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Giulio Tanini
Storia della federazione italiana lavoratori del Mare

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  • Cap. XX.   ELETTO A DEPUTATO
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Cap. XX.

 

ELETTO A DEPUTATO

 

 

Nel mese di novembre 1919 si preparava il rinnovamento della Camera. Il Parlamento dovette ritemprarsi con uomini nuovi, con forze giovanili capaci di tener testa alla velleità nazionalista, che dopo la vittoria, ottenuta per l'efficacia di valorosi uomini appartenenti a tutte le classi, alzò la testa per imporsi come eroi della sesta giornata, strozzini inveterati, e stendeva la mano, anzi le cento mani di Briareo per afferrare i profitti derivanti dalla guerra gigantesca. Questi imboscati avrebbero meritato di salire alla gogna e non di sedere su uno scanno di Montecitorio. Le elezioni politiche si presentavano favorevoli al partito del proletariato. Vari blocchi s'erano già formati, e uno dei primi, quello del lavoro.

La Federazione marinara non poteva fare a meno di tentare di mandare alla Camera il suo rappresentante e Giulietti fu inserito nella lista del partito del lavoro, capeggiato dall'On. Canepa. Poichè l'avversario tentò imbrogliare o confondere le carte, la Federazione marinara diramò il seguente appello chiarificatore:

 

«Compagni,

«Col pretesto della lotta elettorale i nostri avversari mirano a dividere le nostre forze, a demolire le basi fondamentali della nostra organizzazione, ad ostacolare, se non ad impedire, lo sviluppo ed il funzionamento della nostra «Garibaldi»: speranza e simbolo della nostra redenzione.

«A corto di ragioni, si scagliano contro il nostro segretario responsabile perchè comprendono che, se da libero cittadino ha fatto quello che sappiamo e che abbiamo visto non temendo insidie, avversioni, diffamazioni, contrarietà occulte o palesi, tentativi criminali e criminosi contro la di lui persona, da rappresentante nostro alla Camera dei Deputati egli terrà alta la bandiera della nostra fede e ci condurrà ad altre radiose conquiste, assicurandoci la diretta gestione delle navi, bagnate dal vostro sudore e tante volte santificate dal sacrificio dei compagni scomparsi nei gorghi dell'infinito mare.

 

IL NOSTRO INTERVENTISMO

 

«Certi avversari attaccano la nostra azione pro Fiume: dimenticano che è la naturale conseguenza del nostro interventismo. Se siamo intervenuti in favore dei serbi, assaliti dall'ex impero austriaco, dei belgi, massacrati dalle orde del militarismo tedesco, dei russi, accerchiati dal capitalismo europeo-americano, perchè non dovevamo fare altrettanto in favore dei fratelli fiumani?

 

«Lavoriamo e combattiamo, non a parole ma a fatti, contro ogni viltà ed ogni prepotenza; lavoriamo e combattiamo per la libertà dei popoli, per la redenzione degli oppressi.

 

«Consideriamo la guerra come il peggiore male che possa travagliare e decimare l'umanità. Ma la guerra scoppia non per il capriccio d'un monarca o d'un capo partito, ma per motivi economici, causati dall'attuale ordinamento sociale, basato sul privilegio di classe e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

 

«Solo quando i sindacati di mestiere saranno capaci di gestire per loro conto la produzione, il trasporto e la distribuzione delle cose necessarie alla vita, il germe della guerra sarà eliminato.

 

«Finchè non si sarà arrivati a questo, se scoppierà una guerra, sarà impossibile e quindi inutile appartarsi. Bisogna invece, se i lavoratori, o i loro partiti, o le loro organizzazioni non avranno la forza d'impedirla, affrontarla in maniera da contribuire alla sconfitta del militarismo predominante.

 

«Così ha fatto la nostra federazione.

 

«In seguito al feroce ultimatum dell'Austria alla Serbia, all'invasione del Belgio e alla guerra sottomarina, siamo intervenuti contro il militarismo tedesco al grido di «Guerra alla guerra per la libertà dei popoli e dei lavoratori!». Il nostro manifesto, così intitolato, diceva fra l'altro:

 

«Lavoratori del mare, la nostra azione, in questo momento, deve tendere a stroncare la guerra preparata e voluta dal militarismo tedesco. Perchè questa azione sia efficace non basta gridare: «Abbasso la guerra», bisogna marciare in guerra contro la guerra provocata dall'Austria e dalla Germania; bisogna avere il coraggio d'insorgere, con qualunque mezzo; e nello stesso tempo col mezzo più efficace e più pratico contro quello che è il centro e la regola del militarismo europeo e mondiale. Popolo marinaro, sorgi ed insorgi e come fuoco purificatore divampa, ruggi e gli imperi centrali e qualsiasi altro impero distruggi».

