abban-caric | carit-drizz | dubbi-innoc | inone-pace | pacif-rimir | rimor-tarda | tardi-zii
grassetto = Testo principale
Atto, Scena grigio = Testo di commento
3004 III, VI | consigli de' vecchi son tardi ché non si muovono con tanta
3005 IV, VI | ne scagliò fuori faville tartaree accese nel piú basso baratro
3006 II, IV | sottoscrivo a quanto mi tassarete.~Angiola. (Fin qui va bene
3007 Pro | strepito e di gridi tutto il teatro. E che genti son queste
3008 III, I | cominciato ad ordire, e volete la tela tessuta! né qui bisogna
3009 III, I | Panimbolo. Perché addur tante téme o perigli contro voi stesso?
3010 III, I | aprono la via all'onore: temendo i pericoli, si guastano
3011 III, II | sentenza.~Don Flaminio. Non temer quello che non sará per
3012 III, VI | negozio.~Simbolo. Il caso è da temerne; ma i consigli de' vecchi
3013 IV, III | Martebellonio. O Dio, se non temessi che, cavando la spada fuori,
3014 IV, IV | possesso di Carizia, non temiamo piú il fratello. Gran maraviglia
3015 I, I | crescesse la rabbia a' tori, ma temperasse la forza de' guardi di Carizia.
3016 III, I | riguardevole, è molto iracondo e tenace del suo onore e buona riputazione:
3017 II, VII | un'altra. Ce lo promisi, tenendo per fermo che a lei fusse
3018 II, VII | sapete; ma le lacrime di tenerezza non me lo lasciano esprimere.~
3019 II, IV | Dite di grazia, non mi tenete piú sospeso.~Don Flaminio.
3020 II, III | sono scolpite due fedi: tenetelo per amore e segno del sponsalizio.
3021 IV, V | da man di quelli che il tenevano. Carizia cercava parlare,
3022 I, IV | stavate di dentro, come lo tenevate di fuori?~Martebellonio.
3023 V, III | alla lingua se vòi ch'io tenghi le mani all'armi.~Polisena.
3024 I, IV | battaglie in terra, com'eglino tengono il possesso dell'armi nel
3025 IV, VI | suoi begli occhi? Tesifone tenne l'esca, Aletto il focile,
3026 V, III | figlie nate sotto fiero tenor d'iniqua stella, poiché
3027 III, I | disperazione, prima che muoia vo' tentar ogni cosa per difficile
3028 I, II | dubbito che don Ignazio avendo tentata la via ch'or voi tentate
3029 I, II | tentata la via ch'or voi tentate ed essendoli riuscita vana,
3030 I, II | riuscita vana, ch'or ne tenti una piú riuscibile.~Don
3031 IV, VII | vostra iracondia avesse a terminar in atto sí sanguinoso. Tu,
3032 II, V | scoprirá tutta la bugia, mi terrá sempre per un bugiardo e
3033 II, III | Ignazio. Io comandare, che mi terrei il piú avventurato uomo
3034 I, I | possedendo lei non sarò un terreno iddio?~Simbolo Avertite
3035 II, IV | donna giamai, se li sono tesi tanti laccioli? Andrò a
3036 IV, VI | amorose de' suoi begli occhi? Tesifone tenne l'esca, Aletto il
3037 III, I | ordire, e volete la tela tessuta! né qui bisogna tanta fretta,
3038 IV, II | ma gli occhi stessi furon testimoni del tutto.~Eufranone. Né
3039 Pers, 0(1)| Così nel testo. Nelle scene seguenti il
3040 IV, III | Martebellonio. Sei salito sul tetto ché non ti possa giungere:
3041 III, VII | pratticar in casa, se la tiene a' suoi comodi. Or questo,
3042 III, XI | da mille orsi e da mille tigri, e la gelosia m'impiaga
3043 III, I | vinto da lui. Tu sei il mio timone e la mia stella; gli occhi
3044 IV, VI | traditore senza vergogna e senza timor di Dio: il mondo non ha
3045 II, II | è amante ma inimicissimo tiranno.~Angiola. Dubito che non
3046 I, I | di tutta la famiglia, si tirano gli odii dietro di tutto
3047 I, I | pungevano tanto piú ti sentivi tirar a forza di rimirargli; e
3048 IV, III | Leccardo. Non potendo far altro tirerò una pietra dove sei: ti
