Cap. I.
I TEMPI
NUOVI
Lo studioso della
storia deve essere un uomo veramente compiuto, e diciamo compiuto nel
senso di tenerlo assolutamente dotato di un fiuto sociale e di un
tatto squisito d'intuizione a prendere nell'insieme fatti lontani,
fenomeni storici grandiosi anche se urtanti e antipatici da fare
arretrare lo spirito del lettore indotto a rabbrividire alle scene di
rivoluzioni, di guerre e di lotte, però bisogna anche pensare
che da l'analisi di quei fatti emersero le cose meravigliose
dell'evoluzione sociale.
La vita delle
Nazioni è una sequenza di fatti storici. Il Mondo è
diviso in due settori: Popoli che aspirano alla libertà e
lottano a poco a poco per infrangere il giogo che li tiene chinati a
terra, e Popoli semi civili ed evoluti che, avendo fatto lo sforzo di
liberarsi dalla tirannia, tendono con tutte le loro forze a liberarsi
dal morso del bisogno e del timore.
È naturale
che questi Popoli più innanzi nella evoluzione, trovino nelle
classi capitalistiche il massimo fattore nemico e appariscano al
pensiero del filosofo altrettanti martiri, degnissimi di epopea e di
venerazione.
L'umanità è
andata sempre avanti, non ha mai retroceduto nel cammino
dell'evoluzione, che è dire progresso e civiltà, lento
ma ineluttabile e fatale. Si considerò, da scrittori antichi e
moderni che i Popoli cedettero all'impulso fatale del cammino del
Sole, sempre dall'Oriente verso Occidente. A questo fenomeno troppo
particolare, noi crediamo fino ad un certo punto, perchè non
possiamo non fermarci a considerare che la grande Storia, presa nei
suoi fatti generali e particolari, se ebbe un impulso dall'Oriente,
si soffermò invece assai volentieri nell'Egitto, in Grecia e
soprattutto a Roma da dove gettò sprazzi di luce su tutto il
Mondo.
L'Italia ha un posto
eminente dal destino perchè dal suo clima speciale e
privilegiato, i suoi figli in ogni epoca, nel campo di ogni umana
attività, scaldarono con la generosità del loro cuore e
del loro pensiero anche i barbari che, calati su di lei a turbe
infinite, si latinizzarono, s'ingentilirono. E, come assioma, oggi il
pensatore può affermare a priori che l'Italia, come fu nel
passato, sarà sempre per naturale conseguenza di cose, la
guida e la maestra del pensiero filosofico, sociale e politico di
tutti i Popoli.
Il movimento
ascensionale e continuo del proletariato italiano (di quel
proletariato, figlio diretto del garibaldinismo nazionale dei tempi
del Risorgimento di nostra terra) dimostra oggi, anche a chi non lo
voglia riconoscere, che l'Italia ha raggiunto uno dei più alti
livelli di educazione sociale. È all'avanguardia come slancio
innovatore. Non può allungare il passo come vorrebbe, perchè
è priva di materie prime. Tuttavia noi siamo convinti che
l'Italia darà un formidabile contributo alla redenzione di
tutti i lavoratori, e alla risoluzione della questione sociale. Nel
campo sindacale marittimo mondiale si è imposta con la
«Garibaldi».
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