Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giambattista Della Porta
Gli duoi fratelli rivali

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


abban-caric | carit-drizz | dubbi-innoc | inone-pace | pacif-rimir | rimor-tarda | tardi-zii

                                                         grassetto = Testo principale
     Atto,  Scena                                        grigio = Testo di commento
1502 IV, VI | veder che Carizia fusse inonesta.~Don Ignazio. O estremo 1503 V, IV | pregovi a perdonar le mie inperfezioni e smenticarle, e ricevermi 1504 IV, I | l'uno e l'altro m'hanno inperversato di sorte che mi parrebbe 1505 IV, IV | larve e turbolenze m'avean inquietato l'animo, e tutti i sogni 1506 II, VI | insalatuccia; ché «chi mangia una insalata, non va a letto senza cena»).~ 1507 II, VI | qua s'hanno erbicine per l'insalate e per le minestre, legna 1508 IV, V | il mondo cosí sregolato e insconsigliato, con che ragione o consiglio 1509 III, II | tutti doi voi io lo posso insegnare.~Don Flaminio. Che dici 1510 IV, VI | fratello non è sicuro dall'insidie dell'altro fratello! Non 1511 V, IV | zio e tutto il parentado insiememente per possedervi, tanto è 1512 I, II | sarebbono per me troppo aspre e insopportabili.~Panimbolo. Io dubbito che 1513 III, VIII| povertade, e ora per una cosí insperata occasione risorga a quel 1514 II, VI | tempo per ricever da me cosí insperato contento.~ ~ ~ ~ 1515 IV, V | creatura, che tutte le cose son instabili e incerte e che il mondo 1516 IV, V | e lo risospinse adietro. Instupedí la povera figlia e aiutata 1517 IV, VI | dolor, cessa alquanto fin ch'intenda da costui come il fatto 1518 Pro | non dia sodisfazione agli intendenti e che l'hanno in fastidio, 1519 II, IX | core; e se ben ho voglia d'intenderlo, li vo innanzi contro mia 1520 IV, VI | tempo sente l'anima mia! intenso dolor della sua morte, pena 1521 II, IX | battaglialasciar cosa intentata fin alla morte.~Panimbolo. 1522 IV, VII | testimone come non fu mai mia intenzione offender voi né d'infamar 1523 II, VI | assale tanto piú tosto s'intepidisce.~Don Ignazio. Ogni parola 1524 V, I | vostri nepoti per particulari interessi me l'han uccisa e infamata.~ 1525 III, II | fede intiera.~Leccardo. Interissima: non mai l'ho rotta perché 1526 II, VI | adietro cosa per dimostrar l'interno contento dell'animo mio.~ 1527 I, III | chiamare).~Panimbolo. (Non l'interrompete, di grazia: dice assai bene, 1528 II, IV | abbiate pacienza per un poco d'intervallo di tempo.~Simbolo. (Non 1529 II, IX | ricordo, perché era troppo intricato.~Don Flaminio. Ricordati 1530 IV, VIII| Tutti stanno colerichi: intrighi di amori, di morti, di cavalieri, 1531 V, I | quanto desio uscir da questo intrigo con onor mio, e volentieri 1532 II, IX | diece caraffe di vino per inumidir il palato e la gola, che 1533 I, II | egli si fusse accorto di inusitata bellezza, non l'arebbe tratto 1534 V, III | anima mia si è nuovamente invaghita di costei.~Polisena. Or 1535 IV, V | bello delle speranze! Oh com'invan s'affatica chi vuol contrastar 1536 III, I | dalli tuoi astuti inganni d'invecchiata prudenzia ho conseguito 1537 II, VI | mio amore da un risoluto e invecchiato affetto dell'anima mia: 1538 V, I | nepoti, ché non restino invendicate.~Don Rodorigo. Dio sa quanto 1539 II, VI | contentandosi del matrimonio, inventassero qualche modo per disturbarlo, 1540 IV, VI | potuto cadere cosí mostruosa invenzione? In qual anima nata sotto 1541 IV, VI | fraterna pietá, uccidimi. Non invidiarmi morte cosí desiata; anzi 1542 V, IV | qualitadi, degne d'essere invidiate da tutte le donne; ma il 1543 II, III | nella mia onestá, la quale inviolabilmente nella mia povertá custodisco.~ 1544 I, I | steccato apparente e un altro invisibile nel mio cuore: il toro alcuna 1545 I, III | modo.~Leccardo. Son stato invitato da certi amici ad un buon 1546 I, IV | uccidersi meco: accettò l'invito, e perché avea l'elezion 1547 IV, VII | pensandomi che la vostra iracondia avesse a terminar in atto 1548 III, I | altro riguardevole, è molto iracondo e tenace del suo onore e 1549 III, VI | Simbolo. Padrone, non bisogna irarvi contro costui.~Don Ignazio. 1550 I, III | Panimbolo. (Leccardo sta irato. Ho per fermo che non ará 1551 V, III | accioché fra noi cessino l'ire e li sdegni; ma con queste 1552 III, I | ponemo in pericolo d'un irreparabil danno e ne ponno accader 1553 I, I | rivolgimenti de' tori, ma gli irritava ancora, accioché con maggior 1554 III, X | conoscere, ché non m'uccidano in iscambio). O signori don Flaminio 1555 I, IV | assai torbido e aspro, e con ischernevoli parole mi beffeggiava. La 1556 IV, V | sovraggionta all'altra, e noi per ischivarne una siamo incorsi in una 1557 IV, V | preso consiglio; ed io piú isconsigliato che lo presi, ché da 1558 II, V | per far a tuo modo e per iscoprir l'animo suo, l'avemo detto 1559 II, I | Piglio animo ed entro con iscusa di cercar don Flaminio, 1560 I, I | piú franchezza, come per isfogar teco la passione. Ma un 1561 I, II | troverá qualche scusa per isfuggir o prolungar le nozze, cavatemi 1562 II, I | con non men subito che ispedito consiglio me ne vo in casa 1563 II, IX | gran caldaia d'acqua per ispiumar i pollami e spelar gli animali; 1564 III, I | onore, non m'accetterá per isposo.