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Emilio De Marchi
Vecchie cadenze e nuove

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  • PARTE II   LE VAGANTI IMMAGINI
    • CANTILENE DI NATALE
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PARTE II

 

LE VAGANTI IMMAGINI

 

 

 

CANTILENE DI NATALE

 

I.

 

Vorrei, se fossi il Re delle magìe,

Stender stanotte un bianco ampio mantello

Di neve sopra i tetti e per le vie

E in ogni casa alzare un focherello.

 

Al suon di pastorali melodie

Andrei pel mondo in groppa a un asinello

A scongiurar gli affanni e l'altre arpie,

Che stridono l'ingiuria al poverello.

 

Tornar farei gli arcangeli dei morti

A rendere alle madri lagrimanti

Con un sorriso i pargoli risorti;

 

E a quanti sono derelitti amanti,

A quanti sono generosi e forti

Farei nel core gli amorosi incanti.

 

 

II.

 

Allora, o verga magica, vorrei

Stender lunga una tavola imbandita

A fiori, a lumi, a lucidi trofei,

Colma d'ogni allegrezza più squisita.

 

E Siri e Turchi ed Arabi e Giudei,

Misti al popol di Cristo che ne invita,

E ciechi e vecchi logori vedrei

Inebriarsi a una seconda vita.

 

O festa lunga fino all'orizzonte!

Verrian dal mar le navi pellegrine,

Verrian dai campi i miseri e dal monte,

 

Verrian gli afflitti e l'anime meschine,

Ch'han la vergogna ed il delitto in fronte,

A chieder grazia, disciogliendo il crine.

 

 

III.

 

Al nuovo cenno si aprirebbe il coro

Del paradiso e giù dagli sgabelli

Vedrei scendere i santi in veste d'oro

Luminose le barbe ed i capelli.

 

In litania d'amor, nel concistoro

S'udrian cantar cogli esuli fratelli:

IN TERRA PAX, IN TERRA PAX... e a loro

Dal cimiter rispondere gli avelli.

 

E rose e perle e di mille colori

Le gioie spargerei sul mio cammino,

Adornando di lauro ogni stamberga.

 

Quando il gallo cantasse a mattutino,

Vedreste, o bimbi, un gran giardino a fiori,

E tramutato il mondo in Norimberga.

 

 

IV.

 

Stanotte a mezzanotte, quando spunta

La dicembrina luna,

Andiam, devoti amici, sulla punta

De' piedi a meditar presso una cuna.

 

Nel tenero sorriso

De' bimbi che riposano

È in terra un luccicar di paradiso.

 

A mezzanotte fra tintinni e canti

Per una liscia scalinata d'oro,

Scende nei sogni loro

Iddio con tutti i santi.

 

*

*  *

 

Se Dio tu cerchi invan nella morente

Speranza dei mortali,

E stanche in ciel va dibattendo l'ali

La superba ragion che il dubbio espia,

Oh credi almeno a questa poesia!

Fin che sorride un piccol innocente

Nei sogni della culla,

È Dio che dolcemente

Colla ragion dei padri si trastulla.

 

 

 




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