Il messianismo giacobino è
completato dal messianismo culturale, che in Italia è rappresentato da Gaetano
Salvemini ed ha fatto nascere dei movimenti ideali, quali in passato quello
della Voce e attualmente quello dell'Unità, rassegna di
discussione dei problemi della vita italiana diretta dal Salvemini e dall'on. De Viti de Marco.
Il messianismo culturale ha sviluppato della tradizione
rivoluzionaria francese la corrente liberale. Anch'esso attende al culto della
verità, ma il culto professa non al modo dei cattolici, ma al modo dei
protestanti; con grande tolleranza, con infinita fede nell'efficacia della
discussione e della propaganda, con molta tenacia e coraggio alimentato dalla
persuasione che la maggioranza degli uomini è formata di individui fondamentalmente
onesti e retti che sono preda e vittime dell'ignoranza, o di una confusa
nozione dei loro reali interessi e dei fini che piú utilmente si dovrebbero
perseguire.
Questo indirizzo, cosí
simpatico, cosí attraente per un infinito numero di ragioni, rientra anch'esso
nella corrente politica del «se». Il messianismo culturale astrae anch'esso
dalle concrete forme della vita economica e politica, pone anch'esso un
assoluto fuori del tempo e dello spazio, è fenomeno di indisciplina e di
disorganizzazione sociale, finisce col diventare un'utopia, col creare dei
dilettanti e dei leggeri irresponsabili.
L'Unità infatti studia i
problemi della vita pubblica nazionale e internazionale con accuratezza, con
scrupolo scientifico; è una mirabile esperienza di scuola libera per i
cittadini che vogliono avere informazioni controllate, che vogliono avere la
sicurezza di non essere truffati dagli scrittori cui si rivolgono per avere
suggerimenti, stimoli a coordinare il pensiero pratico, indirizzi per giudicare
rettamente gli avvenimenti. Ma a chi si rivolge l'Unità? A quali energie
sociali organizzate coordina la sua attività di cultura? A tutti genericamente
e a nessuno praticamente. La sua operosità si inizia con un «se» formidabile,
che dissolve ogni efficacia reale dell'operosità stessa: se... tutti facessero
come noi, se... tutti si impadronissero degli esatti termini di un problema
cosí rapidamente come noi facciamo, e contemporaneamente a noi. La realtà
invece è che un paese, e specialmente l'Italia per le particolari condizioni
intellettuali del suo popolo, è diversamente preparato nei singoli individui, e
solo dopo uno sforzo assiduo, paziente, di diecine d'anni, una determinata idea
riesce a diffondersi efficacemente negli organismi liberamente costituiti, che liberamente
accettano un indirizzo e liberamente operano in comunione.
Salvemini crede al «contratto
sociale», crede alla possibilità degli accordi fulminei di un certo numero di
persone, disperse in un grande territorio, e poiché questi accordi fulminei non
si verificano o tardano a verificarsi, egli presuppone la coda del diavolo,
l'influsso malefico di volontà perverse, che finisce con l'identificare coi
«dirigenti», i cui nomi egli solo conosce e che demagogicamente vengono segnati
all'esecrazione universale.
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