Tra i corvi ed i gufi era scoppiata la guerra per causa d'un
boschetto di cui, da tempo, si contendevano la proprietà. In pochi giorni i
corvi si trovarono ridotti a malpartito. I gufi che si svegliano dopo il
tramonto, assalivano nella notte i corvi dormienti nei loro nidi e ne facevano
strage. Invano i corvi cercavano di rintuzzare l'offesa. Svolazzavano da mane a
sera tra gli alberi, sostavano sui fianchi scoscesi dei monti, esploravano i
crepacci, le rupi ... non un palmo di terreno sfuggiva alla loro indagine.
Tutto era inutile. I gufi se ne
stavano rintanati nei loro nidi nascosti, introvabili, e ridevano, ridevano dei
corvi che ogni giorno seppellivano qualcuno dei loro senza mai riuscire a fare
una vittima tra le file dell'esercito nemico.
Un giorno i corvi tennero
consiglio. Che dissero? Impossibile sapere. I corvi conoscono l'arte di
conservare i segreti e non svelarono mai ad alcuno - né sotto l'imposizione
della forza, né fra le reti dell'insidia - quali deliberazioni furono prese in
quella storica riunione. Si sa però che sorse una disputa e che l'assemblea
terminò drammaticamente.
Infatti, un vecchio corvo ne
uscì spennacchiato, malconcio, ferito in più parti. Egli abbandonò la tribù e
si recò, saltellando - le ali più non lo reggevano - su di una rupe enorme
dove, in una notte lontana, aveva sentito lo stridulo grido del gufo. Si posò
sulla vetta della roccia gigantesca e attese la notte. Quando i gufi uscirono
dai loro rifugi scorsero, con gli occhi fosforescenti, paurosi, il vecchio
corvo. Gli furono attorno minacciosi, pronti a colpirlo.
«Non vedete dunque ch'io vengo
tra di voi in cerca di pietà? - disse il corvo. - Non vedete che i miei m'hanno
reso impotente al volo, mi hanno ferito, m'hanno scacciato? Accoglietemi.
Soccorretemi. Sarò il vostro consigliere. Quando le mie ali saranno pari alla
bisogna vi guiderò, io stesso, nelle case dei corvi».
I gufi tennero consiglio. Un
vecchio gufo s'alzò e disse: «Non fidatevi. È della razza dei vostri nemici. Vi
tradirà». Ma tutti risero a queste parole e vollero che il corvo restasse con
loro e gli resero grandi onori e s'inchinarono dinanzi a lui come dinanzi al
re. Il vecchio gufo, inascoltato e deriso, varcò il monte e sparve. Trovò una
nuova tribù? Una nuova famiglia? Chissà!...
Il corvo esplorò tutti i nidi
dei gufi, conobbe le loro abitudini, i loro piani di guerra, i loro propositi.
Misurò le loro forze, s'impadronì dei loro segreti. Seppe persino che la moglie
del primo ministro trescava - civetta! - col capo di stato maggiore... I gufi
andavano a gara per rivelargli ogni cosa. Nulla sfuggiva alla sua indagine
sagace.
I giorni passarono e le ali del
corvo ferito crebbero e riebbero forza.
Egli chiamò i gufi a raccolta e
disse: «Miei generosi amici! Il giorno è venuto. Io vi darò in cambio
dell'ospitalità cortese, il trionfo ultimo sui corvi. (Applausi). Io
partirò all'alba di domani, scoprirò tutti i nidi dei vostri nemici e prima che
la notte ritorni sarò tra di voi per guidarvi, per portarvi alla vittoria». (Lunga
clamorosa ovazione). Il corvo partì.
Tornò alla sua tribù che accorse festante ai suoi gridi
gracchiando con gioia infinita. Egli fece schierare i maschi in ordine di
battaglia, si pose alla loro testa e spiccò il volo...
Sul rifugio dei gufi, prima che
la notte scendesse, a cento, a mille, feroci, piombarono i corvi. I gufi
dormivano e i corvi ne fecero strage.
Non uno salvò la sua vita...
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