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Giambattista Della Porta
Gli duoi fratelli rivali

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


abban-caric | carit-drizz | dubbi-innoc | inone-pace | pacif-rimir | rimor-tarda | tardi-zii

                                                         grassetto = Testo principale
     Atto,  Scena                                        grigio = Testo di commento
2502 III, VII | piú guastarsi; e poi dal rimorso di voi stesso vi aveste 2503 II, IX | spaventar l'animo mio: se pensi rimovermi da bella impresa, ammazzami 2504 II, VII | esaudite le sue preghiere, rimunerata la sua bontá e l'ubidienza 2505 I, I | zio fummo molto largamente rimunerati da Sua Maestá di molte migliaia 2506 V, II | ha turbato il tutto, sará rimunerato; ed io verrò offeso, che 2507 IV, II | parole, come da una spada, ha rinchiuso il dolor dentro: sentirete 2508 III, XI | Ignazio. Li conosco e mi rincresce conoscerli.~Don Flaminio. 2509 II, IX | mantello: fatevi vento, rinfrescatevi.~Don Flaminio. Sará ancor 2510 V, IV | pacificato; e perciò di tutto si ringrazi Iddio che ha fatto che le 2511 III, I | ho voluto rammemorargli e ringraziarti, acciò conoschi con che 2512 V, IV | non sa trovar parole per ringraziarvi.~Don Rodorico. Or, poiché 2513 IV, VIII| accomodate.~Leccardo. Il ringrazio del buon animo: mi contento 2514 V, IV | talmente che l'uomo non può ripararla. Essendo tolta la cagione, 2515 III, II | A rivederci.~Leccardo. A riparlarci.~ ~ ~ ~ 2516 I, I | avendo il cuore e gli occhi ripieni della bellezza della giovane 2517 III, VII | bene o male non l'ho da riporre nel vostro giudizio.~Don 2518 I, III | animelle di vitellucce ti riporrò l'anima in corpo.~Leccardo. 2519 IV, IV | mai chiusi né verso l'alba riposai molto: sogni, ombre, larve 2520 II, VII | le venne un disio che mai riposava la notte e il giorno, pregandomi 2521 II, I | anima, con questa me l'hai riposta in corpo! Quando mi disobligarò 2522 III, VIII| Sommo Dio, appresso cui son riposte tutte le nostre speranze, 2523 III, I | tradimento per vincere è riputato ingegno e grande onore. 2524 IV, III | ho avuto a crepar della risa della battaglia fatta all' 2525 V, I | d'uomini illustri, or si rischiara con i titoli di questo nuovo 2526 III, II | tre ducati il mese vanno a rischio di spade, di picche, di 2527 III, IV | bella. Ma tu m'hai fatto risentir tutto: ti vorrei cercare 2528 I, II | osservate la bocca con che finti risi; in somma ponete effetto 2529 III, I | risoluto?~Don Flaminio. Risolutissimo. Oh come con gli occhi del 2530 III, III | assai amico delle preste risoluzioni, e per tal cagione nelle 2531 I, III | un ballone e un giorno si risolverá in aria. Ha fatto mille 2532 III, I | tanto timore non so in che risolvermi. Una sola forza nascosa 2533 III, VIII| cosí insperata occasione risorga a quel primiero splendore 2534 IV, V | se le fe' incontro e lo risospinse adietro. Instupedí la povera 2535 V, I | uso con voi quelle parole rispettevoli che a voi si devon per ogni 2536 II, III | condegne per risponderli, vi risponde tacendo il core.~Don Ignazio. 2537 IV, II | sète e men di tempo, io vi risponderei come si converrebbe. Ma 2538 II, III | trovar parole condegne per risponderli, vi risponde tacendo il 2539 III, II | ci è tempo: gli effetti rispondino per te.~Leccardo. La notte 2540 II, I | Dimando di don Flaminio, e mi rispondono che è piú di un mese che 2541 V, III | sono cagione delle vostre risse, offendendo la madre loro 2542 Pro | tanto piú piacciono e son ristampate, come è accaduto a tutte 2543 V, I | con la sua ricchezza vi ristorerete in parte del danno avvenuto; 2544 III, VII | una vergogna che sia per risultar al vostro parentado; ché 2545 V, IV | moglie, allegro della figlia risuscitata, confuso e pieno di vergogna 2546 IV, VIII| vino, ché a quell'odore risusciterò ogni momento.~Birri. Camina, 2547 III, IV | vitella, le groppe grosse e ritonde come un cappone impastato: 2548 II, I | trovar mon'Angiola, e non ritorna. Ma eccolo. - Come hai fatto 2549 III, VII | l'avete mandati, e ce ne ritornaremo a casa insieme.~Don Ignazio. 2550 V, III | sorte che l'avesse di nuovo ritornata in vita assai peggior che 2551 III, IV | anzi per un quarto; e te la ritorno come me la prestasti.~Chiaretta. 2552 I, I | altre colorite cagioni, ritrassi don Flaminio dallo steccato, 2553 I, III | sempre si mostrano cosí ritrose: si ammorbiderá ben . 2554 I, IV | ammazzar le genti con la falce. Ritrovandomi in Mauritania, stava alle 2555 III, III | non ho avuto ventura di ritrovarlo!...~Leccardo. (Ecco il ballon 2556 III, X | il parasito che viene per ritrovarmi: perdonatemi.~ ~ ~ ~ 2557 III, III | venuto dov'era, m'areste ritrovato al sicuro.~Martebellonio. 2558 III, I | intento.