XIV.
Concetto dei
Repubblicani.
L'Accusa lo sa, - quando
allega la petizione del Circolo fiorentino del 21 gennaio 1849, che domanda i
Deputati Toscani sieno presenti a Roma il 5 febbraio per la Costituente italiana:
lo sa, - quando riporta la lettera, che afferma emanata dal Presidente del
Circolo fiorentino: lo sa, - quando allega il Decreto deliberato nell'8
febbraio sotto le Logge dell'Orgagna, che proclamava la decadenza del Principe:
lo sa, - quando narra che il Niccolini in nome del Popolo gridava nella sala
del Consiglio Generale decaduto il Granduca dal trono, e sciolte le Camere:
lo sa, - quando accenna alla stampa quotidiana, di cui insistente, perpetuo, fu
grido fino dal 9 febbraio 1849:
(Alba dal N° 453
al N° 456, e dal 463 al 470; - 15 febbraio - 4 marzo 1849.)
«Unione con Roma! Unione
con Roma!
Domani forse sarebbe
troppo tardi. Una nota diplomatica potrebbe barricarci il cammino, distruggere
con un tratto di penna i nostri voti, i voti di Roma, e le comuni speranze.
Unione con Roma! Unione
con Roma!
Domani forse lo annunzio
della invasione nemica potrebbe chiamarci tutti alla frontiera, potrebbe
impedirci di convocare la nostra Costituente, e così obbligarci a rimettere la Unione ad epoca indefinita.
Un Governo solo di Roma
e Toscana; uno scopo solo a quel Governo: la guerra; - una patria sola ai
governanti e ai governati: l'Italia.»
Dal N° 473 al N° 500 (7
marzo - 3 aprile 1849) diventò più acre.
«Fino a tanto che la Toscana non sia unita in
uno Stato solo con Roma; fino a tanto, che il Popolo non sappia su quale
principio si fonda il Governo voluto da lui, ed a quel Popolo non si dieno
armi, non s'ispiri fiducia; fino a che si lasci sbollire lo entusiasmo,
nascondersi infruttuoso il danaro, e gli elementi di esso; insomma fino a tanto
che si edifichi sul passato, senza prevedere l'avvenire, - la rivoluzione
di Toscana sarà un'amara ironia.»
E ciò in quanto a
concetto; in quanto a persone, il Partito piuttosto demagogico che repubblicano,
nel timore di non avermi favorevole, nè di potermi dominare con la forza, già
da gran tempo s'industriava a scalzarmi sotto, me affermando incapace a
rappresentare il vero governo democratico, e a tenermi come un mezzo, come un
gradino, e niente più166. Qui si accennava
chiaramente ad una rivoluzione, e si predicava volerla fare in onta mia. Perchè
non proteggevano i Magistrati, non dirò me o il Ministero, ma lo Stato? E sì
che in simili faccende «il Governo ricava forza dalla Magistratura, non
gliene partecipa!» Nè il Ministro poteva assumere, senza ingiuria della
giustizia, le parti di offeso, di accusatore e di giudice.
E il Giornale La Costituente non
era qui in Firenze fondato a posta perchè la Toscana con Roma in reggimento repubblicano si
congiungesse? E gli alberi della libertà piantati per tutta Toscana, invito il
Governo, che cosa volevano dire? E le petizioni dei Circoli, e le deliberazioni
dei Municipii, dal febbraio fino allo aprile, che cosa domandavano esse? Non
furono compilati perfino processi pei petizionarii della proclamazione della
Repubblica, e della Unione immediata con Roma? - A questo modo predicavano
cittadini, e stranieri, e Municipii, e Circoli, su per le piazze, e pei
convegni. Chi meno era repubblicano più si fingeva; e il nastro rosso crebbe di
prezzo due cotanti il braccio pel gran consumo che ne facevano: chi poi fossero
quelli che più lo adoperavano, io non lo voglio dire167. Dov'erano allora gli sviscerati pel Principe,
e pel Principato? - Quali voci d'improbazione si udirono? - Una sola! - e
questa voce fu la mia168.
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