Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Eugenia Codronchi Argeli (alias Sfinge)
Il castigamatti

IntraText CT - Lettura del testo

  • FUGGE L'ORA.
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

FUGGE L'ORA.

 

Un minuscolo corpo, una particella d'anima, un arruffio di capelli biondi, un nasino all'aria, un mucchio di stoffe preziose e bizzarre, uno spasimante desiderio di felicità....

Tutto questo (così poco!) era una donna.

Era la nobildonna Floriana de Predis, detta Flo. Una sillaba, un soffio, un frullo d'ale. Il suo nomignolo la rappresentava esattamente.

Nata in un ambiente frivolo e immorale, le avevano insegnato solo cose superficiali ed inutili, l'avevano educata al solo scopo di piacere agli uomini, di trovare marito, di godere la vita.

Non aveva corso il pericolo di restare zitella: era immensamente ricca e tutti i suoi difetti, se ne avesse avuti, le sarebbero stati perdonati. Come si fa a dire s'ella aveva dei difetti. I difetti risaltano sullo sfondo delle qualità....? e Flo non aveva nessuna solida qualità....

Si maritò a vent'anni, cominciando così la sua carriera e la sua missione: quella di amare e di farsi amare. Suo marito la deluse, la tradì, la maltrattò, ed ella che non era nata per soffrire (una cosa troppo seria per la sua animula di uccellino capriccioso e viziato) si separò legalmente da lui.

Aveva preso marito perchè credeva il matrimonio una cosa gaia. Prese un amante per la stessa ragione.... e siccome le delusioni sono inevitabili in tutte le relazioni tra creature umane, così di amante cambiò spesso, sempre sperando d'essere più fortunata, di trovare finalmente l'uomo che cercava....

Se le avessero chiesto di fare la definizione precisa dell'uomo che cercava ella non vi sarebbe riuscita.... Voleva un uomo d'animo gentile, di bell'aspetto, carezzevole, cavalleresco, elegante e fedele.... Ah sì! Anzitutto fedele. Aveva sempre dovuto lagnarsi dell'incostanza degli uomini, ed i suoi occhi limpidi, vivi e azzurri come miosotidi e un po' molli di rugiada, avevano sparse tante lagrime per le nequizie dei suoi amatori....

Alcune volte però ne aveva avuti di fedelissimi.... verso i quali era stata lei stessa colpevole di rotta fede. E anche di quella fatalità della sua debole natura aveva ella sofferto e pianto.... perchè ciò le era parso molto triste, molto brutto, anche se inevitabile.... Che enigma il cuore umano!

Era assai ospitale donna Floriana de Predis, riceveva molto, usava molte cortesie alla gente perchè ciò la divertiva e l'occupava; era anche benefica perchè, essendo ricchissima, aveva un lauto superfluo da largire senza il menomo suo disturbo. La sua apparenza e la sua sostanza frivola e fragile, di bamboletta graziosa e piacevole a vedersi, di gingillo di lusso da mettersi sopra un mobile, rendevano miti verso di lei le armi de' suoi nemici.... Di nemici tutti ne hanno, si sa, ma, in fondo, si hanno i nemici che si meritano.... Il caro prossimo andava dicendo che donna Flo era una Messalina. Ma lo diceva sorridendo, con benevola indulgenza, perchè nessuno la prendeva veramente sul serio, e nessuno l'odiava come possono essere odiate le persone delle quali si riconosce e s'invidia il valore.

Ella era una gentile ed innocua bamboletta che faceva venir voglia di batterle dei colpetti sullo stomaco per vedere se faceva, con una vocetta stridula: "papà, mammà".

Dicevano dunque ch'essa era una Messalina, ma non era vero. Quella donnina leggera, ma volubile, elegante, fluttuante come una farfalla, non avrebbe potuto darsi il lusso di sentimenti nè di sensazioni violente. Amava il dolce amore, la tenerezza gioconda e anche un poco sentimentale, le fini carezze: voleva accanto a sè la protezione, la vicinanza, il respiro di una creatura dell'altro sesso per formare con quella il duetto. Sola, essa non si sentiva completa, la sua personalità le sfuggiva, si dileguava conce un soffio, come un sogno.... Per esistere, aveva bisogno d'essere.... in due. Sempre così.

