Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Camillo Berneri
Novelle

IntraText CT - Lettura del testo

  • La minestra cattiva
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

La minestra cattiva

 

 

— Siamo alle solite! Porco dio, si deve mangiare di questa roba dopo aver lavorato tutto il giorno? — La voce del figlio risuonò, aspra. La madre borbottò una giustificazione, e continuò a rammendare le calze, con le mani che le tremavano. Ogni tanto passava il dorso della destra sulle palpebre per asciugare le lacrime. Sempre così. E quasi ogni sera.

Anche quella sera il figlio era tornato in ritardo. La madre l'aveva aspettato sulla porta, per non scaldare e riscaldare la minestra, che diventa cattiva. E poi il carbone costa caro.

Anche quella sera la minestra era cattiva, per suo figlio. Diradava le cucchiaiate e smorfiva. Come mai? L'aveva mangiata anche lei e non c'era male. Ma se la mangiava quando il figlio gridava e dava dei pugni sulla tavola, la mandava giù a forza, chè le pareva amara.

Doveva avere qualche cosa nel cuore, qualche spina grossa, suo figlio, per essere così prepotente con una vecchia, con sua madre. Per trovare la minestra cattiva, ogni sera, doveva avere una spina ben grossa nel cuore.

Sgarbato lo era sempre stato, però. Anche piccino, quando tornava affamato tanto da mangiare le pietre. Anche allora faceva delle scenate. Ma allora era ragazzo, e tutti i ragazzi sono uguali.

Non somigliava, no, a suo padre. Il suo uomo quando tornava da lavorare, la sera, era allegro e fischiettava. A tavola chiacchierava, poi accendeva la pipa e talvolta aiutava a sparecchiare. E stava tutta la sera, o andava a fare una partita con gli amici. Alla bettola no. Lavoratore; lui, e regolato. Mai ubriaco. Allegro qualche volta. Ma il bicchiere di più lo faceva ancor più buono.

 

*

 

Il figlio aveva finito di mangiare e si preparava ad uscire. Da parecchie sere si cambiava le scarpe e si metteva il vestito della festa, la sera. — Andrà a fare all'amore — aveva pensato la madre, ma non gliene aveva domandato.

Quella sera il figlio non uscì senza dir niente e sbattendo la porta. Sulla porta si fermò, guardò sua madre e con un mezzo sorriso le disse: "Ora ti riposerai. Sai che prendo moglie?". No che non lo sapeva. Come saperlo, lui non diceva mai nulla! "Fa un po' di pulizia, per domani. Viene la ragazza con suo padre. Sai, non son mica poveri loro. Hanno un sacco di soldi". Non aspettò la risposta ma non sbattè la porta e le disse "Buona notte".

— Si vede che è contento di sposarsipensò la madre e ne fu contenta.

Ma poi pensò alla frase del figlio: "Hanno un sacco di soldi". Cosa stava a fare lei, ormai al mondo? Andare col figlio, in una casa nuova, fra estranei? Suo figlio ne sarebbe stato seccato. La nuora l'avrebbe forse vista male.

Da tanto tempo era stanca della sua vita di vecchia sola senza nessuno che le volesse bene, senza mai un'ora di riposo. Si sentiva stanca. Tante volte, mentre lavava, al fiume, le veniva voglia di chiudere gli occhi e di lasciarsi andar giù nell'acqua, per riposarsi sempre. Ma poi pensava che suo figlio era solo. E suo figlio benchè le avesse dato tanti dispiaceri, benchè fosse cattivo con lei, era il figlio di suo marito, buon'anima. E così riprendeva il cammino di ogni giornata. Ma quella sera sentì il vuoto e il freddo della sua vita più del solito. Si sentì vecchia senza forze, madre senza figlio.

Rivisse il passato. Si rivide ragazza, gialla e scarna, tra ruote e puleggie, col puzzo dei bozzoli che mozza il respiro e l'acqua bollente che brucia le dita. Rivide suo marito bianco bianco con la bocca torta e gli occhi fissi e velati; quando glielo portarono a casa morto. Rivide il signor Giulio, un giovanotto dai bei baffi neri e con una bella bottega che, vedovo voleva sposarla e le diceva: "Pensate che avete un ragazzaccio che ci vuole un polso forte per guidarlo".

Per amore di suo figlio gli disse di sì, ma una sera capì che il signor Giulio non faceva sul serio, e da allora in poi non aveva più pensato a riprender marito, benchè fosse ancora giovane e avesse bisogno di un appoggio. Da anni, invecchiata anzi tempo, viveva con le gambe stanche e il cuore tormentato. Fu così che quella sera uscì e andò al fiume e ruppe con un tonfo il mormorio delle acque.

 

*

 

Il figlio tornò a notte tarda. Trovò la porta aperta e la chiamò, con rabbia, pensandola in chiacchiere con le vicine. Ma fuori non c'era nessuno. Le case dormivano.

Chiamò, bussò ai vicini. Nessuno l'aveva vista. Allora vagò nella notte, lungo il fiume. E chiamò: Mamma! Mamma! E nella sua voce era un tremito di tenerezza angosciata, un singulto di pianto.

tratto da Pagine Libertarie




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License