~Panimbolo. Gli animi delle 1565 III, X | Flaminio. Io sento genti in istrada, non so se potremo mandar 1566 V, IV | contento par che sia per isvenirmi! i spiriti del core, sciolti 1567 IV, V | vermiglie di vin cerasolo, quei labrucci piú cremesin d'un presciutto, 1568 III, IV | T'apponesti. Hai certi labruzzi scarlatini come un prosciutto, 1569 II, IV | giamai, se li sono tesi tanti laccioli? Andrò a casa e non li narrerò 1570 IV, V | acciò bevendone assai possa lacrimar tanto che basti, ché or 1571 IV, V | lacrima che bevendola ti fa lacrimare, acciò bevendone assai possa 1572 IV, VI | Don Flaminio. Supplice e lacrimoso ti sta dinanzi a' piedi 1573 IV, IV | Veramente i travagli son ladri del sonno.~Panimbolo. Don 1574 I, IV | insieme: lo steccato fu un lago di brodo grasso dove notavano 1575 III, II | sforza. Oh come son belli e lampanti! par che buttino fuoco: 1576 I, I | Elle parvero un folgore che lampeggiando offuscò la bellezza di tutte 1577 III, IX | sostenne il folgore del lampeggiante mio viso; onde ne restò 1578 IV, II | ascoltava; e con gli occhi lampeggianti di un subbito sdegno, ripieno 1579 II, IX | tuoi trattenimenti mi son lanciate nel cuore.~Leccardo.... 1580 I, I | Carizia, restava un poco piú languida, perché la maggiore avea 1581 III, IV | che sei d'una naturaccia larga e liberale, che ciò che 1582 V, IV | pazzie vi hanno aperto un largo campo di esercitar la vostra 1583 IV, IV | riposai molto: sogni, ombre, larve e turbolenze m'avean inquietato 1584 II, VII | lacrime di tenerezza non me lo lasciano esprimere.~Eufranone. Va' 1585 III, VI | conosco la mia sciocchezza a lasciarmi persuadere da te di accettar 1586 I, I | ereditá ch'avea designato lasciarvi: perché gli errori che si 1587 IV, VII | infamar lei, ma sol ch'ei la lasciasse per tôrmela io per moglie; 1588 I, I | Don Ignazio. Perché non lasciasti tutti gli altri per aspettar 1589 I, III | che si trovò vicino, lo lasciava cadere dove il caso il portava, 1590 II, VI | la vostra destra e non la lascierò mai se non la mi prometteti.~ 1591 II, II | modesto sposo e non come lascivo amante; ché chi ama la bellezza 1592 II, IX | di crucifiggere è questo! Lassa le baie: di' quel ch'importa.~ 1593 III, II | altro pericolo di questo; ma lassami retirar in consiglio secreto. - 1594 II, IX | ricercarla per moglie. Lo vo' lassar per l'ultimo, ché son risoluto 1595 IV, V | calunnia, ché questa sola ha lassato Iddio per consolazion degl' 1596 IV, III | o tu che parli e non ti lassi vedere?~Leccardo. Non mi 1597 Pro | del mondo, e tradotte in latino, francese, spagnolo e altre 1598 IV, VIII| Accomodarti un poco la lattuchiglia della camiscia intorno al 1599 I, III | gorguzale ci faremo una lavanda di lacrima e di vin greco 1600 III, IV | abbiamo carestia d'acqua per lavarci la faccia: triste noi se 1601 III, II | Leccardo, ché non mai mi toccò leccar a mio modo.~Don Flaminio. 1602 I, III | Ho per fermo che non ará leccato ancora, ché niuna cosa fuorché 1603 I, I | partire come se fussero stati legati con una fune, talché non 1604 IV, VII | mani? Ahi! che tu con un leggerissimo sonno se' passata da questa 1605 II, II | veggio la bella mano che con leggiadra maniera alza la gelosia. 1606 I, I | ammirava una mai piú udita leggiadria. Io furtivamente mirava 1607 II, VI | la mia , che or stimate leggiera, la conoscerete fermissima 1608 II, VI | giovenili sieno volubili e leggieri e piú pieni di furore che 1609 I, III | meraviglia se mi sento cosí leggiero: non mangio cose di sostanza....~ 1610 Pro | quanto piú s'odono e si leggono tanto piú piacciono e son 1611 Pro | son queste poi? qualche legista senza legge e qualche poeta 1612 III, I | ama don Ignazio, che l'ha legitimamente chiesta per isposa e complito 1613 II, VI | meritate: ve la chiedo per legittima moglie, se conoscete che 1614 V, II | sorella si convenia per piú legittime ragioni.~Don Rodorico. Per 1615 II, VI | insalate e per le minestre, legna per lo fuoco e vino, che 1616 II, VI | voi cosí ricco e di gran legnaggio, non convien burlar un povero 1617 IV, VIII| scamperò quella de' tre legni).~Birri. Prendetelo e cercatelo 1618 V, I | da tanta miseria: qua non lenti consigli di vecchi ma uno 1619 III, XI | giovevole si buttano nel letamaro: come l'uomo si ha cavato 1620 I, III | non m'entrano in capo e mi levano il dolore e la fame.