LITANIE
VECCHIE E LITANIE NUOVE
Nell'ore
languide dei caldi estati,
Mentre ronzavano
Api e farfalle d'oro nei prati,
E nella nitida chiesetta il sole
Pingea l'altare,
Non altro udivasi che un susurrare
Di labbra e un morbido
Striscio di suole.
Poi nulla, Attonita nel paradiso,
Bianca la tonaca e bianco il viso,
La pia badessa, dicendo l'Ave,
In un soave
Sonno chiudeva le luci stanche
Entro una nuvola di cose bianche.
Il rossignolo nella foresta.
Facea la siesta.
L'aria tacea calida. Solo
All'ora inutile un oriolo
Metteva il segno
Nella sua vecchia cassa di legno.
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Cangiano i
tempi: crollano i santi
Dai pinti portici:
Se alcun ne resta, come si vede,
Su per i canti,
È dell'intonaco più forte il merito
Che della fede.
Stridon le macchine, stridono i garruli
Telai. La grande
Anima torna d'un mondo fossile
E pei comignoli urla e si spande.
Due mila ruote
Un soffio, un sibilo
Agita, scuote
Indemoniate da cento spiriti:
Treman le vôlte,
Balzan gli scheletri delle sepolte.
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I tempi
nuovi filano i vecchi,
Dai denti striduli degli apparecchi
Esce il rosario della felice
Età che dice:
«O Pane, o
Pane, o bianco o giallo,
Ave boccone!
Dal primo fallo d'Adamo e d'Eva
Confitto in l'ugola l'uomo solleva.
Oggi non basta di un'età casta
La salmodia:
Sui fusi rotola la litania
E l'orazione:
Ave, boccone!
«Te a
mattutino, te a mezzogiorno
E te a compieta
Chiama una gente irrequieta,
Che in mezzo ai vortici degli arcolai
Tesse la tela dei lunghi guai:
Ave, boccone, cotto nel forno!
«Sudore e
lagrime inteneriscono
Un pan di cenere e di carbone
Che il dente macina della malsana,
Macchina umana.
Ave, boccone!
«O Pane, o
Pane, o giallo o nero,
Tu sol sei vero,
Ave, spes unica. Se tu ne manchi,
Cedono i fianchi, cedon le braccia,
E nella macina il cor si schiaccia.»
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Così risonano
nel rombo immenso
Del giorno e salgono, monache pie,
De' nuovi tempi le litanie
In mezzo a nugoli di nero incenso.
Ma s'io ritorno per il sentiero
Quando la bianca luna si specchia
Nei rotti muri del monastero,
Mi par d'intendere, o monacelle,
Le campanelle
Che ancor vi chiamano a salmodia:
«O rosa mistica,
O domus aurea,
Ave, Maria..»
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A queste note,
Che d'una morta speranza parlano,
Del cor io sento strider le ruote
E sonar l'ora d'una passata
Notte stellata.
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