~Don Flaminio. E non riuscendo quest'apparenza di notte, 2559 I, II | ch'or ne tenti una piú riuscibile.~Don Flaminio. Don Ignazio 2560 III, I | disordine; e la téma fa riuscire i consigli vani.~Panimbolo. 2561 V, IV | cavaliero! oh come presto m'era riuscito il pronostico che mi feci 2562 III, I | contro qualsivoglia, purché rivale, per acquistarsi la donna 2563 III, II | fortuna.~Don Flaminio. A rivederci.~Leccardo. A riparlarci.~ ~ ~ ~ 2564 II, II | non fu mai possibile di rivederla.~Angiola. Se ben quel che 2565 V, III | Oprai tanti remedi che rivenne. Rivenuta, fu veramente 2566 V, III | tanti remedi che rivenne. Rivenuta, fu veramente spettacolo 2567 V, I | amor mio. Desiava servir e riverir Callidora sotto l'imagine 2568 II, III | di riverenza tacendo si riveriscono. Ma voi lo dite accioché 2569 I, I | luoghi offesi, ordinano certi riversivi: io per ingannar mio fratello, 2570 III, I | Panimbolo. Ma mentre parlo rivocate voi stesso in voi stesso.~ 2571 I, I | schivando gli affronti e i rivolgimenti de' tori, ma gli irritava 2572 IV, VI | tue accuse; gli occhi miei rivolgono lo sguardo altrove, perché 2573 IV, IV | nacqui. Avendo gli occhi rivolti alle prime passioni, non 2574 IV, I | Ignazio. Il fuoco d'amore è rivolto in fuoco di sdegno; e l' 2575 IV, III | Martebellonio. O Dio, che tutto mi rodo per aver in man quel traditore!~ 2576 III, VII | Ispagna che trattava don Rodrigo nostro zio?~Don Ignazio. 2577 I, III | per l'aria, ingiuriandomi «roffiano» e che lo volea dir ad Eufranone 2578 I, IV | mi bastava a grattar la rogna. -... Al fin, lo posi sovra 2579 III, II | corso della vittoria si rompe: mi distruggi in erba e 2580 II, III | sola sta impor le leggi e romperle a vostro modo.~Carizia. 2581 II, I | che mi spingi nel core? Mi rompi tutti i disegni e conturbi 2582 I, III | stuzzicato, e la faccia divenir rossa come un gambaro. Tosto mi 2583 I, II | or bianco or pallido or rosso, - osservate la bocca con 2584 V, III | crudelissimi nemici. Sono rotte le leggi fra noi della natura 2585 IV, V | quando la mala fortuna vuol rovinar alcuno, fa possibile l'impossibile.~ 2586 V, III | essendo stato cagione di tante rovine?~Polisena. Rendete le grazie 2587 II, IX | testoline di capretto, le rubai e me le mangiai in un tratto; 2588 IV, VIII| nostri.~Leccardo. (O dinari rubati, ve ne tornate al vostro 2589 Pro | s'intende di comedie, or rugna di qua, or torce il muso 2590 IV, II | furore; ma se non fa né rumorschiuma, s'ingorga in 2591 Pro | PROLOGO.~ ~Olá che rumore, olá che strepito è questo? 2592 I, IV | Leccardo. A che effetto quel sacco di pane?~Martebellonio. 2593 I, III | di cascio parmigiano in saccoccia?~Don Flaminio. Orbo, questa 2594 I, III | avessi qualche poco di salame o di cascio parmigiano in 2595 III, III | Non ho lasciato fornai, salcicciai, macellari, osterie e piscatori 2596 IV, VIII| Leccardo. O pergole di salciccioni alla lombarda, o provature, 2597 IV, III | del bravo perché non posso salir su dove sei.~Leccardo. E 2598 I, IV | e ferma; si non, che ne salirebbe sin alla sfera stellata.~ 2599 I, III | appetito ferrigno, e tanta saliva mi scorre per la bocca che 2600 I, IV | artigliaria in pezzi con la salsa, un piatto di gelatina di 2601 III, II | pergola di presciutti, quei salsiccioni alla lombarda, quei formaggi 2602 II, V | Bisogna con una nuova bugia salvar la vecchia bugia: andiamo 2603 II, IV | quei spergiuri! Come si salverá onor di donna giamai, se 2604 IV, III | incontro alle genti di Marte! San Stefano, scampami!). Mi 2605 V, III | Flaminio. Con una medicina mi sanarete due infermitá, di amore 2606 I, IV | Mangia la carne mezza cruda e sanguigna: e dice che cosí mangiano 2607 III, XI | veggansi orrende comete colle sanguigne chiome! O maledetto giorno 2608 IV, VII | avesse a terminar in atto sanguinoso. Tu, giusto monarca del 2609 II, VI | aver voluto seguir le parti sanseverinesche siate caduto in tanta disgrazia; 2610 V, I | piú onorata giustizia, piú santa vendetta non arei saputo 2611 I, II | La pacienza è cibo o de santi o d'animi vili.~Panimbolo. 2612 I, IV | Martebellonio. Ché ben sapea la virtú della mia dorindana. -... 2613 Pro | confessaresti una legge, che non sapendo della tua prosumi saper 2614 II, IX | Al fin, il mal bisogna sapersi ché si possa rimediar a 2615 Pro | le scienze: certo che se sapessi che cosa è comedia, ti porresti 2616 I, I | Ella era bella che non sapevi se la bellezza facesse bella 2617 V, II | Rodorico. Caro figliuolo, non sapevo l'animo vostro: ho avuto 2618 III, IV | mi parrá di gustare il sapor di tutti quest'animali, 2619 III, V | farvi saper la nuova piú saporita; ché si t'avessi detto cosí 2620 II, I | o Simbolo?~Simbolo. Come saprete quanto ho fatto in vostro 2621 III, III | ora che possa venir senza saputa di suo padre. Venite sicuramente.