~Don 1621 III, VI | per quell'indugio, io per levarvi da quella tristezza ho pregato 1622 V, I | mi parrebbe come nulla mi levassi, anzi mi parrebbe esser 1623 III, VIII| letto, accioché dimani mi levi per tempo. Sommo Dio, appresso 1624 III, IV | d'una naturaccia larga e liberale, che ciò che ti è cercato 1625 IV, V | La conscienza mia pura mi liberará dall'obbrobrio della calunnia, 1626 III, II | non spendessi quant'ho per liberarti.~Leccardo. De' poveretti 1627 V, IV | ordinate che Leccardo sia libero. Ma mi par oggimai tempo 1628 II, VII | a tanti prieghi, chiesi licenza a voi e ve la condussi. 1629 V, IV | facultadi e le fortune. Licenzia costoro che son stati a 1630 IV, V | conservar voi stesso a piú liete speranze.~Don Flaminio. 1631 I, IV | spolverizzati sopra di limatura di ferro come caso grattuggiato.~ 1632 Pro | vostro non esce fuor del limitar delle vostre camere; né 1633 I, III | operazione bisognarebbe che i liquori fusser vecchi.~Panimbolo. 1634 III, IV | buone carni, sode, grasse e lisce, come abbiamo noi fantesche 1635 III, II | mortale, e sarò in capo della lista di coloro che saranno sbanditi 1636 III, IV | biacche, di solimati, di litargiri, di verzini e altre porcherie. 1637 V, IV | tra fratelli? e poi per liti amorose? E questo ch'avete 1638 I, III | Vedi questi segni e le lividure?~Don Flaminio. Tu stai malconcio: 1639 I, III | grazia: dice assai bene, loda la largitá del suo padrone).~ 1640 II, III | ma i gradi infiniti si lodano meravigliando, e con atti 1641 I, I | Simbolo. Ve l'ho intesa lodar molto di bellezza, pregate 1642 II, III | si possono con le parole lodare, ma i gradi infiniti si 1643 II, I | in vostro serviggio, mi lodarete della tardanza. Sappiate 1644 I, III | stava un poco allegretta, lodava la sua bellezza; ella ridea. 1645 IV, V | segnalarmi cavalier d'eterna lode, e or per un sensual appetito 1646 III, II | mi aiuterá.~Don Flaminio. Lodo il consiglio: mandalo in 1647 IV, II | Eufranone. Né in cosa cosí lontana dall'esser di mia figliuola 1648 III, XI | felicitá, allor ne son piú lontano che mai!~Don Flaminio. Don 1649 III, VII | panni è la piú sgarbata e lorda creatura che si veda.~Don 1650 III, IV | com'un porchetto, gli occhi lucenti come una capra, le poppe 1651 II, II | piú timore veder i suoi lumi turbati di sdegno contra 1652 III, I | par ogni indugio una gran lunghezza di tempo: s'avesse le podagre, 1653 III, I | resoluzioni son madri de' lunghi pentimenti. Sappiate che 1654 II, VI | resistere al suo amore, dopo lunghissimo combattimento le sue bellezze 1655 I, I | calino i cattivi umori ne' luoghi offesi, ordinano certi riversivi: 1656 III, I | mentre son vissuto di non macchiar la mia vita con alcuna poco 1657 IV, I | facendo ingiuria ad uno macchiate molti. Ecco il padre e i 1658 IV, VII | piú candido onore né mai macchiato di picciol neo di bruttezza. 1659 IV, VI | tue mani profane, ché non macchino il mio corpo! Patirò che 1660 III, III | lasciato fornai, salcicciai, macellari, osterie e piscatori che 1661 IV, V | coloro che lo conducono al macello, cercava scappar da man 1662 I, III | piatto e porvi dentro a macerar fette de pan bianco, e accioché 1663 IV, VI | machinar tante fraudi, cosí machina un modo da fuggir dal mondo. 1664 IV, VI | traditrice, e come hai saputo machinar tante fraudi, cosí machina 1665 I, IV | Fame era una persona viva, macra, sottile, ch'appena avea 1666 IV, V | impillottati, caponi duri, brodo macro e freddo, non arei potuto 1667 III, I | subbite resoluzioni son madri de' lunghi pentimenti. Sappiate 1668 II, VIII| di vostra moglie: ecco i maestri che faticheranno tutta la 1669 IV, VIII| morto sepellitemi in un magazin di vino, ché a quell'odore 1670 V, II | vi son io padre in etá e maggiormente in amore? cosí abusate la 1671 II, III | chi dona se stessa non ha magior cosa da donare; e questo 1672 I, II | essendo egli di feroce e magnanimo spirito, poco si curarebbe 1673 II, III | reale, ella è stata piú magnifica e reale a non lasciarsi 1674 II, IX | banchetto, e tutto ciò con real magnificenza. Io adocchiai certe testoline 1675 II, III | rifiutarlo; e se il dono era magnifico e reale, ella è stata piú 1676 IV, IV | vinto colui che era cosí malagevole a vincere, e preso chi pensava 1677 III, VII | Flaminio. Dico che fate malamente, ché per sodisfare ad un 1678 II, IX | da me.~Don Flaminio. Il malanno che Dio dia a te e alle 1679 I, IV | quello occidente porta seco malaugurio: che dovevate esser ucciso.~ 1680 I, III | lividure?~Don Flaminio. Tu stai malconcio: chi fu quel crudelaccio?~ 1681 II, IX | pena.