Il cordoglio della stampa
«IL LAVORO»
del 1° Luglio, scrive
La morte di
Giulio Tanini
«La morte di Giulio Tanini è lutto nostro, poichè dal giorno in cui
egli si trasferì a Genova lo avemmo nostro collaboratore assiduo e desiderato.
Nessuna delle iniziative, intese al miglioramento morale ed economico della
classe operaia o a sollievo delle miserie dei diseredati dalla fortuna,
propugnata dal nostro giornale, lo ebbe estraneo. La dura esperienza della
vita, ch'ebbe martoriata quanta altri mai, non era valsa a sradicare dall'animo
suo quel nativo e profondo sentimento di ottimismo, di indulgenza
compassionevole, di tolleranza evangelica verso tutte le debolezze degli
uomini, che pure lo avevano ripagato d'ingratitudine. Ma tale ottimismo non era
ignavamente contemplativo, chè anzi si traduceva in alacre operosità di bene,
con uno slancio, un entusiasmo sempre giovane e ardente.
Era già infermo, quando colpito dal doloroso spettacolo di tanti
infelici costretti a dormire la notte in Galleria o negli angoli delle strade,
lanciò quel commosso appello per la istituzione d'un Asilo notturno, che non
rimase senz'eco nell'anima della città lussuosa e dimentica. E prima e sempre,
la sua voce e aiuto aveva dato per ogni opera buona, per ogni opera di
giustizia, offrendo per primo – egli poverissimo – l'obolo suo. Mente vasta,
nutrita di solida cultura, poliglotta, uomo d'azione e di studio, aveva sempre
vissuto in serena povertà, senza mai dolersi di non aver conseguito
quell'agiatezza cui gli avrebbero dato diritto le sue doti eminenti. Se un
rammarico lo pungeva, era quello di non potere, come avrebbe voluto, soccorrere
le miserie altrui. Idealista e poeta, incanutito tra la volgarità della prosa
quotidiana, sognava un mondo migliore, un mondo di giustizia e di bontà, e lo
perseguiva con tenace costanza, senza piegare mai innanzi agli ostacoli d'ogni
maniera, all'indifferenza, alla diffidenza dei più.
La luce interiore della sua bontà, illuminava la sua bella veneranda
figura di vecchio apostolo, mite, sorridente, fraterna. Ora questa luce s'è
spenta: ma chi ebbe la ventura di esserne illuminato, ne conserverà a lungo il
suo dolce splendore nel cuore.
Alla consorte, ai figli, ai parenti tutti, desolatissimi, non la vieta
parola dello sterile conforto: in quest'ora di dolore ci stringiamo ad essi,
come per un lutto di famiglia, una sventura nostra».
«L'ORDINE
NUOVO» del 2 Luglio:
«È morto ieri Giulio Tanini, poeta umanitario e colto poliglotta.
Militava da anni nei partiti sovversivi senza però essere inscritto in nessun
organismo politico.
Negli ultimi giorni, quando ogni speranza era ormai perduta, data la
veneranda età, scrisse una nobilissima lettera al Comitato pro vittime
politiche inviando numerose pubblicazioni sue. La Sezione Comunista piega
riverente la sua bandiera sulla tomba dello scomparso».
«L'AZIONE»
del 1° Luglio, riportando il Comunicato della Federazione Marinara, a pag. 77
riprodotto, così scrive:
«Facciamo nostro il cronologio della Federazione dei Lavoratori del
Mare, salutando con sincera commozione la salma dell'Uomo che, al disopra dei
partiti, amò l'Umanità sofferente più di sè stesso. Ricordiamo che già
costretto al letto, egli ci inviava dall'Ospedale il suo obolo per i bambini
senza amore e senza casa, incitando i genovesi a costrurre un Asilo per
l'infanzia derelitta preda della strada e del vizio. Possa il suo incitamento
non andare perduto!»
Fu l'ultimo pensiero, quello rivolto ai «bambini senza amore e senza
casa», col quale chiudeva la Sua nobilissima esistenza, donata generosamente e
senza rimpianti, in un solo anelito, all'Umanità, vetta del Suo Ideale.
«IL
LIBERTARIO» di Spezia, del 7 Luglio:
«Abbiamo appreso con grande dolore la morte dell'amico nostro Giulio
Tanini spentosi a Genova, dopo tante sofferenze sopportate con stoicismo, la
notte del 30 Giugno nella casa di salute del Galliera.
Pochi giorni prima di morire c'indirizzò una lettera nella quale con
sereno coraggio c'informava dello stato gravissimo della sua salute e ci chiedeva
delle copie del suo lavoro poetico «Marcia dell'Ideale» da noi edito, per
dedicarle alle Vittime Politiche.
Era l'estremo suo saluto e l'ultimo pensiero rivolto alle vittime
della reazione borghese.
Questo pensiero gagliardo e gentile raffigura il milite della
giustizia sociale ch'egli esaltò in prosa e in versi.
