smenticata
1333 III, I | valore o per ingegno la sa guadagnare. Or ditemi, non ha egli
1334 III, I | Flaminio. Presto: come la guadagnaremo?~Panimbolo. Ancora non avemo
1335 III, II | con manifesta speranza mi guadagnarò le sue nozze. Onde vorrei
1336 I, I | fenestre, e il pregio che guadagnaste nella festa de' tori mandaste
1337 IV, V | bianca d'una ricotta, quelle guancie piú vermiglie di vin cerasolo,
1338 I, II | contrario.~Panimbolo. Perché si guarda da voi solo; né mai lo veggio
1339 I, I | temperasse la forza de' guardi di Carizia. Al fin io rimasi
1340 IV, VII | sorte d'uomini ho dato in guardia la casa mia!~Don Flaminio....
1341 III, IX | Ecco Calidora che appena mi guardò una volta, che non sostenne
1342 II, II | di sorte che, se voglio guarire, è bisogno ricorrere a quel
1343 I, III | Panimbolo ti medichi e ti guarisca.~Panimbolo. Io ho recette
1344 I, III | qualche medico. E se non guarisce alla prima?~Panimbolo. Reiterar
1345 III, I | temendo i pericoli, si guastano i desegni.~Don Flaminio.
1346 III, I | non è piú facil cosa che guastar un matrimonio prima che
1347 III, VII | e poi fatta non può piú guastarsi; e poi dal rimorso di voi
1348 III, III | e per tal cagione nelle guerre ho conseguito grandissime
1349 III, I | conoscerai che so conoscere e guiderdonare i servigi.~Panimbolo. Padron
1350 III, I | sarai mio fratello; e dal guiderdone che riceverai da me, conoscerai
1351 III, IV | se gustassi quello che gustará ella quando staranno abbracciati
1352 IV, VIII| provature, morrò io senza gustarvi? o caneva, non assaggiarò
1353 III, IV | Maggior dolcezza aresti, se gustassi quello che gustará ella
1354 V, III | veduto in lei l'imagine sua e gustato l'odor del sangue e del
1355 III, IV | fusse a quei piaceri, ne gusterei ancor io com'ella: che pensi
1356 III, IV | burlo, facci Dio che mai gusti vino che mi piaccia!~Chiaretta.
1357 V, IV | amore e gelosia, con falsa illusione per ingannar il fratello,
1358 IV, VI | tradito, e con quelle false illusioni di notte ho fatto veder
1359 Pro | persone di valore e di sangue illustre ci abbia a venir mischiata
1360 III, I | mondo perisca meco. Ma tu imagina qualche cosa: fa' che veggia
1361 III, VI | Simbolo. Chi arebbe potuto imaginar tanta ignoranza d'uomo a
1362 II, V | ingegno vivace e pronto, imaginatosi la fraude, rispose in cotal
1363 I, I | mio fratello, ché non s'imagini che ami costei, lo fo trattar
1364 III, IV | E le lor facce son tanto imbellettate che paiono maschere; e portano
1365 I, IV | da me, ch'or che mi sento imbizzarrito, che non ti strozzi.~Leccardo.
1366 I, IV | vinto il gioco, perché era imboccato il ballonetto: la presi
1367 III, III | Martebellonio.... Certo sará imbriacato, e ficcatosi in qualche
1368 I, II | ventiquattro ore del giorno ne sta imbriaco o ne dorme piú di trenta.
1369 III, VII | verremo quando sará piú imbrunita la notte.~Don Ignazio. Andiamo.~
1370 IV, V | il petto a mille perigli, imitar tanti esempi onorati per
1371 V, IV | incolpo, e giudico che l'immenso Iddio governi queste cose
1372 II, VIII| Simbolo. Dice che, se bene son immeritevoli di tanta sposa, col tempo
1373 II, II | Angiola. Perdonatemi se cosí immodestamente vi rompo le parole in bocca.
1374 II, VI | il petto. Il mio amore è immortale, e la mia fé, che or stimate