3049 V, I | illustri, or si rischiara con i titoli di questo nuovo parentado,
3050 III, II | Don Flaminio. Leccardo, to', prendi questi danari.~Leccardo.
3051 II, IV | vedersi cosí spregiata e tòcca su l'onor suo, di morirsi
3052 V, IV | la sua stanza?~Polisena. Toccala e vedi si è ombra o spirito.~
3053 I, IV | Martebellonio. Guardati, non mi toccar la mano, ché se venisse,
3054 IV, VI | fatti indietro, non mi toccare, allontana da me le tue
3055 V, IV | mia, fammi degno che ti tocchi; e no potendoti ponere dentro
3056 IV, VI | mio corpo! Patirò che mi tocchino quelle mani che m'han ucciso
3057 V, IV | queste braccia. Io pur ti tocco e stringo; donque io son
3058 V, II | me tocca la sodisfazione togliendo io la rimasta sorella, ed
3059 II, II | voglio morire, son costretto toglierla per moglie?~Angiola. Ditemi
3060 II, II | Don Ignazio. (Vo innanzi a toglierle la via).~Angiola. (Son inciampata
3061 II, VI | alcun suo mancamento - e mi toglieste quello che non potete piú
3062 V, III | Ignazio. Di grazia, madre, toglietevi di mezzo, accioché, mentre
3063 V, I | conosceva che la mia morte non toglieva la macchia impressa nell'
3064 II, VI | fra l'altre robbe che mi tolse il rigor della rubellione,
3065 I, II | s'accorgesse di lei, il tolsi dalla sala e il condussi
3066 I, I | povera per essernole state tolte le robbe per caggion de
3067 III, VII | quanto voi la fate, ché, toltone quel poco di visuccio inbellettato
3068 V, I | tanto la passione che mi torca dal dritto della giustizia,
3069 Pro | comedie, or rugna di qua, or torce il muso di lá. Par che le
3070 IV, III | Ah, mondo traditore, ciel torchino, stelle nemiche! fai del
3071 IV, V | mano per infilzarla come un tordo al spedo. A questo la moglie
3072 I, I | mai conseguito desiderio, tôrla per moglie.~Simbolo Avetici
3073 II, IV | loro?).~Don Ignazio. Ma per tôrlo da questo sospetto, andiamo
3074 IV, VII | sol ch'ei la lasciasse per tôrmela io per moglie; e tu mi sia
3075 III, I | qualche garbuglio, e poi tormentami e uccidimi come a te piace. -
3076 IV, V | coscienza afflige piú di quanti tormenti può dar uomo vivente. Orsú,
3077 I, IV | a consultar un duello e tornando mangiaremo: cosí ad un tempo
3078 III, II | tuo modo.~Leccardo. Vorrei tornarteli, ma non posso distaccarmegli
3079 IV, VIII| O dinari rubati, ve ne tornate al vostro paese: oh quanto
3080 III, XI | goderla.~Don Ignazio. Eccole, tornatele adietro.~Don Flaminio. Vi
3081 I, I | avendoti commesso che fussi tornato e ben presto, che m'abbi
3082 II, IX | Almen s'è detto assai: torniamo a noi.~Leccardo.... Quando
3083 III, I | stesso a me stesso e mi torrai dalle mani della morte.
3084 IV, III | casa fusse piú alta della torre di Babilonia.~Martebellonio.
3085 I, II | una simia? né credo che la torrebbe per centomila; ed essendo
3086 II, VI | bocca del core, ch'io non torrò altra sposa in mia vita
3087 I, IV | io del sole? con una cèra torta lo fo nascondere coperto
3088 III, I | poiché egli cerca con inganni tôrvi l'amata, sará bene che con
3089 III, IV | vesti.~Chiaretta. Altro che tovaglia bianca ci vuol a tavola,
3090 II, IX | aiutarli mi trametto e ne trabalzo le teste di capretti....~
3091 I, IV | mangiasse un vitello, io ne tracannai duo buoi e tutte le restanti
3092 V, III | senza averlo giamai offeso, tradendomi, mi ha tolto il mio core
3093 V, III | veggendomi disarmato, che non mi tradisca di nuovo.~Don Flaminio.
3094 II, IV | d'uomini, va'! o uomini traditori!).~Don Flaminio. Egli ha
