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Giulio Tanini
Storia della federazione italiana lavoratori del Mare

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  • Cap. XXVI   IL TEMPIO DELL'AMORE - IL PRIMO ASILO DEGLI ORFANI DELLA GENTE DI MARE (6 Maggio 1920)
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Cap. XXVI

 

IL TEMPIO DELL'AMORE - IL PRIMO ASILO

DEGLI ORFANI DELLA GENTE DI MARE

(6 Maggio 1920)

 

 

La provvida e filantropica istituzione tanto vagheggiata da Giulietti divenne un fatto reale. Alcuni ricchi, spinti dalle incitazioni del Capitano Giulietti cominciarono a mandare i primi fondi: Ente morale; e così sorse il primo Asilo a Portofino, e fu inaugurato il 6 maggio 1920.

Quella deliziosa festa ci rimase profondamente scolpita nella mente e nel cuore, ci sentimmo ringiovanire, ci corsero alla mente altri tempi pacifici; dimenticammo per un'ora di giubilo i terribili e tremendi avvenimenti che avevano tinto di sanguigno la famiglia umana e la nobile terra.

Quella lieta accolita di gente, tutta infervorata dalla festa inaugurale dell'Asilo, quelle signore belle, sorridenti, sfarzose, le popolane agghindate dalle loro vesticciole domenicali, quella folla compatta di robusti marinai dietro la loro fulgida bandiera rossa, stretta nelle mani dell'adulto uomo del mare, la gioia che brillava negli occhi, sulla fronte di Giulietti che poteva, ora, godersi i suoi sforzi nella realizzazione di una battaglia aspra vinta a forza di fede, di lotte, di abnegazione, tutta vibrava in quel momento sublime.

Due furono i momenti commoventi di quel grande avvenimento: il primo, quando il Capitano Giulietti in mezzo ai suoi marinai incrociò con la nave «Ansaldo» lo scoglio di Quarto filando su Portofino, dopo brevi alate parole ineggianti a Garibaldi, fece gettare dai naviganti una gran quantità di garofani rossi sulle serene, verdi acque del piccolo seno, l'altro, quando all'apparire del Giulietti con la bandiera rossa federale, gli orfanelli dell'Asilo gli corsero incontro, e lo si vide sparire sotto una nuvoletta di creaturine vestite alla marinara, abbracciato e baciato con indicibile affetto, da quei bambini innocenti. Quell'atto, la spontanea effusione di quelle piccole anime riconoscenti, fece provare a tutti un'intensa profonda commozione. Si videro gli occhi di molti lupi di mare, luccicare un istante, quindi un uragano di applausi, migliaia di voci proruppero in «Viva Giulietti!» e, nel silenzio profondo che subito si fece, l'inno famoso di Gori echeggiò su quella distesa di uomini, fra quei boschetti deliziosi, sul piccolo meraviglioso golfo azzurro del Tigullio, e rimanemmo colpiti dalla solennità di quella festa inaugurante il asilo per orfani dei marinai, festa proletaria, umana, magnifica, alla riuscita della quale – è dovere nostro ricordarloconcorsero anche Enti borghesi fra i quali brillò il Consorzio Autonomo nel suo rappresentante, il gentiluomo Ing. Senatore Nino Ronco, il vero e nobile amico della gente marinara.




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