~Leccardo. Voi state malcontento, e se non vi vedo allegro 1682 V, I | soverchia creanza non facci me malcreato: ardisco abbracciarvi perché 1683 IV, VII | innanzi il reo di tanti mali, accioché con moltiplicato 1684 IV, VI | anima nata sotto le piú maligne stelle del cielo, in qual 1685 III, VI | quando non vi nocciono per malignitá, almeno vi nocciono per 1686 II, IX | ferito il core, una nuvola di malinconia m'ha circondato l'anima, 1687 II, VII | come che è di sua natura malinconica; e se quei giorni che si 1688 I, II | altro. Parla talvolta, sta malinconico, mai ride, mangiando si 1689 II, IX | Don Flaminio. Parla in tua malora e finiscila presto!~Leccardo. 1690 I, IV | oppresso dal peso del mondo era maltrattato da lei. Io, che non posso 1691 IV, V | Panimbolo, tu fosti autor del malvaggio e da me mal preso consiglio; 1692 V, III | tutta, intesi che sotto le mammelle li palpitava il core. Oprai 1693 III, IV | tu vuoi: a me piú tosto manca l'occasione che la voluntá 1694 V, IV | perché queste gentildonne mancano di doti, io li faccio un 1695 II, IX | quando non mi riuscirá, non mancará ricercarla per moglie. Lo 1696 III, IV | Chiaretta. Bene.~Leccardo. Non mancarmi della tua promessa.~Chiaretta. 1697 II, VIII| piú tosto soverchio che manchevole; e so che ci onora non secondo 1698 II, IX | un banchetto che non vi manchi cosa alcuna, anzi sia abbondantissimo 1699 III, XI | altissimi vòlti della terra, che mancò poco che non abissasse il 1700 V, III | arca di un altro peso, la mandai a sepellire. Ella volea 1701 III, II | Flaminio. Lodo il consiglio: mandalo in essecuzione.~Leccardo. 1702 II, V | consiglio. Ecco, andrá o mandará in casa del conte, e come 1703 IV, II | tutta la cittade. Bastava mandare a dire ch'eravate pentito, 1704 II, VI | tutto provederò ben io: mandarò il mio cameriera ché proveda 1705 II, VI | voi né me stesso: andrò a mandarvi quanto ho promesso.~Eufranone. 1706 I, IV | Leccardo. E per chi gli mandate il dispaccio?~Martebellonio. 1707 II, VII | robbe. Ho per fermo che le mandi don Ignazio: conosco il 1708 II, IV | che ardore!).~Don Ignazio. Mandiamo a vedere.~Don Flaminio. 1709 II, IX | cuore.~Leccardo.... Ivi eran mandre di vitelle, some di capponi 1710 IV, VI | fatto a me. Ma il caso, che maneggia tutte le cose, ha fatto 1711 V, IV | maccheroni; se non, che or mi mangerò voi vivo e crudo.~Don Flaminio. 1712 I, II | sta malinconico, mai ride, mangiando si smentica di mangiare, 1713 I, IV | consultar un duello e tornando mangiaremo: cosí ad un tempo sodisfarò 1714 II, IX | Leccardo. Come dunque volea mangiarmele crude? bisognava che fussero 1715 I, IV | denti. Prima ch'ella si mangiasse un vitello, io ne tracannai 1716 III, II | vorrei ch'avendomi io vivo mangiati molti uccelli cotti in mia 1717 I, II | di mangiare, dove prima mangiava per doi suoi pari, la notte 1718 II, II | bella mano che con leggiadra maniera alza la gelosia. O felici 1719 II, VII | fusse impossibile tanta manifattura: s'affaticò tanto con le 1720 III, II | goduto prima di Carizia, con manifesta speranza mi guadagnarò le 1721 II, VIII| questa scatola son collane, maniglie d'oro, perle, gioie e altri 1722 II, IX | morte.~Leccardo. Eccovi il mantello: fatevi vento, rinfrescatevi.~ 1723 Pers, 0(2)| scena seconda - in poi. Si è mantenuta in ogni caso il nome dell' 1724 Pers, 0(1)| Polisena", e così è stato mantenuto nell'edizione elettronica. [ 1725 IV, VI | tenebre, ti copristi di scuro manto per occultar fatto abominevole: 1726 I, II | cielo senza stelle o il mar senza tempesta.~Don Flaminio. 1727 IV, IV | temiamo piú il fratello. Gran maraviglia ch'essendo gionto a quel 1728 V, IV | Veramente mi son assai maravigliato, essendo spettatore d'un 1729 II, VI | patir tanto indugio; anzi mi maraviglio che dal giorno della festa 1730 V, II | onestá, maniere e tante maravigliose parti di Carizia, che sua 1731 I, I | non so che di reale e di maraviglioso. Parea che la natura avesse 1732 IV, VII | ascoltare. Oh che bei doni maritali che ti portai! un pugnale. 1733 I, I | o vostro zio che vi vol maritar con una figlia de grandi 1734 III, VI | fretta, e poi egli ha desio maritarvi in Ispagna.~Don Ignazio. 1735 V, III | una moglie perdernosi duo mariti: volete che le vostre spose 1736 I, IV | però il mio nome è di «Marte-bellonio».~Leccardo. E per chi gli 1737 I, IV | mangiar meco; ma perché oggi è martedí, in onor del dio Marte non 1738 III, IV | mangi. Ma arei caro darti martello.~Leccardo. Sei piú atta 1739 I, III | All'ultimo, un poco di caso marzollino per un sigillastomaco.~Leccardo. 1740 III, I | le mani ne' piatti o le mascelle quando mangia, che l'alza 1741 III, IV | imbellettate che paiono maschere; e portano tal volta sul 1742 III, II | che mi reca la presente materia.~Leccardo. Mi dispiace che 1743 I, I | travagliata. Intesi poi la matina che era una gentildonna 1744 I, I | errori che si fanno ne' matrimoni, dove importa l'onor di 1745 IV, III | per non poter castigar un matto!