Passavano gli anni ed ella sentiva in sè il timore dell'ora che fugge, la paura della fine dell'età di amare, il desiderio di fermare l'attimo della giovinezza e della gioia. Inalterata era la sete d'amore nel suo cuore giovine e fresco, nel quale un piccolo perfezionamento si era operato: era forse un po' meno volubile, tendeva maggiormente alla fedeltà; ed ella rimpiangeva ora qualche volta, in alcuni momenti di fuggevole malinconia, di non avere un buon marito che la liberasse dalla necessità di cambiare sempre di compagno.... Oramai cominciava ad apprezzare i vantaggi dell'abitudine in tutte le cose e anche nell'amore....

Quanti anni aveva la leggiadra donnina? La gente non lo sapeva precisamente, ingannata da quella tenace apparenza d'infantilità graziosa cui l'arte raffinata dell'abbigliamento e della cosmesi prestava abilissimo ausilio. Essa medesima non se lo confessava più, lo aveva quasi dimenticato.... A forza di volere avere parecchi anni meno del vero, era riuscita a persuadersi d'essere nata assai più tardi del giorno in cui veramente era venuta alla luce....

Ella aveva da alcuni anni un amico al quale si era molto affezionata, e oramai si era illusa che non lo avrebbe mutato più.... Cominciava a credere a ciò anche la gente. "Quanti anni sono che Flo è con Francis?" chiedevano le persone della sua comitiva. "Ma è un secolo! Se morisse de Predis, quei due si sposerebbero certo!" E la consideravano quasi una coppia legittima; e coloro che avevano chiamata Flo, un tempo, una Messalina, cominciavano a provare qualche rimorso....

Ma passato ancora un po' di tempo, Francis si saziò della piccola Flo che lo amava tanto, sentì il desiderio di una legittimità più vera, e più durevole e prese moglie.

La bamboletta di stucco, la figurina di Saxe, il gingillo di lusso.... sofferse come non aveva sofferto mai nella sua vita già lunghetta.... Pianse, pianse, pianse tanto che gli occhi di miosotidi furono arrossati, che la fine miniatura della faccia si sciupò, che i primi segni della decadenza apparvero visibilissimi su quella vivente strofa di tenace primavera che, quasi saltando l'estate, andò ad un tratto incontro alle tristi brume autunnali....

Flo vecchia, brutta e dolente? Oh contraddizione ed orrore! Ella lottò disperatamente con la sua pena, si ribellò al fato, volle vincere, volle risorgere, volle vivere e gioire ancora. "Fugge l'ora...." era come il ritornello che piangeva nel suo piccolo cuore....

E poichè la vita e la gioia erano per lei rappresentate, inesorabilmente, da una cosa sola: dall'amore, ella dispose l'animo ad accogliere un altro amante. L'ultimo?

Ella non lo sapeva, non voleva chiederselo, fasciava di cotone il poco acume della sua intelligenza, apriva tutte le porte alla benefica illusione.... che la salvasse dall'orrore di dubitare di sè. Riaprì le sue sale, si fece presentare nuovi ospiti, si circondò sempre più di sfarzose eleganze, curò la sua personcina con tutti i pietosi lenocini dell'arte e della scienza.

Voleva piacere, piacere ancora a qualcuno che le piacesse. Non era di gusti comuni: non era facile da contentare. No. Era stata avvezzata male, cioè troppo bene.... e voleva continuare ad esercitare il suo diritto di scelta, come aveva sempre fatto, da quando aveva cominciata la sua vita amorosa. Aveva avuto sempre un serrato e nutrito drappello d'uomini eletti (eletti secondo il concetto di lei) ai suoi piedini di Cenerentola.... Si raccontava che il primo dono ch'ella soleva fare al prescelto fosse sempre una sua scarpetta.... Con quei doni riuniti si sarebbero potute fare vere vetrine da esposizione....

Adesso l'assedio intorno alla sua personcina — ella dovette persuadersene con una tristezza che le allagava il cuore — era meno numeroso.... o meglio, non era la quantità ma la qualità degli assedianti che aveva patita qualche decadenza....