~ 2622 I, II | sospetto di don Ignazio, sarebbono per me troppo aspre e insopportabili.~ 2623 | saremo 2624 | sareste 2625 | saresti 2626 III, IV | innamorar te che sei peggio d'un sasso.~Leccardo. Son risoluto 2627 V, IV | come ottimamente dissero i savi: che Amor alberga sovra 2628 II, VII | amore. Mai si vide tanta saviezza e bontá in una fanciulla.~ 2629 V, I | voi, se sète prudente e savio, dovreste prevenirmi con 2630 III, II | lista di coloro che saranno sbanditi dalla sua casa.~Don Flaminio. 2631 IV, III | mani.~Martebellonio.... ti sbodellerò!~Leccardo. Tu non sai sbudellar 2632 III, III | testa di Calidora e vorrei sborrar fantasia.~Leccardo. (Oh 2633 IV, I | che mi parrebbe poco se la sbranassi con le mie mani.~Simbolo. 2634 IV, III | sbodellerò!~Leccardo. Tu non sai sbudellar se non borse.~Martebellonio. 2635 IV, IV | di tante pene, respira e scaccia da te tanta amaritudine. 2636 IV, VI | percosse la pietra e ne scagliò fuori faville tartaree accese 2637 III, II | amori!~Don Flaminio. Se ti scaldasse quel fuoco che scalda me, 2638 III, II | che l'amor delle femine scaldi; ma l'amor del vino scalda 2639 III, XI | fortuna scherza con noi, ché scambievolmente abbassa l'uno e inalza l' 2640 IV, III | genti di Marte! San Stefano, scampami!). Mi partirò, t'incontrerò 2641 I, I | Ignazio. Presto presto, scampamo via, ché non mi veggia qui 2642 IV, III | per aver molte strade da scampare, ché dubbiti che non voglia 2643 IV, VIII| i cuochi e guattari son scampati. La casa di don Flaminio 2644 IV, VIII| che lo fa pericolare: ho scampato la furia di un legno, non 2645 IV, VIII| di un legno, non so come scamperò quella de' tre legni).~Birri. 2646 I, IV | intiero intiero: Dio ti scampi dalla mia bocca!~Martebellonio. 2647 V, III | apportate a' vostri sposi scandalo e sangue! E a che sposi, 2648 IV, I | potrebbono cagionar qualche gran scandolo.~Don Ignazio. Che vorresti 2649 IV, III | mani...~Leccardo. Se mi scappi dalle mani.~Martebellonio.... 2650 II, VI | capricci in testa, si vogliono scapricciare, e passato quell'umore restano 2651 V, IV | melancolica in Salerno, si scarcerino tutti i prigioni per debito 2652 III, IV | apponesti. Hai certi labruzzi scarlatini come un prosciutto, una 2653 IV, VIII| intorno al collo con le scarpe che non stanno bene accomodate.~ 2654 III, I | il tempo breve, i rimedi scarsi: temo dell'impossibile.~ 2655 I, II | rifrigerio e conforto.~Panimbolo. Scarso conforto e infelice refrigerio 2656 II, IX | per moglie? Come il marito scassa la porta la prima volta, 2657 II, VIII| sala e camere; in questa scatola son collane, maniglie d' 2658 IV, VIII| l'anima, che portino seco scatole di confezioni e vernaccia 2659 IV, VI | fuora del mondo anima cosí scelerata e traditrice, e come hai 2660 V, II | sorella. Egli, che con tanta sceleratezza ha turbato il tutto, sará 2661 V, I | sia successo con non men scelerato che infelice suo aiuto; 2662 Pro | vostre camere; né per ciò voi scemerete la fama dell'autore, la 2663 IV, VI | fosti tanto cieca che non scernesti l'inganno, t'ingrossasti 2664 IV, III | voglia spolverizzarti la schena.~Martebellonio. Se m'incappi 2665 III, XI | lui.~Leccardo. La fortuna scherza con noi, ché scambievolmente 2666 II, III | se fusse un minimo suo schiavo? Voi sète quella che sola 2667 IV, III | combatter con can debole di schiena.~Martebellonio. Io non so 2668 V, III | e gli ultimi baci, feci schiodar l'arca; e mentre la baciava 2669 III, I | uomo può esser quello che schiva i pericoli, che aprono la 2670 I, I | ch'io non solo non andava schivando gli affronti e i rivolgimenti 2671 IV, VI | sguardo altrove, perché schivano di mirarti. Sgombra da questa 2672 III, I | Fa' conto che se per te schivo questa ruina che mi sta 2673 I, III | li denti?~Panimbolo. Uno sciacquadenti di vernaccia di Paula o 2674 II, IX | principio posso indovinar la mia sciagura: piú dolente uomo di me 2675 IV, VIII| uomini di giudizio e non sciagurati che ti assassinino! Adio, 2676 I, IV | questo.~Martebellonio. O sciagurato, io stava dove stava Atlante 2677 II, VII | Perché siamo cosí avezzi alle sciagure che, volendoci favorir la 2678 Pro | tua prosumi saper tutte le scienze: certo che se sapessi che 2679 IV, VI | in te è rimasta qualche scintilla di fraterna pietá, uccidimi. 2680 III, VI | Ignazio. Or conosco la mia sciocchezza a lasciarmi persuadere da 2681 V, IV | isvenirmi! i spiriti del core, sciolti dal corpo per i meati troppo 2682 IV, II | scompiglio. L'onda, che batte ne' scogli, si fa schiuma, sfoga e 2683 V, III | imagine che prima Amor vi scolpí di sua mano, né spero vederla 2684 IV, V | segni di mestizia che porti scolpiti nel fronte mi dán segno 2685 V, II | che per accomodar uno si scomodi un altro.~Don Rodorico. 2686 III, I | contratto: uno solo sospetto scompiglia il tutto. Diremo che molto 2687 III, VI | ha rovinato della vita e scompigliato il negozio.