VI.
La vecchia Marta, della
quale ci siamo forse troppo a lungo dimenticati, riavutasi alquanto per la
medicina portatale in quella sera dalla Celeste, aveva dato per qualche giorno
una lontana speranza di guarigione; poi ebbe all'improvviso un tracollo così
fatto che il medico la vide perduta. I dolori della povera vecchia si
produssero ancora innanzi nell'autunno, e solo a mezzo l'ottobre ella rese
l'anima a Dio, raccomandando la figliuola al curato, il quale poveretto e corto
com'era, aveva contuttociò grandissimo cuore. Senonchè il buon prete si trovò
tantosto in un brutto impiccio, chè non gli fu possibile persuadere alla
Celeste di abbandonare sua madre; e come da un mese, poichè l'infermità s'era
dichiarata mortale, non aveva lasciato il capezzale della malata, così ora la
giovinetta ostinavasi a restare colà, sebbene fosse morta. - Fortunatamente soccorse
a taluno dei presenti l'unico mezzo che sarebbe forse riuscito a stoglierla da
cotal nuova pazzia: ci voleva Giuliano
- Sì, perdiana, che
avete ragione! disse don Girolamo: ed oggi stesso andrò a Lecco a prendere
quell'ottimo giovine.
Fece infatti come
l'aveva divisato, e significò a Giuliano come stava la cosa. - Il poveretto da
una settimana era stabilito con suo padre presso la sorella; ma l'amore della
Camilla, l'avvilimento del vecchio, le strettezze famigliari del cognato lo travagliavano
per modo, che già sentiva di non poter reggere a lungo. Pure per quell'opera di
carità consentì egli di rivedere quei siti de' quali l'aspetto avrebb'egli
certo aspreggiato una piaga insanabile; e, detto fatto, si rimisero in viaggio,
ed arrivarono che l'era ancor giorno alla capanna della pazza. La venuta di
Giuliano fece sì, che questa si scosse dal suo spaventoso assopimento; lo
riconobbe, e corsagli incontro impetuosamente, e strascinatolo al letto della
madre, provavasi l'infelice a sollevarne fra le braccia il cadavere, gridando
che tutti e tre insieme dovevano gettarsi nella bell'acqua del lago per salire
di là in paradiso. - Questa scena intenerì tutti gli astanti, ma tolse a molti
la speranza che Giuliano avesse a riescire nel pietoso incarico. - Tuttavia
questi non si scoraggiò, e vedendo che la giovinetta guardava con occhi feroci
coloro che procuravano dividerla dal corpo della madre, pregò d'esser lasciato
a quattr'occhi con lei. Pertanto ognuno si ritrasse fuori della capanna, e il
curato cogli altri; ma giova credere che stessero usciolando per accorrere
pronti ad un bisogno. - Ad ogni modo nella stanza ritto dinanzi alla Celeste
era rimasto il solo Giuliano. - Allora le tolse egli dolcemente dalle braccia
la spoglia inanimata della Marta, e come stupita la fece sedere sopra una cassa
che c'era a piedi del letto.
- Or bene; diss'egli,
con voce sicura, sedendole appresso; dove vuoi tu che andiamo?
- Voglio andare a
posarmi nella bell'acqua per volar poi su nel cielo con mia madre e con voi!
mormorò quasi trasognata la fanciulla colorandosi in viso d'un pudor virginale.
- Vuoi andare in
paradiso, Celeste? rispose mestamente il giovine mettendole sul capo la destra.
- E perchè vuoi andare in paradiso?... forse perchè sola in questa capanna ti
troveresti molto infelice?
- Molto infelice! ripetè
la poveretta chinando la testa.
- Guardami! soggiunse il
giovane, della mano sinistra tenendole il mento sollevato. - Credi tu ch'io sia
molto più avventurato di te?
Un lampo di ragione brillò
nello sguardo inquieto e profondo che la fanciulla fissò negli occhi del
giovine.
- Oh poveretto!... come
siete pallido! andiamo, andiamo in paradiso! sclamò ella facendo forza per
drizzarsi e trarlo seco.
