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Giulio Tanini
Storia della federazione italiana lavoratori del Mare

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PREFAZIONE

 

 

La strada che parte da Borgoratti e sale ad Apparizione di Genova, si chiama oggi «Via Giulio Tanini – umanista – poeta – internazionalista», a Lui dedicata dalla Sua Città di elezione. In quella casa ove viveva da asceta, segnata col numero 45, quando la morte Lo colse il 30 giugno del 1921 toccò a me di riordinare le carte sparse nei molti ripostigli a Lui tanto cari, e custodirle amorosamente.

 

L'ultimo Suo lavoro, scritto proprio agli estremi della Sua esistenza, fu la storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare che va dal 1 Maggio 1909 alla sua dipartita.

 

Gli avvenimenti che seguirono dopo quella data, travolsero un secolo di storia, di lotte sindacali eroiche e, con esse, la impossibilità di pubblicare il presente libro, allora integrale. L'opera sarebbe stata poderosa se si fossero potute rintracciare tutte le cartelle manoscritte che la formavano. Ma, un quarto di secolo di tenebre calate sull'Italia nostra, le fiamme e la distruzione vandalica, portarono, fra l'altro, all'irreparabile perdita di una biblioteca – di oltre 4.000 volumi di grande valore storico, letterario, scientifico – e di gran parte dei suoi scritti.

 

Egli ci lasciò – per Sua grande ventura – prima di assistere all'incatenamento della Federazione Italiana Lavoratori del Mare, della Democrazia ed all'avvento di quella dittatura che sottomise in schiavitù il popolo italiano per oltre un ventennio e si concluse col tragico epilogo che tutti sanno.

 

Naturalmente, durante quel periodo, venne dato l'ostracismo alle Sue pubblicazioni, fra le quali il «Giulio Pane», opera autobiografica che mi auguro, per la sua profonda bellezza, trovi il modo di ritornare alla luce in un prossimo avvenire.

 

Di quanto potè essere salvato del presente lavoro, si è tratto un riassunto amorosamente riordinato dalla Federazione Italiana Lavoratori Mare a cui va tutta la mia gratitudine per avere così voluto onorare la memoria di mio Padre.

 

Il pensiero politico, sociale e Sindacale dello Scomparso, anche da questa breve sintesi emerge assai chiaramente.

 

I Suoi articoli e le pubblicazioni che videro la luce mezzo secolo fa, come le sue poesie e conferenze, quanto prima saranno ripubblicate in apposita raccolta, mentre gli episodi più belli dell'eroismo marinaro riguardante l'epopea singola degli uomini di mare, essendo tuttora incompleta, formeranno oggetto di altra pubblicazione.

 

Qui si è trattato di riunire una quantità di episodi, scritti in capitoli andati a finire in luoghi più disparati, e se qualche cosa manca alla Sua storia federale, il lettore potrà maggiormente aggiornarsi leggendo i libri Verde, Nero e Rosso, editi dalla Federazione Italiana Lavoratori del Mare.

 

L'essenza dell'opera è stata rigorosamente rispettata. Gli episodi più salienti, gli ordini del giorno, le date ed i discorsi, sono stati riportati per intero.

 

Le grandi lotte del pensiero socialista, quelle per l'emancipazione dei lavoratori,le conquiste formidabili di carattere sindacale e cooperativistico realizzate dalla Federazione Italiana Lavoratori del Mare, risultano evidenti e luminose. Così l'opera è un riassunto chiaro e veloce delle principali agitazioni marinare e di tutto ciò che è stato compiuto in un periodo relativamente breve – meno di un decennio – in cui l'Organizzazione Marinara vinse le più onerose e spettacolari battaglie Sociali.

 

Mio Padre, educatore, pubblicista, conferenziere, scrittore, militò nel Socialismo, Apostolo di un altissimo Ideale a cui, mai, venne meno. Lasciò di sè un solco profondo fra tutti quelli che ne seguirono la scia o lo conobbero.

 

Quando le squadre dei fascisti in camicia nera iniziarono la distruzione delle Sedi dei Partiti politici, delle Camere del Lavoro, dei Sindacati e delle Cooperative, Egli scrisse sui giornali di sinistra, e particolarmente sull'«AVANTI», articoli di fuoco contro chi doveva portare l'Italia alla catastrofe, come Egli previde. I Suoi scritti quali: «Cervelli Nefasti» ebbero vastissima risonanza.

