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David Lazzaretti
Visioni e profezie

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  • LETTERA ANONIMA DI PROFETICI AVVENIMENTI
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LETTERA ANONIMA
DI PROFETICI AVVENIMENTI

 

Miei amatissimi fratelli in Cristo, conciosiacosachè me ne viva ritirato da voi, dalla mia solitaria, aspra e montuosa dimora, io non ignoro le tante miserie che vi opprimono e che quasi vi hanno ridotto ad un disperato furore; per cui a voi per ispirazione divina invio questa mia lunghissima lettera, onde evitare per quanto sia possibile, la malafede che di giorno in giorno vie maggiormente cresce fra i popoli.

A me fa pietà tanta povera gente, per cui mi frappongo a tanto male con questi miei avvertimenti, onde far riflettere seriamente ai mali che sono per avvenire sopra di noi a motivo dei tanti peccati che hanno provocato Iddio a prevalersi della sua terribile giustizia.

Per carità, fratelli, date ascolto alla mia parola e non vogliate darvi in preda a voi stessi arbitri della passione e del furore che vi potrebbe trascinare a commettere ogni e qualunque delitto. A Dio solo spetta il giudizio delle nostre colpe e il provvedere alle nostre miserie. Sopportiamo con pazienza il giogo dell'oppressione e della miseria, che a suo tempo Iddio ci provvederà, e quando meno aspettiamo.

Io conosco troppo bene, miei cari, il mal ordinato desiderio dei rivoltosi, e dei popoli malamente trattati dai loro governi, come pure conosco la miseria dei governi pessimamente corrisposti dai popoli. Insomma, miei cari, il male è generale, e l'origine primitiva di sì tanto male è germinata più che mai dal maledettissimo spirito di egoismo e di avarizia, e gli egoisti e gli avari son gente che vivono a carico della società, e per questi non vi è onore, non vi è carità, non vi è giustizia, solo si occupano al comodo e all'amore di medesimi. Chiaro si vede nel loro modo di vivere che non credono a Dio, perchè non osservano i di lui precetti, non credono all'anima perchè non pensano che alla felicità del corpo: non hanno religione, perchè il loro Dio è se stessi; non hanno fede e non credono all'Immortalità; perchè solo s'intendono della materia, la quale solo amano ed adorano.

Gli egoisti e gli avari sono tanto nocivi alla società, quanto è nocivo nel buon grano il loglio per cui con spirito di carità, ma con severa giustizia bisogna necessariamente fare una scelta di questa pessima gente e gettarla da parte ma questa scelta conviene farla a Dio; e troppo bene si conosce essere necessaria una Riforma in tutti i costumi degli uomini, ma maggiormente, come avete inteso, nello spirito di egoismo e di avarizia. Ci è pure un altro male non minore del primo, che porta immenso danno alle famiglie, fra i popoli, fra le nazioni, e questo è il mostro terribile dell'invidia e della superbia. Dio mio, quanto è terribile questo mostro d'inferno! La storia ce lo addita dei tempi passati e dei tempi recenti.

Io ho creduto d'inviare a voi, miei fratelli in Cristo, questa mia lettera, onde far noto a questa povera gente (dico povera gente perchè mancante di tutte le virtù morali e civili) che non è lungi il d'una grande rivolta fra i popoli. Allora un grido di disperato furore si udrà: «Sangue, sangue, sangue a chi ha succhiato il sangue». I momenti, miei cari, saranno terribili, vedrete le falangi dei popoli agguerriti inoltrarsi nelle ville, paesi e città, e come un divorante incendio tutto distruggeranno e ridurranno in cenere i più sontuosi edifizii di questo mondo. Voi allora che farete, o egoisti, o avari, o invidiosi, o superbi, o oppressori, o assassini dei popoli? V'inoltrerete forse fra la mischia mostrandovi per quello che non siete? Vi gioverà? Vi ascolteranno forse? No, fratelli, in verità non sarete in tempo; anzi vi dirò che quei che poco prima erano a voi soggetti come timidi agnelli, vi verranno incontro così furenti, avidi del vostro sangue come leoni feroci e rapaci, e vi uccideranno senza pietà, come voi non l'aveste di loro, allorchè da voi venivano oppressi.

Pensateci bene, miei cari; la condizione di queste classi è misera. Male avverrà per tutti, è vero, ma per questi avverrà tanto male che io fremo, inorridisco in pensarci. Dice lo spirito del Signore: «Io punirò gli empii per man degli empii».

Fratelli, non date retta ai tristi, se vi volessero indurre a partite di ribellione, di sommossa qualunque. Statevene al vostro posto e non desiderate che sia versato il sangue del vostro fratello, se non volete che del vostro si versi. No, non vi muova lo spirito di vendetta contro di chicchessia che a voi avesse fatto del male. Rammentatevi che la vendetta spetta solo a Dio; e poi comunque forse, la vendetta non è la giustificazione delle proprie offese, ma è barbarismo. Il perdono solo è quello che giustifica le proprie offese e porta pace e concordia. L'eroismo non consiste nell'essere barbari contro i barbari, ma verso i barbari stessi essere clementi.