Che le importavano le proteste d'amore di quel brutto vecchio vizioso? Forse che la lusingavano i versi a lei dedicati da quel poetucolo anemico che non sapeva nemmeno annodarsi la cravatta? E le dichiarazioni di quel giovinastro provinciale specialista di cocottes? Niente affatto. Voleva amare, amare ancora, essere ancora amata.... ma da un uomo degno di lei.... E la sua buona stella, essa lo credè, glielo fece incontrare....

Una sera ad un cotillon verde, in una casa amica, ella, che aveva il fiuto di una cagnetta di razza per scoprire la selvaggina-uomo, vide subito un giovane che la colpì col suo aspetto interessante. Era bello, alto, ben vestito, un po' poseur; non ballava e salutava confidenzialmente alcune persone delle più chiuse falangi della società.

Donna Floriana de Predis aveva fatto di se stessa quella sera un piccolo capolavoro. Ricordava alcuni versi di De Musset (un poeta che adesso nessuno cita più!), che un tempo qualcuno le aveva recitato in onor suo:

 

on eût dit que sa mère

l'avait fait tout petit pour le faire avec soin

 

e le pareva che ancora perfettamente le convenissero....

I capelli biondi, ancora lucidi, copiosi, acconciati dal più abile coiffeur della città, incorniciavano, scendendo in leggeri ricci fin sopra gli orecchi, la piccola miniatura del suo volto, soffusa di un roseo artificiale che faceva rifiorire la stanchezza del suo autunno. La figurina pareva ancora una Tanagretta, nella lieve tunica bianca allacciata alla vita da una cintura di smeraldi. Un altro grande smeraldo le fermava, a sommo del capo, un altissimo pennacchio verde. E i piedi inverosimilmente piccoli sui tacchi altissimi e le caviglie sottili ed i piccoli ginocchi che si vedevano nel passo, attiravano ancora molti sguardi e molti omaggi sul suo passaggio....

Un amico le chiese il permesso di presentarle un giovane venuto da poco tempo nella loro città.... Ella sentì che doveva essere quello.... e sorrise con tutta la sua sopravvissuta giovinezza, con tutto il suo pugnace desiderio di felicità, a quel bel giovane che si inchinava a lei, sul ritmo monotono barbaresco dell'Irresistible, che faceva sembrare quella sala di squisita architettura rococò una taverna della Boca di Buenos Aires. E il preludio del duetto cominciò subito, senza titubanze e senza infingimenti....

Ella si sentiva rinascere alla vita, alla sua vera vita, ascoltando la parola carezzevole del suo giovane cavaliere, cullandosi alla musica di quella voce baritona, guardando dal basso all'alto (passeggiava appesa al suo braccio come una pianticella rampicante abbarbicata ad un forte e snello tronco d'albero) quella balda giovinezza accanto alla quale ella ritrovava il suo cuore fresco di vent'anni!

Lo invitò subito a casa sua, lo incoraggiò con fine arte femminile, si armò tutta per quella lotta d'amore che presentiva, senza confessarselo, come la sua gesta estrema: e dalla sua piccola anima e dalla sua carne autunnale fiorirono accenti di passione profonda, palpiti di giovinezza, grida di gioia, lamenti di tenerezza.... come non mai dal suo essere erano ancora fioriti! Un senso di tristezza si univa per la prima volta alla sua gioia d'amore.... e la nobilitava in qualche modo, dandole un'improvvisa coscienza, svegliando in essa l'oscuro senso di tragica desolazione che tutte le morti vicine.... (morti di persone, morti di cose) recano con sè....

Il triste ritornello laggiù nel suo piccolo cuore si lamentava: "l'ora precipita"....

 

§

 

Un giorno donna Flo aspettava il suo giovine amante, il quale andava da lei almeno tre volte nelle ventiquattr'ore. Era esigente ella quando amava; aveva bisogno di molte dimostrazioni d'affetto, le cercava, le chiedeva, le imponeva quando non le erano offerte spontaneamente.... e questa volta ella era più sentimentale del solito, aveva maggior sete di tenerezza, era sincera, era anche pudica, pareva una fidanzata più che un'amante, ed apprezzava, più che la violenta gioia, le delicate sfumature dell'amicizia amorosa che riempie ed abbellisce con la sua atmosfera di soavità tutti i minuti della vita....