1375 III, XI | di ferite inmedicabili e immortali! Ahi, Carizia, cosí onori
1376 III, I | maestro, non è buono ad imparar da voi; e poi fatto l'errore,
1377 II, IX | vitelle, some di capponi impastati, monti di cacio parmigiano,
1378 III, IV | ritonde come un cappone impastato: in somma non hai cosa che
1379 III, X | fa che l'una e l'altra è impazzita del fatto mio; ma a me piace
1380 III, II | teme.~Don Flaminio. Dái impedimento ad un gran disegno, ché
1381 IV, I | Frenate tanto sdegno che impedisce il dritto della raggione,
1382 IV, V | parlare, ma le lacrime l'impedivano; poi disse a fatica: - La
1383 II, III | quella che sola avete l'imperio d'ogni mia voluntá, e a
1384 III, XI | mille tigri, e la gelosia m'impiaga l'anima di ferite inmedicabili
1385 II, II | Carizia vostra nipote, m'hanno impiagata l'anima di sorte che, se
1386 IV, V | infamia, non di pietá ma d'impietade. Dove mi nasconderò che
1387 IV, V | d'India cotti senza esser impillottati, caponi duri, brodo macro
1388 III, III | Leccardo. Farò quanto m'imponete.~Martebellonio. Dille che
1389 II, III | voluntá, e a voi sola sta impor le leggi e romperle a vostro
1390 II, II | ragionar con voi d'un negozio importantissimo.~Angiola. Eccomi al vostro
1391 II, IX | Leccardo. Non è cosa che piú importi ad un banchetto che non
1392 I, II | dalle sue faldi; e quando t'imposi che ti fussi informato chi
1393 I, I | reducemmo a casa; ma prima avea imposto ad un paggio s'avesse informato
1394 V, I | mia signora col tributo impostomi d'averla a servir sempre,
1395 II, II | sono care; né mai le grandi imprese si vinsero senza gran fatiche.~
1396 IV, VII | resteranno perpetuamente impressi nel cuore i tuoi costumi,
1397 III, I | accioché si vergogni, gli improverarete che, non trattando con voi
1398 IV, II | so per qual cagione sia impudica appresso voi solo.~Don Ignazio.
1399 IV, II | rifiuto?~Don Ignazio. D'impudicizia e disonestá.~Eufranone.
1400 V, III | con queste speranze piú m'inacerbite le piaghe.~Polisena. Dico
1401 III, XI | scambievolmente abbassa l'uno e inalza l'altro.~Don Flaminio. Patisca
1402 II, VII | son state molte che hanno inalzato il suo parentado, come speriamo
1403 IV, V | quel punto dal furore e inasprito dall'ira, con la schiuma
1404 III, VII | toltone quel poco di visuccio inbellettato e dipinto, sotto i panni
1405 III, II | ingrato uomo del mondo se, tu incappando per amor mio, non spendessi
1406 IV, VIII| La tua gola ti ha fatto incappare.~Leccardo. I topi golosi
1407 IV, III | schena.~Martebellonio. Se m'incappi nelle mani...~Leccardo.
1408 IV, V | le cose son instabili e incerte e che il mondo inchina or
1409 IV, VI | disugual splendore facevi incerto lume: la nefanditá ti fe'
1410 IV, V | e incerte e che il mondo inchina or ad una e or ad un'altra
1411 III, XI | mio poco discomodo, me ce inchinai.~Leccardo. Signor don Flaminio,
1412 III, III | favore che un mio pari s'inchini ad amar lei, ché son amato
1413 V, I | mio suocero Eufranone, m'inchino, con ogni umiltá che devo,
1414 IV, V | Eufranone la fe' subbito inchiudere in un'arca e fecela sotterrar
1415 II, II | toglierle la via).~Angiola. (Son inciampata con don Ignazio c'ho cercato
1416 V, III | e colui che sará primo a inclinar la spada dará primo testimonio
1417 V, IV | sorella, - gli escuso e non gl'incolpo, e giudico che l'immenso
