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Giulio Tanini
Storia della federazione italiana lavoratori del Mare

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  • Cap. I.   I TEMPI NUOVI
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Cap. I.

 

I TEMPI NUOVI

 

 

Lo studioso della storia deve essere un uomo veramente compiuto, e diciamo compiuto nel senso di tenerlo assolutamente dotato di un fiuto sociale e di un tatto squisito d'intuizione a prendere nell'insieme fatti lontani, fenomeni storici grandiosi anche se urtanti e antipatici da fare arretrare lo spirito del lettore indotto a rabbrividire alle scene di rivoluzioni, di guerre e di lotte, però bisogna anche pensare che da l'analisi di quei fatti emersero le cose meravigliose dell'evoluzione sociale.

La vita delle Nazioni è una sequenza di fatti storici. Il Mondo è diviso in due settori: Popoli che aspirano alla libertà e lottano a poco a poco per infrangere il giogo che li tiene chinati a terra, e Popoli semi civili ed evoluti che, avendo fatto lo sforzo di liberarsi dalla tirannia, tendono con tutte le loro forze a liberarsi dal morso del bisogno e del timore.

È naturale che questi Popoli più innanzi nella evoluzione, trovino nelle classi capitalistiche il massimo fattore nemico e appariscano al pensiero del filosofo altrettanti martiri, degnissimi di epopea e di venerazione.

L'umanità è andata sempre avanti, non ha mai retroceduto nel cammino dell'evoluzione, che è dire progresso e civiltà, lento ma ineluttabile e fatale. Si considerò, da scrittori antichi e moderni che i Popoli cedettero all'impulso fatale del cammino del Sole, sempre dall'Oriente verso Occidente. A questo fenomeno troppo particolare, noi crediamo fino ad un certo punto, perchè non possiamo non fermarci a considerare che la grande Storia, presa nei suoi fatti generali e particolari, se ebbe un impulso dall'Oriente, si soffermò invece assai volentieri nell'Egitto, in Grecia e soprattutto a Roma da dove gettò sprazzi di luce su tutto il Mondo.

L'Italia ha un posto eminente dal destino perchè dal suo clima speciale e privilegiato, i suoi figli in ogni epoca, nel campo di ogni umana attività, scaldarono con la generosità del loro cuore e del loro pensiero anche i barbari che, calati su di lei a turbe infinite, si latinizzarono, s'ingentilirono. E, come assioma, oggi il pensatore può affermare a priori che l'Italia, come fu nel passato, sarà sempre per naturale conseguenza di cose, la guida e la maestra del pensiero filosofico, sociale e politico di tutti i Popoli.

Il movimento ascensionale e continuo del proletariato italiano (di quel proletariato, figlio diretto del garibaldinismo nazionale dei tempi del Risorgimento di nostra terra) dimostra oggi, anche a chi non lo voglia riconoscere, che l'Italia ha raggiunto uno dei più alti livelli di educazione sociale. È all'avanguardia come slancio innovatore. Non può allungare il passo come vorrebbe, perchè è priva di materie prime. Tuttavia noi siamo convinti che l'Italia darà un formidabile contributo alla redenzione di tutti i lavoratori, e alla risoluzione della questione sociale. Nel campo sindacale marittimo mondiale si è imposta con la «Garibaldi».




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