Oggi che il mondo è civile, non solo si grida vendetta, sangue e morte ai tiranni, ma morte ai Papi, ai ministri di Dio, ai Re, ai suoi reggenti, e rappresentanti di essi. Ah miseri! essi non sanno quello che dicono e quello che fanno. Si medica forse col sangue altra ferita che versa sangue? Col sacrificio di una vita si rimedia forse ad un'altra vita? No, miei cari; Iddio solo ha diritto versare sangue e toglierci la vita, che a Lui solo appartiene: altri non può senza offendere mortalmente la sua divina giustizia.

Fra le tante miserie che vi sono fra i popoli traviati e corrotti, una delle maggiori è il barbarismo del civile progresso del secolo. Esso di primo slancio si è dichiarato nemico mortale della Religione del Cristo, ed ha rinnegato affatto la fede degli avi suoi, e come un matto furioso s'indigna con insulti e minacce contro il suo medico, che amoroso e paziente si affatica a guarirlo da sì orribile e crudel malattia.

Così son tutti gl'infelici e i disgraziati figli del civile progresso, caduti nel delirio delle loro sfrenate passioni, e nulla di ben si può fare, anche volendo, a questi miseri, perchè infuriano contro chiunque osasse riprenderli e richiamarli alla ragione dei loro traviamenti. Mio Dio, come rimediare a tanto male?

La Chiesa che è l'amorosa madre di tutti i fedeli, che con imparziale amore ama tutti i suoi figli, pietosa accoglie in suo seno tutti quelli che a lei si umiliano, di qualunque rito, di qualunque nazione dei miseri figli discendenti di Adamo, e li benedice a nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, e con assoluto perdono rimette la colpa e coll'emenda li invita alla gloria dei giusti nel suo celeste regno, e pietosa coi lumi della fede ci addita la strada del bene dell'anima e della vita, mostrandoci i tesori delle sue grazie con l'insegnamento della dottrina del Cristo. In essa si conoscono tutte le verità, e vi si attinge la sapienza di tutte le cose, e vi si apprendono le pratiche di umiltà, di amore, di carità e di giustizia. E tutto questo di fronte al secolo del progresso è delitto. Dio mio, abbiate pietà della loro stoltezza; dissipate le tenebre, nelle quali sono caduti, e mostrate loro i lumi del vero coll'efficacia della vostra infinita misericordia, che avete sempre usata per i miseri peccatori.

Quanti, oh! quanti di questi disgraziati figli della corruzione si sono distaccati dal seno della Chiesa protestandosi contro di essa, dicendo che il civile progresso è culto libero, e che il culto altro non dev'essere che il civile educamento.

Io non voglio, no, miei cari, entrare a trattarvi di sì dolorose vicende di questo iniquo e scellerato progresso del secolo. Solo mi urge il farvi intendere che i giorni passano e le ore si avvicinano d'una spaventevole rivoluzione fra i popoli, che in tutte le cose muterà la faccia al mondo: allora guai a noi se avremo reati presso Iddio e presso gli uomini. Saremo colpiti improvvisamente, quanto meno ce lo aspettiamo, dalla irata giustizia divina: allora non gioveranno scuse, non gioveranno pentimenti, periremo e forse periremo in eterno.

Fratelli, rammentiamoci delle tante volte che Iddio ha punito i popoli con simili ed altri castighi, annunziati, come io li annunzio a voi, per bocca degli uomini. Ebbero di che lagnarsi della sua misericordia, allorchè perirono nel furore del suo sdegno? No, miei cari, non ebbero di che lagnarsi; da pentirsi, ma tardi.

Oh per pietà! fratelli, non voglia essere tale di noi; prepariamoci per tempo a questo imminente castigo: facciamo come i Niniviti all'avviso di Giona, che allora vi assicuro che non avremo da pentirci. No, non date retta a quelli spiriti forti, ma in stessi vili e miserabili, perché privi del lume della fede, che vi dicono che sono chimere questi avvertimenti; rispondete loro che chimere sono i loro delirii. L'esempio della storia de' tempi ci fa veder troppo chiaro che io vi parlo il vero, e che essi mentono così dicendovi. Non date retta a chi v'insinua al male, altrimenti male vi troverete. Mirate fra la moltitudine dei popoli i facinorosi e seduttori politici che aspettano il cenno della rivolta per dissetar l'infernal sete che hanno di sangue umano. Ah miseri e disgraziati che sono! Essi non sanno che saranno le prime vittime immolate all'ara del liberalismo e del civile progresso del secolo?

I brandi sono già affilati per recider le più sublimi ed alte teste che baldanzose si ergono fra la mischia dei popoli. Quei che si credono sicuri, perchè potenti e forti, saranno i primi a cadere nella polvere involti nel proprio sangue, ed insepolti taluni saranno divorati dai cani e dalle fiere, e squartati in pezzi dal furor delle turbe, come per tirannico spregio per le loro barbare e temerarie vendette. Quelli che avranno ammassato ed accumulato ricchezze sopra l'oppressione dei popoli, avendoli gettati in sì estrema calamità, saranno èsca al fuoco divoratore della guerra e della rivoluzione. Coloro che di armi si muniscono per difendersi ed uccidere i loro nemici, si troveranno vinti inaspettatamente, e colle armi in pugno e senza colpo ferire rimarranno immobili al loro posto come pietra, e quelle loro stesse armi tolteli di mano dai loro sudditi, faranno l'ufficio della scimitarra dei due superbi giganti Golia ed Oloferne, e saranno il trofeo delle loro vittorie.

