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Giulio Tanini
Storia della federazione italiana lavoratori del Mare

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  • Cap. IX   VITTORIA A VENEZIA SULL'«ITALIANA» IL FERMO DI TUTTA LA FLOTTA
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Cap. IX

 

VITTORIA A VENEZIA SULL'«ITALIANA»

IL FERMO DI TUTTA LA FLOTTA

 

 

La Federazione Marinara aveva chiesto all'«Italiana» un nuovo contratto di lavoro o di arruolamento per gli equipaggi ed un nuovo regolamento organico per gli ufficiali.

Si trattava di dare una nuova e assai migliore fisionomia ai rapporti tra Armatori e Gente di Mare. Vincendo, le condizioni dei marittimi sarebbero state notevolmente migliori. Gli ufficiali avrebbero ottenuta stabilità nello impiego e gli equipaggi norme eque di lavoro. Poichè la Società di Navigazione «Italiana» faceva capo come quasi tutte le Società di Navigazione alla Banca Commerciale, si schierarono contro la Federazione dei Marinai tutte le forze plutocratiche, padrone e controllatrici di quasi tutte le industrie e di quasi tutta la stampa.

 

Era un'enorme piovra distesa su tutta l'Italia! La lotta fu aspra. Contro il sistema, inventato da Giulietti di fermare legalmente le navi con la malattia di qualche componente l'equipaggio, la Compagnia ricorse al disarmo delle navi. Poichè questo disarmo veniva effettuato per volontà dell'«Italiana», essa dovette corrispondere agli equipaggi così sbarcati 40 giorni di paghe e panatica e provvedere al loro rimpatrio. Così Giulietti restò libero sulla piazza di Venezia da qualsiasi pressione da parte degli sbarcati. Dopo i primi fermi, le Autorità Marittime non riconobbero facilmente le malattie alle quali ricorrevano i marittimi. Allora successero fatti di notevole abnegazione. A causa di questi fatti, indice di eroica fede, le autorità non poterono più negare la impossibilità di lavorare di certe persone degli equipaggi delle navi fermate. A poco per volta oltre 90 navi dell'«Italiana» rimasero così bloccate, allineate all'ancora di quella vasta zona acquea del Canale della Giudecca. La sospensione delle partenze di queste navi fece accumulare sulle banchine dei porti enormi ammassi di mercanzie. Il grande avvocato delle Compagnie di Navigazione e della Banca Commerciale, Rolando Ricci, premette sul Presidente del Consiglio, On. Giolitti, per l'applicazione di misure eccezionali, ma il Presidente del Consiglio osservò che, fino a che la legge era osservata, non poteva e non doveva intervenire. Alla fine, l'avversario ricorse al crumiraggio, ma inutilmente. Mollò quindi la stretta e si piegò concedendo tutto quello che la Federazione del Mare aveva chiesto. Vittoria completa, luminosa, eroica, che segnò l'inizio di una nuova era nei rapporti tra gli Armatori e la Gente di Mare.

 

VITTORIA A GENOVA SU TUTTE LE ALTRE

COMPAGNIE SOVVENZIONATE E DA PASSEGGIERI (Gennaio 1914).

 

Approfittando del risultato, del notevole precedente così creato, Giulietti passò all'attacco delle altre Compagnie di Navigazione sovvenzionate, e cioè la «Marittima» e la «Sicilia». Dopo pochi giorni di combattimento le sbaragliò completamente: i marinai ottennero tutto, e allora Giulietti si volse verso le Compagnie libere di Navigazione transatlantica: «Lloyd Sabaudo», «Ligure Brasiliana», «Navigazione Generale Italiana», «La Veloce», «L'Italia», ecc e anche quelle dovettero cedere completamente il passo alle giuste rivendicazioni del personale marittimo.

Anche qui vittoria completa e nuova era.

Andarono in vigore nuovi contratti di arruolamento e nuovi regolamenti organici.




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