~Martebellonio. Con un salto 1746 II, II | quella sua etá acerba virtú matura, sotto quel capel biondo 1747 IV, IV | un trofeo all'inganno, un mausoleo alla fraude, un arco trionfale 1748 V, IV | sciolti dal corpo per i meati troppo aperti per lo caldo 1749 | medesime 1750 III, I | amata, sará bene che con i medesmi inganni gli respondiamo 1751 I, III | dolori, cosí vorrei che medicassi i miei!~Leccardo. Non dubitar, 1752 II, IX | mala novella non serò piú medicato come oggi.~Don Flaminio. 1753 I, III | Faremo che Panimbolo ti medichi e ti guarisca.~Panimbolo. 1754 I, I | Ignazio. Quando piace a' medici che non calino i cattivi 1755 III, XI | amare che serveno per le medicine, che cavatone quel succo 1756 I, III | essere figlio di qualche medico. E se non guarisce alla 1757 IV, VI | l'esca, Aletto il focile, Megera percosse la pietra e ne 1758 II, VII | vicino?~Eufranone. Con un meglior del dottore.~Polisena. Con 1759 | mei 1760 V, IV | E perché non vi sia cosa melancolica in Salerno, si scarcerino 1761 I, IV | diti e lo sostenni come un melone....~Leccardo. Quando voi 1762 Pro | sei, vedresti l'ombre di Menandro, di Epicarmo e di Plauto 1763 V, II | e vedremo se saprai cosí menar le mani come ordir tradimenti.~ 1764 III, I | saria venuto.~Panimbolo. Se menasse cosí i piedi nel caminare 1765 V, I | Leccardo è giá preso e, menato dinanzi al giudice, ha confessato 1766 III, VII | Panimbolo. (Ah, lingua mendace, non la conosci?).~Don Ignazio. 1767 III, II | volta.~Leccardo. Quando la menerò a casa, fingerò por la mano 1768 II, III | questo convito mi è paruto la mensa di Tantalo, dove quanto 1769 IV, VII | me, tu sola eri l'occhio, mente, mano e piede del tuo padre 1770 IV, III | furfante di Leccardo.~Leccardo. Menti per la gola, ché son meglio 1771 III, VII | ardisse dirme questo, lo mentirei per la gola.~Don Flaminio. 1772 III, VII | come ci amiamo.~Panimbolo. (Mentite per la gola ambodoi!).~Don 1773 II, VIII| Ecco, o moglie, che non ho mentito punto di quanto t'ho detto.~ 1774 II, III | gradi infiniti si lodano meravigliando, e con atti di riverenza 1775 III, VII | Anzi io non posso tanto meravigliarmi che basti.~Don Flaminio. 1776 I, I | tali che a tutti sembrarono meraviglie, ch'io non solo non andava 1777 Pro | la favola se sia nuova, meravigliosa, piacevole, e se ha l'altre 1778 II, III | scorno, ché troppo povero mercante a cosí gran fiera compaia 1779 III, VII | Salerno e che senza la sua mercanzia non potrebbe sostenersi?~ 1780 II, VI | non la vorrei: conosco non meritar tanta dote quanta ne porta 1781 II, III | per comprarla: e veramente meritarei quel scorno che mi fate, 1782 II, VI | ad un mio pari né voi la meritate: ve la chiedo per legittima 1783 III, VIII| costumi di Carizia, che meritava questa e maggior cosa, abbino 1784 V, IV | servir voi e il vostro meritevolissimo sposo.~Carizia. Signor don 1785 III, VIII| so ben che noi tanto non meritiamo!~ ~ ~ ~ 1786 III, IX | vita in dono, che a quelle meschinelle e povere donne che si muoiono 1787 III, I | Panimbolo. Un poco di vero mescolato con la bugia fa creder tutta 1788 IV, III | ti manda Marte tuo padre, messer Cacamerdonio.~Martebellonio. ( 1789 II, VI | ché proveda quanto fia di mestiero.~Eufranone. Quando verrete 1790 IV, V | Leccardo mio, i segni di mestizia che porti scolpiti nel fronte 1791 III, II | disegno, ché non lo possiamo metter in atto e nel felice corso 1792 I, II | ducati, ché se li gioca in mez'ora. Ma dubbito che essendo 1793 III, I | riuscibili non vorrei valermi di mezi cosí pericolosi.~Don Flaminio. 1794 I, I | rimunerati da Sua Maestá di molte migliaia di scudi d'entrada e de' 1795 II, IX | non penso che possa esser migliore.~Don Flaminio. E dove la 1796 III, I | tradimenti» ma «stratagemmi militari» si chiamano. E quando si 1797 III, I | Panimbolo. Questa tempesta che minaccia naufragio, questa istessa 1798 I, III | ingoio: una insalatuccia, una minestra de bietole come fusse bue? 1799 II, VI | per l'insalate e per le minestre, legna per lo fuoco e vino, 1800 III, VII | la qual m'apre la bocca e ministra le parole. Ma io, che tante 1801 IV, VI | serva di casa sua mi fûr ministri. E fu il mio intento che, 1802 I, I | E se ben Callidora, la minore, fusse d'incomparabil bellezza, 1803 I, III | il caso il portava, non mirando piú alla testa che alla 1804 III, III | fúlgore degli occhi vostri mirandola, l'abrusciarete.~Martebellonio. 1805 III, I | stella; gli occhi miei non mirano se non in te solo; non patir 1806 I, I | maggiore o la dolcezza del mirare o la fierezza delle punture: 1807 IV, II | serrar gli occhi per non mirarlo.