1418 II, VII | e la pasqua, cosí per l'incommoditá delle vesti come che è di
1419 I, I | Callidora, la minore, fusse d'incomparabil bellezza, posta incontro
1420 IV, VIII| appiccato due volte).~Birri. (Ci incontra a tempo: costui è desso).~
1421 IV, III | smenticata e alla muta, incontrandolo al buio, li darò la penitenza
1422 II, I | della tardanza. Sappiate che incontrandomi con don Flaminio, mi domandò
1423 III, V | Leccardo. Anzi la fortuna s'è incontrata con te senza saper chi fussi,
1424 I, II | Agevolissimamente: subbito che l'incontrate, diteli che il conte è contento
1425 IV, III | scampami!). Mi partirò, t'incontrerò e ti gastigherò all'ordinario
1426 II, I | non incorrere in qualche inconveniente peggiore.~Simbolo. Che cosa
1427 III, I | Chi non teme con ragione, incorre spesso in disordine; e la
1428 II, I | Ignazio. Dubbito di non incorrere in qualche inconveniente
1429 I, II | persone in Salerno piú d'incorruttibil onestá di queste, e che
1430 IV, V | per ischivarne una siamo incorsi in una peggiore: e da un
1431 V, I | ad una giustissima causa, incrudelir nel mio sangue? che la prima
1432 V, IV | mi nasceranno dalla mia indarno sperata successione, per
1433 | indi
1434 Pers, 0(1)| il personaggio è sempre indicato nell'originale come "Polisena",
1435 III, II | quelle gioie par di bellezza indicibile.~Don Flaminio. Non mi recar
1436 IV, VI | dir mio fratello, fatti indietro, non mi toccare, allontana
1437 V, I | d'accettarla per moglie indignissimo mi conosco: l'accetto per
1438 I, I | sino alla camicia che ho indosso; ma or son risoluto fidarmi
1439 II, VII | in noi.~Eufranone. Non l'indovinaresti mai.~Polisena. Dimmelo,
1440 II, IX | cotte. Se volete indovinar, indovinate a voi stesso quanto desiate
1441 III, X | Martebellonio. (Costui par che sia indovino, ché son poltrone).~Don
1442 IV, IV | spiriti ardenti: non ará indugiato fin adesso farli intendere
1443 II, IX | prima ogni sforzo se posso indurla ad amarmi; e quando non
1444 II, II | per quanto val appo lei, d'indurlaci; ché, raggionandosele de
1445 II, II | cercato fuggir con ogni industria, ché so che cerca parlarmi
1446 V, IV | amorevol fratellanza, ripieno d'ineffabil meraviglia della prudenza
1447 II, III | le vostre ricchezze sono inestimabil tesoro di tante peregrine
1448 V, IV | chi può contrastar con gli inevitabili accidenti della fortuna?
1449 IV, VII | lor ultimo sforzo in me, l'infamai appresso lui, accioché,
1450 IV, VII | intenzione offender voi né d'infamar lei, ma sol ch'ei la lasciasse
1451 IV, VII | la lingua: onorerò lei, infamerò me stesso; e son tenuto
1452 IV, II | converrebbe. Ma che cose infami avete udite di lei?~Don
1453 V, IV | Flaminio. Ecco, o signora, l'infelicissimo vostro innamorato gettato
1454 V, IV | balze si perviene, volendo inferir che negli amori gran pene
1455 V, III | medicina mi sanarete due infermitá, di amore e di gelosia;
1456 V, I | gli innamorati han l'animo infermo d'amore e la ragione annebbiata
1457 III, XI | disperazione, con le furie infernali, ché non so quale in me
1458 IV, VI | purga l'aria e il cielo infetto dal tuo abominevole spirito,
1459 II, III | quanto l'amarò riamato? piú m'infiammarò di quel desiderio di cui
1460 IV, V | col pugnale in mano per infilzarla come un tordo al spedo.
