Mi
sembrava di essere sul lido di un fiume, sì pieno che traboccava da ogni parte,
formando altrettante piccole correnti. Le acque di questo fiume erano chiare e
limpide come il cristallo. Siccome mi sembrava di essere costretto a
traversarlo, così rimasi tutto meravigliato; quando mi accorsi che dall'altra
riva un giovane mi guardava e di tempo in tempo mi faceva segno di passare il
fiume senza timore. Gli feci comprendere che io temevo di essere trascinato
dalla corrente, benchè le acque erano limpide. Subito il giovane si slanciò sul
fiume e sano e salvo arriva all'altra sponda. Lo guardo, ed oh meraviglia ! non
era affatto bagnato. Egli portava una veste color di porpora con un cordone
bianco alla cintura. Aveva i sandali uniti al collo del piede con un nastro
turchino: il resto delle sue gambe erano nude; la sua testa era coperta da un
berretto giallo con una penna bianca che gli cadeva sulla spalla destra. Teneva
nella mano destra una canna color turchino lunga circa due metri. Aveva la
barba bionda, divisa in due parti del mento, i capelli e i baffi lunghi, ma
bene accomodati, gli occhi castagni, il colore naturale e di alta statura. La
sua fisonomia era sì maestosa che lo credetti il più bello degli uomini. Dopo averlo
considerato attentamente gli dissi: – Come avete potuto passare questo fiume ed
uscire senza essere bagnato affatto? – Come! mi rispose, tu devi sapere che
l'acqua di questo fiume non si attacca che alla carne e alle vesti immonde. Tu
temi passarlo, perchè non sei perfettamente puro. – Che cosa volete intendere,
replicai io? – Nota bene, mi rispose, tu temi ciò che è limpido e non temi ciò
che è torbido. Le acque chiare mai depositano immondezze; le torbide
insudiciano tutto ciò che toccano. Tu sei passato tra le acque torbide ed ora
temi quelle che sono limpide. Questo fiume è formato solamente dalle acque di
sorgenti purissime; mai la pioggia e l'uragano lo intorbidarono.– Io non posso
credere ciò che mi dite, gli replicai di nuovo, perchè tutti i fiumi della
terra s'intorbidano, e come può essere altrimenti? – Questo succede, mi
rispose, perchè le sue acque scaturiscono da sorgenti del cielo e traversano
sempre le spiagge risplendenti e pure, ove le tempeste sono impotenti, dove mai
le acque putrefatte si mischiano colle acque pure. Questo fiume che mai cangia,
è quello che tu avevi promesso di passare senza timore: ora perchè ti lasci
dominare da viltà, tutta di questo mondo? Vieni, io te lo farò passare sano e
salvo. – Ciò dicendo, prende la mia destra, si precipita nel fiume ed io lo
seguo. Però io credetti di morire dalla paura, ma quando mi trovai in mezzo
alla corrente, sentii crescere in me il coraggio, talmente che non mi
riconoscevo più, e giunto all'altra riva mi sembrava essere agile come il giovane.
Lasciandomi la mano egli pronunciò queste parole: «L'ostacolo è vinto: pensa tu
ora a compiere la tua missione».
Mentre
che egli così parla, vidi davanti a me una colonna di fuoco: sento tremare il
suolo sotto i miei piedi, come fosse agitato dal terremoto e mi sveglio. Era
circa a tre ore della mattina. Fra le tenebre della notte mi sembrava sempre
avere davanti agli occhi questa abbagliante colonna di fuoco. Questa nuova
visione m'immerse più che mai nella riflessione. Per più giorni indirizzai preghiere
alla Santa Madre di Dio per ottenere la grazia di essere illuminato in qualche
modo, ma io sentivo sempre più rattristarsi il mio spirito. In fine mi decisi
di tornare in Roma.
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