Al
lettore,
Quando nel 1899 usciva per la prima
volta sotto forma di Strenna (dell'Istituto dei Rachitici) questa raccolta di
poesie che ora si ripresenta nella serie delle Opere complete di Emilio
De-Marchi come parte integrante del pensiero e dell'animo suo, il compianto
Senatore Gaetano
Negri che alla profonda intuizione filosofica univa tanta genialità
artistica e amore per tutte le cose gentili presentava il poeta con queste
parole:
«Vecchie cadenze e nuove», chiama
l'Autore la raccolta delle sue poesie, volendo farci intendere che, se in
alcune di esse, si ritrovano le forme e i procedimenti stilistici del tempo
vecchio, egli non rifugge dagli allettamenti e dalle raffinatezze dello «stil
novo» ch'egli ode. E sta bene. Ma ciò che ci piace, sopra tutto, è che il De-Marchi,
e nelle vecchie e nelle nuove cadenze, non abbandona mai quel supremo,
direi anzi, quell'unico precetto dello scriver bene, e in prosa ed in versi,
che è di scrivere solo quando «amore spira» e di significare a quel modo ch'ei
detta dentro. Tutta la differenza, come già ci insegnava Dante, fra gli
scrittori profondi e gli scrittori superficiali, fra gli scrittori che
rimangono e quelli che non vivono che un'ora di fugace applauso, è tutta qui.
Gli uni hanno la sincerità dell'ispirazione a cui risponde la sincerità
dell'espressione. Gli altri non hanno che l'artifizio dell'una e dell'altra.
Tutte le discussioni d'arte, di scuola, di metodo, non sono che logomachie
retoriche e pedantesche. Bisogna che le penne, come dice il padre Dante, vadano
«strette diretro al dittatore» Quando ciò avvenga, tutte le cadenze, e vecchie
e nuove, sono buone.
«Il De-Marchi divide la sua
raccolta in tre parti, ognuna delle quali ha un titolo suggestivo. I segreti pensieri, la prima,
Le vaganti immagini, la seconda, Gli intimi sensi, la terza. Il
lettore, nei Segreti pensieri e nelle Vaganti immagini, segue gli
inquieti atteggiamenti e il continuo agitarsi dello spirito moderno, davanti a
problemi a domande, a misteri che ci appaiono tanto più insolubili ed oscuri,
quanto più viva è la luce con cui l'intelligenza li rischiara e li determina;
negli Intimi sensi egli risentirà la nota tranquilla di un'anima che,
nella coscienza del dovere e nella fede degli ideali, sa trovar il conforto e
la ragione della vita. Nelle due prime parti, la varietà e la snellezza dei
metri riproducono la prontezza dell'impressione e del riflesso che essa suscita
nel pensiero; nella terza, l'onda pacata del verso sciolto, condotto con
classico magistero, porta sovra di sè la meditazione serena che armoniosamente
si svolge con una cadenza misurata e sicura. Fra le belle cose di questa
ultima parte, sono due componimenti: Le ore della vita e Funerale
bianco, che mi sembrano aver un pregio ben singolare di poesia e di
pensiero. Si sente in quei versi il palpito di un uomo che è passato per le
prove dolorose della vita, e trasmette agli altri la commozione profonda, ma
non sconfortante, non disperata, di cui serba le tracce indelebili.»
|