~Simbolo. Per 2688 IV, II | gita su dove fará qualche scompiglio. L'onda, che batte ne' scogli, 2689 III, IV | facendo romore non siamo sconci: ne parlaremo piú a lungo 2690 V, II | Cercando accomodar uno, ne ho sconcio doi). Fermatevi, fermatevi! 2691 III, IX | mio viso; onde ne restò sconquassata per sempre. Ma io con un 2692 IV, VII | mia figliuola? Infelice e sconsolato conforto! Ahi, figlia, ahi, 2693 I, III | racconsolami tutto.~Leccardo. Ti sconsolerò piú tosto.~Don Flaminio. 2694 V, IV | Or non si parli piú di scontentezza, poiché la fortuna dal colmo 2695 IV, V | quella..., ahi! che mi scoppia il core,...~Don Flaminio. 2696 III, II | zio è viceré di Salerno: scoprendosi il fatto, saprá che il tutto 2697 II, V | mese che non vi son ito, scoprirá tutta la bugia, mi terrá 2698 I, III | ferrigno, e tanta saliva mi scorre per la bocca che n'ho ingiottito 2699 II, VII | del piacere, che giá mi scorrea per tutte le vene, mi s' 2700 I, IV | rimasto nel suo ufficio. - Ma scostati da me, ch'or che mi sento 2701 I, I | gareggiato insieme di lettere, di scrima, di cavalcare e sopra tutto 2702 V, IV | per voi, Eufranone caro, scriverò e supplicherò Sua Maestá 2703 IV, VI | tenebre, ti copristi di scuro manto per occultar fatto 2704 I, I | nuovo in ascoltar le tue scuse. Che hai tu fatto?~Simbolo. 2705 II, II | accetti per sposo, pur se non sdegna cosí basso sogetto.~Angiola. 2706 I, I | povera e senza dote! Si sdegnará con voi e forsi vi privará 2707 V, III | fra noi cessino l'ire e li sdegni; ma con queste speranze 2708 II, IX | la gola, che stanno cosí secchi che non ne può uscir la 2709 V, III | valorosi che vivono a' nostri secoli. Non son le mie figlie di 2710 IV, VI | non dia splendore a questo secolo infame, poiché un fratello 2711 V, IV | governi queste cose con secreta e certa legge de fati, e 2712 III, X | tenuta piú casta che con piú secretezza fa i suoi fatti.~Martebellonio. 2713 III, II | divorato e digesto il tutto; sederai sempre a tavola mia con 2714 II, IX | accommodarmi la cappa sotto e sedermi in terra per ascoltare con 2715 IV, V | tanti esempi onorati per segnalarmi cavalier d'eterna lode, 2716 II, VII | può penetrar gli occulti segreti di Dio?~Polisena. O Iddio, 2717 Pers, 0(1)| Così nel testo. Nelle scene seguenti il personaggio è sempre 2718 II, VI | inteso che per aver voluto seguir le parti sanseverinesche 2719 IV, III | in drizzarsi alla via per seguitarla.~Martebellonio. Il mio can 2720 IV, VI | da costui come il fatto è seguito.~Don Flaminio. Io, essendo 2721 I, I | fazioni tali che a tutti sembrarono meraviglie, ch'io non solo 2722 I, I | fusse stato; sarebbe un seme di far nascer tra noi tal 2723 IV, VII | di penetrar gli occulti seni del cuore, tu mi sia testimone 2724 V, IV | gli occhi, mi offusca i sensi e mi conturba l'intelletto, 2725 IV, V | eterna lode, e or per un sensual appetito son stato nocevol 2726 I, IV | Martebellonio.... Mona viva, sentendosi offesa ch'avessi dato aiuto 2727 II, IX | attaccato alla corda, non sentii mai in mia vita la maggior 2728 III, V | il capitano; ma come si sentirá beffato da te, ti fará una 2729 III, III | conosca?~Martebellonio. Quando sentirai tremar la casa e la terra 2730 I, II | altri innamorati volete sentire una risposta mille volte.~ 2731 IV, II | rinchiuso il dolor dentro: sentirete la tempesta. Sento tutta 2732 IV, V | dispiace darvela: e non vorrei sentiste da me quello che sète per 2733 I, I | animi sospesi, e se pur se sentiva un certo tacito mormorio, 2734 I, I | piú pungevano tanto piú ti sentivi tirar a forza di rimirargli; 2735 IV, VIII| grazia, dopo che sarò morto sepellitemi in un magazin di vino, ché 2736 I, III | Leccardo. Se fussi morto e sepellito resuscitarei per farmi medicar 2737 Pro | tacete, bocche di conche e di sepolcri de morti: ché se provocarete 2738 IV, V | sepolta ogni mia gioia e me sepolto in un infinito dolore! Gli 2739 IV, VII | apparecchiai! l'arca e la sepultura. Figlia d'infelice e sfortunato 2740 IV, III | In somma bisogna l'uomo serbar la sua dignitá! che onor 2741 III, XI | infelice spettacolo sète stati serbati insin ad ora! veder ch'altri 2742 III, I | conoschi con che memoria gli serbo e che voglia ho di remeritargli. 2743 II, VI | mandar a chiamarmi, ché serei venuto volando.~Don Ignazio. 2744 II, III | bel sole, che sola può far sereno il mio giorno. O fenestra, 2745 I, III | vita.~Leccardo. Che! son serpente io che con la bocca do morte 2746 IV, II | constretto vederlo, dovreste serrar gli occhi per non mirarlo.~ ~ ~ ~ 2747 III, XI | Chiaretta. T'obedisco.~Leccardo. Serratevi dentro e aspettatemi un 2748 V, IV | Carizia. E noi saremo perpetue serve e conservatrici della vostra 2749 III, XI | dell'erbe fetide e amare che serveno per le medicine, che cavatone 2750 III, II | Flaminio. In che cosa mi serverai e in che modo?