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Camillo Berneri
Mussolini alla conquista delle Baleari

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  • Prologo di D. A. De Santillán
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Prologo

di D. A. De Santillán

 

Dal momento in cui il fascismo italiano si inclinò al sogno morboso dell'imperialismo della terza Roma, si poté prevedere che non porrebbe più limiti alla sua ambizione che quelli che gli fossero opposti, con suo grande raminarico, dalle forze materiali delle eventuali sue vittime. Abissinia fu l'esperienza preliminare per le fùture imprese guerriere di conquista. Il cesarismo mussoliniano andò formandosi poco a poco un corpo di dottrina ed una volontà inflessibile in mezzo d'una Europa claudicante che vorrebbe appoggiarsi nelle cosiddette democrazie e di fatto non consegue altro che spalancare le porte alle audacie senza scrupolo e favorire gli obiettivi della moderna reazione antiproletaria ed antiumana.

In Ispagna vivevano un pochino ignorando la realtà fascista e non avremmo mai dubitato un momento che eravamo noi l'obiettivo accarezzato dai moderni dittatori del post-guerra. Già da molti anni Mussolini si è proposto la conquista della Spagna e con tal fine ha favorito quanti avventurieri gli promettevano successi ai suoi nefasti propositi. La situazione politica europea non gli permetteva di invadere apertamente la penisola iberica come fece in Abissinia; la resistenza delle grandi potenze sarebbe stata insuperabile; e pertanto occorreva impiegare altri mezzi per raggiungere lo stesso scopo: la conquista. In queste circostanze, pel dittatore italiano si offriva come più vantaggioso servirsi d'un istrumento come Franco piuttosto che un'aperta invasione che non sarebbe stata tollerata dalle potenze rivali.

Il nostro amico Berneri si proponeva documentarci sopra i disegni del fascismo italiano in Spagna. A tal fine scrisse in primo luogo delle pagine interessanti circa l'occupazione delle isole Baleari e da esse possiamo desumere posizioni ed obiettivi che erano trascurati in quest'allegro e spensierato paese che è la Spagna contemporanea. L'opera progettata non potrà ormai essere più realizzata. Berneri non esiste più!

Il 5 maggio 1937 fu trovato il cadavere di un uomo nei pressi del Palazzo della Generalità, trafitto da numerosi proiettili. Era Berneri. Il giorno avanti era stato trascinato dal suo domicilio sebbene si sapesse perfettamente ch'era un provato militante dell'antifascismo, da agenti di polizia e guardie civiche improvvisati durante i tragici avvenimenti che insanguinarono Barcellona nella prima settimana di maggio. Berneri, come il suo collega Barbieri, fu massacrato come un cane dal prefascismo che si sta incubando nella retroguardia della gran guerra iniziata colla nostra vittoria del 19 luglio.

Berneri non aveva ancora compiuto 40 anni (era nato in Lodi il 20 maggio 1897); nullameno il suo nome è familiare nel movimento anarchico internazionale da oltre quattro lustri. Era professore di filosofia e si distingueva soprattutto per le sue indagini profonde e metodiche sui temi più vari nella cultura rivoluzionaria. Era uno degli uomini più eruditi della nostra generazione e fu uno dei pochi intellettuali che rifiutò il giuramento al regime fascista essendo professore all'Università di Camerino. Si poteva essere discordi su alcune delle sue interpretazioni e conclusioni, ciò che non impediva di rispettare in Lui l'uomo integro e sincero. I suoi lavori, densi di dottrina, di studio e di passione nella rivista Umanità Nuova (Milano-Roma), in Pensiero e Volontà, la rivista diretta da Malatesta, in Fede, in L'Adunata dei Refrattari, in Lotta Umana di Parigi ed in Studi Sociali, i giornali di Fabbri, pongono in rilievo la sua personalità di pensatore indipendente e di scrittore fecondo. Poche persone potevano sorpassarlo in fecondità e meno ancora in conoscenze varie. Fissatosi un tema, vi lavorava attorno esaminandolo in tutti i suoi aspetti, utilizzando le fonti più diverse e meno conosciute. Il più esigente poteva trovare nei saggi di Berneri una visione completa dei problemi trattati ed un orientamento intellettuale e morale sicuro. Scrisse molto anche per la stampa di lingua spagnola; noi contavamo in anticipo sulla sua intelligente collaborazione nelle nostre imprese di propaganda. Nel Suplemento de la Protesta, in Tiempos Nuevos, in Tierra y Libertad, nella Revista Bianca, in Estudios, la sua collaborazione spicca svariata e continua. La sua assenza ci priverà per l'avvenire della luce e dell'esperienza di un cervello perfettamente equilibrato e di un cuore traboccante di amore per la Libertà.

