Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Antonio Gramsci
Scritti politici I

IntraText CT - Lettura del testo

  • 1918
    • La politica del «se»
      • Il messianismo giacobino
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Il messianismo giacobino

 

Questa incapacità a comprendere la storia e quindi a farla attualmente attraverso la lotta politica, è in dipendenza con un indirizzo di cultura e una tradizione politica nati in Francia nel secolo XVIII, e che hanno avuto la prima e piú significativa espressione nel giacobinismo della rivoluzione borghese dell'89.

Il giacobinismo è una visione messianica della storia; esso parla sempre per astrazioni, il male, il bene, l'oppressione, la libertà, la luce, le tenebre che esistono assolutamente, genericamente e non in forme concrete e storiche come sono gli istituti economici e politici nei quali la società si disciplina attraverso o contro i quali si sviluppa: lo Stato cioè, variamente organizzato a seconda dei rapporti di sommessione o di indipendenza che intercedono tra i poteri responsabili (il sovrano e il governo, il parlamento e la magistratura), lo Stato che è costituito in modo da permettere facilmente un ulteriore sviluppo della società verso forme superiori di libertà e responsabilità sociale, o è un aggregato parassitario di individui e gruppi che ne rivolgono a proprio beneficio le energie, e con lo Stato le organizzazioni libere sorte come affermazione di interessi legittimi delle classi e dei ceti economici e politici.

Il giacobinismo astrae da queste forme concrete della società umana che operano permanentemente sullo svolgersi degli eventi, e pone la storia come un contratto, come la rivelazione di una verità assoluta che si realizza perché un certo numero di cittadini di buona volontà si sono messi d'accordo, hanno giurato di portare a realtà il pensiero. Cosí concepita la storia è una lunga serie di disillusioni, di rimbrotti, di richiami, di «se». Se gli avvenimenti non si svolgono secondo lo schema prestabilito, si grida al tradimento, alla defezione, si suppone che perverse volontà ne abbiano attraversato il «naturale» decorso. E il giacobinismo trae dal suo spirito messianico, dalla sua fede nella verità rivelata, la pretesa politica di sopprimere violentemente ogni opposizione, ogni volontà che rifiuti di aderire al contratto sociale. E si cade nelle contraddizioni, cosí comuni nei regimi democratici, tra le professioni di fede inneggianti alla libertà piú sconfinata e la pratica di tirannia e di intolleranza brutale.

Il giacobinismo politico, se può essere innocuo fintantoché rimane pura forma mentale, è dannoso allo sviluppo della storia e delle forme concrete che disciplinano la società, quando riesce a imporsi politicamente e a diventare il datore della cultura. Esso disabitua i cervelli dallo studio serio, dalla seria ricerca delle fonti permanentemente vive delle ingiustizie, dei mali, delle oppressioni, dissolve le associazioni sorte per operare secondo una nozione esatta della realtà e produrre quindi conseguenze utili, teglie il senso della responsabilità sociale, rende vana ogni critica, perché la critica rivolge la sua ricerca non al concreto ma ai fantasmi fluttuanti della contingenza piú svaporata.

Contro questo indirizzo di cultura, contro la concezione della storia che si esaurisce nei «se», ha reagito vigorosamente la critica marxista; ma si è ben lungi dall'aver raggiunto una cultura critica diffusa che efficacemente si opponga a questo deleterio imperversare dei cani urlanti alla luna.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License