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Antonio Gramsci
Scritti politici I

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  • 1917
    • Carattere
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Carattere23

 

Non rimproveriamo agli avversari del socialismo di essere avversari del socialismo. Avendo una coscienza esatta della nostra personalità, del compito che ci siamo proposti, del metodo, attraverso il quale cerchiamo di raggiungere i nostri fini, comprendiamo perfettamente che possano e anzi debbano esistere i nostri avversari.

Ci maravigliamo che i nostri avversari non comprendano che possiamo e dobbiamo esistere noi. Ci maravigliamo che i nostri avversari non comprendano che noi possiamo e dobbiamo avere una personalità, dei compiti, dei fini, dei metodi, che non sono i loro. Ci maravigliamo, ma non andiamo in collera. Questa incomprensione dei nostri avversari è una prova della loro deficienza. Essi non comprendono il nostro carattere, perché essi stessi non hanno carattere. Essi non comprendono che noi facciamo sul serio, che noi seria[mente c preoccupiamo di perseguire i no]stri fini, di sviluppare la nostra potenza, di esplicare i nostri metodi, solo perché essi non sono seri, perché non hanno fini; non hanno metodi, sono impotenti.

La loro mentalità si è formata attraverso il trasformismo. La loro vita è la vita del giorno per giorno. Non sanno vedere piú in del fatto attuale. Anche se giovani singolarmente, sono vecchi come collettività. E i vecchi non hanno uno scopo importante nella vita. Pensano solo a superare volta per volta gli ostacoli, le insidie al loro organismo indebolito. Biologicamente il vecchio non ha carattere, perché è di dalla parabola. Egli consuma le energie accumulate in giovinezza, e non può immaginare piú, non può piú comprendere che ci sia chi si preoccupi invece di moltiplicare le cellule e i tessuti del suo organismo, chi si preoccupi che il suo scheletro osseo sia saldo, non subisca delle deviazioni, ma si rinsaldi omogeneo, tale da essere quello di un uomo biologicamente perfetto e non un ammasso di materia cartilaginosa, che si affloscia e si deforma a seconda degli urti delle forze esteriori.

La mentalità dei nostri avversari è trasformistica. Il primo nucleo dei partiti attuali di conservazione si è costituito con gli uomini che nel periodo tra il 1860 e il 1880 si sono convertiti dalle idee estreme di allora (mazzinianismo, radicalismo antimonarchico, ecc.) alle idee d'ordine. Si sono convertiti per sentimentalismo o per spirito di adattamento. Il sentimentalismo è diventato cosí il principio politico costruttivo della vita pubblica italiana. Il sentimentalismo che distrugge il carattere, che impedisce la formazione del carattere. Che alla vita logica sostituisce la confusione, al distinto, l'indistinto e il caotico. Che nega ogni programma concreto, perché è disposto a modificarsi a seconda delle contingenze che il caso crea. Che è disposto a costringere le sue idee elementari, i suoi principi istintivi nelle strettoie che gli avvenimenti preparano e impongono. Questa accomodabilità diventa un abito, determina un modo speciale di pensare. Le polemiche scatenatesi contro il socialismo per l'atteggiamento che i socialisti italiani hanno assunto nei confronti della guerra, ne sono una conseguenza.

I nostri avversari non si preoccupano di giudicare l'atteggiamento dei socialisti alla stregua dei principi e dei metodi che i socialisti hanno sempre professato e seguito. Far ciò vorrebbe dire giudicare veramente, e fare cosa concreta. Essi non tentano neppure questo giudizio, ne sono incapaci. Dinanzi a degli uomini di carattere, perdono la bussola, brancolano nel buio, si disperdono in tutti i vicoli ciechi del pettegolezzo, della maldicenza, della diffamazione. Non comprendono un contegno rettilineo, rigidamente coerente. Sono ipnotizzati dai fatti, dalla attualità. Non comprendono l'uomo di carattere, che i fatti e l'attualità pesa e giudica non tanto in sé e per sé quanto per la concatenazione che hanno col passato e con l'avvenire. Che i fatti giudica quindi specialmente per i loro effetti, per la loro eternità. Sono dei mistici del fatto. E il mistico non può giudicare, può solamente benedire o odiare.

Ma è questa la forza dei socialisti italiani. Aver conservato un carattere. Essere riusciti à vincere i sentimentalismi, essere riusciti a strozzare i palpiti del cuore, come stimoli all'azione, come stimolo alle manifestazioni di vita collettiva. I socialisti italiani hanno realizzato, in questo periodo della storia, l'umanità piú perfetta per i fini della storia. L'umanità che non cade nelle facili trappole dell'illusione. La umanità che ha rinnegato come inutili e nocive le forme inferiori della vita spirituale: l'impulso del buon cuore e il sentimentalismo. Le ha rinnegate coscientemente. Perché ha saputo assimilare gli insegnamenti dei suoi maestri piú grandi, e gli insegnamenti che scaturivano spontaneamente dalla realtà borghese morsa dai reagenti della critica socialista. I socialisti italiani sono rimasti incrollabili entro i ranghi determinati dalla esistenza delle classi sociali. Non si sono turbati, come collettività, per gli spettacoli dolorosi che si presentavano ai loro occhi. Non sono svenuti, come collettività, quando è stato loro scagliato fra i piedi il cadavere ancora palpitante di un bambino assassinato. La commozione che ogni singolo ha provato, la stretta al cuore, le simpatie che ogni singolo ha potuto provare, non hanno scalfito la granitica compattezza della classe. Se ogni singolo ha un cuore, la classe, come tale, non ha cuore nel senso che alla parola è solito dare l'umanitarismo infrollito. La classe ha una volontà, la classe ha un carattere. Di questa volontà, di questo carattere è plasmata tutta la sua vita, senza alcun residuo. Come classe non può avere solidarietà che di classe, altra forma di lotta che quella di classe, altra nazione che la classe, cioè l'Internazionale. Il suo cuore non è che la coscienza del suo essere classe, la coscienza dei suoi fini, la coscienza del suo avvenire. Dell'avvenire che è solamente suo, per il quale non domanda solidarietà e collaborazione a nessuno, per il quale non vuole che palpiti il cuore di nessuno, ma palpiti solo, nella sua immensa potenzialità dinamica e creatrice, la sua volontà tenace, implacabile contro tutto e tutti che a lei siano estranei.

I nostri avversari non comprendono questo. In Italia non si conosce il carattere. Ed è questa l'unica cosa in cui i socialisti possano giovare, e abbiano giovato all'italianità. Hanno dato all'Italia ciò che finora le è sempre mancato. Un esempio vivo e drammaticamente palpitante di carattere adamantino e fieramente superbo di se stesso.






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23 Firmato Alfa Gamma, Il Grido del Popolo, 3 marzo 1917.





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