Cosa rappresenta lo Stato per i
socialisti? Lo Stato è l'organizzazione economico-politica della classe borghese.
Lo Stato è la classe borghese nella sua concreta forza attuale.
La classe borghese non è una
unità fuori dello Stato. Per il principio e l'azione della libera concorrenza
sorgono e si costituiscono continuamente nuovi gruppi di produttori capitalisti
che integrano incessantemente la capacità economica del regime. Ogni gruppo
vorrebbe uscire dalla dilacerante lotta della concorrenza imponendo il
monopolio. Lo Stato compone giuridicamente i dissidi interni di classe, gli
attriti d'interessi contrastanti, unifica i ceti e dà l'immagine plastica
dell'intera classe. Il governo, il potere, è il punto in cui si afferma la
concorrenza dei ceti. Il governo è il premio del partito, del ceto borghese piú
forte, che per questa forza conquista il diritto di regolare il potere dello
Stato, di rivolgerlo a determinati fini, di plasmarlo prevalentemente a seconda
dei suoi programmi economici e politici.
Assolutamente diversa è la
posizione che occupano di fronte allo Stato i partiti borghesi e il Partito
socialista.
I partiti borghesi o sono
esponenti di categorie di produttori, o sono sciame di mosche cocchiere che non
intaccano neppure superficialmente la compagine dello Stato, ma ronzano parole
e succhiano il miele dei favoritismi.
Il Partito socialista non è organizzazione
di ceto, ma di classe: è morfologicamente diverso da ogni altro partito. Può
riconoscere solo nello Stato, complesso della classe borghese, il suo simile
antagonistico. Non può entrare in concorrenza per la conquista dello Stato, né
direttamente, né indirettamente, senza suicidarsi, senza snaturarsi, e
diventare puro ceto politico, estraniato dalla attività storica del
proletariato, e diventare sciame di mosche cocchiere in caccia della scodella
di biancomangiare in cui rimanere invischiato e perire ingloriosamente.
Il Partito socialista non
conquista lo Stato, lo sostituisce; sostituisce il regime, abolisce il governo
dei partiti, alla libera concorrenza sostituisce l'organizzazione della
produzione e degli scambi.
|