 

«Durante la guerra abbiamo compiuto il nostro dovere come cittadini e come lavoratori. Ed abbiamo fatto bene. Se avesse vinto la Germania, tutto il mondo sarebbe caserma. Saremmo ritornati ai tempi delle congiure del 1821 e del 1848.

«Non siamo ancora in bonaccia. Il ciclone della guerra ha lasciato un mare lungo e morto che durerà molto tempo; ma con la sconfitta del militarismo tedesco sono in cammino le sconfitte di tutti gli altri militarismi e del capitalismo internazionale.

«Dobbiamo perciò essere contenti ed orgogliosi di quello che abbiamo fatto.

«Ed è in virtù di questa nostra opera che la voce del nostro rappresentante, sia di fronte al Governo che di fronte ai capitalisti, ai falsi patrioti, ai lestofanti d'ogni genere, ha oggi una certa autorità.

«Giuseppe Giulietti parla ed agisce per noi, in nome nostro, dei nostri figli, delle nostre famiglie; chi offende lui, offende noi, offende sopratutto la memoria dei compagni nostri travolti nei gorghi del mare e della guerra.

«Fieri della nostra condotta, della nostra opera, della nostra vita di sacrifizio e di lavoro, ai nemici di ieri, che oggi ci fanno l'amico per avere il nostro voto, risponderemo a dovere. Ricordiamoci che abbiamo dovuto battagliare di continuo per migliorare le nostre condizioni! Ricordiamoci che per unificare le Casse Invalidi abbiamo dovuto ricorrere a due scioperi generali; e, per ottenere i recenti miglioramenti pei vecchi ed invalidi compagni, abbiamo dovuto minacciare, non una ma cento volte il blocco di tutte le navi, ed infine catturare il piroscafo «Persia», carico di munizioni contro il popolo russo e dirottare questa nave a Fiume, compiendo così, con un colpo solo, cinque buone azioni in favore:

del popolo italiano;

del popolo russo;

del popolo fiumano;

dei principi di libertà e di giustizia minacciati e delle nostre pensioni.

 

«Sì, il CORSARAMENTO del piroscafo «Persia» è particolarmente simpatico, perchè con esso e con le precedenti fermate dei piroscafi «Fedora», « Rodosto» e «Nippon», abbiamo ancora una volta dimostrato che lavoriamo di cuore per impedire che la Russia ritorni sotto il regime degli Czar e per assicurare a quel proletariato completa e vera indipendenza.

 

 

 

 

LE MENZOGNE DEGLI AVVERSARI

 

«I giornali al servizio dei trust marittimi-bancari, o di settarie combinazioni elettorali, scrivono: che minacciamo l'attività della marina mercantile italiana perchè, secondo loro, chiediamo paghe superiori a quelle usate dalla marina mercantile inglese; che la riforma della Cassa Invalidi non è opera nostra; che il personale navigante di camera è stato escluso da detta riforma; che abbiamo dato cinquantamila lire ai legionari fiumani e niente ai metallurgici in sciopero; che a Genova, incuranti dei danni che arrechiamo al Paese e al vettovagliamento della popolazione, stiamo bloccando tutte le navi per ottenere dei voti elettorali; che combattiamo i socialisti; che il nostro segretario non ha partecipato alla guerra.

«TUTTO CIÒ È FALSONon è vero che pretendiamo paghe superiori a quelle usate dalla Marina Inglese. La verità è che certi armatori desiderano guadagnar molto e... spender poco.

«Non è vero che la riforma della Cassa Invalidi non sia stata ottenuta dalla nostra Federazione e che non ne benefichi il personale di camera.

«Non è vero che la nostra Federazione abbia dimenticato i nostri fratelli metallurgici in sciopero. Chi ha messo in giro simile menzogna, e continua a propagandarla per bassa speculazione elettorale, rende un pessimo servizio alla causa dell'unione proletaria e favorisce le oscure manovre dei trusts siderurgici bancari navali, i cui uomini e giornali tirano a dividere le forze unite dei lavoratori. Ai metallurgici abbiamo dato ventimila lire dopo venti giorni che ci eravamo liberati da una agitazione, durante la quale avevamo dovuto bloccare più di cento navi. Avremmo certamente aumentata quella oblazione, se non fossimo stati offesi.

