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Giambattista Della Porta Gli duoi fratelli rivali IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA X.
Don Flaminio, Don Ignazio, Martebellonio, Panimbolo, Simbolo.
Don Flaminio. Io sento genti in istrada, non so se potremo mandar ad effetto quanto desideriamo: dovevamo cenar prima. Don Ignazio. A me non parea mai che venisse l'ora di veder un tanto impossibile, per poter dire liberamente poi che onore e castitá non si trova in femina; poiché costei, di cui si narrano tanti gran vanti della sua onestá, si trovi sí disonesta. Don Flaminio. Cosí va il mondo, fratello: quella donna è tenuta piú casta che con piú secretezza fa i suoi fatti. Martebellonio. Sento stradaioli. Olá, date la strada se non volete andar per fil di spada! Panimbolo. Se non taci, poltronaccio, andrai per fil di bastone! Martebellonio. (Costui par che sia indovino, ché son poltrone). Don Ignazio. Chi è costui? Simbolo. Quel capitan vantatore. Martebellonio. (Vo' farmi conoscere, ché non m'uccidano in iscambio). O signori don Flaminio e don Ignazio, son il capitan Martebellonio! E dove cosí di notte senza la mia compagnia? ché è meglio aver me solo che una compagnia d'uomini d'arme. Don Flaminio. E tu dove vai? a donne ah? Martebellonio. L'hai indovinata, a fé di Marte! Don Flaminio. A qualche puttana? Martebellonio. Se non foste voi a' quai porto rispetto, vi farei parlar altrimente. Io a puttane, che ho le principali gentildonne della cittá e tutto il mondo che spasima del fatto mio? Vo ad una signora che è ridotta a pollo pesto per amor mio, e or la vo a soccorrere. Don Flaminio. Signora di casa, fantesca eh? Martebellonio. E pur lá! è Callidora, figlia d'Eufranone: conoscetela voi? Don Flaminio. (Che ti dissi, fratello? cominci a scoprir paese). Noi la conosciamo molto bene; ma dove voi conosceste lei o sua sorella Carizia? Martebellonio. Gran tempo fa che l'una e l'altra è impazzita del fatto mio; ma a me piace Calidora per esser di ciglio piú rigido e piú severo. Mi ha chiesto in grazia che vada a dormir seco per questa notte: or vo ad attenderle la promessa. Ma s'apre la porta e veggio il parasito che viene per ritrovarmi: perdonatemi.
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