~Leccardo. 2751 II, I | cosa è l'aver a far con i servidori: sa ben Simbolo quanto desio 2752 II, I | quanto ho fatto in vostro serviggio, mi lodarete della tardanza. 2753 III, V | di Calidora, il qual ci servirá molto a proposito, di modo 2754 III, III | fantasia.~Leccardo. (Oh come servirò ben l'amico!). Ben venghi 2755 I, II | voi in tanto tempo che la servite ne avete avuto un buon viso.~ 2756 II, VI | come sono.~Don Ignazio. Servitivi della mia robba, ché è il 2757 II, VIII| vi manda questi drappi di seta e d'oro per le vesti di 2758 I, IV | affogarsi. O si morí di sete?~Martebellonio. Bevé un 2759 III, X | ciglio piú rigido e piú severo. Mi ha chiesto in grazia 2760 III, II | risposta.~Leccardo. Troppo sfacciata proposta.~Don Flaminio. 2761 I, III | finii le parole, che vidi sfavillar gli occhi come un toro stuzzicato, 2762 III, VI | quale, perché se gli era sferrato il cavallo di tre piedi, 2763 IV, III | né per stuzzicarlo né per sferzarlo si volse mai spinger innanzi.~ 2764 IV, II | ne' scogli, si fa schiuma, sfoga e finisce il furore; ma 2765 IV, VII | facea sentir la doglia. O sfortunata fanciulla, o anima innocentissima, 2766 IV, VII | sepultura. Figlia d'infelice e sfortunato padre, chi t'ha prodotto 2767 II, VI | far qualche pazzia. Non mi sforzate a far quello per forza che 2768 IV, V | Panimbolo. Voi che mi avete sforzato con tanti comandi m'accusate 2769 II, IV | Simbolo. (Non dissi ch'arebbe sfugito d'andarvi? abbiam vinto).~ 2770 III, VII | sotto i panni è la piú sgarbata e lorda creatura che si 2771 IV, VI | perché schivano di mirarti. Sgombra da questa terra, purga l' 2772 II, II | cavaliero che voi sète, m'hanno sgombro dal cuor ogni sospetto, 2773 III, IV | molli che paiono vessiche sgonfiate.~Leccardo. Mi piace quanto 2774 IV, VI | occhi miei rivolgono lo sguardo altrove, perché schivano 2775 III, IV | innamorar i sassi, starei sicura che farei innamorar te che 2776 III, III | saputa di suo padre. Venite sicuramente.~Martebellonio. Andrò a 2777 II, III | anzi mi par ch'ancor mi sieda negli occhi, e ci sento 2778 I, III | di caso marzollino per un sigillastomaco.~Leccardo. Veramente da 2779 IV, V | che col tuo silenzio vogli significar qualche sinistro accidente!~ 2780 II, II | o col mostrarvi servo, signoreggiarla: perché il vostro sperar 2781 IV, VIII| ed io ne fo un dono alle Signorie Vostre come piú meritevoli 2782 III, VI | ho fatto?~Don Ignazio. Un simile piacere sia fatto a te dal 2783 II, IV | e date credito a quelle simulate parole, a quelle lacrime 2784 I, II | esercitato negli artifici della simulazione, che tutto ciò non dica 2785 I, I | sia custodito da te sotto sincera fede de un onorato silenzio.~ 2786 II, II | da lei in ricompensa del singular amar che le porto, che sia 2787 I, II | mai ride, mangiando si smentica di mangiare, dove prima 2788 II, III | ricordandomi di voi, mi smenticarei di me stessa.~Don Ignazio. 2789 V, IV | perdonar le mie inperfezioni e smenticarle, e ricevermi in quel grado 2790 IV, III | guadagnar con costui? Alla smenticata e alla muta, incontrandolo 2791 V, IV | vivo. Ma oimè, che per lo smisurato contento par che sia per 2792 III, X | per amor mio, e or la vo a soccorrere.~Don Flaminio. Signora di 2793 III, IX | io mi son mosso a darle soccorso ché non la vegga miseramente 2794 III, IV | Bisogna aver buone carni, sode, grasse e lisce, come abbiamo 2795 I, IV | mangiaremo: cosí ad un tempo sodisfarò alla mia fama e alla tua 2796 V, I | e credo che ne restarete sodisfatto, se sète cosí galante uomo 2797 V, IV | oggetto degli occhi miei, hai sofferte tante ingiurie insin alla 2798 III, III | che se non vi ama, con un soffio la farete volar per aria 2799 II, IX | comportarebbe l'animo di soffrirlo. E con chi è maritata?~Leccardo. 2800 V, IV | gran pene e amaritudini si soffriscono, ma quelle pene son condimento 2801 I, IV | gran peso del mondo come lo soffrivano le vostre spalle?~Martebellonio. 2802 II, II | se non sdegna cosí basso sogetto.~Angiola. Non sapete voi 2803 IV, VII | perché i cavalieri d'onore sogliono difendere e non opprimere 2804 V, III | viva.~Don Ignazio. O Dio, sognando ascolto o sogno ascoltando?~ 2805 IV, IV | conportargli, e pur dormendo sognava travagli. Veramente i travagli 2806 III, II | infingardo e senza core! i soldati per tre ducati il mese vanno 2807 I, IV | avea l'ossa e la pelle; e soleva andar in compagnia con la 2808 III, IV | bottega intiera di biacche, di solimati, di litargiri, di verzini 2809 III, VIII| queste nozze felici per tua solita bontade, ché so ben che 2810 III, III | questa casa terrena e vi sollazzarete con lei tutta la notte. 2811 I, I | per i gentiluomini, e un sollenne ballo nella sala di Palazzo 2812 IV, VIII| compagnia; e il boia ti sollicitará con un buon staffile.