3095 IV, VI | mondo anima cosí scelerata e traditrice, e come hai saputo machinar
3096 II, IV | parole, a quelle lacrime traditrici, a quei finti sospiri e
3097 Pro | tutte le parti del mondo, e tradotte in latino, francese, spagnolo
3098 II, VII | tanto giubilo al core che mi trae di me stesso.~Polisena.
3099 II, IX | che m'hanno mortalmente trafitto il cuore. Or sí che m'hai
3100 Pro | per la rabbia m'han fatto tralasciare il mio officio che era qui
3101 II, IX | robbe, fingendo aiutarli mi trametto e ne trabalzo le teste di
3102 II, III | Adio.~Don Ignazio. Ecco tramontata la sfera del mio bel sole,
3103 II, III | vedi? lá dove l'aria è piú tranquilla e tutto gioisce, ivi è la
3104 III, I | e poi fatto l'errore, si trapongono gli uomini da bene e frati
3105 II, II | molto dell'onesto, pure traporrò l'autoritá mia, per quanto
3106 II, IX | ragioni contro me stesso per trasviarla. Ahi! che da quel giorno
3107 I, III | dimandare, e fa' collazione; tratanto che sia apparecchiato, serò
3108 III, VI | non deve mai il padrone trattare i suoi fatti dinanzi a'
3109 II, II | commodo: ben la priego a non trattarmi di cosa che men che onesta
3110 I, I | non potrebbe essere che, trattenendomi, don Flaminio mi prevenisse
3111 II, VI | Don Ignazio. lo non vo' trattener piú voi né me stesso: andrò
3112 III, II | La notte viene: non mi trattenete, ché è vostro danno; io
3113 III, VIII| ho di vederla. Ma perché trattengo me stesso in tante facende?
3114 II, IX | castighi or me, ché i tuoi trattenimenti mi son lanciate nel cuore.~
3115 II, VI | Don Ignazio. Vi priego che trattiamo alla libera.~Eufranone.
3116 II, IX | informiamoci del fatto. Leccardo, trattienti da qua intorno, ch'avendo
3117 I, I | onde passai una notte assai travagliata. Intesi poi la matina che
3118 IV, V | medesimo. Che m'ha giovato aver travagliato tanti anni nella guerra,
3119 III, I | rabbia che tu sei, fa' tanta tregua con me fin che ordisca qualche
3120 III, III | Martebellonio. Quando sentirai tremar la casa e la terra come
3121 III, XI | gran pezza attendendo se tremava la terra, però dubitavo
3122 I, II | egli non vol darne piú che trentamila.~Panimbolo. Come può starne
3123 V, I | figlia gridano dinanzi al tribunal di Dio giustizia contro
3124 V, I | accetto per mia signora col tributo impostomi d'averla a servir
3125 IV, IV | mausoleo alla fraude, un arco trionfale alla bugia, un colosso alla
3126 II, II | col mostrarvi ubidiente, trionfar della sua volontá; o col
3127 III, IV | che pensavi? qualche cosa trista?~Chiaretta. Che vuoi farne?~
3128 III, IV | acqua per lavarci la faccia: triste noi se non ci aiutasse la
3129 III, VI | io per levarvi da quella tristezza ho pregato il conte da vostra
3130 IV, IV | Panimbolo. Or drizzisi un trofeo all'inganno, un mausoleo
3131 IV, VIII| una mitra in testa, con trombe e gran compagnia; e il boia
3132 I, III | die' un sorgozzone che mi troncò la parola in gola; e dato
3133 | troppa
3134 | troppe
3135 II, IX | Leccardo. (Corri, volta, trotta, galoppa e dágli cosí felice
3136 III, VI | Ignazio. E ben?~Avanzino.... Trovai il conte il quale, perché
3137 III, V | proposito, di modo che ci si trovará gentilmente beffato e vostro
3138 II, IX | Leccardo. O Dio, dove andrò per trovare don Flaminio?~Don Flaminio. (
3139 II, VII | favorir la fortuna, non trovarebbe la via.~Eufranone. Abbiam
3140 III, III | trova certe vie che non le trovarebbono cento consigli. Da Chiaretta
3141 II, IV | Don Ignazio. Noi dove ci trovaremo?~Don Flaminio. In casa.~
3142 I, II | bene; e or ora vo' gir a trovarlo e fargli l'ambasciata.~Panimbolo.