Ha pubblicato numerosi opuscoli e libri di propaganda e divulgazioni filosofiche e sociali; però la sua opera principale, la più efficiente che richiederebbe numerosi volumi interessantissimi, si trova dispersa nella stampa nostra d'Europa e d'America. La sua ristampa potrebbe costituire il migliore omaggio alla memoria del propagandista retto ed appassionato, dell'uomo di vastissima cultura, del rivoluzionario che tutto ha sacrificato e sempre alla sua fede.

Berneri era amato e rispettato da tutti quanti lo conoscevano e lo avvicinavano, compresi gli avversari politici che combattevano con ogni arma le sue idee. Venne implicato in diversi strepitosi avvenimenti della cospirazione; certi fatti rivoluzionari non diedero il risultato desiderato. Però la purezza delle intenzioni e la nobiltà di Berneri non hanno potuto venire mai intaccate dalla malevolenza sempre in agguato attorno a coloro che operano ed affrontano tutti i rischi per grande che sia il pericolo. Fu accanitamente perseguitato in Italia e dovette espatriare clandestinamente come tanti altri. Ha conosciuto nell'esilio tutte le miserie e tutte le vessazioni, mantenendosi sempre al suo posto con una fermezza esemplare. Figlio di una famiglia benestante, ha conosciuto frequenti periodi nei quali gli mancava il più essenziale per la vita e più di una volta si vide costretto ad interrompere la sua collaborazione alla nostra stampa perchè non disponeva dei pochi centesimi occorrenti per l'affrancatura postale.

Nei dieci anni della sua vita di emigrato politico ha trascorso larghi periodi nelle carceri dei paesi dell'Europa occidentale. Venne espulso successivamente dalla Svizzera, dalla Francia, dal Belgio, dalla Germania, dall'Olanda, dal Lussemburgo. Ciononostante la sua laboriosità non conobbe tregua e seppe sopportare le continue persecuzioni colla nobiltà di un santo laico.

Quando scoppiò il movimento antifascista del 19 luglio, volò a Barcellona onde porre il suo sapere ed il suo prestigio al servizio della rivoluzione e della guerra. A causa della sua pronunciata miopia risultò inabile quale miliziano e non poté dare la sua vita al fronte come la diedero Fosco Falaschi, Angeloni Mario, Cieri e centinaia di altri nel settore di Huesca. In cambio si dedicò alla propaganda ed allo studio dei nostri problemi rivoluzionari, a propagare le nostre gesta ed i nostri sforzi attraverso la stampa mondiale.

Redigeva il periodico Guerra di Classe e preparò alcuni opuscoli di propaganda come quello dedicato al Lavoro attraente inspirato da Fourier, messo tante volte in rilievo dal nostro Rudolf Rocker.

L'assassinio, di cui fu vittima, lo sorprese mentre ultimava il saggio documentato sopra la progettata conquista delle isole Baleari da parte di Mussolini.

Potremmo scrivere assai di più sulla vita e le opere del povero Berneri. L'opera da Lui svolta come antifascista, anti-dittatoriale, rivoluzionaria in due lunghi decenni, si trova tutta qui. La sua morte non poteva interessare che ai nemici della Libertà e del proletariato. Sentiamo vergogna per questo delitto orrendo perché ha potuto perpetrarsi impunemente in piena Barcellona, in piena lotta contro il fascismo e ci addolora non solamente per la perdita dell'amico e del compagno, ma ancora di più per la tragedia che significa il crollo delle attività di un combattente che non può essere sostituito.

Le pagine che seguono daranno una modesta idea di ciò che Berneri valeva. Che i suoi assassini apprezzino, attraverso questa scritto, la magnifica prodezza che hanno commesso.

 

D. A. DE SANTILLAN




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