«Le nostre cinquantamila lire pro-Fiume significano la nostra tangibile solidarietà per la magnifica spirituale impresa dannunziana contro l'affarismo bancario americano, che vorrebbe impedire l'indipendenza del nostro Paese. E poichè il bene tira il bene, dopo quelle nostre cinquantamila lire ai legionari Fiumani e il corsaramento del «Persia» con la sua conseguente bloccatura nel porto di Fiume, venne sanzionata la riforma della nostra Cassa Invalidi, che ha arrecato ai vecchi ed invalidi marinai, agli orfani ed alle vedove dei nostri morti compagni, un benefizio di oltre cento milioni di lire ed assicurato ad ognuno di voi una pensione adeguata ai tempi.

«Non è vero che combiattiamo i socialisti. Apprezziamo e stimiamo la dottrina socialista; apprezziamo e stimiamo i veri socialisti. Siamo contrari alla prepotenza e alla viltà, al ricatto e al tradimento di qualsiasi genere e specie.

«Non è vero che nel porto di Genova siano state bloccate navi per motivi elettorali. Il blocco esiste solo nella fantasia e nella paura dei nostri avversari e dei loro giornali; paura di essere abbattuti; paura di vedere uscire trionfante dalle urne il nome di Giulietti.

«Un settimanale di Genova, organo della locale Sezione del Partito Socialista, ha avuto l'impudenza di pubblicare che il Capitano Giulietti ha voluto la guerra e non fu in guerra. Due bugie in una sola affermazione. Giulietti non solo non ha voluto la guerra, ma l'ha combattuta, e, per combatterla, è stato interventista e combattente.

«La doppia bugia di quel giornale dimostra la leggerezza di colui che lo scrive; leggerezza da non confondersi col vero socialismo.

«Compagni, in guardia, dunque, contro le tristi e complesse manovre che stanno compiendo in questi giorni i nostri avversari. Attenti alle maschere e alla teppa, che la borghesia getta in mezzo ai comizi elettorali per seminare la discordia fra lavoratori e lavoratori e alle menzogne che fa circolare sui giornali per screditare l'uomo che ci difende e ci rappresenta. Attenti, perchè in quest'opera triste e obliqua gli avversari usano armi violente e sleali. Contro le prime abbiamo risposto a dovere col comizio che abbiamo tenuto a Sampierdarena la mattina del primo novembre. Contro le seconde rispondiamo coi fatti e coi risultati compiuti e conseguiti dalla nostra Federazione.

 

«Compagni!

«Ricordiamo che partecipiamo alla lotta elettorale col nome del nostro Segretario e come protesta contro la denegata facoltà di farci votare fuori residenza. Ognuno di voi faccia il proprio dovere!

«La riforma ed il miglioramento dalla Cassa Invalidi devonsi esclusivamente alla vostra Federazione. Votate per il vostro Segretario!

«Con la nostra Cooperativa «Garibaldi» ci libereremo da ogni schiavitù! Dobbiamo perciò essere solidali con colui che l'ha ideata e che fra poco la farà funzionare. Ricordiamoci quello che eravamo dieci anni fa e quello che siamo adesso. Appoggiamo col nostro voto colui che ci ha sempre difesi!

«Per combattere la camorra politica-bancaria-marittima di lestofanti arricchitisi con la guerra, è necessario che i naviganti e gli impiegati di aziende diano il voto al Segretario Responsabile della Federazione Marinara».

«Professionisti, Impiegati e Lavoratori d'ogni categoria!

«Ricordate la efficace e pratica solidarietà del proletariato marittimo a favore del proletariato russo. Dimostrateci la vostra, votando per il nostro rappresentante, Capitano Giuseppe Giulietti, nostro segretario, il cui programma non consiste nelle solite promesse elettorali, ma nell'azione che ha sempre svolto e continuerà a svolgere per una grande e libera Marina Mercantile, per l'affratellamento dei popoli, per la redenzione economica e morale dei salariati e degli oppressi, e per assicurare:

Pane e istruzione ai giovani;

Pane e riposo ai vecchi ed agli invalidi;

Amore e pace alla sofferente e travagliata umanità

La Federazione Italiana Lavoratori del Mare».

 

Anche in questa lotta elettorale Giulietti riuscì vittorioso. Come è noto, fu eletto a deputato ed entrò alla Camera come rappresentante del partito del lavoro.




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