3143 II, IV | chiesto il termine per non trovarsi forsi la casa in ordine;
3144 II, I | Io, accioché non vi trovasse prima di me e vi cogliesse
3145 I, II | per questa sera; e se non troverá qualche scusa per isfuggir
3146 IV, I | con molt'amorevolezza; ma troveranno in voi tutto il contrario.~ ~ ~ ~
3147 I, II | tutti i suoi gesti, ché troverete quanto ve dico.~Don Flaminio.
3148 IV, VI | Andrò ratto a lui; forsi troverò in lui quella pietá che
3149 I, III | mano ad un bastone che si trovò vicino, lo lasciava cadere
3150 I, IV | intieri intieri; qui ci tuffammo a combattere con i denti.
3151 I, IV | pezzo d'asino!~Leccardo. Di Tunisi ancora.~Martebellonio. Non
3152 V, IV | abbi data occasione di turbar un'amorevolissima fratellanza
3153 III, I | una gran tempesta e sta turbata di sorte che non credo viva
3154 II, II | timore veder i suoi lumi turbati di sdegno contra di me -
3155 IV, VI | la tua faccia, perché ti turbò e ti spense il lume! O cielo,
3156 IV, IV | molto: sogni, ombre, larve e turbolenze m'avean inquietato l'animo,
3157 II, IX | Averá bevuto soverchio e sta ubbriaco.~Leccardo. O Dio, dove andrò
3158 II, II | vincer lei; o col mostrarvi ubidiente, trionfar della sua volontá;
3159 II, VII | rimunerata la sua bontá e l'ubidienza estraordinaria che porta
3160 II, IV | Dubbito di non potervi ubidire.~Don Flaminio. Forsi non
3161 IV, V | gridava Eufranone - che l'uccida il dolore prima che l'abbi
3162 III, X | farmi conoscere, ché non m'uccidano in iscambio). O signori
3163 II, IX | né posso vivere: se non m'ucciderá il dolore, m'ucciderò con
3164 I, I | per disperato m'avesse ad uccidere con le mie mani? Ho cosí
3165 III, I | sdegno contro di me e ci uccideremo insieme.~Panimbolo. Noi
3166 IV, VII | Che voglion costoro? forsi uccidermi la rimasta figliuola?).~
3167 II, IX | m'ucciderá il dolore, m'ucciderò con le mie mani.~Panimbolo.
3168 I, IV | beffeggiava. La disfido ad uccidersi meco: accettò l'invito,
3169 III, I | che si cheti: ché se ben v'uccidesse, non per questo otterrebbe
3170 I, IV | Peste e con la Guerra, ché n'uccideva piú ella che non le spade.
3171 IV, VII | perché vivo? perché non m'uccido con le mie mani? Ahi! che
3172 I, I | mirava e ammirava una mai piú udita leggiadria. Io furtivamente
3173 II, IX | cacio parmigiano, il vino uh! a diluvio....~Don Flaminio.
3174 I, IV | archibuggio in cambio d'ulive, due balle d'artigliaria
3175 Pers, 0(2)| seconda - con l'eccezione dell'ultima battuta della scena seconda -
3176 IV, V | degl'innocenti! - Queste ultime parole morîr fra le labra,
3177 V, III | senza darle le lacrime e gli ultimi baci, feci schiodar l'arca;
3178 II, IX | quando s'è fatto quanto umanamente può farsi, si muor piú contento.
3179 IV, VII | se le ragioni divine e umane vi muovono punto, fate che
3180 IV, V | qual è piú possente d'ogni umano consiglio! Ho dato la morte
3181 II, III | de' nostri stati e la mia umile fortuna, a cui non lice
3182 III, III | Ma non con certe parole umili che cagionino disprezzo,
3183 II, III | lasciate me poverella ch'umilmente nel mio stato mi viva. La
3184 V, I | Eufranone, m'inchino, con ogni umiltá che devo, a ricevermi per
3185 II, VI | scapricciare, e passato quell'umore restano come si di ciò mai
3186 I, I | che non calino i cattivi umori ne' luoghi offesi, ordinano
3187 IV, VII | innocentissima, o figlia viva e morta unicamente amata da me, tu sola eri
3188 V, III | mondo, il spirito mio s'unisse col suo.~Polisena. Vo' che
3189 Pro | giudicate dall'applauso universal de' dotti di tutte le nazioni:
