2 giugno 1930
Carissima Tatiana,
[...] Da bambino io ero un infaticabile cacciatore di
lucertole e di serpi, che davo da mangiare a un bellissimo falco che avevo
addomesticato. Durante queste caccie nelle campagne del mio paese (Ghilarza),
mi capitò tre o quattro volte di trovare un animale molto simile al serpe
comune (biscia), solo che aveva quattro zampette, due vicino alla testa e due
molto lontane dalle prime, vicino alla coda (se si può chiamare così):
l'animale era lungo 60-70 centimetri, molto grosso in confronto della
lunghezza, la sua grossezza corrisponde a quella di una biscia di 1 metro e 20
o un metro e 50.
Le gambette non gli sono molto
utili, perché scappava strisciando molto lentamente. Al mio paese questo
rettile si chiama scurzone, che vorrebbe dire scorciato (curzu
vuol dire corto) e il nome si riferisce certamente al fatto che sembra una
biscia scorciata (bada che c'è anche l'orbettino, che alla poca lunghezza
unisce la proporzionata sottigliezza del corpo). A Santu Lussurgiu dove ho
fatto le tre ultime classi del ginnasio, domandai al professore di Storia
Naturale (che veramente era un vecchio ingegnere del luogo) come si chiamasse
in italiano lo scurzone. Egli rise e mi disse che era un animale immaginario,
l'aspide o il basilisco, e che non conosceva nessun animale come quello che io
descrivevo. I ragazzi di Santu Lussurgiu spiegarono che nel loro paese scurzone
era appunto il basilisco, e che l'animale da me descritto si chiamava coloru
(coluber latino), mentre la biscia si chiamava colora al femminile, ma
il professore disse che erano tutte superstizioni da contadini e che biscie con
le zampe non ne esistono. Tu sai come faccia rabbia a un ragazzo sentirsi dar
torto quando invece sa di aver ragione o addirittura essere preso in giro come
superstizioso in una questione di cose reali; penso che a questa reazione
contro l'autorità messa a servizio dell'ignoranza sicura di se stessa è dovuto
se ancora mi ricordo l'episodio. Al mio paese poi non avevo mai sentito parlare
delle qualità malefiche del basilisco-scurzone, che però in altri paesi era
temuto e circondato di leggende.
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