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Antonio Gramsci
Scritti politici I

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  • 1919
    • L'internazionale comunista
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L'internazionale comunista64

 

L'Internazionale comunista è nata e si sviluppa dalle rivoluzioni proletarie e con le rivoluzioni proletarie. Già tre grandi Stati proletari: le Repubbliche soviettiste di Russia, di Ucraina e di Ungheria ne formano la base reale storica.

In una lettera a Sorge del 12 settembre 1874, Federico Engels scrisse a proposito della I Internazionale in via di sfacelo: «L'Internazionale ha dominato dieci anni di storia europea e può con fierezza guardare l'opera sua. Ma essa è sopravvissuta nella sua forma antiquata. Credo che la prossima Internazionale sarà, dopo che gli scritti di Marx avranno operato per qualche anno, direttamente comunista e instaurerà i nostri princípi».

La II Internazionale non realizzò la fede dell'Engels; dopo la guerra, invece, e dopo le esperienze positive della Russia, si sono disegnati nettamente i contorni dell'Internazionale rivoluzionaria, dell'Internazionale di realizzazione comunista.

La nuova Internazionale ha per base l'accettazione di queste tesi fondamentali, che sono elaborate secondo il programma della Lega Spartaco di Germania e del Partito comunista (bolscevico) di Russia:

1) L'epoca attuale è l'epoca della decomposizione e del fallimento dell'intero sistema mondiale capitalista, ciò che significherà il fallimento della civiltà europea se il capitalismo non verrà soppresso con tutti i suoi antagonismi irrimediabili.

2) Il compito del proletariato nell'ora attuale consiste nella conquista dei poteri dello Stato. Questa conquista significa: soppressione dell'apparato governativo della borghesia e organizzazione di un apparato governativo proletario.

3) Questo nuovo governo proletario è la dittatura del proletariato industriale e dei contadini poveri, che deve essere lo strumento della soppressione sistematica delle classi sfruttatrici e della loro espropriazione. Il tipo di Stato proletario non è la falsa democrazia borghese, forma ipocrita della dominazione oligarchica finanziaria, ma la democrazia proletaria che realizzerà la libertà delle masse lavoratrici; non il parlamentarismo, ma l'autogoverno delle masse attraverso i propri organi elettivi; non la burocrazia di carriera, ma organi amministrativi creati dalle masse stesse, con la partecipazione reale delle masse all'amministrazione del paese e all'opera socialista di costruzione. La forma concreta dello Stato proletario è il potere dei Consigli o di organizzazioni consimili.

4) La dittatura del proletariato è la leva dell'espropriazione immediata del capitale e della soppressione del diritto di proprietà privata sui mezzi di produzione, che devono essere trasformati in proprietà della nazione intera. La socializzazione della grande industria e dei suoi centri organizzatori, le banche; la confisca delle terre dei proprietari fondiari e la socializzazione della produzione agricola capitalista (comprendendo per socializzazione la soppressione della proprietà privata, il passaggio della proprietà allo Stato proletario e lo stabilimento dell'amministrazione socialista a mezzo della classe operaia); il monopolio del grande commercio; la socializzazione dei grandi palazzi nelle città e dei castelli nelle campagne; l'introduzione dell'amministrazione operaia e l'accentramento delle funzioni economiche nelle mani degli organi della dittatura proletaria, ecco il còmpito del governo proletario.

5) Al fine di assicurare la difesa della rivoluzione socialista contro i nemici interni ed esterni, e il soccorso ad altre frazioni nazionali del proletariato in lotta, è necessario di disarmare completamente la borghesia e i suoi agenti, e di armare tutto il proletariato, senza eccezione.

6) La situazione mondiale nell'ora presente esige il massimo contatto fra le differenti frazioni del proletariato rivoluzionario, come pure il blocco completo dei paesi nei quali la rivoluzione socialista è gia vittoriosa.

7) Il metodo principale di lotta è l'azione delle masse del proletariato fino al conflitto aperto contro i poteri dello Stato capitalista.

Tutto il movimento proletario e socialista mondiale si orienta decisamente verso l'Internazionale comunista. Gli operai e i contadini sentono tutti, anche se confusamente e vagamente, che le Repubbliche soviettiste di Russia, Ucraina e Ungheria sono le cellule di una nuova società che realizza tutte le aspirazioni e le speranze degli oppressi del mondo. L'idea della difesa delle rivoluzioni proletarie dagli assalti del capitalismo mondiale deve servire a stimolare i fermenti rivoluzionari delle masse: su questo piano è necessario concertare un'azione energica e simultanea dei partiti socialisti di Inghilterra, di Francia e di Italia che imponga l'arresto di ogni offensiva contro la repubblica dei Soviet. La vittoria del capitalismo occidentale sul proletariato russo significherebbe l'Europa gettata per un ventennio in braccio alla piú feroce e spietata reazione. Nessun sacrificio può essere grande se si riuscirà a impedire che ciò avvenga, se si riuscirà a rafforzare l'Internazionale comunista, che sola darà al mondo la pace nel lavoro e nella giustizia.






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64 Siglato A.G., L'Ordine Nuovo, 24 maggio 1919, sotto la rubrica «Vita politica internazionale».





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