Cap.
XVIII
LA CASA DEI
MARINAI
(5 febbraio 1920)
Lunga e dolorosa è
la storia della Casa della Gente di Mare, scriverla tutta non è
possibile. Chi vuol sapere certi particolari, legga il fascicolo
Rosso della Federazione Marinara del primo maggio 1914. In queste
brevi note diremo che la Casa della Gente di Mare, sita a Genova in
Corso Oddone (Circonvallazione a Mare), è stata costruita dal
Sindacato marittimo degli Armatori su terreno regalato dal Municipio
di Genova. È stata inaugurata il 10 ottobre 1909
(novecentonove).
Scopo doppio. Quello
che si vedeva, mirava ad assicurare ai marinai sbarcati, mediante
modesta spesa giornaliera, vitto e alloggio. Scopo simpatico. Quello
che non si vedeva, mirava ad impedire lo sviluppo della
Organizzazione marinara, addomesticandone i dirigenti mediante
l'impiego che l'armamento di quei tempi desiderava loro assegnare
nella Casa stessa. Scopo mefistofelico.
Parecchi di quei
dirigenti abboccarono all'amo armatoriale. Non è più il
caso di fare dei nomi.
Quei dirigenti
vennero affrontati e smascherati insieme ai loro complici
dall'attuale Segretario Responsabile della Federazione.
L'Amministrazione
della Casa era, si capisce, nelle mani degli addomesticati. Uno di
essi tirò subito un colpo di 6.000 lire. Venne mandato via.
Durante il periodo in cui la Gente di Mare a Venezia sosteneva una
battaglia decisiva contro l'armamento, esso aveva trasformato quella
Casa in un covo di mascalzoni, i quali mangiavano, bevevano,
dormivano, gozzovigliavano gratis; in compenso servivano gli
interessi armatoriali, tradendo quelli dei lavoratori. L'armamento,
vistosi assalito di fronte dalle schiere marinare, gettò via
la maschera. Deluso e nello stesso tempo desideroso d'ostacolare con
ogni mezzo le aspirazioni degli equipaggi, mise in evidenza il vero
scopo per cui quella Casa doveva, secondo lui, funzionare.
Terribile fu la
lotta, armi corte e senza esclusione di colpi. I traditori, nel
momento decisivo della battaglia, passarono direttamente al servizio
del nemico. Gente, cacciata via dalla Federazione Marinara perchè
vi rubava le quote che i Lavoratori del Mare pagavano, si trasformò
in velenoso strumento di diffamazione e di vendetta contro il capo
della Federazione stessa, il quale, mentre a Venezia guidava le
squadre marinare all'assalto della Bastiglia capitalistica, si vide
assalito a sua volta da infinita schiera d'avversari di ogni qualità:
spie, ladri, calunniatori, traditori. Ma il nemico, nonostante il
denaro speso e i complotti orditi, venne sconfitto. A Venezia la
Gente di Mare mise l'avversario con la schiena a terra: per la prima
volta gli equipaggi ottennero un contratto di arruolamento ed un
regolamento organico soddisfacenti. La stampa gialla digrignò
i denti. Ogni ufficio armatoriale sputò verde: giustizia era
fatta. Il capitalismo marittimo, vistosi battuto, chiuse il covo,
chiuse la Casa dei Marinai, perchè gli era divenuta inutile.
Se essa fosse stata aperta per ospitare sul serio i marinai
disoccupati, avrebbe dovuto continuare nella sua funzione
indipendentemente dai risultati delle lotte fra capitale e lavoro.
Ma poichè era
stata aperta per ben altro scopo, chiuse i battenti.
Nel fascicolo sopra
ricordato, in fondo a pag. 45, circa la vittoria riportata dalla
Federazione sulle Compagnie Transatlantiche e particolarmente sulla
«Navigazione Generale Italiana», si legge:
«I colpi fanno
effetto. Il nemico ha la prova che si è servito di arnesi
indegni, di pezzi da ergastolo, di murene del Mar Morto. Quando le
schiere marinare infilano Via Balbi e piazzano le loro mitragliatrici
in posizione tale da demolire con pochi colpi la trincea nemica,
«Palazzo Raggio» mette fuori bandiera bianca. È la
resa finale. La fanfara marinara squilla note di vittoria. La Casa
del Sindacato Marittimo (Casa dei Marinai) si chiude. Il covo è
demolito. Il nemico stesso lo distrugge perchè divenuto
inservibile. Le murene, vivacchianti nella Casa alle spalle del
proletariato marittimo, sono messe alla porta. Qualcuno non vuole
uscire. Il suo padrone, lo stesso Sindacato Marittimo, lo getta in
strada facendolo passare dalla finestra.
«Quella Casa è
rimasta chiusa per sei anni ai Lavoratori del Mare. Dentro però
v'è stato un pò di tutto: profughi, soldati,
terremotati, guardie, doganieri. Poi più nessuno. Non è
esatto; ci rimase ancora il guardiano del Sindacato: il Sig. Fornara;
l'ultimo della filza della lunga e dolorosa storia. Anche lui uscirà.