 

Per questo Giulio Tanini fu perseguitato con la sua famiglia, che non ebbe mai più pace.

 

Dall'opera qui riprodotta, si rileva che quando Giulietti fu posto al timone della Federazione, per volere della Marineria, iniziò la sua opera lottando durissimamente per elevare a dignità umana i Suoi compagni del mare, uomini semplici e generosi, ma disuniti, deboli e sfruttati.

 

Questo timoniere seppe guidare la nave federale in mari calmi, agitati, tempestosi, superando bufere di inaudita violenza, dirottando, quando necessario, verso porti sicuri per evitare gravi avarie e garantire così la continuità della navigazione. Questa Storia mette in evidenza con quale mano sicura Giuseppe Giulietti seppe pilotare la Federazione Marinara nel suo cammino rivoluzionario.

 

Il Suo merito più grande consiste nell'avere Egli saputo fondere in un blocco unitario strettamente legato alla Confederazione Generale del Lavoro, il Sindacato della Gente del Mare con la realizzazione della formula «Dal Comandante al Mozzo».

 

Di ciò parla l'Autore, descrivendo le lotte per le principali rivendicazioni: Cassa Invalidi e Pensioni, Asili, Case di Riposo, Ufficio di Collocamento, le otto ore, la «Garibaldi».

 

Dalle pagine dell'opera traspare l'amore sconfinato di mio Padre per il trionfo del BENE sul MALE, dell'uguaglianza, della fratellanza e della pace universale raggiungibile solo col sistema sociale più umano: quello Socialista.

 

L'opera è dedicata alla Gente del Mare per ricordare loro la dura lotta sostenuta dai pionieri quando sui bordi si lavorava da sole a sole, cioè da 16 a 18 ore al giorno, quando non v'erano per dormitori che fetide cuccette, quando vigeva per la mensa la «gamella collettiva», quando i naviganti non avevano pensioni, quando la paga, al termine di lunghissimi viaggi, serviva a malapena per pagare il fitto di un tugurio sberciato, quando, in una parola, la vita di bordo era simile a quella che si conduceva sulle «galere» senza leggi protettive; vita senza speranza e senza avvenire; per ricordare quando il navigante veniva acquistato e rivenduto dai sensali di BANCHI quale uno schiavo strappato con la violenza, come in altri tempi, alla sua casa o alla sua terra.

 

Essa è dedicata, soprattutto ai «giovani» perchè imparino a conoscere di quali dolori è stata cosparsa la loro attuale migliore esistenza, conquistata attraverso inenarrabili lotte ed estenuanti sacrifici sostenuti dagli «anziani»; perchè non dimentichino che la Vita, con ogni Sua progressiva e civile competizione, può essere solamente degnamente vissuta se gli sforzi congiunti degli uni e degli altri, saranno, con fermezza, tesi a superare ed affrontare altrettante durissime lotte cruente e difficili, presenti e future.

 

Il giorno che la «gioventù» attuale scivolasse nel più vuoto disinteresse verso i propri compagni di lavoro – Ufficiali e Bassa Forza – specialmente nei confronti delle generazioni a venire, e cadesse preda di assenteismo o di volute scissioni, ad arte preparate per piegare come in altri tempi gli equipaggi, altro non farebbe che il giuoco del capitalismo armatoriale con grave ed immenso danno collettivo e individuale.

 

Il mondo, amici naviganti, è stanco di lotte, di orrende violenze, di assassini collettivi, legali od illegali e di immani distruzioni. La terra è intrisa del sangue di duecento milioni di creature innocenti massacrate legalmente durante le guerre dell'ultimo Secolo di Storia di questa umanità dolorante!

Gli uomini – escluse le jene sitibonde di guadagni, quali i mercanti di cannoni, e tutti coloro che dalle guerre ritraggono ricchezze favolose – aspirano oramai all'indipendenza, alla libertà, alla Pace ed alla felicità che dà il lavoro, mondo da ogni sfruttamento.

 

Questa è la strada additata da Giulio Tanini e dalla gloriosa Federazione Italiana Lavoratori del Mare, creatrice della «Garibaldi». Per questo i figli dell'Autore, Marinaio e poeta, Vostro fedele difensore, invitano i naviganti a stringersi sempre più compatti attorno alle bandiere di questi due Organismi perchè sono potenti strumenti di pace e di giustizia sociale che lottano, non solo per la redenzione della classe marinara, ma per tutte le Genti del mondo.

 

DICKENS TANINI

 

Genova, gennaio 1952




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