Raoul (era d'origine francese) andava da lei quel giorno per la seconda volta. Era stato il mattino alle undici un momento a chiedere le sue nuove e a portarle un gran mazzo di viole. Adesso veniva a prendere il tè con lei, e dietro di lui la porta si chiudeva, come al solito, ad ogni altro visitatore.

Ella pregustava la delizia di stringersi sul suo petto, con la testolina all'altezza del suo panciotto, di sentirsi serrare tra quelle forti braccia. Com'era alto e bello il suo Raoul! Era gonfia d'orgoglio al pensiero che fosse suo.... Passeggiava su e giù per le sale del suo magnifico appartamento, seguita dai suoi due preziosi e mostruosi cani giapponesi: Quinquin e La Marescialla, perchè era nervosa e non le riusciva di star seduta a fingere di leggere o di ricamare....

Il suo salotto preferito era sempre un giardino di fiori rari. Quel giorno il profumo vi era così acuto che avrebbe stordito chi non avesse avuto, come lei, l'abitudine dei più vertiginosi aromi....

Una delle parti del salotto era tutta a cristalli, una specie di terrazzo che si apriva sopra un vecchio parco cittadino meraviglioso. Era una fredda giornata del rigido inverno e il caldo delle sue stanze le permetteva d'essere appena vestita d'una leggera tea-gown, di molle broccato e di mussolina colore di pallido corallo orlata di skung, aperta da tutte le parti....

Le piaceva guardare la visione che le si stendeva dinanzi e che le dava un immenso diletto, un diletto nuovo, a lei che non sentiva e non capiva il paesaggio.... Il vecchio parco, nella freddissima giornata jemale, era tutto avvolto nella brina. Pareva quasi una nevicata, ma una nevicata trasparente, velata di toni di colore e d'ombre azzurrognole, rosata e fantastica, meno precisa e meno compatta della neve....

Intorno ai rami degli alberi, alle estremità di essi, la brina si cristallizzava in disegni bizzarri, che parevano fiori; tutta una giovine primavera di ghiaccio che di lontano, stringendo un poco gli occhi, pareva il primo dischiudersi della verace primavera; pareva quasi un favoloso, improvviso orto di ciliegi e di mandorli in fiore che salutasse il buon sole marzolino con le sue nubi di pallide corolle esplose, come grida festose, sui rami ancora nudi di fogliame.

Alla bambolina autunnale e innamorata sembrava di vedere quello spettacolo per la prima volta... e il cuore le captava dentro forse la più dolce canzone che avesse mai udito nella sua esistenza....

Entrò Raoul. Egli era sempre, in quel breve primo atto del loro idillio, affettuoso, carezzevole, soave. Era come ella lo voleva, come il suo sogno, come il suo ideale.... Nessun uomo le era mai piaciuto così. Ripeteva tra sè mille volte al giorno: "Come sono fortunata! Dio voglia che così continui sempre". E chiudeva gli occhi del corpo e quelli dell'anima per non accogliere germi di dubbi, di sospetti, di paure che l'avrebbero martoriata....

Raoul le baciò le mani (due piccoli fiori bianchi con dieci foglioline rosse in cima), poi la sollevò da terra come si prende un baby e la portò sul divano pieno di molli cuscini che si affondarono appena un poco ricevendo quel lieve peso.... Ella rideva di felicità e di tenerezza. Egli le si collocò allato, sopra un basso sgabello, e disse: "Aspettiamo un poco, non è vero? prima di ordinare il tè".

Ella acconsentì, naturalmente.

Egli era molto intelligente, trattava lei come una bambina, le parlava in un modo tra faceto e tenero come si parla a chi vi è inferiore.... e pure superiore al tempo stesso. Diceva: "Adesso ho fame solo di Flo. Le mangio le dita, eppoi il suo nasino, eppoi i ricci d'oro, eppoi la piccola bocca....".

Il sapore dolciastro dei cosmetici fini e dei profumi squisiti restava sulle labbra di lui. Ella si deliziava di quel sapore di giovinezza sana, del solletico che le facevano i baffetti di velluto bruno, della mollezza serica di quella densa chioma che dava alle sue mani una sensazione così dolce che le arrivava fino al cuore....

