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David Lazzaretti
Visioni e profezie

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  • IL CAMPO DI CRISTO
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IL CAMPO DI CRISTO

 

Miei buoni patriotti Amiatini, non havvi memoria nelle antiche e moderne storie, che narrino un fatto come questo che segue ed è per seguire su di me e su di voi. Oh, sì! miei cari, tal fatto, per non dir prodigio, non è che opera divina, e se tale ne sia, da voi stessi lo dovete conoscere; ma solo però in mercè di Dio e di Maria Vergine.

Io, miei cari, vi parlo un linguaggio poco confacente al secolo in cui siamo perchè questo mio linguaggio, anzi parlare, non pronunzia accento che non sia di un forte rimprovero al vizio e al peccato, ed in pari tempio ad esaltamento e gloria di Dio, e colla stessa parola dimostro l'aborrimento di Satana e degli empii e maligni spiriti di averno. Questo è propriamente il mio linguaggio.

Chi io ero, e chi ora sono mi conoscete, un peccatore, un perverso, un nemico di Dio: ora oserò dirvi che peccatore purtroppo lo sarò, come fragil creatura di questo misero mondo; ma non più, non più avverso e nemico di Colui nella cui mercè cammino e vivo sul mondo.

Il mistero del mio cangiamento non evvi del tutto oscuro: chi più chi meno tutti sapete in buona parte qualche cosa. Sicuro che il dover pretendere che tutto quello che si racconta del mio successo, debba essere creduto non intendo, ed il pretenderlo sarebbe una stoltezza; anzi una vera e propria temerità ma però vi prego che questo non lo prendiate per favola, come tanti lo prendono; questo, miei cari, ve lo dico seriamente. Statevene in guardia di tutto quello che vi prevengo, che mal non farete; l'esecuzione lasciatela regolare dalla provvidenza e dal tempo; ma però vi prego che vogliate perseverare per quanto sia possibile in quella buona fede che ha commosso il mio e il vostro cuore, e che ci ha riscattati alla giustizia degli uomini e di Dio. Io non voglio credere e nemmeno supporre che questo amore ed affezione che dimostrate voi tutti su di me non venga prodotto da fanatismo, come tanti lo vogliono, e non come il credo e lo voglio io, che solo il bramo per effetto di spirito religioso, di amore, di fede, di attaccamento, di amicizia fraterna ed animo di carità cristiana. Di questo non ne dubito neppure per ombra; ma però bisogna che io vi dica che ve ne sono taluni fra di voi che non sono ancora del tutto convinti del mio modo di dire e di operare, per cui tengono il loro pensiero indeciso e sospeso in due punti, e non sanno di questi a quali possono apprendersi. No, miei cari, non spetta a me il dover dire che prendiate quello del credere, ma dico che spetta a voi a ponderar bene la cosa e decidere. Ah, no! non voglio credere che sia spenta nei vostri cuori quella Religione che tutti gli uomini hanno per istinto di natura e per insegnamento dei loro padri antichi. Dunque se ciò non sia, perchè vi fate vincere da quello spirito malefico e maligno d'incredulità? Oh sì! se voi volete vincere questo dubbio, fissate lo sguardo in Dio e pensate che esso ha sottratto dal nulla tutto quello che si vede nel cerchio del cielo e della terra.

Rispondetemi, e ditemi, se questo Onnipotente Iddio ha sempre il dritto e potestà di operare e fare operare prodigi da chiunque gli aggrada? Questo, io credo non potrete obbiettarlo, perchè cadreste in eresia, anzi per meglio dire in ateismo. Dunque da qual parte vi rimane il dubbio? Non lo conoscete, e lo vedo che da voi stessi non lo potete conoscere; ma io lo conosco, miei cari ed amati amici, sì lo conosco che esso proviene dalla parte della poca fede; perchè da questa parte vi predomina abbondantemente il peccato, e dove predomina questo, non regna che invidia e malizia la più fine di Satana; ed è appunto che per questa parte vi porta per la testa tanti pensieri cattivi e tante false immaginazioni. Ma io vi farò intendere che la falsità non produce mai degli effetti che destino l'ammirazione ed attenzione dei popoli; e se di primo slancio mostrasse in qualche modo un qualche progresso, sarebbe questo di pochissima durata; ma la verità all'opposto si è sempre veduta in ogni tempo principiar col poco, e fra lo scherno degli uomini e degli increduli (che in ogni tempo ci sono stati) con più che viene perseguitata e vilipesa, tanto più maggiormente ingigantisce e si attrae la simpatia e la stima dei popoli e di Dio. Con ciò non voglio dire che tal ne sia di me nel tempo in cui parlo; ma desidero fermamente che sia per l'avvenire.

