Quotidianamente i giornali
ufficiosi di questo o quello dei pascià irresponsabili e incontrollati che costituiscono
il ministero Orlando pubblicano un bollettino sanitario sulla censura. Appena
avantieri il Popolo Romano annunciava:
Apprendiamo
col piú vivo piacere da fonte sicura che dal ministero dell'Interno sono state
impartite disposizioni perché l'ufficio di censura si attenga scrupolosamente
agli ultimi decreti luogotenenziali evitando esagerate interpretazioni e
conseguenti reclami.
Le nuove disposizioni impartite
non faranno mutare minimamente le cose: continueranno a soggiacere al regime di
arbitrio che da quattro anni ha ridotto i «figli di Roma» al rango di una tribú
di cannibali della Papuasia.
I dottrinari del diritto
costituzionale discutono sulla formula che definisca lo Stato italiano. È lo
Stato italiano parlamentare, costituzionale, assoluto? O contempera
brillantemente in una sintesi, riflesso delle qualità eminentemente pragmatiche
del popolo nostro, tutto ciò che di buono è risultato dalle esperienze
democratiche degli altri popoli? Lo Stato italiano, attraverso l'esame della
guerra, ha finalmente rivelato la sua intima essenza: esso è lo Stato di
Pulcinella, è il dominio dell'arbitrio, del capriccio, dell'irresponsabilità,
del disordine immanente, generatore di sempre piú asfissiante disordine. Negli
Stati assoluti esiste un solo autocrate, depositario della sovranità e del
potere: nel paese di Pulcinella gli autocrati si moltiplicano per generazione
spontanea: la tribú dei segretari e sottosegretari di Stato è un semenzaio di
poteri autocratici, ognuno dei quali opera per conto proprio, fa, disfa,
accavalla e distrugge, distrugge la ricchezza nazionale; sono autocrati i
prefetti, i sottoprefetti, i questori che unificano la farragine di
disposizioni, circolari, decreti nel proprio buon piacere; i censori che,
scelti col criterio della beneficenza, per assicurare una decorosa vecchiaia ai
falliti del giornalismo e della burocrazia, mangiano la foglia...
sonniniana-conservatrice e tagliano e deturpano l'Avanti! preoccupandosi
solo di perpetuare il loro canonicato e i lauti appannaggi correlativi: i
generali, i delegati, i questurini. Ognuno di questi «servitori» del potere
esecutivo ha trasformato la sfera della sua azione in una satrapia indipendente
dalle leggi generali, in uno Stato nello Stato, dove l'abuso e il sopruso sono
la quotidiana attività, che travolge e dissolve le tradizioni, la sicurezza,
gli interessi cosiddetti legittimi, le gerarchie sentimentali e autoritarie, i
rapporti sociali.
Attraversiamo la fase critica
del processo dissolutivo dello Stato capitalista, costretto dagli avvenimenti a
strafare quando è incapace al semplice fare, che interviene nella sfera
d'azione delle private iniziative e determina solo confusione, turbamento,
arresti di sviluppo, che proclama a gran voce libertà e ordine, e trema per
ogni parola eterodossa, per ogni affermazione teorica di principio. Lo Stato
italiano è lo Stato di Pulcinella, dove nessuno comanda perché un'infinità di
irresponsabili comandano, dove nessuno crea, perché gli incompetenti riddano
attorno agli stipendi e alle sinecure, dove il domani è buio perché non esiste
un'attività generale organizzata che segua rettilineamente una via conosciuta.
È il paese del disordine permanente, della censura permanente, dello stato
d'assedio permanente, anche se decreti e disposizioni particolari annunziano,
confermano, ripetono, avvertono, assicurano. Esiste piú uno Stato? Esistono piú
leggi generali? Esiste piú una gerarchia d'autorità che effettivamente riesca a
ottenere obbedienza dai subalterni? Pulcinella trema; egli ha sentito rumore e
il terrore bianco gli ha fermato il cuore, gli ha spezzato i tendini, gli ha
atrofizzato il cervello.
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