- No! anzi restiamo!
disse gravemente il giovane trattenendola a sedere.
- Ah sì! Ah sì - fece la Celeste ricadendo sulla
cassa e battendosi delle mani le ginocchia. - Ora lo so perchè volete rimanere:
la bella Madonnina verrà a consolarvi!
- No! rispose Giuliano
fremendo tutto - no; ella non consolerà me, anzi abbisogna a quest'ora che
altri la consoli: ma resterò soltanto, perchè il Signore non ha fatto la grazia
di chiamarmi.
- Ed io andrò perchè il
Signore m'ha chiamata, io! soggiunse la fanciulla, e lassù pregherò tanto e
tanto, finchè egli faccia la grazia di chiamare anche voi, e anche lei!...
Giuliano non poteva più
reggere a un simile colloquio. - Un tale spettacolo di morte, di dolore, di
pazzia, gli frangeva l'anima; pure la carità gli prestò, indi a non molto,
forza a riprendere:
- No, non è vero,
Celeste, che il Signore ti abbia chiamato; egli ha chiamato la Marta e non te!...
La fanciulla parve
raccogliersi a pensare, ma non mosse verbo.
- Sai tu, continuò egli,
quando il Signore ci chiama a sè?... Quando abbiamo fatto molto bene ai fratelli
nostri che piangono; e tua madre del bene ne avea fatto assai, mentre tu ed io
dovremo farne molto e molto ancora, prima d'esser tenuti degni di farle
compagnia in paradiso.
- Ah sì, avete ragione;
la mamma mi faceva del bene assai! balbettò la Celeste.
- N'è vero? riprese
Giuliano - e tu ne farai anche tu del bene, onde acquistarti la grazia di Dio?
- Oh sì, che ne farò
anch'io del bene soggiunse ella tutta impensierita. - Ma dopo andrò in paradiso
certamente?
- Sì, appena il Signore
te ne stimi degna e ti faccia udire la sua voce.
- Oh ne farò tanto, ma
tanto del bene; state sicuro!... ne farò quanto posso, e dopo andrò in
paradiso!
- Addio, madre mia;
aggiunse ella levandosi per iscoccar sulle labbra della morta un caldissimo
bacio. - Addio, e a rivederci, quando avrò fatto tutto quel bene di cui mi
sento capace!
- Dici davvero? le
domandò Giuliano quasi scordando che parlava con una pazza.
- Domandatelo a mia
madre se le ho mai mancato di parola; riprese la Celeste con voce solenne.
- Allora; soggiunse il
giovine; tua madre può andar laggiù in Camposanto ad aspettarti vicino agli
altri suoi morti; e tu andrai colà ad inginocchiarti sulla sua croce per
confidarle l'animo tuo.
- Sì, andrò a trovarla
al Camposanto la mamma mia: disse tutta tremante la fanciulla; benchè mi
piacerebbe assai più andarmene alla bell'acqua!
- Celeste! la interruppe
aspramente Giuliano - così incominci a far il bene disubbidendo a tua madre,
anche dopo che la è morta?
- Oh no no! sclamò la
giovinetta - sarò buona, farò quanto vorrete, e così Dio mi chiamerà presto in
Paradiso!... Addio, addio, madre mia! non mi conviene perder tempo, giacchè
devo fare del gran bene, ed ho fretta di vedervi ancora sorridere... Io voglio
andarmene, voglio andarmene! gridava ella sciogliendosi dalle mani di Giuliano
che la tratteneva.
- E dove vuoi andare? le
chiese questi dolcemente.
- Voglio andare dalla
bella Madonnina!
- Bene!... ti
condurranno laggiù, se lo desideri.
- Ma domattina poi
voglio condurre mia madre al Camposanto e parlarle un'altra volta!
- Sì sì! rispose
Giuliano piangendo a cald'occhi.
Indi, socchiuso l'uscio,
parlo al curato:
- Tenga pronte due
donne, gli bisbigliò; chè la
Celeste vuol andar laggiù dal signor Ambrogio; e in verità fu
una buona ispirazione, poichè sarebbe difficile collocarla meglio.