3190 I, II | voi usate con lui, egli usa con voi. Ma io vi giuro
3191 I, II | fussi informato chi fusse, usai la maggior diligenza del
3192 V, IV | agli altri si dánno per usanza, vo' donarli a voi per premio.
3193 III, I | tradimento. Ad un amante è lecito usar ogni atto indegno di cavaliero
3194 III, II | questo momento di occasione. Usarò teco poche parole, ché la
3195 IV, VI | pugnale: la crudeltá che ho usata contra voi, usate voi contro
3196 III, XI | Carizia v'aspetta agli usati piaceri, e che le perdoniate
3197 III, I | Or ditemi, non ha egli usato a voi tradimento? mentre
3198 III, I | casa, in farvi entrar e uscire e prestarvi alcune delle
3199 I, I | quale avea gran voglia d'uscirne, e ci reducemmo a casa;
3200 IV, VI | del cielo, in qual spirito uscito dalle piú cupe parti dell'
3201 II, IX | mia ti apporterá grande utile.~Leccardo. Non sapete il
3202 Pro | di Epicarmo e di Plauto vagar in questa scena e rallegrarsi
3203 I, I | disteso in terra, il mio vagava innanzi la sua bella imagine;
3204 I, I | Carizia, i quali quanto erano vaghi a riguardare tanto pungevano
3205 III, X | Don Flaminio. E tu dove vai? a donne ah?~Martebellonio.
3206 V, IV | oggi ha scherzato con noi valendosi della varietá de' casi;
3207 III, I | impossibile. Quando non ci valerá ragione, bontá e giustizia,
3208 III, I | nelle riuscibili non vorrei valermi di mezi cosí pericolosi.~
3209 I, IV | giú in terra per segno del valor del suo figlio....~Leccardo.
3210 I, III | trovato il bellissimo e valorosissimo capitan Martebellonio!~ ~ ~ ~
3211 III, I | della sperata vittoria: né valoroso né degno uomo può esser
3212 I, II | pasce voi di bugie e di vane speranze.~Don Flaminio.
3213 III, I | téma fa riuscire i consigli vani.~Panimbolo. Quei, che col
3214 III, II | soldati per tre ducati il mese vanno a rischio di spade, di picche,
3215 II, II | perché il vostro sperar fia vano, e la moverete piú tosto
3216 I, IV | Io, che non posso soffrir vantaggi, li toglio il mondo da sopra
3217 III, X | cui si narrano tanti gran vanti della sua onestá, si trovi
3218 I, III | accioché non esalino quei vapori dove sta tutta la virtú,
3219 III, I | uomo che sia aggirato da vari pensieri come io. Temo di
3220 Pro | francese, spagnolo e altre varie lingue; e quanto piú s'odono
3221 V, IV | con noi valendosi della varietá de' casi; e all'ultimo Iddio
3222 III, VII | e lorda creatura che si veda.~Don Ignazio. Non basto
3223 I, I | vittoria per amore. Del toro si vedea il cadavero disteso in terra,
3224 I, II | raggionammo d'ogni altra cosa che vedemmo quel giorno, eccetto che
3225 I, III | bellezza; ella ridea. Io, vedendo che sopportava le lodi,
3226 IV, II | ché se foste constretto vederlo, dovreste serrar gli occhi
3227 IV, III | vedi perché non ti piace vedermi: eccomi qui!~Martebellonio.
3228 II, IV | con lui, sarebbe donna, in vedersi cosí spregiata e tòcca su
3229 III, I | mio fratello ancorché lo vedesse con gli occhi suoi.~Panimbolo.
3230 III, IV | altre porcherie. Oibò, se le vedessi la mattina quando s'alzano
3231 IV, II | senz'occhi.~Eufranone. Lo vedeste voi a lume chiaro?~Don Ignazio.
3232 III, VI | ambasciata?~Avanzino. S'io vedeva che voi vi attristavate
3233 V, III | vostre spose siano prima vedove che spose? volete che coloro,
3234 Pro | e se miri piú adentro, vedrai nascer peripezia da peripezia
3235 V, III | Ignazio. Donque gli occhi miei vedranno un'altra volta Carizia,
3236 V, II | mi vincerai con l'armi; e vedremo se saprai cosí menar le