«Quando nel
febbraio dell'anno scorso e in occasione della fermata del piroscafo
«San Gennaro» abbiamo chiesto agli Armatori la riapertura
della Casa, uno di essi ce la voleva regalare, ma gli altri si
opposero. Visto che, o in un modo o nell'altro ce la saremmo presa,
conveniva fare il bel gesto di regalarcela. Ma nemmeno questo hanno
saputo fare gli Armatori, ad eccezione di uno.
«Dopo la
fermata del «San Gennaro», un gruppo di essi ha fatto di
tutto per non farcela avere. A questo proposito potremmo pubblicare
qualche interessante documento.
«Finalmente il
Sindacato tirò il colpo di farsela riscattare a conveniente
prezzo dal Municipio. Abbiamo fatto sapere al Sindaco che tale
riscatto doveva farsi gratis e che la Casa doveva essere gestita
dalla Federazione Marinara. Fu così che il 2 febbraio 1920,
dopo quasi un anno dall'inizio della pratica, i rappresentanti del
Sindacato Marittimo Italiano e quello della Federazione Marinara si
riunirono in Municipio a Genova dinanzi all'assessore dei Lavori
Pubblici. In conseguenza di tale riunione la Giunta, con sua
ordinanza del 5 febbraio 1920, prese la seguente deliberazione:
«L'Assessore
Broccardi riferisce che il Sindacato Marittimo italiano, trovandosi
nella impossibilità di assicurare il regolare funzionamento
della Casa della Gente di Mare, secondo gli scopi fissati nella
convenzione stipulata dal Comune. chiedeva con istanza primo luglio
u. s. che il Comune stesso, valendosi dell'Art. 5 della Convenzione,
revocasse la concessione fattagli. Tale istanza fu però
respinta dalla Giunta Municipale con deliberazione 7 gennaio u.s., in
quanto che il Comune a termini dell'art. 5 predetto sarebbe stato
obbligato a corrispondere una indennità.
«In seguito
ora ad un concordato convenuto il 2 corr. fra la Federazione della
Gente di Mare ed il Sindacato Marittimo Italiano, convocati in
Municipio dall'assessore riferente, fu stabilito:
1) di accordare il
riscatto immediato della Casa della Gente di Mare senza obbligo da
parte del Comune di corrispondere alcuna indennità, e di
lasciare altresi a favore del Comune le somme dovute dallo Stato in
conseguenza della occupazione che ne ha fatto durante la guerra, per
indennità stabilite per le riparazioni allo stabile escluse
però quelle dovute per gli arredi. Gli arredi ancora esistenti
resteranno di proprietà del Sindacato che provvederà a
ritirarli.
2) che il Comune
destini la Casa a favore della Gente di Mare, ospitando all'uopo
l'ufficio gratuito per la formazione degli equipaggi, affidando la
restante parte dello stabile alla Federazione Marinara purchè
se ne serva a esclusivo vantaggio della Gente di Mare.
«A garanzia
del funzionamento degli scopi suddetti, il Comune nominerà un
Comitato, chiamando a farne parte oltre a un suo rappresentante, due
rappresentanti della Federazione degli Armatori e due della
Federazione Marinara.
«Udito quanto
sopra:
«Su conforme
proposta dell'assessore riferente;
«La Giunta
delibera di proporre al Consiglio Comunale di accettare la cessione
della Casa della Gente di Mare a condizione che non sia corrisposta
alcuna indennità al Sindacato Marittimo e che al Comune siano
devolute le somme dovute dallo Stato per indennità di
riparazione allo stabile. Appena allo stabile saranno fatte le
opportune riparazioni, il Comune ne farà consegna alla
Federazione della Gente di Mare alle seguenti condizioni:
a) la concessione
avrà la durata di 5 anni riservandosi la civica
amministrazione di rinnovarla successivamente per eguale periodo di
tempo;
b) la manutenzione
dello stabile ordinaria e straordinaria ed ogni onere diretto od
indiretto relativo allo stabile stesso ed al suo esercizio (imposte,
tasse, ecc.) saranno a carico della Federazione della Gente di Mare,
la quale per la manutenzione dovrà eseguire tutti i lavori che
saranno ritenuti necessari dal Civico Ufficio dei Lavori Pubblici;
c) la Federazione
della Gente di Mare dovrà corrispondere al Comune un canone
annuo di L. 100 pagabile alla fine di ciascun anno;
d) la Casa suddetta
dovrà ospitare l'ufficio gratuito per la formazione degli
equipaggi e la restante parte degli stabili dovrà servire a
scopi benefici di esclusivo vantaggio della Gente di Mare. In caso
contrario il Comune revocherà la concessione.
«Per il
controllo regolare del funzionamento della Casa il Comune nominerà
un Comitato chiamando a far parte oltre ad un suo rappresentante che
sarà il Presidente, due rappresentanti della Federazione degli
armatori e due della Federazione Marinara».
In base a questa
deliberazione, il Municipio di Genova ha ordinato i lavori di
restauro e di adattamento dei locali della Casa. Saranno ultimati
nella prima quindicina del prossimo giugno. La Federazione
v'impianterà i suoi uffici. Così la Casa dei Marinai
comincerà a funzionare sul serio per gli equipaggi della
Marina Mercantile.
Donde si vede che la
Giustizia presto o tardi si fa sempre strada e che chi organizza il
male è destinato ad essere sconfitto.
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