~ ~ ~ ~ 1808 IV, VI | altrove, perché schivano di mirarti. Sgombra da questa terra, 1809 I, I | la bellezza; perché se la miravi aresti desiderato esser 1810 Pro | tutto il quarto atto, e se miri piú adentro, vedrai nascer 1811 Pro | illustre ci abbia a venir mischiata sempre questa vilissima 1812 I, III | forse che debba soffrir cosí miserabil vita per i grassi bocconi 1813 V, III | fu veramente spettacolo miserabile: stracciandosi i capelli 1814 III, IV | diresti altrimente. Ma noi misere e poverelle abbiamo carestia 1815 I, IV | Martebellonio. Che battaglie, miserello?~Leccardo. La Fame era una 1816 III, IX | generoso ardire non men uso misericordia a quei che prostrati in 1817 V, IV | fortuna dal colmo delle miserie mi ha posto nel colmo di 1818 IV, VIII| andrai su un asino con una mitra in testa, con trombe e gran 1819 I, I | in lei per serbarla per modello de tutte l'altre opere sue, 1820 II, II | amo le sue bellezze come modesto sposo e non come lascivo 1821 II, VI | arricchire con le doti delle mogli. Io prendo la vostra destra 1822 III, XI | vivo con Proserpina sua mogliere. Gli l'ho promesso, e perciò 1823 IV, I | incontro per ricevervi con molt'amorevolezza; ma troveranno 1824 | molta 1825 IV, VII | tanti mali, accioché con moltiplicato supplicio lo castighiate. 1826 III, VII | per sodisfare ad un vostro momentaneo appetito, e d'una finta 1827 II, I | desio di andar a trovar mon'Angiola, e non ritorna. 1828 I, IV | abbattimento.~Martebellonio.... Mona viva, sentendosi offesa 1829 IV, VII | sanguinoso. Tu, giusto monarca del cielo, a cui solo è 1830 IV, VII | insopportabile, o calamitá mondane! e perché vivo? perché non 1831 IV, III | la casa fusse piú alta di Mongibello.~Leccardo. Con un salto 1832 III, XI | tante sono le pietre e le montagne che cascono dagli altissimi 1833 II, IX | some di capponi impastati, monti di cacio parmigiano, il 1834 II, VI | consiglio; e che subbito che gli montino i capricci in testa, si 1835 II, IX | Dammi la nuova prima e mori quando ti piace.~Leccardo. 1836 IV, V | Queste ultime parole morîr fra le labra, ché appena 1837 V, III | morta, son certo che mai morirá nel mio core quella imagine 1838 V, III | luce innanzi a Dio. Per non morirmi di passione avea pensato 1839 II, IV | tòcca su l'onor suo, di morirsi di passione).~ ~ ~ ~ 1840 I, I | sentiva un certo tacito mormorio, era che ogniuno mirava 1841 V, IV | veggiando dormo, vivendo moro, ed essendo sordo e cieco 1842 IV, VIII| alla lombarda, o provature, morrò io senza gustarvi? o caneva, 1843 IV, V | come intesi darmi colpi mortali allo stomaco e alla gola! 1844 II, IX | spiedi e spade che m'hanno mortalmente trafitto il cuore. Or 1845 III, II | giusticia è come i ragnateli: le moschette piccole com'io ci incappano 1846 III, I | combatte per vincere, non si fa mostra per ferir nell'occhio e 1847 I, III | donne al principio sempre si mostrano cosí ritrose: si ammorbiderá 1848 I, II | dica per ingannarvi; e vi mostrarei per chiarissime congetture 1849 III, I | alcuno entri in casa sua, mostrargli veste sue, gioie che portò 1850 V, III | s'ella vi fu mai cara, mostratelo in questo: che siate il 1851 III, I | ti dará i frutti che ti mostri i fiori.~Don Flaminio. Presto: 1852 IV, VI | abbia potuto cadere cosí mostruosa invenzione? In qual anima 1853 II, IX | cosí ogni parola, ogni motivo di mio fratello mi parea 1854 Pro | anima che l'avviva e le moto, ché se gli antichi consumavano 1855 II, II | vostro sperar fia vano, e la moverete piú tosto ad odio che ad 1856 IV, III | furia dell'aria conquassata movesse qualche tempesta, vorrei 1857 II, IV | quelle fallaci promesse; movetivi a pietá di loro, perché 1858 I, I | ascoltarla: in somma tutti i suoi movimenti e azioni erano condite d' 1859 I, IV | dispaccio?~Martebellonio. Per un mozzo di camera.~Leccardo. Come? 1860 I, III | tutte le gentildonne si muoiano per la sua bellezza). Ben 1861 III, IX | meschinelle e povere donne che si muoiono per amor mio. Or io mi son 1862 II, IX | umanamente può farsi, si muor piú contento. Andiamo in 1863 I, III | Mira il furfante! se ne muore e se ne vuol far pregare).~ 1864 III, IV | non hai cosa che non mi muova l'appetito; ebbe torto la 1865 V, I | dritto della giustizia, né mi muove rispetto d'altri né proprio 1866 III, III | mia padrona, che quando le muovo ragionamenti di voi fa atti 1867 I, III | adosso io?~Leccardo. Ma che muschio, che ambra, che aromati 1868 Pro | rugna di qua, or torce il muso di . Par che le puzzi 1869 IV, III | Alla smenticata e alla muta, incontrandolo al buio, 1870 IV, I | meglio consigliato, foste mutato di parere.~Don Ignazio. 1871 IV, VI | Don Ignazio. O Dio, quante mutazioni in un tempo sente l'anima 1872 I, I | riguardanti: restâr le lingue mute e gli animi sospesi, e se 1873 III, III | oh come gionge a tempo! Muterò parere e farò disegni piú 1874 I, I | nel conquisto del regno di Napoli, venner con lui molti gentiluomini 1875 I, I | i quali furiosi e dalle narici spiranti focoso fiato vennero 1876 I, III | e di bere.