3237 Pro | dell'intelletto come sei, vedresti l'ombre di Menandro, di
3238 Pro | argomento della favola lo vedrete minutamente spiegato da
3239 III, VIII| allegrezza dimani, quando vedrò la mia figliola sposar da
3240 V, III | la qual sempre che avesse veduta avrei veduto in lei l'imagine
3241 III, IX | darle soccorso ché non la vegga miseramente morire; ed è
3242 III, XI | spaventoso, e in tua vece veggansi orrende comete colle sanguigne
3243 V, III | d'orrore e di spavento, veggendovi con l'armi in mano e che
3244 III, V | Don Flaminio. Ecco il veggiamo a punto. Leccardo, hai appontato
3245 V, IV | conturba l'intelletto, ché veggiando dormo, vivendo moro, ed
3246 Pro | tutte le nazioni: perché si veggono stampate per tutte le parti
3247 V, III | ascoltando?~Polisena. Dico che vegilando ascoltate il vero.~Don Ignazio.
3248 II, VI | essendo io povero gentiluomo venda l'onore de mia figliuola?
3249 III, VII | piú tosto che arei voluto, venete meco alle due ore, che andrò
3250 III, III | grandissime vittorie. Ma venghiamo all'ora piú commoda a lei.~
3251 V, II | consigli dal suo nemico: e meco venghisi a qualsivoglia termine,
3252 | veniva
3253 V, IV | amore e generositá loro, di ventimila ducati per una; dopo la
3254 I, II | state fresco, ché delle ventiquattro ore del giorno ne sta imbriaco
3255 V, IV | le disaventure diventino venture e le pene allegrezze.~Don
3256 | venuti
3257 II, IV | creduto che don Ignazio, venutomi tanto tempo appresso per
3258 IV, VI | Ignazio. O falsa defension di vera accusa! Te accesero fiamme
3259 IV, VI | occultar fatto sí abominevole: vergognandoti di te stessa ti nascondesti
3260 III, IV | che?~Leccardo. La..., mi vergogno di dire.~Chiaretta. Se ti
3261 V, I | un reo. Vuo' con presta e vergognosa morte purgar gli errori
3262 V, I | publico supplicio vien a verificarsi la sua innocenza.~Don Rodorigo.
3263 Pro | Aristotele, quel non ha del verisimile; - pascendosi di quella
3264 IV, V | ricotta, quelle guancie piú vermiglie di vin cerasolo, quei labrucci
3265 V, II | volessi dirle tutte non si verrebbe mai a capo.~Don Rodorico.
3266 Pro | legge e qualche poeta senza versi.~Credete, ignorantoni, con
3267 | veruna
3268 III, IV | solimati, di litargiri, di verzini e altre porcherie. Oibò,
3269 III, IV | flaccide e molli che paiono vessiche sgonfiate.~Leccardo. Mi
3270 III, I | in casa sua, mostrargli veste sue, gioie che portò quel
3271 III, IV | Che vuoi farne?~Leccardo. Vestirla a te. E alcuna di quelle
3272 V, III | piú in questo mondo se non vestita di bella luce innanzi a
3273 IV, VI | cupe parti dell'inferno, vestito d'umana carne, ha potuto
3274 III, XI | donare, le catene e gli altri vezzi di donne?~Don Ignazio. Li
3275 II, II | persona, poiché in sí breve viaggio che ho fatto, son cosí stanca
3276 II, IX | disconvenevoli, in cambio d'amarvi vibrará contro voi fiamme di sdegno,
3277 IV, V | fecela sotterrar nella chiesa vicina per la porta di dietro,
3278 III, III | Leccardo. Quando dorme la vicinanza, alle due ore, la farò venir
3279 III, I | molto innanzi, le nozze son vicine, il tempo breve, i rimedi
3280 II, IV | vo' star da parte in quel vicolo per ascoltar che dicono).~
3281 II, VII | soverchio amore. Mai si vide tanta saviezza e bontá in
3282 II, IV | gran sodisfazione non si vieta che non si faccino alcuni
3283 III, I | Ignazio è d'ingegno destro e vigilante: se non si previene con
3284 II, IX | stanchezza m'ha tolto il vigor del parlare.~Don Flaminio.
3285 II, VI | Veramente chi ha una picciola villa non fa patir di fame la
