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Camillo Berneri
Novelle

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  • La medicina moderna
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La medicina moderna

 

 

"...Questi scortichini si danno delle arie perchè escono dall'Università ora, freschi freschi, come se le Università buttassero fuori i medici; è la pratica che fà il medico...". Il vecchio dottore ogni giorno faceva la sua predica contro i medici giovani, gli sbarbatelli che si danno delle arie da specialisti, e a favore dei vecchi medici, che "modestia a parte hanno la pratica che conta di più delle teorie nuove e dei metodi strabilianti... nuove per il pubblico e strabilianti per gli allocchi...". Il farmacista, a questi sfoghi faceva una faccia che voleva dire: "Avete completamente ragione" e: "Via, non esagerate".

Alle domande del vecchio medico, che voleva un consenso senza riserve, il signor Berti, farmacista di prima classe, rispondeva con un sorrisino, o con un'alzata di spalle, o con uno squotio di testa, o con una frase anfibia.

Non voleva compromettersi. Il vecchio medico era un vecchio amico, ma il nuovo medico, un dottorino che pareva un ragazzo di liceo, faceva ricette lunghe lunghe.

Certe sere, il nuovo medico ed il vecchio si incontravano in farmacia.

Il primo deferente, amabile, l'altro burbanzoso e ringhioso. La discussione inevitabile. Il vecchio medico la voleva, nonostante che il dottorino con dei: "Lei sa' meglio di me... non sta a me richiamarle che...", opponesse giudizio, esperienze, casi, con sicura memoria e chiarezza di esposizione, che faceva parteggiare per lui il farmacista, il veterinario e il Cav. Antoni, che, in qualità di sindaco, si compiaceva che Verdelago avesse un dottorino così bravo, così moderno".

Una sera di ottobre, la discussione cadde sopra un caso che faceva parlare tutto il paese. La signora Bertelli, moglie dell'esattore delle imposte, desiderava figli e non poteva averne. S'era confidata colla padrona del "Grappolo d'Uva", una vera e propria antenna radiofonica, che, raccolta una confidenza, l'amplificava e la trasmetteva a più gente possibile. Tutto il paese parlava, ora, del caso della signora Bertelli, che ancor giovane, sana e robusta, non poteva avere figli.

Chi diceva: "dev'essere conformata male" — e chi diceva: "se una donna così non può far figlioli, è il marito che non è bono" — Della prima opinione s'era fatto paladino il vecchio medico, della seconda il dottorino. Il quale cercava di non parlarne, e, se ne parlava, lo faceva con discrezione.

Di noie ne aveva abbastanza con le signorine da marito che, arrivato lui, s'erano tutte ammalate di mali semplici e brevi. Aveva ordinato per tutte: ricostituenti, a base di ferro e di stricnina. Ma all'epidemia erano successi gli inviti a pranzo, al thè, al caffè. Ed erano sbocciate gelosie, che avevano fatto nascere delle chiacchere. C'era anche stata qualche lettera anonima.

Il dottorino s'era pronunciato, dopo una visita. Il vecchio medico, medico di casa Bertelli, sosteneva la sua tesi. E l'utero della signora Bertelli, nonchè gli altri organi intimi, erano anatomizzati, vivisezionati dalla discussione dei due inconciliabili colleghi. Il farmacista s'era pronunciato per la tesi del dottorino, facendo un gesto significativo e mormorando: "Non c'è che questo rimedio!".

La signora Bertelli era rimasta soddisfatta della visita. Il dottorino aveva esclusa la sterilità e ogni cattiva conformazione, e l'aveva pregata di essere discreta, con suo marito. Questa complicità li aveva un po' legati, e la signora trovava che il dottorino oltre che bravo e intelligente, aveva degli occhi dolci, un viso regolare, un bel personale e un modo di fare simpaticissimo. Dall'anatomia e dalla fisiologia, erano passati a parlare del paese, monotono e meschino per tutti e due; della musica, la più bella cosa al mondo per tutti e due; della letteratura, con comune preferenza per il romanzo russo. La visita era durata tre ore, e si sorpresero tutti e due a constatare che s'era fatto buio, sì che la signora Bertelli, essendo per rientrare il marito si affrettò a licenziare il dottorino, confidandogli, a lui lo poteva dire, che il marito era gelosissimo.

Il vecchio medico fu invitato a casa Bertelli, e nel calore della maldicenza contro il collega, saltò fuori coll'argomento della sterilità della signora, nonostante questa avesse cercato di fermarlo a tempo con degli occhiacci.

La sera, partito il medico di casa, ci fu bufera. Per la prima volta, dopo dieci anni di matrimonio, ci furono delle parole grosse. Si snocciolarono l'un contro l'altro rimproveri mai detti. Il lusso di lei e i debiti di gioco di lui, la dote piccola di lei e le avarizie di lui: tutto fu frugato, gettato in faccia, pesato. Lui finì per andare al circolo e lei per piangere. La signora si addormentò con la convinzione di essere la più infelice donna del mondo, la moglie più incompresa; di aver sposato un bruto, egoista e ignorante, con un naso da far paura e una pinguedine ributtante; di aver trovato nel dottore un'anima gemella, che rimpiangeva di non aver conosciuto da ragazza.

Una signora di Verdelago che legge i romanzi russi e suona Chopin è una Madame Bovary, e non c'è da stupirsi se il dottorino e la signora Bertelli si incontrarono per quella viottola che conduce al convento dei Francescani, benchè al convento non ci fosse alcun frate malato e la signora non si confessasse dai frati. Il caso volle che scoppiasse un temporale, e poichè ad uno svolto di quella viottola c'è una quercia grossa così, con un'ampia cavità a fior di terra, è naturale che i due vi si rintanassero. Un po' i lampi che sforbiciavano il cielo, un po' i tuoni che parevano annunciare la fine del mondo, un po' l'angustia del rifugio, la signora Bertelli, fedele per dieci anni al signor Bertelli, ritornò la signorina Merli, ritrovando un cuore, che batteva forte forte trovandosi così vicino a quello di un giovane che avrebbe voluto conoscere dieci anni prima. Ritornata la signorina Merli, arrossì, impallidì, lasciò che il forte braccio la cingesse alla vita e che la bocca ben disegnata e dai denti bianchi premesse sulla sua.

Lo respinse subito dopo, mormorando: "Mio Dio, che cosa facciamo?".

Ma data l'angustia del rifugio, non potè scostarsi nè respingerlo, e si lasciò avviluppare, baciare, accarezzare, mentre il Diavolo faceva diluviare a più non posso, sì che non ebbero timore di essere sorpresi. E la quercia poco dopo, se le querce conoscessero la mitologia, si sarebbe domandata se una driade ed un satiro gemessero nel suo seno.

Ritornarono al paese per vie diverse.

Alla fine di una giornata uggiosa di dicembre, il vecchio medico si rifugiò nella farmacia. Vi trovò una notizia che lo sbalordì: "La signora Bertelli era gravida". L'aveva annunciato al farmacista lo stesso signor Bertelli, trionfante.

Il farmacista strizzò l'occhio, e rimesso a posto un boccale, si avvicinò al vecchio medico e gli bisbigliò: "Eh, bisogna che lo riconosca, la medicina moderna fa miracoli".




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