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Antonio Gramsci
Scritti politici I

IntraText CT - Lettura del testo

  • 1918
    • La politica del «se»
      • Il messianismo culturale
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Il messianismo culturale

 

Il messianismo giacobino è completato dal messianismo culturale, che in Italia è rappresentato da Gaetano Salvemini ed ha fatto nascere dei movimenti ideali, quali in passato quello della Voce e attualmente quello dell'Unità, rassegna di discussione dei problemi della vita italiana diretta dal Salvemini e dall'on. De Viti de Marco.

Il messianismo culturale ha sviluppato della tradizione rivoluzionaria francese la corrente liberale. Anch'esso attende al culto della verità, ma il culto professa non al modo dei cattolici, ma al modo dei protestanti; con grande tolleranza, con infinita fede nell'efficacia della discussione e della propaganda, con molta tenacia e coraggio alimentato dalla persuasione che la maggioranza degli uomini è formata di individui fondamentalmente onesti e retti che sono preda e vittime dell'ignoranza, o di una confusa nozione dei loro reali interessi e dei fini che piú utilmente si dovrebbero perseguire.

Questo indirizzo, cosí simpatico, cosí attraente per un infinito numero di ragioni, rientra anch'esso nella corrente politica del «se». Il messianismo culturale astrae anch'esso dalle concrete forme della vita economica e politica, pone anch'esso un assoluto fuori del tempo e dello spazio, è fenomeno di indisciplina e di disorganizzazione sociale, finisce col diventare un'utopia, col creare dei dilettanti e dei leggeri irresponsabili.

L'Unità infatti studia i problemi della vita pubblica nazionale e internazionale con accuratezza, con scrupolo scientifico; è una mirabile esperienza di scuola libera per i cittadini che vogliono avere informazioni controllate, che vogliono avere la sicurezza di non essere truffati dagli scrittori cui si rivolgono per avere suggerimenti, stimoli a coordinare il pensiero pratico, indirizzi per giudicare rettamente gli avvenimenti. Ma a chi si rivolge l'Unità? A quali energie sociali organizzate coordina la sua attività di cultura? A tutti genericamente e a nessuno praticamente. La sua operosità si inizia con un «se» formidabile, che dissolve ogni efficacia reale dell'operosità stessa: se... tutti facessero come noi, se... tutti si impadronissero degli esatti termini di un problema cosí rapidamente come noi facciamo, e contemporaneamente a noi. La realtà invece è che un paese, e specialmente l'Italia per le particolari condizioni intellettuali del suo popolo, è diversamente preparato nei singoli individui, e solo dopo uno sforzo assiduo, paziente, di diecine d'anni, una determinata idea riesce a diffondersi efficacemente negli organismi liberamente costituiti, che liberamente accettano un indirizzo e liberamente operano in comunione.

Salvemini crede al «contratto sociale», crede alla possibilità degli accordi fulminei di un certo numero di persone, disperse in un grande territorio, e poiché questi accordi fulminei non si verificano o tardano a verificarsi, egli presuppone la coda del diavolo, l'influsso malefico di volontà perverse, che finisce con l'identificare coi «dirigenti», i cui nomi egli solo conosce e che demagogicamente vengono segnati all'esecrazione universale.

 

 




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