- Oh grazie! rispose
intenerito il buon prete. - E chiamate due femmine a nome:
- Voi accompagnerete la Celeste dal signor
Ambrogio; disse loro.
- Ma si lascerà poi
condurre? soggiungevano quelle ritraendosi.
- Se non volete voi, ce
ne saranno dell'altre.
- No, no; lo facciamo
volentieri, ma se poi...
- Vi prometto io, che la
sarà docile come un agnellino; entrò a dire Giuliano. - Ehi, Celeste, ti
aspettano; aggiunse volgendosi all'interno della capanna.
- Vengo, signor
Giuliano! rispose la fanciulla. Addio, madre mia, e a rivedervi presto, quando
avrò fatto tutto il bene ch'io mi possa.
E dato un ultimo bacio
alla defunta, uscì così pacata e serena, come se il medico l'avesse assicurata
della prossima guarigione della madre. Le due femmine trovatala così calma si
riconfortarono tutte.
- Andiamo, Celestina!
disse la più vecchia.
- Andiamo! rispose la
fanciulla. - Ma voi non venite? riprese volgendosi a Giuliano.
- Non vengo: disse
questi con tal voce che gelò il cuore di quanti l'udirono.
- Ah lui non viene!
mormorò la Celeste.
- Andrò dunque io! aggiunse più forte. Stia di buon animo, signor Giuliano!...
Felice notte, signor curato!... A rivederci, mamma! a rivederci
E s'allontanò
saltellando giù per la china, mentre le due comari s'affaccendavano per tenerle
dietro alla meglio.
Giuliano attese la
mattina seguente nella canonica, poichè voleva udire come erano passati i
funerali della Marta.
- E così? - chiese egli al
curato che tornava in cotta e stola dal cimitero un'ora dopo l'alba.
- Oh poverina! la mi ha
fatto piangere di tenerezza, rispose don Girolamo. Oh, se l'aveste udita!... la
parlava a sua madre, così come io a voi!...
- E come l'andò a
finire?
- L'andò a finire, che
dopo baciata e ribaciata la cassa, e la terra di cui fu coperta, e la croce che
vi piantarono sopra, se ne partì piangendo e ridendo; e la diceva a questo e a
quello: «Mia madre non è mica là sotterra, vedete!... l'è in Paradiso dove la
mi aspetta, e dove salirò ancor io quando avrò fatto tanto, tanto bene». - E
così si è riavviata verso la casa del signor Ambrogio, ove sentii da quelle due
comari che fu ricoverata ieri sera con tutta carità. Ma, come potete
immaginarvi, l'ho fatta scortare fin là anche stamattina!...
- Oh grazie per quella
povera disgraziata! soggiunse Giuliano.
- Voi ringraziate me?
riprese il curato. Oh io invece ed ella quella poverina dovremmo ringraziar
voi! Ma già il Signore ve ne darà larga mercede un giorno o l'altro!... Già
foste sempre un buon figliuolo... e non so... ma...
In queste parole al buon
vecchio venivano le lagrime agli occhi, che l'aveva tal cuore lui, da
comprendere l'anima di Giuliano; e questi pure era lì lì per piangere, onde
affrettossi a cambiar discorso domandandogli se egli tornava a Lecco con lui.
- No! rispose il curato,
rasciugandosi gli occhi. Il Prevosto è malato, e non posso movermi di qui, ma
c'è lì fuori la carrettella del dottore che v'attende.
- Oh grazie, e che Dio
lo benedica! sclamò Giuliano; e, ciò dicendo, uscì a precipizio dalla stanza
sentendo di non potersi frenare più a lungo.
- Addio, addio! gli
gridò dietro singhiozzando don Girolamo. - Indi salendo le scale per vedere
della salute del Prevosto, mulinava fra sè: - Son certo io che la è così!...
quel povero giovine ha il mal d'amore!... e anche lei la ragazza è tutt'altro
che contenta!... Oh se io fossi il signor Ambrogio!...
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