XII
Con novella arte. Di fatti sí l'Aminta
sí il Pastor fido sono l'ultima produzione matura e perfetta, per opera
di due veri ingegni poetici, della nuova specie drammatica mostratasi da prima
nel teatro ferrarese con l'Egle del Giraldi e col Sacrificio del
Beccari e dal Giraldi individuata anche piú nettamente nel frammento inedito: e
non sono per nulla il frutto tardo ma improvviso d'uno svolgimento dell'ecloga
o della cosí detta commedia pastorale o rusticale. Ciò fu detto per errore, ciò
non poteva essere per piú ragioni storiche e le accennai, ciò non può essere
per piú ragioni d'arte. E prima per una sostanziale, che l'idealizzazione non
può procedere dalla caricatura, anzi avviene sempre il contrario: cosí dalle
ecloghe e commedie pastorali e rusticali, che sono vere caricature, non poté
procedere o svolgersi la favola o tragicommedia pastorale che è
l'idealizzazione. E né anche cotesta specie poté svolgersi o derivare da quelle
ecloghe o altre forme di versi che non erano caricature ma soltanto
rappresentazioni d'occasione; in somma, entomati in difetto, senza idoneità
generativa; attrezzi ornamentali, che, finita la funzione colla festa a cui
servivano, non aveano piú cagion d'essere. Ancora (e questa è ragione formale,
non meno valida della sostanziale): quelle o ecloghe o commedie erano composte
di terzine e di ottave, o piane o sdrucciole che fossero, mescolate talvolta a
serie di endecasillabi con la rima ripercossa e a stanze piú o meno regolari,
frottole in somma: queste favole o tragicommedie sono composte di endecasillabi
senza rima o mescolati a settenari con rima libera, e di cori a stanze
regolari: ora né le stanze regolari posson derivar dalle frottole, né
l'endecasillabo sciolto o misto dalla terzina o dall'ottava; perché la frottola
è metro semi-popolare di seconda formazione per contrapposto alla lirica
regolata, e la terzina e l'ottava sono i metri d'un'arte anteriore e piú
popolare, della rappresentazione drammatica del Quattrocento; dove all'incontro
l'endecasillabo sciolto fu adoperato dai dotti a fare la nuova commedia e
tragedia classica dopo entrato il Cinquecento. Né giova riferirsene al
Trissino. La poetica del Trissino non approva nelle ecloghe del Sannazzaro e
degli altri né lo sdrucciolo né la rima, con il quale e con la quale egli dice
non potersi asseguire la grazia e venustà di Teocrito:74 ma il Trissino stesso già quattordici anni
prima avea scritto in versi sciolti la Sofonisba; aveva, cioè, al nuovo dramma
dato nuova forma metrica propria, tutto l'opposto della vecchia rappresentazione,
di cui ritengono le ecloghe piú o meno rappresentative e le commedie cosí dette
pastorali. Superfluo arrecare a prova il fatto che dopo l'insegnamento e
l'esempio del Trissino lo sciolto era divenuto pe' cinquecentisti il metro
dell'ecloga.75 Qui bisogna decidersi.
Si rinunzia dunque alle famose ecloghe in terza e piú rima dell'ultimo
Quattrocento e del Cinquecento inoltrato? Tanto meglio. Ma si badi che le
ecloghe in versi sciolti del Trissino e dell'Alamanni, e aggiungiamo pure le
tante altre insipide assai e del Muzio e del Grazzini e di molti, non hanno
pretensione alcuna drammatica pur da lontano, né vantano, ch'io sappia,
rappresentazione veruna: sono puri esercizi accademici solitari.
Di cotali ecloghe, a
ogni modo, e piú ancora delle anteriori in terzine sdrucciole o piane, e piú
delle commedie o rusticali o pastorali, non un segno, come già dissi, in
Ferrara. In Ferrara, in vece, prima, per opera dell'Ariosto, contro la vecchia
commedia in terza e ottava rima e anche contro la nuova commedia fiorentina in
prosa, surse la commedia regolare classica nell'antico jambo, cioè in
endecasillabi sciolti e sdruccioli. In Ferrara, se non surse la prima tragedia
classica in versi sciolti, fiorí con sistema estetico preordinato, occupando
piú che un decennio, dal 1541 al 1554, il teatro tragico in versi sciolti di G.
B. Giraldi. E il Giraldi nel 1545 con l'Egle e poco di poi con l'altra
opera che ora è frammento, produzioni di pura idea classica, aprí la carriera
alla favola pastorale, che slanciatasi nello stadio col Sacrificio del
Beccari (1554), toccò la mèta con l'Aminta del Tasso (1577), fu coronata
col Pastor fido del Guarini (1581). Alla favola pastorale, dunque, nata,
cresciuta e venuta alla somma perfezione in Ferrara alla corte estense, diè gli
esemplari della sua doppia forma pur il teatro estense: per la mediocrità
famigliare e per la giocondità, la commedia: per la passione, per l'elocuzione
piú sollevata, per la lirica dei cori, la tragedia. E tra i due generi creduti
rinnovare di su l'antico, questo, misto e composito, e per la novità sua, e per
la rispondenza alle idealità dei tempi, e per il valore dei poeti che lo
sollevarono, T. Tasso e B. Guarini, apparí e divenne il piú originale e vitale,
il piú efficace e fecondo.
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