3286 IV, V | e caricando la figlia di villanie correa col pugnale in mano
3287 V, II | fatto superbo per la mia viltá, ché se per l'offesa fattami
3288 V, II | con le forfantarie, non mi vincerai con l'armi; e vedremo se
3289 V, I | E voi con la giustizia vincete gli animi; né un error fatto
3290 I, I | vincitore del toro, ella vincitrice di me: ed io che vinsi perdei,
3291 II, VI | sue bellezze son restate vincitrici d'ogni mia voglia.~Eufranone.
3292 III, I | furfanterie, ché queste vincono e superano tutte le cose;
3293 III, I | pericolosi.~Don Flaminio. Mai si vinse periglio senza periglio.
3294 II, II | mai le grandi imprese si vinsero senza gran fatiche.~Simbolo.
3295 I, I | famoso campo di mostrar virtude e valore, che fûr stuzzicati
3296 V, II | Ignazio, se, mentre siamo vissuti insieme, t'ho fatto altro
3297 III, I | essendomi forzato mentre son vissuto di non macchiar la mia vita
3298 III, VII | ché, toltone quel poco di visuccio inbellettato e dipinto,
3299 V, III | sempre obligo delle due vite che mi donate.~Don Ignazio.
3300 I, III | Panimbolo. Con certe animelle di vitellucce ti riporrò l'anima in corpo.~
3301 III, III | ho conseguito grandissime vittorie. Ma venghiamo all'ora piú
3302 V, II | offeso da' suoi inganni e vituperevoli frodi, a me tocca disacerbarmi
3303 III, I | un generoso inganno che vituperoso tradimento. Ad un amante
3304 II, V | come ch'egli è d'ingegno vivace e pronto, imaginatosi la
3305 V, IV | intelletto, ché veggiando dormo, vivendo moro, ed essendo sordo e
3306 V, IV | ricorderete ogni giorno che viverete.~Don Flaminio. Oh dolcezza
3307 III, II | or le cornacchie e corbi vivi se avessero a mangiare me
3308 V, III | piú chiari e valorosi che vivono a' nostri secoli. Non son
3309 II, VI | da voi esser tacciato di vizio di leggierezza, nascendo
3310 V, III | per dire.~Polisena. Che voce potrá formar la mia lingua
3311 IV, VII | Ignazio che vien verso me. Che voglion costoro? forsi uccidermi
3312 II, VI | chiamarmi, ché serei venuto volando.~Don Ignazio. Son molti
3313 I, I | rimirargli; e riguardando non si volean partire come se fussero
3314 II, VII | avezzi alle sciagure che, volendoci favorir la fortuna, non
3315 IV, VIII| che stiano come stanno; e volendole accomodare me l'accomodarò
3316 V, III | avesse il potere non avrei il volere.~Polisena. Vi darò rimedio:
3317 | volerla
3318 III, II | cortesie che ti ho fatte; e il volerti far pregar con tanta instanza
3319 | volesse
3320 | voleste
3321 | voleva
3322 | volevate
3323 I, I | quel punto; perché sempre volgea gli occhi in quel ciel di
3324 I, III | padrone).~Don Flaminio. Volgiti qua, Leccardo.~Leccardo.
3325 IV, VII | toglia tanto cicalamento dal volgo.~Don Flaminio. Poiché non
3326 V, IV | allegrezza, par che se ne volino via, e l'anima abbandonata
3327 II, II | ubidiente, trionfar della sua volontá; o col mostrarvi servo,
3328 IV, IV | pensava prender altri. Il volpone è caduto nella trappola
3329 I, IV | di fuori?~Martebellonio. Volsi dir: di fuori.~Leccardo.
3330 III, XI | cascono dagli altissimi vòlti della terra, che mancò poco
3331 IV, V | prevenga la violenza la voluntaria morte; e questo volerla
3332 | vorrai
3333 I, I | tori alcuni ne andavano vòti d'effetto; ma quelli degli
3334 I, III | Leccardo.... Digiunar senza voto? forse che almeno una volta
3335 I, IV | vene; ma lo stomaco mi sta vòto come un tamburro. Ma voi
3336 | X
3337 | XI
3338 I, I | principalmente de' fratelli e de' zii.~Don Ignazio. Purché abbia
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