IV.
Confronto del metodo
praticato dall'Accusa con le dottrine del Guizot.
Questo metodo presenta i
caratteri indicati dal Guizot? Furono accumulati fatti a me estranei? Fui immerso
dentro una atmosfera vaga e indefinita dove non si trova la strada per uscirne?
Si espose la storia, o piuttosto la novella dello stato del paese, e delle
pubbliche disposizioni, per appuntarmela al petto? Fuori dei fatti dell'accusa
speciale non fu egli costruito uno edifizio per rovesciarmelo sul capo? Ebrei
con Sammaritani mescolaronsi o no? La Chimera favolosa non si doveva vedere ridotta a
verità nei Documenti della Accusa? La lunga rete non si strascinava per tratto
largo di mare onde pescare di tutto un po' ai miei danni; fatti estranei,
induzioni, rumori plebei, calunnie, rabbia di partiti, sofismi, per
invilupparmici dentro? Non si è prima tentato di stabilire una cospirazione
diretta a distruggere la Monarchia Costituzionale, e poi si è detto: ecco
il colpevole?
È stato fatto anche più;
dopo avere con faticosa solerzia raccolto un cumulo di pietre destinate a
lapidarmi, ad un tratto me lo hanno mostrato, e incominciando a gittarmele
contro la persona soggiunsero: difendetevi! - Al punto stesso però mi negarono
gli atti della mia Amministrazione5 capaci a chiarire le
condizioni toscane in cotesti tempi quali erano, e gli sforzi supremi da me
adoperati per mantenere i popoli alla devozione della Monarchia Costituzionale,
che l'Accusa pretende da me insidiata mai sempre, e la ragione, anzi pure la
necessità, delle opere incriminate. - Difendetevi! - Ma in mezzo alla bufera
rivoluzionaria, fra tremende perplessità, e incessanti terrori, che da un punto
all'altro subbissasse la società, per ispossatezza, e per vigilia
febbricitante, avevo io modo di notare i singoli casi? Quando si apre una via
all'acqua nel corpo della nave, bada egli il pilota quale delle sartie le
schianti la tempesta? - Come rammentarsi di tutti i successi, che varii, moltiplici,
infiniti, si tenevano dietro con ispaventevole rapidità? Chi conosce a nome le
migliaia delle persone che mi passavano davanti, in ispecie se si consideri che
da tempo breve io avevo stanza a Firenze? E conoscendole ancora, come
ricordarmene dopo spazio sì lungo di tempo? Perchè non concedermi le conferenze
co' segretarii miei, e con le persone che mi circondavano, onde potere
instituire ricerche a difesa, come l'Accusa le instituiva laboriosamente e per
anni ben lunghi ad offesa? - Difendetevi! - Ma se mi legate le mani, se mi
chiudete la bocca, se da due anni e più mi tenete iniquissimamente in carcere
segreta, come ho a fare per difendermi io? - Difendetevi! - Ma se le
testimonianze avverse al concetto, che vi tramandate dall'uno all'altro stereotipato,
non curate; se, giudicando della mia amministrazione, gli archivj della mia
amministrazione a voi e ad altrui chiudete; se invece di dissetarvi a cotesta
fonte viva, correte dietro a rigagnoli di acqua fangosa; se i documenti e i
riscontri non leggete; se le deduzioni rigorose di logica aborrite, a che e
come mi difenderei io davanti a voi? Invece di distinguere confondete, vero a
falso mescolate, la progressione dei tempi invertite; gli stessi errori, le
medesime enormezze, anzi pure le stesse parole da un Decreto all'altro (funesto
augurio di non possibile difesa) trasportate; e con quale cuore poi voi mi
dite: - Difendetevi? -
Invocherò il diritto,
che m'insegna il Guizot nella opera citata, ma nessuno mi ascolterà. Questo
diritto consiste «nel pretendere, che la mia colpa sia cercata là dove io mi
trovo, e fabbricata con le mie proprie azioni; si esaminino i fatti che a me si
referiscono, e nei quali sostengo una parte.»
Il Pubblico Ministero
con l'Atto di Accusa del 29 gennaio 1851, come di già notava, seguitò lo
esempio dei Decreti che lo hanno preceduto, anzi intristiva quello che già
appariva tristissimo, e sarà dimostrato. Anche al Ministero Pubblico, anzi a
lui principalmente, rivolgendo il Guizot la sua grave parola, scriveva nella
opera citata: «ma che il Ministero Pubblico a cagione di un uomo o di un fatto
stabilisca la presenza di una fazione, ve lo inviluppi dentro, declami contro i
tristi, e i desiderii, e i disegni loro; che in appoggio di accusa
speciale svolga tutte le considerazioni generali, che possono addursi in favore
di una misura del Governo....... questo è sovvertimento di giustizia, è
introdurre le procelle della tribuna nel Santuario della Legge.» L'Atto di
Accusa del 27 gennaio 1851 non ha fatto altro che questo. - Oh! Il Ministero
Pubblico pensando unicamente sostenere l'interesse dell'Accusa, s'inganna
intorno alla nobiltà del suo ufficio: non sono, no, i soli interessi
dell'Accusa quelli che vengono confidati nelle sue mani, ma eziandio quelli più
santi della innocenza perseguitata, della morale pubblica, della intera
civiltà. -
Chi cerca lo errore
confonde, chi indaga il vero distingue. Ora a me pare che, volendo instituire
diritta indagine intorno alle ragioni della mia vita politica, debbansi nella
seguente maniera determinare le ricerche:
1º Origine, progresso, e
motivi della forza rivoluzionaria fuori di Toscana, e in casa.
2º Lo Incolpato, prima e
durante il suo Ministero, fu aiutatore, complice, o docile arnese di questa
forza rivoluzionaria?
3° Come agisse questa forza,
e a quale intento. Condizione dello Imputato di contro alla forza
rivoluzionaria.
4° Come vi si opponesse
lo Imputato, e in che cosa riuscisse; in che no.
5° Come lo Imputato
provvedesse alla società minacciata; - primario scopo del mandato ricevuto dalle
Camere, dal Popolo, dalla sua Coscienza, da Dio.
6° Come lo Imputato
intendesse alla restaurazione della forma politica; - secondario scopo del
mandato medesimo.
7° Se sia vero, che lo
Imputato si opponesse alla Restaurazione.
Io entro nella difesa a
mani ignude, come lo schiavo romano gittato nel circo alle belve: non ho
esaminato il processo; ignoro il deposto dei testimoni; non ho conferito con
persone che portino alla mia travagliata memoria il soccorso delle loro
reminiscenze; non parlerò di Diritto, e nonostante confido disarmare l'Accusa.
Esporrò una serie di fatti e di raziocinii, non perchè i primi sieno tutti, e
molto più stringenti non possano argomentarsi i secondi; ma perchè mi è parso,
che in causa propria io dovessi, parlando, somministrare alcuna guida alla
Difesa, e tema al Pubblico, onde se dico il vero, e la mia causa gli sembri
giusta, egli mi approvi, e mi ami; se invece trova la mia lingua dolosa,
e la mia causa ingiusta, allora si chiuda le orecchie e il cuore, e mi scagli
la pietra.
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