Ingegno vasto, cultura solida, tempra adamantina, tale l'uomo che noi
sinceramente piangiamo.
Alla desolata famiglia, ed in particolare al di lui figlio, Alighiero
Tanini, che fu per molto tempo assiduo collaboratore nostro, inviamo le più
vive condoglianze».
«IL SECOLO
XIX» del 1° Luglio:
«È morto all'Ospedale Galliera il Prof. Giulio Tanini.
Era uno studioso, un poeta, un intellettuale. E della vita aveva una visione
sua; vasta, forse giustissima, ma non conforme a quel caos, che è la sintesi
della società moderna. E, si può quindi dire, che era un isolato, perchè votato
ad una altissima idealità, non riuscì mai ad avere, dai suoi contemporanei,
quella considerazione che meritava.
E nella vita ha lottato accanitamente, disperatamente, senza poter
giungere a quella meta, che era la sua visione suprema, e nella lotta è caduto.
Alla famiglia sua in quest'ora di sconforto grande e di dolore, le
nostre più sentite condoglianze».
Da «UMANITÀ
NOVA» del 5 Luglio:
«La notizia della morte del buon Giulio Tanini ci ha sbigottiti. Non
abbiamo parole bastevoli per esprimere il nostro profondo e sincero dolore.
Epperò inviamo alla desolata famiglia le nostre più vive condoglianze».
Degnamente ne scrissero molti altri giornali, fra i quali «L'ITALIA
DEL POPOLO» di Buenos Ayres e «IL PROLETARIO» di New York. Impossibile
riportare quanto si scrisse dell'Uomo e della Sua opera.
Moltissime furono le attestazioni di affetto, spontaneo e sincero,
esternate in telegrammi e lettere, pervenute anche dai più lontani paesi, alla
Famiglia Tanini e alla Organizzazione Marinara.
Ne abbiamo un fascio sul tavolo: della Federazione Regionale del
Partito Socialista; della Federazione Regionale Ligure dell'Impiego Privato;
delle Sezioni del Partito Socialista; del Partito Repubblicano; della
Federazione Italiana dei Lavoratori dello Stato; moltissime lettere e
telegrammi delle Sezioni della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare,
ecc.
In tutte vibra un senso grande, commovente, profondamente sentito, di
rimpianto e di dolore, pari alla perdita gravissima.
Ne riproduciamo alcune
IL PARTITO SOCIALISTA:
Alla Federazione Italiana
Lavoratori del Mare
«Sul feretro dell'indimenticabile Compagno Apostolo Giulio Tanini, i
Socialisti genovesi depongono i fiori della loro fede che è l'Ideale per cui il
grande scomparso visse, soffrì, sperò.
Alla famiglia marinara la nostra solidarietà, ai Congiunti il nostro
cordoglio sentitissimo».
FARALLI
UN OPERAIO, da
Milano, cosí scrive alla Famiglia:
«Io, anima fremente di quello stesso Ideale che pervase tutta la vita
del grande Maestro di Jsnaia Poliana, invio un modesto saluto a Voi, congiunti
dell'Uomo buono testè spentosi e la mia solidarietà alla nobile schiera dei
Lavoratori del Mare».
LUIGI LUÈ
I MARINAI SARDI telegrafarono:
Famiglia Tanini - Genova
«Marineria sarda costernatissima, associandosi vostro dolore,
rimpiange la perdita venerato Poeta loro strenuo difensore, Apostolo di
immutata Fede.
SIFFREDI
Carloforte, 4 Luglio 1921.
UNA LETTERA DEL CAP. BIASINI:
Fiume, 5 Luglio 1921.
Carissimi fratelli Tanini,
Ho appreso stamane l'irreparabile perdita che vi ha colpito in tutta
la sua straziante realtà.
Io ne sono costernato. Povero Compagno mio! È inutile ogni
condoglianza: tali dolori non si possono lenire con parole d'amici, anche
quando – fuori del basso convenzionalismo – sono sincere e sentite.
È grave la perdita dell'Uomo, gravissima quella del Poeta: si spegne
un faro, rallenta il suo corso l'Idea.
Non ho la forza di dirvi una sola parola d'incoraggiamento. Non posso
che lamentare e piangere con Voi fraternamente.
GINO BIASINI
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Eroi del Mare! a voi che la bufera
quanto più squassa la tenace
chiglia
e più la possa si fa audace e
altiera;
vada il mio
bacio, con umide ciglia
fervido, baldanzoso, tutt'ardore
l'animo vostro segua la vermiglia
ala d'incendio
che v'infiamma il core:
il fuoco, il bosco, il ciel, la
terra, i vàri,
sacro lievito fiéno al pio fervore,
e spavaldi
affrontate a lotta impari,
da i liti eterni cui molt'acqua
lava,
le tempeste de gli uomini e de i
mari
ad affrancar qualunque gente
schiava.
Da "LA MAZZINI" Peanica Marinara.
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