Cap.
XXX
CONFERENZA
INTERNAZIONALE
(8 Luglio 1920)
GIULIETTI PROPONE
LE OTTO ORE DI LAVORO
PER TUTTI I
NAVIGANTI
Qui si apre una
breve parentesi dell'attività del Segretario della Federazione
Marinara, parentesi che avrebbe potuto raccogliere (anche nel circolo
ristretto di un mese) una gran somma di cose magnifiche nella
evoluzione proletaria della gente di mare di tutto il mondo.
Intendiamo parlare
della tanto strombazzata Conferenza Internazionale Marinara tenuta a
Genova dal 15 giugno all'8 luglio 1920.
Vi erano
rappresentati i proletariati marinari di tutto il mondo:
l'Inghilterra vi aveva mandato il marinaio e deputato Mr. Havelok
Wilson, gran voce fra le genti di mare che fu, durante la conferenza
stessa, più volte chiamato alla presidenza. Vi era la Francia,
la Germania, la Svezia, la Norvegia, l'America del Nord, la
Repubblica Argentina, il Brasile e perfino il Giappone. Spettacolo
veramente meraviglioso se si considerava che era questa una visione
di quello che sarà il mondo fra cento anni, quando i
proletari, di tutti i paesi avranno imparato a intendersi e a
trattare i loro interessi da soli.
La Federazione della
Gente di Mare d'Italia (come si comprende) era rappresentata dall'On.
Capitano Giulietti, ed egli fu l'unico delegato che parlasse le tre
lingue, con gran plauso dei delegati delle altre nazioni; fu l'unico
che, in ultima seduta, contro l'apatìa borghesiola della
accolita di tutti i rappresentanti marinai del mondo, avesse il
coraggio di proporre un ordine del giorno battagliero e generoso
contro il blocco antisovietico che fu accolto a maggioranza di voti.
Eccolo:
Considerato che,
in ultima analisi, le cause che conducono alle guerre possono essere
eliminate soltanto dall'unione di tutti i lavoratori al di sopra
delle frontiere politiche dei loro rispettivi Paesi;
considerato che
tutti i popoli hanno diritto di scegliersi quella forma di governo
che vogliono e che nel caso di conflitti armati o guerre civili entro
le frontiere di ogni nazione è assoluto dovere delle altre
nazioni di mantenersi neutrali;
tutti i marinai
del mondo, riuniti in assemblea internazionale a Genova, deliberano
di manifestare il loro più profondo sentimento di solidarietà
e di simpatia verso il popolo che oggi lotta per difendere la propria
libertà e di protestare con tutta la loro energia contro il
presente blocco e di esigere che sia tolto immediatamente»9.
Fra le molte e
importantissime questioni che dovevano essere discusse a Congresso, o
meglio a Conferenza, una era di grande importanza, l'introduzione in
tutti i trattati e contratti fra armatori e marinai dell'orario di 8
ore.
La Delegazione
italiana (vale a dire il Capitano Giulietti) impostò
immediatamente il problema che fu, con una serie di oscure manovre,
fortemente oppugnato. L'opposizione veniva fatta dai delegati
inglesi: la delegazione dei marinai italiani prese aperta opposizione
contro quella inglese, che voleva invece lasciare l'orario delle 10
ore di lavoro. Vi furono aspre contese fra tutti i delegati meno –
naturalmente – con quelli francesi, argentini, australiani,
americani e altri ancora, che già avevano introdotto l'orario
delle 8 ore a favore dei loro naviganti; e un vivace dibattito ebbe
luogo specialmente fra il Capitano Giulietti e il delegato inglese,
per il trattamento inferiore tenuto verso i marinai delle Indie.
Giulietti colse pure l'occasione di spezzare una lancia in favore
dello spirito di libertà che sente l'anima italiana, di fronte
all'egoismo di corporazione di cui dettero prova, nella conferenza,
numerosi elementi di diversi gruppi.
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