No, non diffido del vostro buon cuore; che fin qui mi avete dato prove di attaccamento degne di ammirazione, degne non solo di me, ma di persone di senno e perite in lettere, di consiglio e di matura esperienza. Non crediate, amici cari, che io vi riferisca questo per farvene una benchè minima adulazione, come taluni lo crederanno; no; di questo siatene convinti e non dubitatene, perchè io vi parlo chiaro; questo ve lo assicuro sulla mia parola evangelica. Oh sì! quello che a voi riferisco, non è che la pura verità di Dio, e nel mio procedere mai mi partirò dalla sua giustizia. Io vi dirò che i meriti miei non sarebbero tali da dover essere ammirati e considerati nel mio procedere e nel mio fare; questo me lo riconosco purtroppo; ma pensate, miei cari, che sono un essere misterioso, e misterioso io credo che debba essere il mio avvertimento, il quale vi riferisco in detto profetico, quanto in detto apostolico e popolare.

Che devo dirvi di più? di più non posso come misera ed insensata creatura. Oh sì! vedo che alcuno sogghigna, e sento esclamare con atto di scherno e disprezzo, che il mio dire non è che una sorgente di spirito alienato con una espressione troppo presuntuosa ed esagerata; arrogandomi quello che a loro sembra troppo, per cui dicono che non può tornare in nessun modo, e su ciò prendono disputa insistendo nella loro pretesa opinione e vanno dicendo che non sono un essere da prendermi in considerazione; e tampoco è da prestar fede a quello che io dico.

Oh, per carità, fratelli, per carità non vi lasciate vincere da questi falsi credenti; fidatevi vi prego, della mia parola, e per quanto sia possibile mettetela in pratica, e poi vedrete, se io erro nel mio insegnamento. Io non ho da farvi vedere di prodigioso, miei cari, ma in attestato della mia misteriosa Missione (se tal la volete), lo avete veduto e lo vedete da voi stessi, tanto nei vostri segni esterni, quanto negli interni.

Ma io dico che voi non potrete negare di non sentire nei vostri cuori una certa emozione che vi tiene agitato in buona parte il pensiero, e più d'ogni altro, codesta emozione vi fa sentire una rimembranza del male operato e richiama la vostra coscienza al pentimento e all'emenda di tutte le offese che abbiamo fatte alla santità celeste e alle nostre creature umane. Questo risentimento bisogna che io vi dica che addivenire non può che per divina misericordia. E che ciò sia così ve lo testificherò colle prove, anzi me ne darete voi stessi una chiarezza la più singolare. Quel cangiamento di vita di quelle persone le più intrise nel peccato, nel vizio, nella bestemmia ed eresia, che cosa ne dite? Rispondete.

Questi cangiamenti (come vogliamo dire) nel tempo in cui siamo, sono meravigliosi e dànno da pensare, ancor non volendo, che qui v'influisca una grazia speciale; non dico però che da me si producano tali effetti; ma dirò che su di me e su di voi opera la providenza; e molti non vorrebbero che ciò fosse. Queste non sono obbiezioni che degradano la mia stima, presso di voi, anzi taluni accrescono maggiormente di credenza, e concepiscono di me più alta stima e mi favoriscono sempre più il loro cuore alla buona fede, e con zelo e coraggio perseverano nella loro intrapresa strada; conciosiacchè in essa conoscano esserci da sormontare scabrosità le più grandi. Ma discerno in buona parte di loro che altro non hanno di mira che la gloria di Dio, la redenzione dei popoli e l'accrescimento della vera e Santa Religione di Cristo.

Miei cari fratelli e patriotti Amiatini, quale cosa di più grande, di più nobile, deve augurare un uomo di questo mondo di quello che augura il vostro cuore?

Oh quanto è grande e santo questo principio che abbiamo intrapreso, calcando l'ordine di giustizia del cielo e della terra, guidati da quel santo lume della Religione fondata col sangue dell'Uomo Dio. Perseveriamo, miei cari, nella strada intrapresa; che l'Onnipotente Iddio ci riguarda, ci assiste e ci benedice dall'alto dei cieli. Io vi assicuro, e credetemi, che un saremo rimunerati di quel merito che deve ognuno che ama Iddio, e raffida nella sua infinita Misericordia. Dunque siamo concordi per amor di Esso nella nostra fratellanza, e preghiamo unanimi che ravveda tutti coloro che traviano dal seno della S. Chiesa e dal suo insegnamento; che esso, come sapete, non si diparte che dalla sede apostolica di Pietro. Preghiamo, dunque, miei cari, e preghiamo incessantemente, affinchè nella nostra bella e santa Penisola non vi sia più nemmeno un solo italiano che non creda alla Chiesa Apostolica di Roma; ma che diciamo tutti ad una voce che solo essa è la giusta, la vera e perfetta nel suo ministero, e che fuori di essa non vi è che scismi ed eresia. Questo lo desidero, anzi mi lusingo che lo desideriate pur voi. Io anelo con tutto il cuore di sentir declamare da ogni lingua d'Italia:

Evviva IddioEvviva CristoEvviva MariaEvviva la chiesa Romana.