~Leccardo. 2813 II, II | avesse portato qualche gran soma).~Don Ignazio. (Vo innanzi 2814 II, IX | eran mandre di vitelle, some di capponi impastati, monti 2815 V, I | deve condennar a morte chi sommamente desia di morire, ché la 2816 IV, III | caccia tra' piedi, è stato sonnacchioso che non ha voluto mai alzar 2817 III, II | Carizia. Ha mandato presenti sontuosissimi; or s'apparecchia un banchetto 2818 II, III | tempo vista i carboni erano sopiti sotto la cenere, or per 2819 II, VIII| potuto far piú e che andrá sopplendo di passo in passo.~Eufranone. 2820 IV, II | superbopunto avezzo a sopportar ingiurie, con che rabbiosa 2821 I, III | ella ridea. Io, vedendo che sopportava le lodi, prendo animo e 2822 IV, VII | e come un comun peso la sopportavamo insieme; la tua compagnia 2823 I, II | e questa ingiuria io la sopporterei piú volentieri da ogni uomo 2824 I, II | padre, che venne la zia, che sopraggionse la fantesca, che come ará 2825 V, IV | fate.~Eufranone. Ed io, soprapreso da diversi effetti, non 2826 IV, VI | la tua vendetta, vo' che sopravivi al tuo biasmevole e infame 2827 V, IV | vivendo moro, ed essendo sordo e cieco odo e veggio. Ma 2828 I, III | gambaro. Tosto mi die' un sorgozzone che mi troncò la parola 2829 V, IV | le donne; ma il disegno sortí contrario fine. Ma chi può 2830 I, I | lingue mute e gli animi sospesi, e se pur se sentiva un 2831 II, IV | grazia, non mi tenete piú sospeso.~Don Flaminio. Giá è conchiuso 2832 V, I | il caso della sorella non sospettino piú cosa contraria all'onor 2833 I, II | volentieri solo, e standovi sospira, s'affligge e si crucia 2834 II, IV | traditrici, a quei finti sospiri e a quelle fallaci promesse; 2835 I, III | leggiero: non mangio cose di sostanza....~Don Flaminio. (Lo vo' 2836 V, IV | il corpo afflitto non può sostener l'anima: mi sento presso 2837 III, VII | sua mercanzia non potrebbe sostenersi?~Panimbolo. (Oh come i colori 2838 I, IV | Leccardo. Quando voi sostenevate il mondo, dove stavate, 2839 III, IX | guardò una volta, che non sostenne il folgore del lampeggiante 2840 I, IV | sovra questi tre diti e lo sostenni come un melone....~Leccardo. 2841 IV, V | inchiudere in un'arca e fecela sotterrar nella chiesa vicina per 2842 III, XI | non abissasse il mondo e sotterrasse lui vivo con Proserpina 2843 I, IV | una persona viva, macra, sottile, ch'appena avea l'ossa e 2844 II, IV | fra loro.~Don Ignazio. Mi sottoscrivo a quanto mi tassarete.~Angiola. ( 2845 IV, V | affoltavan i parenti per sovenirla; ma - Lasciate lasciate - 2846 I, I | bellezza, posta incontro al sovran paragon di bellezza, a Carizia, 2847 III, II | pericoloso e il pericolo sovrasta.~Leccardo. Son risoluto 2848 Pro | tradotte in latino, francese, spagnolo e altre varie lingue; e 2849 I, I | molti gentiluomini e signori spagnuoli per avventurieri, tra' quali 2850 I, III | venghino ben stufati, poi spargervi sopra cannella pista, e 2851 II, VI | medesima. Non vorrei che si spargesse fama per Salerno che m'avete 2852 II, III | anzi nel piú bel godere è sparita via, ed io mi sento piú 2853 II, III | mio giorno. O fenestra, è sparito il tuo pregio. O Dio, che 2854 III, II | forca; e l'una e l'altra mi spaventano e mi minacciano. La fame 2855 II, IX | vile animo, non avilir e spaventar l'animo mio: se pensi rimovermi 2856 III, I | pericoloso il consiglio e da spaventare ogni gran cuore, essendo 2857 I, III | padre.~Don Flaminio. Non spaventarti per questo, ché le donne 2858 V, III | tutta piena d'orrore e di spavento, veggendovi con l'armi in 2859 III, XI | volto ecclisse orribile e spaventoso, e in tua vece veggansi 2860 II, IX | Il nome s'assomigliava al spede o pignato, e però me ne 2861 IV, VIII| fuoco non son pignate né spedi su le brage: i cuochi e 2862 I, IV | avendo inteso gli avisi, spedisce le provisioni e lo manda 2863 II, IX | Carizia.... O buon principio! spediscela, di grazia.~Leccardo.... 2864 II, IX | capo o da piedi, purché la spedischi tosto.~Leccardo. Entrando 2865 II, IX | principio.~Don Flaminio. Spediscimi, per amor di Dio!~Leccardo. 2866 IV, V | infilzarla come un tordo al spedo. A questo la moglie se le 2867 II, IX | per ispiumar i pollami e spelar gli animali; fingendo stuzzicar 2868 III, II | incappando per amor mio, non spendessi quant'ho per liberarti.~ 2869 II, VIII| banchetto e altri bisogni: che spendiate largamente in fargli onore, 2870 V, IV | tolta la cagione, si devono spengere gli odii ancora; e poiché 2871 III, XI | deh, fuggite dal cielo, spengete il vostro lume e lasciate 2872 IV, VI | faccia, perché ti turbò e ti spense il lume! O cielo, gira al 2873 V, III | Se non è in tutto in voi spenta la memoria dell'amor suo, 2874 II, IV | quei giuramenti, a quei spergiuri! Come si salverá onor di 2875 II, VII | inalzato il suo parentado, come speriamo di costei.