~Don Flaminio. Narrami alcuna cosa: racconsolami 1877 III, X | poiché costei, di cui si narrano tanti gran vanti della sua 1878 I, IV | ingiottire. Ma io ti vo' narrar una battaglia ch'ebbi con 1879 I, IV | io di ascoltare e voi di narrare?~Martebellonio. Il ber ti 1880 II, IV | laccioli? Andrò a casa e non li narrerò nulla di ciò; ch'avendola 1881 II, VI | di vizio di leggierezza, nascendo il mio amore da un risoluto 1882 I, I | un principio d'una fiamma nascente, dalla quale ogni mio spirito 1883 V, IV | figliuoli e nepoti che mi nasceranno dalla mia indarno sperata 1884 IV, V | nasconderò ché fugga e mi nasconda a me stesso? ché la coscienza 1885 II, II | Carizia mia nipote è giovane, nasconde sotto quella sua etá acerba 1886 IV, VI | che fu la festa de' tori, nascondei l'amor mio verso lei a voi 1887 III, XI | diletto che s'ha da loro, nasconderle ché piú non appaiano.~Don 1888 III, I | risolvermi. Una sola forza nascosa mi toglie ogni espedito 1889 I, IV | di gelatina di orecchie, nasi e labra di capitani e colonelli, 1890 II, VII | appena va fuor di casa il natale e la pasqua, cosí per l' 1891 V, III | nemico.~Polisena. O figlie nate sotto fiero tenor d'iniqua 1892 I, I | Ignazio. Tu sai, da che siamo nati, avemo sempre con grandissima 1893 IV, II | veduto arei voluto esser nato senz'occhi.~Eufranone. Lo 1894 III, IV | Leccardo. So che sei d'una naturaccia larga e liberale, che ciò 1895 III, I | di «prudenza» cuoprono il natural timore, non fanno mai cosa 1896 II, II | Ignazio. Tu poco t'intendi di nature di donne. Ma non ingiuriar 1897 Pro | universal de' dotti di tutte le nazioni: perché si veggono stampate 1898 IV, VI | operato di me, accecato da una nebbia di gelosia, vi feci veder 1899 II, VIII| gioie e altri abbegliamenti necessari. Questo sacchetto di scudi 1900 II, IX | risoluzione tanto onorata quanto necessaria.~Don Flaminio. Panimbolo, 1901 IV, VI | facevi incerto lume: la nefanditá ti fe' nascondere la tua 1902 III, II | addobbano Carizia; e se negletta parea cosí bella, or che 1903 I, III | mia», se non vuoi dir «nemica»? - Ma pur com'è passato 1904 IV, VII | mai macchiato di picciol neo di bruttezza. Prego la vostra 1905 II, IV | ragionano del matrimonio de mia nepote: vo' star da parte in quel 1906 III, II | Cancaro! si mangiano molte nespole mature, poi un'acerba t' 1907 IV, II | Don Ignazio. Anzi a nimico spettacolo rimasi senza 1908 III, VIII| nostra casa anticamente cosí nobile e ricca per una disgrazia 1909 III, VIII| grandezza e concorso di nobili, e gionta a quell'eccelso 1910 III, VII | gentildonna povera ben ma nobilissima; ma la sua nobiltá è avanzata 1911 V, I | Anzi questo garbuglio ha nobilitato la fama della sua pudicizia, 1912 IV, VII | nata bella e onorata: o nocente bellezza! o dannoso e mortale 1913 IV, V | sensual appetito son stato nocevol cagione della morte d'una 1914 IV, V | ardisco spirar quest'aria? Ho nociuto a me stesso e patisco il 1915 V, II | rendete a chi ve ha allevati e nodriti come padre? non vi son io 1916 III, VII | Carizia? non l'ho intesa mai nominare.~Panimbolo. (Ah, lingua 1917 II, IX | Leccardo. Or questo , in nomine Domini.~Don Flaminio. Amen.~ 1918 | nondimeno 1919 I, IV | lago di brodo grasso dove notavano caponi, polli, porchette, 1920 III, VII | che viene: io sarò sposo notturno, voi diurno. State stupefatto?~ 1921 I, IV | cader dal cielo come una nubbe, vengo in piazza e lo ricevo 1922 I, IV | nascondere coperto d'una nube. Poi «uccidente» è quello 1923 V, III | morta, l'anima mia si è nuovamente invaghita di costei.~Polisena. 1924 III, I | donne sono volubili: con nuovi benefici cancellaremo la 1925 II, IX | m'ha ferito il core, una nuvola di malinconia m'ha circondato 1926 II, VI | prometterlavi: non so che nuvolo mi sta dinanzi al core.~ 1927 IV, V | mia pura mi liberará dall'obbrobrio della calunnia, ché questa 1928 IV, I | rifiutaste con modi non tanto obbrobriosi.~Don Ignazio. Il fuoco d' 1929 I, I | fidarmi di te, cosí per obligarti a consigliarmi ed aiutarmi 1930 V, II | operato bene. Né convien ad un occisor della sorella che divenghi 1931 V, IV | Vieni e abbraccia il tuo non occisore ma carissimo padre!~Carizia. 1932 III, I | a voi tradimento? mentre occultamente trattava averla per isposa, 1933 IV, VI | copristi di scuro manto per occultar fatto abominevole: vergognandoti 1934 II, IX | Quando io viddi i cuochi occupati in partire e distribuire 1935 I, II | m'innamora: io non posso odiar il suo odio, godo del suo 1936 Pro | varie lingue; e quanto piú s'odono e si leggono tanto piú piacciono 1937 I, III | ambra, che aromati preziosi odorano piú di questi?~Don Flaminio. 1938 IV, VIII| magazin di vino, ché a quell'odore risusciterò ogni momento.~ 1939 V, III | convenevole: un fratello che offende non è differente dal nemico.