Taluni sentendomi dir questo, crederanno che io sia un partitante dei preti: no, miei cari, sbagliereste se così pensaste.

Io vi dico in verità che non sono partitante di nessuno, io non ho chi mi protegga nel mio operato, solo che Dio. Io vi dico nuovamente in verità che nessuno mi imbocca. La mia penna scrive la verità e dal senno con cui essa vien diretta, credo senza dubbio che non vengano decifrati, o per meglio dire, espressi errori e falsità. E se qualcuno credesse di trovarli, me ne diano sentore, che io mi chiamerò (se a caso ci fossero) alla ragione.

Questo mio ragionamento, miei cari patriotti Amiatini, racchiude seco il mistero il più grande, e questo mistero si racchiude in me ed in voi, e che ciò sia, un di voi stessi lo conoscerete, e saprete interpretarlo, ben inteso però che non traligniate dal punto di mira che avete preso.

In me potete conoscere bene che non evvi fine indiretto, e se ciò vi dico, ve lo dico solo per il vostro e per il mio bene, anzi per meglio dire, pel bene di tutti. Io prendo da voi quest'opera di carità sol per gratuire il vostro buon cuore, e me ne approfitto al solo scopo d'anticipare maggior tempo per poter più a lungo propagare la mia parola ed i miei scritti.

Ecco, miei cari, il fine per cui accondiscesi ad approfittare del vostro buon cuore; però non basta qui lo scopo di tale attaccamento; di più bello si racchiude nel suo mistero e sarà quello di aver sempre viva la rimembranza di voi, come voi l'avrete di me. Questo campo dove voi mi avete dato testimonianza del vostro buon cuore, d'ora innanzi sarà chiamato il Campo di Cristo. Oh beati quelli che ne raccoglieranno la mèsse! Voi qui in questo campo avete lavorato per me, ed io coll'aiuto del Cielo per altre parti cercherò di faticare per voi. Iddio sia quello che un giorno vi benedica in seno alla vostra bella Patria, ammirati da tutti i popoli della terra. Io non so, miei cari patriotti e fratelli, quando sarà il tempo che mi sarà concesso di dimorare fra voi, ma se pure vi dovessi abbandonare quanto prima, non vi arrechi disturbo, dolore, perchè così vuole Iddio.

E quando lo vuole Lui, bisogna ubbidire alla cieca e non transigere un solo attimo. Ma vivetene tranquilli che se pure me ne vado lungi, non mi scorderò di voi e terrò sempre nel mio cuore viva la rimembranza della vostra buona memoria, e se andrò pellegrinando il mondo fra nazioni straniere e barbare non temerò, perchè solo mi fido in Dio e nelle vostre preci. Oh sì! ovunque io vada, ovunque io mi trovi, avrò sempre rimembranza di questo beato luogo, e dolce mi sarà la memoria di questo felice giorno. Oh! come giubilo nel vedervi tutti riuniti a me come tanti cari figli che ansiosi ascoltano gli ordini e gli ammaestramenti del loro padre. E come allora in mezzo a questo amato circolo non mi sarà concesso di versare una lacrima di tenerezza?

Oh sì! concedetemelo, miei cari fratelli, che ne ho ben d'onde. Se pure mi trovassi nelle parti più remote della terra, sarò sempre col pensiero vicino a voi, e guardando altri popoli, mi consolerò con loro, perchè crederò di ragionare con voi stessi, e le loro voci risoneranno al mio orecchio come il dolce suono del vostro bell'italico linguaggio, ed allora, tutto gioia e contento indirizzerò una preghiera a Dio che me benedica e assista e consoli lungi da voi.

Per dimostrare maggiormente ai posteri il mio e il vostro attaccamento, vi contenterete che i vostri nomi siano fregiati fra i miei scritti per tener più viva la memoria di questo giorno, tanto in voi che nella discendenza dei nostri nipoti fino che il sole riscalderà la terra.




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