1461 III, II | dovizia di tutte le cose. Ahi, infingardo e senza core! i soldati
1462 II, III | parole lodare, ma i gradi infiniti si lodano meravigliando,
1463 I, III | esperimentate per le tue infirmitá.~Leccardo. Dimmele, per
1464 III, VII | Ignazio. Io per diligente informazione, che per molti giorni n'
1465 II, IX | contento. Andiamo in Palazzo, informiamoci del fatto. Leccardo, trattienti
1466 II, VI | voi sète informato dell'infortunio che ho patito nella robba,
1467 IV, II | occhi suoi, che ben spesso s'ingannano.~Don Ignazio. Che un uomo
1468 I, III | un buon desinare, ma vo' ingannargli per amor vostro.~Don Flaminio.
1469 III, XI | altri uomini con chi potevi ingannarmi, e lasciar mio fratello?
1470 I, II | che tutto ciò non dica per ingannarvi; e vi mostrarei per chiarissime
1471 II, IV | va'! e chi non restarebbe ingannata da loro?).~Don Ignazio.
1472 I, II | Panimbolo. Son speranze con che ingannate voi stesso.~Don Flaminio.
1473 III, II | aprir la porta. Basta: l'ingannerò di modo che mi aiuterá.~
1474 I, IV | grande che non si basta a ingiottire. Ma io ti vo' narrar una
1475 I, III | fatto balzar per l'aria, ingiuriandomi «roffiano» e che lo volea
1476 II, II | nature di donne. Ma non ingiuriar lei perché ingiurii me:
1477 II, II | non ingiuriar lei perché ingiurii me: taci.~Simbolo. Taccio.~
1478 IV, V | Don Ignazio non so che ingiuriose parole disse ad Eufranone.
1479 V, II | sarò giusto punitore dell'ingiuste sue azioni.~Don Rodorigo.
1480 V, IV | si restituisca quello che ingiustissimamente vi è stato tolto.~Don Flaminio.
1481 I, III | per i grassi bocconi che m'ingoio: una insalatuccia, una minestra
1482 II, III | lasciarsi vincere da tanta ingordiggia.~Don Ignazio. Simbolo, sapresti
1483 III, II | posso sodisfare alla tua ingordigia; e tu potrai taglieggiarmi
1484 II, III | men sazio mi rendeva e piú ingordo ne diveniva; anzi nel piú
1485 IV, II | fa né rumor né schiuma, s'ingorga in se stessa, si gonfia
1486 III, II | mature, poi un'acerba t'ingozza: «è di errore antico penitenza
1487 I, IV | il mangiar il pane solo l'ingozzava e potea affogarsi. O si
1488 II, III | dimostrate sprezzarla piú l'ingrandite; le vostre ricchezze sono
1489 III, II | Flaminio. Io sarei il piú ingrato uomo del mondo se, tu incappando
1490 IV, VI | non scernesti l'inganno, t'ingrossasti di folte tenebre, ti copristi
1491 II, II | l'onore, non è amante ma inimicissimo tiranno.~Angiola. Dubito
1492 V, III | nate sotto fiero tenor d'iniqua stella, poiché in cambio
1493 IV, VI | quello iniquo che avanzo d'iniquitá tutti gli uomini.~Don Ignazio.
1494 IV, VI | mio fallo: io son quello iniquo che avanzo d'iniquitá tutti
1495 V, III | ordinari, ma insopportabile, inmedicabile, non vuol ragione.~Polisena.
1496 III, XI | impiaga l'anima di ferite inmedicabili e immortali! Ahi, Carizia,
1497 I, III | giorno che fu festa de' tori innamorasti tutto il mondo! - Ella piú
1498 I, I | fatto professione di tôr l'innamorata all'altro. Il che s'avenisse
1499 III, III | Ben venghi il bellissimo e innamoratissimo capitano!~Martebellonio.
1500 IV, V | Iddio per consolazion degl'innocenti! - Queste ultime parole
1501 IV, VII | sfortunata fanciulla, o anima innocentissima, o figlia viva e morta unicamente
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