~Eufranone. Ella 2876 V, IV | assai maravigliato, essendo spettatore d'un crudel abbattimento 2877 V, IV | della mia tavola.~Leccardo. Spettatori, ho la gola tanto stretta 2878 III, VI | hai rovinato dal fondo e spezzatomi il cuore in mille parti!~ 2879 III, VI | Ignazio. Non so perché non ti spezzi la testa in mille parti, 2880 V, IV | Salerno!~Carizia. Donque mi spiace che viva sia, essendo onorate 2881 III, II | mi distruggi in erba e in spica le giá concette e mature 2882 I, II | Panimbolo. Deve tener le spie per non esservi còlto da 2883 II, IX | morto: le tue parole mi sono spiedi e spade che m'hanno mortalmente 2884 II, III | modo.~Carizia. Vi priego a spiegarmi il vostro desiderio con 2885 Pro | favola lo vedrete minutamente spiegato da questi che vengon fuora.~ ~ ~ ~ 2886 IV, III | per sferzarlo si volse mai spinger innanzi.~Chiaretta. Va' 2887 II, I | pugnale è questo che mi spingi nel core? Mi rompi tutti 2888 IV, VI | spirito dell'inferno ti spinse a tanta sceleraggine?~Don 2889 II, IV | nulla di ciò; ch'avendola io spinta a raggionar con lui, sarebbe 2890 I, I | quali furiosi e dalle narici spiranti focoso fiato vennero incontro 2891 IV, V | caggione, vivo e ardisco spirar quest'aria? Ho nociuto a 2892 I, I | stelle de' suoi begli occhi spirassero nell'anima mia cosí potentissimi 2893 V, III | come posso abbracciarvi, se spirate per tutto odio e veleno?~ 2894 III, III | ragionamenti di voi fa atti da spiritata.~Martebellonio. Vorrei che 2895 II, II | non sperate che il falso splendor d'oro o di gioie le appanne 2896 II, III | sia piú bella di lei, se splendori, sole, luna, stelle e tutte 2897 IV, III | ché dubbiti che non voglia spolverizzarti la schena.~Martebellonio. 2898 I, IV | di capitani e colonelli, spolverizzati sopra di limatura di ferro 2899 I, II | dargli quarantamila docati, sposaralla; ma egli non vol darne piú 2900 III, IV | vuole sposar dimani, noi ci sposaremo questa notte. Tu sarai Carizia, 2901 III, I | appresentarete col prete e la sposarete.~Don Flaminio. Carizia che 2902 II, IV | sarebbe donna, in vedersi cosí spregiata e tòcca su l'onor suo, di 2903 II, III | quale quanto piú dimostrate sprezzarla piú l'ingrandite; le vostre 2904 II, II | chiarezza del mio bel sole, giá spuntano i raggi intorno: veggio 2905 III, V | Perché?~Leccardo. L'aco era spuntato e avea la testa rotta.~Don 2906 III, II | esserciti di galline, quei squadroni di galli d'India, le cantine 2907 IV, III | come ti arò in mano, te squarterò come una ricotta.~Leccardo. 2908 IV, V | Ed essendo il mondo cosí sregolato e insconsigliato, con che 2909 IV, VIII| sollicitará con un buon staffile.~Leccardo. O pergole di 2910 IV, VI | contrario e conturba le stagioni; e il sole non dia splendore 2911 | stai 2912 III, III | e ficcatosi in qualche stalla si sará disfidato con la 2913 Pro | nazioni: perché si veggono stampate per tutte le parti del mondo, 2914 II, II | viaggio che ho fatto, son cosí stanca come si avesse portato qualche 2915 I, I | il pensiero pensando s'è stancato nell'istesso pensiero.~Simbolo 2916 IV, VII | tua vece, vecchio canuto e stanco dal lungo vivere!~Don Flaminio. 2917 I, II | sta volentieri solo, e standovi sospira, s'affligge e si 2918 V, IV | spirito ha preso la sua stanza?~Polisena. Toccala e vedi 2919 | Starai 2920 | staranno 2921 III, IX | con l'altra; ché non può starmi uomo, per gagliardo che 2922 I, II | trentamila.~Panimbolo. Come può starne invaghito e morto s'ella 2923 IV, III | alle genti di Marte! San Stefano, scampami!). Mi partirò, 2924 I, IV | salirebbe sin alla sfera stellata.~Leccardo. A che effetto 2925 III, II | questi danari.~Leccardo. Ho steso la mano.~Don Flaminio. Togli 2926 | stiano 2927 I, I | e ne gocciolavano alcune stille di sangue, e il popolo ne 2928 II, VI | oltraggiata nell'onore - stimando esser rifiutata per alcun 2929 IV, II | che desiava lei per isposa stimandola onesta e onorata; ma avendone 2930 II, IX | fiamme di sdegno, perché stimará esser oltraggiata da voi 2931 IV, II | sempre mia figlia e cosí stimata da tutti, e non so per qual 2932 II, VI | tanta disgrazia; ma io ho stimato sempre d'animi bassi e vili 2933 IV, II | diversa da quel che pensi: stimi che venghi a sposar tua 2934 II, VI | avendomo altro che l'onore, lo stimiamo piú che la vita. Però lo 2935 I, I | se mai generoso petto fu stimulato da disio di gloria, fu il 2936 Pro | una, in queste sue senza stiracchiamenti e da se stessa cade in tutto 2937 IV, III | feminella, che vorrei con una stoccata passarti da un canto all' 2938 III, I | sopra onde, l'anima mia stordita dalla paura ondeggia in 2939 II, VI | è un can rabbioso che mi straccia il petto. Il mio amore è 2940 V, III | veramente spettacolo miserabile: stracciandosi i capelli si dolea della 2941 III, II | gli uccelli grandi che la stracciano e portano via.