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Antonio Gramsci
Favole di libertà

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  • II. APOLOGHI E RACCONTINI TORINESI
    • Perché uno sciacallo fu fatto re
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II. APOLOGHI E RACCONTINI TORINESI

Perché uno sciacallo fu fatto re8

 

Nella giungla si erano uniti in «clan», per poter cacciare con più profitto e meno pericolo, e babbuini e lupi e leopardi ed altre bestie di vario pelo e colore. Tra di loro però si era intrufolato un piccolo sciacallo che mangiava i rifiuti e spolpava le ossa dei succulenti banchetti. Era sopportato perché nella giungla lo sciacallo è temuto da tutti come diffusore di idrofobia e di malattie infettive, ma l'irritazione e il malcontento era grande e tutti del «clan» avrebbero benedetto la buona occasione che li avesse liberati dal poco piacevole socio.

Fu una scimmietta molto accorta e giudiziosa che trovò la via di scampo: «Perché non lo facciamo nostro re? - propose in una privata assemblea da lei appositamente convocata, - lo potremmo così collocare nella sua nicchietta, ben pasciuto e immunizzato dalla sua stessa autorità, e noi non avremmo più a soffrire del contatto da pari a pari con chi ci fa continuamente rabbrividire e drizzare il pelo. Potrà fare collezione di tutti i cocci colorati e le cartine inargentate che troveremo nelle nostre incursioni, di cui gli faremo doveroso omaggio, e così saremo tranquilli».






p. -

8 Il titolo originale è in realtà «'L sindich (il sindaco)».





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