Egli scherzava:

— Ti piacciono i miei capelli.... perchè ti pare di accarezzare Quinquin?

— No! — ella sorrideva.

— Vuoi più bene a me o a Quinquin?

— Stupidone!

— Allora a me o alla Marescialla?

— Mostro!

— A me.... o.... — Egli divenne ad un tratto pallido e triste; ella si abbuiò, non comprese, si spaventò.

— Che hai, amore? Mi parevi troppo allegro, oggi; volevi nascondermi qualche cosa? — Il cuore della bamboletta batteva così forte come se fosse veramente un giocattolo e che il meccanismo si fosse guasto e avesse i suoi movimenti sregolati.

Egli si fece pregare un poco; pareva voler dire e non dire; aveva lasciata cadere la sua maschera di gaiezza di poc'anzi, quella di serenità che aveva sempre e si mostrava a lei per la prima volta col suo vero volto. Un volto triste, strano, tormentato da un pensiero che ne alterava le belle linee, piegandole all'ingiù, in una espressione ambigua che sfuggiva alla comprensione di lei....

La sua paura cominciava a diventare terrore: le illividiva la faccia, le incavava gli occhi, dietro il tocco di bistro artificiale.

— Di', di', parla, per l'amore del cielo! — ella gridò dal mucchio dei suoi veli rosei, mezzo sollevata sui cuscini, al genuflesso che cercava nasconderle la faccia....

Allora egli parlò. Si trovava in un difficile momento della vita.... Era entrato nello studio di un avvocato, ma non guadagnava; suo padre ricusava di continuargli l'assegno; egli aveva speso troppo, aveva dei debiti, era entrato nella società elegante che è costosa, si trovava in un serio imbroglio.... E non volendo umiliarsi innanzi agli amici, specialmente ora che era nota la sua relazione con lei, egli aveva pensato che una sola creatura al mondo aveva non il dovere ma il diritto di soccorrerlo: colei che più di ogni altra creatura egli amava.... — Tu, Flo, tu sola puoi salvarmi! — egli mormorò, nascondendo il volto fra le piccole bianche mani della donna, sulle quali ella sentì cadere alcune lagrime calde....

Una confusa, oscura nuvolaglia di pensieri avversi attraversò la mente di lei.... Un guizzo di verità tentò farsi strada nel buio del suo cervello; un'idea nemica tentò precisarsi, un impeto di ribellione le si sferrò dentro, qualcosa di amaro, di perfido le oscillò nelle vene.... quasi un tossico che minacciasse avvelenarle il sangue.... Ma una parte di sè reagì, lottò, sferzò la verità e la ricacciò nel buio, richiuse la torbida gora del suo sangue nella superficie serena di un piccolo lago.... dal quale emerse la buona faccia della pietosa illusione umana.... Accadesse qualsiasi cosa al mondo, ma non perdere il suo Raoul, il suo ultimo, il suo unico bene! Rinunciare a quella sua estrema ragione di vita? No, per niente al mondo, no!

Il cuore laggiù gridava, si lamentava: — Fugge l'ora, l'ora precipita!... Donna Flo non vide oramai, non sentì altro che una cosa; il suo piacere, l'urgente necessità di rasserenare la creatura dolente ch'ella tanto amava, che aveva avuto ragione di ricorrere a lei come alla sua migliore amica. Egli era povero per la crudeltà del destino.... ed ella era tanto, tanto ricca! Un prestito, un dono, sia pure cospicuo, era un'inezia, un particolare trascurabile per lei.... mentre tutta la sua gioia era di veder sorridere la bella bocca giovine così dolce a baciarsi, di veder sereni i belli occhi amorosi, nello sguardo dei quali era la sola, l'unica, l'ultima ragione della sua felicità!

— Oh Raoul, mio povero piccino, non è che ciò? Di', di' subito, quanto ti occorre?

— Cara, cara, mia dolce Flo! Vediamo.... quanto? — Riflettè un poco, poi disse un'alta cifra....

La piccola donna un po' tremante, ancora un po' sbalordita, firmò uno chèque....

Il destino, maestro di cappella della nostra vita, ora buffo, ora tragico, ora sornione, aveva intonato il leit motiv dei loro futuri duetti d'amore....




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License