~Don Flaminio. 2942 III, XI | istessa. Ahi, che sento stracciarmi il cuore dentro da mille 2943 I, I | Finito il gioco, fingendomi stracco e altre colorite cagioni, 2944 III, X | fatti.~Martebellonio. Sento stradaioli. Olá, date la strada se 2945 IV, III | in piazza per aver molte strade da scampare, ché dubbiti 2946 II, II | Ignazio, so dove va a ferir lo strale del vostro raggionamento.~ 2947 I, IV | Leccardo. Oimè, che occhi stralucenti!~Martebellonio. Guardati 2948 I, I | Amor combatteva con me. O strana e mai piú intesa battaglia! 2949 III, II | forca è una mala cosa, mi strangolará che non mangiarò piú mai; 2950 IV, VIII| Leccardo. Avendo a morir strangolato, ponetemi di grazia un fegatello 2951 III, I | facendo professione di strasavio e d'esser vostro maestro, 2952 IV, VIII| camina!~Leccardo. Dove mi strascinate?~Birri. Al boia!~Leccardo. 2953 III, I | pur non «tradimenti» ma «stratagemmi militari» si chiamano. E 2954 I, IV | fa far certe corpacciate stravaganti in casa sua, non potrei 2955 III, I | rispetto né ad amicizia né a strettezza di sangue, e ogni inganno 2956 IV, VIII| palato, il collo è fatto stretto e lungo; e che peggio mi 2957 I, IV | te ne farei polvere, ché stringe piú d'una tanaglia.~Leccardo. 2958 I, IV | la mano, ché se venisse, stringendo te ne farei polvere, ché 2959 V, III | lasciar l'armi. Com'io posso stringervi la destra, se sta nella 2960 V, IV | braccia. Io pur ti tocco e stringo; donque io son vivo. Ma 2961 I, IV | imbizzarrito, che non ti strozzi.~Leccardo. Oimè, che occhi 2962 II, IV | fratello, non mi far cosí strugere a poco a poco, ché dubito 2963 II, VII | grazia: non mi far cosí struggere di desiderio.~Eufranone. 2964 I, IV | grattuggiato.~Leccardo. Che sète struzzo che digerite quel ferro?~ 2965 Pro | la qual nasce da altri studi piú gravi di questo, e le 2966 I, III | coprir ché venghino ben stufati, poi spargervi sopra cannella 2967 III, VII | notturno, voi diurno. State stupefatto?~Don Ignazio. Se mi fusse 2968 I, I | suprema dolcezza. Un stupendo spettacolo di bellezza rapí 2969 II, IX | spelar gli animali; fingendo stuzzicar il fuoco, vi butto dentro 2970 IV, III | odor la fiera, ché né per stuzzicarlo né per sferzarlo si volse 2971 I, I | virtude e valore, che fûr stuzzicati i tori, i quali furiosi 2972 I, III | sfavillar gli occhi come un toro stuzzicato, e la faccia divenir rossa 2973 III, I | è ruina de' negozi e le subbite resoluzioni son madri de' 2974 V, IV | prima abbi ordinato che succedano questi gravi disordini, 2975 IV, VI | e quando l'effetto che succede è contrario alla voluntá, 2976 V, IV | dalla mia indarno sperata successione, per non esservi altro germe 2977 III, III | a' ferri, dove pensandovi sudava sudor di morte; l'accoppiarò 2978 II, IX | trattieni in questo ed io sudo sudor di morte.~Leccardo. 2979 II, III | custodisco.~Don Ignazio. Troppo suntuosa è la vostra dote, signora, 2980 V, I | duri l'obligo. A voi, mio suocero Eufranone, m'inchino, con 2981 III, II | buttino fuoco: fanno bel suono e bel vedere.~Don Flaminio. 2982 III, I | furfanterie, ché queste vincono e superano tutte le cose; e poiché 2983 I, IV | freddo, un pastone, una suppa alla franzese, un petto 2984 IV, VI | chiamarti.~Don Flaminio. Supplice e lacrimoso ti sta dinanzi 2985 V, IV | Eufranone caro, scriverò e supplicherò Sua Maestá che vi si restituisca 2986 V, I | vostre raggioni, datemi tanti supplici quanti ne può soffrir un 2987 II, VIII| in fargli onore, ch'egli supplirá al tutto, che in poco 2988 I, I | azioni erano condite d'una suprema dolcezza. Un stupendo 2989 III, VII | parlare.~Don Ignazio. Dite suso.~Don Flaminio. Son piú di 2990 IV, II | mi sarei chetato, senza svergognarmi in tal modo.~Don Ignazio. 2991 III, II | l'uno, sempre bocconi da svogliati.~Leccardo. Panimbolo, che 2992 II, VI | non merito da voi esser tacciato di vizio di leggierezza, 2993 III, III | d'un mio pari minacciano tacitamente.~Leccardo. Ella spasima 2994 III, II | appiccato?~Panimbolo. Farti tagliar il collo prima.~Leccardo. 2995 III, II | ingordigia; e tu potrai taglieggiarmi a tuo modo.~Leccardo. Vorrei 2996 | talvolta 2997 I, IV | stomaco mi sta vòto come un tamburro. Ma voi adesso vi dovete 2998 I, IV | polvere, ché stringe piú d'una tanaglia.~Leccardo. Cancaro! bisogna 2999 II, III | mi è paruto la mensa di Tantalo, dove quanto piú bevea men 3000 II, VI | da voi. Ma perché l'ora è tarda, verrò domani all'alba: 3001 II, I | serviggio, mi lodarete della tardanza. Sappiate che incontrandomi 3002 IV, V | corno.~Don Flaminio. (Col tardar piú m'accresce il sospetto).~ 3003 I, IV | aria, eh?~Martebellonio. Ho tardato un pochetto, ché ho atteso


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