LASCIAMOLE
VOLAR....
Alle
allieve del Collegio Bianchi-Morand l'ultimo giorno di scuola.
Apriamo le
finestre oggi a costoro,
Apriam la gabbia d'oro,
Lasciamole volar queste figliuole
All'aria, al verde, al sole.
Già troppo
le vedemmo gli occhi inchini
Sui vecchi libri e sui gualciti lini
A tessere la vita
Rinchiusa e scolorita.
Mal tornan
le viole
Entro il recinto oscuro,
Lenta si svolge abbarbicata al muro
L'edera senza sole.
Oggi le
chiaman dall'erbose rive
Dai margini fioriti a larghi gridi
Dai numerosi lidi
Del mar, dalle cascate fuggitive
Le
liberali voci di natura
A respirar la pura
Energia della vita tutta quanta
Che gioca, ride, canta.
Lasciamole
volar. Le selve, i piani
Han bisogno di voci allegre e oneste
Ahimè! già troppo meste
Son le giornate dei lavori umani....
Queste
alle selve, ai monti
Vadano, il crin fiorito
Degli altri uccelli al gorgheggiante invito
A farsi belle a specchio delle fonti
Nel sangue
che scintilla
Più vivo balza il cor che lo riceve
Divina è la pupilla
Che più lembi di ciel dischiude e beve:
Quanto
rapì nella stagione oscura
Il pigro e curvo inverno,
Col suo tesoro eterno
A cento a cento renderà natura.
Il sol che
pinge i fiori
Il mar che mai non posa
Ritornerà sui languidi pallori
Il bel color di rosa.
A lor che
un giorno soffriran la guerra
Dei torbidi elementi
Giovi produrre le radici in terra
Profonde e dar tutta la chioma ai venti.
A lor che
un giorno forniranno i nidi
Nei verdi amplessi ai teneri usignuoli
Tornin benigni i soli
Tornin le brezze degli aperti lidi.
Lieto
trionfo nostro
Sarà quel dì che sulle belle gote
Vedrem stampato in rubiconde note
Quel che scriviamo in troppo nero inchiostro.
Volate
dunque ad imparar la grande
Storia che parla e vive
Nelle libere cose. Iddìo la spande
Nell'universo e in mezzo al cor la scrive.
Nell'ampia
scuola ove il saper si stende
Del ciel, nel libro aperto di natura
Ragiona una scrittura
Che molte cose insegna a chi la intende;
Per gli
stellati numeri si svolve
Una dottrina arcana
Che tutta passa della scienza umana
La radunata polve.
Questa
dolce sapienza or dunque cada
A voi nel grembo e vi rinfreschi i cuori
Siccome la rugiada
Che rende sul mattin l'anima ai fiori
Volate
dunque e sia festoso sciame
Di rondinelle ai grandi voli esperte;
Se del saper vi pungerà la fame
Qui troverete le finestre aperte.
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