~ 1940 V, III | cagione delle vostre risse, offendendo la madre loro offendete 1941 III, II | operato per mia cagione e non offenderá te per non offender me.~ 1942 V, III | accioché, mentre cerchiamo offenderci l'un l'altro, non offendessimo 1943 V, IV | falsamente informato ha cercato d'offenderti; e ti giuro che io ho sentito 1944 V, III | offenderci l'un l'altro, non offendessimo voi e facessimo error peggior 1945 V, IV | eguale all'alte sue virtú, offerendomi in ricompensa, mentre serò 1946 II, IV | Don Ignazio. Non so che offerirvi in particolare, se sète 1947 I, I | cattivi umori ne' luoghi offesi, ordinano certi riversivi: 1948 Pro | fatto tralasciare il mio officio che era qui venuto a fare 1949 V, IV | sangue mi sforza a far l'offizio suo.~Carizia. E noi saremo 1950 I, I | onorato silenzio.~Simbolo. Vi offro fedeltá e franchezza nell' 1951 V, IV | mi accieca gli occhi, mi offusca i sensi e mi conturba l' 1952 I, I | folgore che lampeggiando offuscò la bellezza di tutte le 1953 V, IV | morire? O tanto desiato oggetto degli occhi miei, hai sofferte 1954 V, IV | Leccardo sia libero. Ma mi par oggimai tempo che questi felici 1955 I, I | tutto nell'amoreggiare, ché ogniun di noi ha fatto professione 1956 I, I | tacito mormorio, era che ogniuno mirava e ammirava una mai 1957 III, IV | verzini e altre porcherie. Oibò, se le vedessi la mattina 1958 | oltre 1959 III, VII | grandi d'Ispagna, dev'esser oltremodo bella e onorata.~Don Ignazio. 1960 IV, II | fará qualche scompiglio. L'onda, che batte ne' scogli, si 1961 III, I | mia stordita dalla paura ondeggia in una gran tempesta e sta 1962 II, II | che vidi la bellezza e l'oneste maniere di Carizia vostra 1963 II, IV | darmi una buona mancia, ché onoratissimamente me l'ho guadagnata.~Don 1964 III, VII | giorni n'ho presa da molte onoratissime persone, ne ho inteso tutto 1965 IV, VII | figliuola?).~Don Flaminio. Onoratissimo Eufranone, ve si appresenta 1966 V, IV | insieme. E come il mio sangue onorerá voi, cosí dal vostro il 1967 IV, VII | le giovarò con la lingua: onorerò lei, infamerò me stesso; 1968 V, III | onorar le vostre nozze, onorino le vostre esequie?~Don Ignazio. 1969 Pro | chiacchiere far parere un'opera di manco ch'ella sia, come 1970 I, III | addottorare. Ma per far maggior operazione bisognarebbe che i liquori 1971 I, IV | Atlante, il qual per esser oppresso dal peso del mondo era maltrattato 1972 IV, VII | sogliono difendere e non opprimere gli onori delle donne, vi 1973 V, III | mammelle li palpitava il core. Oprai tanti remedi che rivenne. 1974 III, I | Panimbolo. Non può l'uomo oprar bene, il quale si avvilisce 1975 I, III | Don Flaminio. Va' a casa e ordina al cuoco che t'apparecchi 1976 I, I | umori ne' luoghi offesi, ordinano certi riversivi: io per 1977 III, III | camino.~Leccardo. Andrò ad ordinar con lei l'ora che possa 1978 IV, VI | mie pene non chiedo morte ordinaria, non assegno luoco alle 1979 IV, III | incontrerò e ti gastigherò all'ordinario come soglio.~Leccardo. Ed 1980 V, IV | han sortito lieto fine, ordinisi un banchetto reale per le 1981 I, I | governo, il carnescial passato ordinò giochi di canne e di tori 1982 III, I | non avemo cominciato ad ordire, e volete la tela tessuta! 1983 III, I | tanta tregua con me fin che ordisca qualche garbuglio, e poi 1984 III, II | che fiammeggia fra quelli ori e quelle gioie par di bellezza 1985 I, IV | il mondo: ella n'andò in oriente, io in occidente....~Leccardo. 1986 III, V | arai sempre la gola piena e ornata di catene d'oro.~Leccardo. 1987 III, XI | e in tua vece veggansi orrende comete colle sanguigne chiome! 1988 III, XI | cuopra il tuo volto ecclisse orribile e spaventoso, e in tua vece 1989 V, III | mia lingua tutta piena d'orrore e di spavento, veggendovi 1990 III, XI | il cuore dentro da mille orsi e da mille tigri, e la gelosia 1991 III, XI | tenebre il mondo! O luna, oscura il tuo splendore e cuopra 1992 IV, V | disonorato il parentado? Ecco oscurata la gloria di tanti anni 1993 III, XI | lume e lasciate per me in oscure tenebre il mondo! O luna, 1994 V, I | Flaminio. O zio, non di minor osservanza e di amor di colui che mi 1995 II, IV | Or tal patto non potrò osservarlo.~Don Flaminio. Come?~Don 1996 III, III | salcicciai, macellari, osterie e piscatori che non abbia 1997 II, VI | fo vincere dalla vostra ostinata cortesia: ecco la mano in 1998 III, II | trattato col padre, ave ottenuto Carizia. Ha mandato presenti 1999 III, I | uccidesse, non per questo otterrebbe il suo intento.~Don Flaminio. 2000 V, IV | bersagliò da principio! Oh come ottimamente dissero i savi: che Amor 2001 V, IV | posso parlare. Andate in pace e fate segno d'allegrezza.~ ~


abban-caric | carit-drizz | dubbi-innoc | inone-pace | pacif-rimir | rimor-tarda | tardi-zii

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License