PREDICHETTA
- Sì,
vivremo al di là, belle signore,
Del ciel a tutti aperta è la gran strada,
Ma non si deve credere
Che bastino i rosari o che si vada
In carrozza alla casa del Signore.
E non
basta tienimeli, ve l'assicuro,
Il far di magro e d'olio, o al Santo Padre
Mandar ricami e ninnoli
O a rischio di parere più leggiadre
Vestirsi la quaresima di scuro.
Perchè
possa al di là viver ciascuno
È della fede mia primo argomento
Che è d'uopo saper vivere
Molto bene al di quà, fare per cento
Il bene e non vantarsene per uno.
Chi sè
confronta spesso al poverello
E sol per sè non si condisce il pane
Costui potrà risorgere
Nell'alba luminosa del domane,
Che preludia ad un vivere più bello.
Chi si
contenta perchè mai di pianto
Fe' spargere una stilla e tutto ha sciolto
Verso il fratello il debito
In fredda pace dormirà sepolto,
Ma l'alba non vedrà del Giorno santo.
Sol chi
dai cuori toglier sa le spine
E ristorar gli inariditi steli
O sa pietoso scorrere
Sull'umano fallir.... quei rompe i cieli
E schiude il tempo che non ha più fine.
Voi non
vivrete bigottine avare,
Che offrendo al Sacrè Coeur l'essenza e il fiore
Dei vostri oziosi spiriti,
Or cercate all'altar, ora all'amore
Un passatempo che non sia volgare.
Chi troppo
il corpo suo carezza e loda
Non andrà tra gli spiriti immortali
Che a Dio fan corte e gloria;
All'alto volo si domandan ali
Che Parigi non mise ancor di moda.
|