Dando uno sguardo al quadro
della rappresentanze consolari italiane in Spagna4, si può constatare
la particolare importanza attribuita dal governo italiano alla colonia italiana
delle Baleari, possedente ben tre agenzie consolari: in Palma di Majorca, in
Ibiza e in Mahón. Si noti che il Vice Consolato in Palma di Majorca fu
istituito durante la guerra europea e che il Vice Console di carriera titolare
del posto fu sostituito da un reggente spagnolo, che in precedenza aveva
diretto per molti anni quell'Agenzia consolare. Quel reggente sarebbe stato
sostituito perché in contrasto con il segretario del Fascio di Palma il cui
rapporto al Segretario dei Fasci all'Estero fu accolto dal Ministro degli
Affari Esteri Grandi, che il 2 giugno 1928 (Telespresso N. 07.361) ordinava al
Console Generale d'Italia in Barcellona di sostituire il reggente spagnolo con
«qualche nazionale che abbia i requisiti richiesti». Se non fu sostituito lo dovette
al fatto che morì, lasciando il posto a un italiano dimorante in Palma,
direttore di uno stabilimento metallurgico, fascista e ex sergente
dell'aviazione, garantito dalla Prefettura di Torino e raccomandato al
Ministero degli Esteri dal Console Generale in Barcellona (lettera 6 ottobre
1928, N. 3.425/370, P. Pers. 3).
Spagnolo era anche l'Agente
Consolare in Mahón e quando, nel luglio 1934, egli dette le proprie dimissioni
non furono proposti che degli spagnoli.
Il Prof. Juan Hernández Mora,
buon conoscitore della lingua e della letteratura italiana e persona distinta e
considerata, fu scartato per l'opposizione di un Capitano di Vascello
dell'Ispettorato dei sommergibili (Ministero della Marina) che dipingeva quel
professore come «un acceso repubblicano, noto in paese per aver preso parte
agli eccessi del cambio di regime e per aver pubblicamente distrutto e
calpestato il ritratto dell'ex Re» (lettera da Siracusa - 16 agosto 1934 - al
Console Generale in Barcellona) e che in base ad un rapporto fondato sulle
informazioni di quel capitano di vascello, l'ammiraglio di divisione Novaro
(lettera da Almería, 3 settembre 1934) mandò al Ministero della Marina.
Il 5 giugno 1934 l'addetto navale alla
R. Ambasciata d'Italia, comandante Lombardi, scriveva ad un funzionario del
consolato generale in Barcellona: «Dati i precedenti del Sig. Ponseti (il
reggente spagnolo dell'Agenzia Consolare di Mahón) sarebbe indispensabile che
egli fosse scomparso per quell'epoca» (quella dell'arrivo, in agosto, a Mahón
della nave scuola «Taranto»). Nel luglio seguente, il Ponseti cadeva malato
e dimissionava. Il problema della di lui successione dette luogo ad un fitto
scambio di lettere ministeriali, ambasciatesche e consolari a favore di questo
o di quel candidato e l'8 novembre il Ministero degli Affari Esteri consigliava
di soprassedere alla nomina di un R. Agente Consolare in Mahón (Telespresso
numero 08.640/19).
Ancora nel febbraio dell'anno
seguente il problema non era risolto sicché quel Ministero invitava il Console
Generale in Barcellona a tentare la definitiva sistemazione dell'Agenzia
Consolare in Mahón (Telespresso N. 01.400/7).
Il problema della sistemazione
dell'agenzia consolare in Ibiza, imposto dalla morte del reggente spagnolo fu
anch'esso laborioso.
Il Console Generale in
Barcellona scriveva in data 24 ottobre 1934 al Ministero degli Affari Esteri
(N. 3. 367-687) «per prospettargli nuovamente la questione segnalatagli nel
dicembre 1933» (rapporto N. 2.116/ 357):
Come dicevo in detto rapporto, nell'isola di Ibiza non
risiedono connazionali e sono rarissimi gli approdi di navi italiane. Tuttavia
la notevole importanza che per ovvie ragioni politico-militari è da ammettersi
alla località, mi ha portato a concludere sulla opportunità di mantenere la R. Agenzia Consolare in
questione, la quale mentre in circostanze speciali può costituire per noi una
fonte preziosa d'informazione, non importa, d'altra parte, alcuna spesa né
richiede particolari cure.
Il Console Generale concludeva
proponendo il banchiere Juan Torres Tur, che il 20 settembre 1935 si poneva a
disposizione della «Noble e Hidalga Nación italiana» facendo voti che «al
frente del Exmo, e Ill.mo Jefe del Gobierno, señor Mussolini, pueda salir
victoriosa de su cometido».
Le Agenzie Consolari italiane
nelle Baleari si rivelano, nei documenti esaminati, oggetto di un interesse
politico-militare che conduce al più attento esame del problema delle nomine,
che vanno concesse a spagnoli sicuri: ossia a moderati filofascisti e disposti
a servire il padrone straniero.
Il Console Generale in
Barcellona nel marzo 1928 visitava lungamente le Agenzie Consolari in Palma e
in Mahón riferendone al Ministero degli Affari Esteri e all'ambasciatore in
Madrid. Il 12 marzo 1932 il Console Generale in Barcellona annunciava
all'Agente Consolare in Palma il prossimo arrivo colà del Vice Console «che con
la Signora
compie un viaggio di breve durata e di carattere particolare».
Il 22 aprile seguente l'Agente
Consolare in Palma poteva scrivere al Console Generale in Barcellona:
Con la recente trasformazione dell'Agenzia Consolare
di Francia in Consolato di carriera, l'unica nazione rappresentata da una R.
Agenzia Consolare è rimasta la nostra. In considerazione della speciale
importanza turistica, politica e commerciale assunta dall'isola di Maiorca in
questi ultimi anni, e tenendo presente che dei 17 paesi con rappresentanza
Consolare, ben 12 sono Consolati e 5 Vice Consolati, mi sono permesso esporre
alla S.V.I. la convenienza che anche l'Italia sostituisca l'attuale R. Agenzia
Consolare con un Consolato o quanto meno un Vice Consolato.
Ritengo necessario illustrare i vantaggi morali ed
anche materiali che detta trasformazione apporterebbe al nostro prestigio,
sicuro che la S.V.I.
meglio che ognuno saprà dettagliare.
Le Baleari, scacchiera di un
giuoco di forze mediterranee, acquistavano sempre più importanza per Roma, alla
quale interessava non il titolo bensì l'attività del suo avamposto imperiale.
E quest'attività merita un
particolare esame.
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