Tutte queste orribili vicende tenetele per certe, miei cari, che fra poco avverranno, e vi prevengo che nessuno di voi confidi nelle proprie forze e voi ed io rammentiamoci che siamo un nulla avanti a Dio, per cui in Dio solo dobbiamo riporre tutta la nostra fiducia, che Egli ci sarà scudo e difesa nella calamità, nel castigo e nel periglio.

Miei cari, voi vedete molto bene che il male dell'ordine morale e civile è giunto all'estremo, e per porvi un rimedio non ci vuole che un miracolo della onnipotenza divina. Solo essa ci può sottrarre da sì tanta miseria. E allora, mi direte voi, come avverrà così tanto miracolo? Avverrà in tal modo. Iddio manderà a noi un celeste liberatore, il quale vedremo improvviso comparire mischiandosi fra la ribellione dei popoli, tenente in mano una verga, ed una gemma nel dito medio della sinistra mano, ed in virtù di questi doni, donatigli da Cristo stesso, opererà miracoli e meraviglie da far stupire il mondo, e coll'eloquenza della sua divina parola spariranno i nemici di Dio davanti a lui come fumo al vento. La di lui verga sarà la spada di fuoco maneggiata dall'irata mano divina e lo scettro col quale saranno governati nella nuova legge tutti i popoli della terra. La gemma è la pietra della nuova alleanza della Chiesa con Cristo, e siccome la Chiesa è la vera Sposa di Cristo, così, l'uomo sposa Cristo e la Chiesa per la divina virtù di questa gemma, per cui la Chiesa sarà tutto un corpo collo stato civile e morale dell'uomo.

Intendete bene, o fratelli, questo mio misterioso e profetico linguaggio. La verga è il simbolo della Riforma dello Stato politico, e la gemma è la pietra angolare di una nuova Religione, la quale riformerà la Chiesa stessa, e distruggerà tutte le altre religioni degli uomini, e questa unica rimarrà sul mondo fino alla consumazione dei secoli. Tutto questo mutamento di cose porterà fra noi questo celeste Liberatore. Di più vi avverto che verrà improvviso come ho ridetto, a precipitarsi sugli empii, come l'Angelo sterminatore di Egitto, che in una sola notte farà tante stragi che il sangue si vedrà correre a rivi nelle pubbliche strade, dalla tanta gente che per ordine suo e fra se stessi si uccideranno.

Fratelli, non vogliate disprezzare questi miei avvertimenti, se non volete che il disprezzo cada sopra di voi. I giorni camminano e le ore si avvicinano, come vi ho detto: pensiamo che la mano di Dio più tarda a punire e più è pesante se vedeste allungare il tempo, e non vedendosi l'accennato castigo, non dite come altre volte avete detto: non è vero il vaticinio, è invenzione d'uomo, sono spauracchi che ci dànno a credere per tenerci in timore e null'altro. No, miei cari, non dite così: siate certi che il castigo è inevitabile, e tutte queste cose che vi ho annunziate, devono avvenire dentro il corso di anni 19 da che il nostro immortal Pio IX spirò i 25 anni del suo Ponteficato. Questa è la data precisa del nuovo riordinamento di tutto il mondo; ma bene inteso che il castigo potrebbe avvenire oggi come domani.

Vi sia pur questo di avvertimento. Dovete sapere che il trionfo dei popoli e della Chiesa deve avvenire colla distruzione totale dei nemici della patria e della fede. Di più per darvi un'idea quali possono essere davanti agli occhi di Dio i suddetti nemici della patria e della fede, vi aggiungo i sette guai seguenti, onde vi regoliate in voi stessi sui terribili disegni di Dio. 1. Guai ai superbi di spirito. 2. Guai ai rinnegati alla fede. 3. Guai a chi ha il cuore finto e maligno. 4. Guai agli oppressori dei popoli. 5. Guai ai libertini. 6. Guai ai cabalisti ed abusatori delle cose sacre. 7. Guai agli oppressori dell'innocenza.

Miei cari, comprenderete bene che in questi sette guai è designata tutta la classe dei peccatori che Iddio ha deliberato estirpare fino ad uno fra il numero dei viventi.

Dice lo spirito del Signore: Allorchè verrò nel furore del mio sdegno, sarò clemente e benigno per quelli che avranno peccato per semplicità e fragilità; ma severo e terribile per coloro che avranno peccato per malizia e cattività di cuore.

Tutto questo vi prevengo, miei cari, non per mia arbitra volontà, ma per volere e comando di Dio. Dunque vogliate per amore di esso far conto di questi miei celesti e santi avvertimenti, se desiderate il bene e la salute dell'anima vostra, e il salvamento della vita da sì terribile e imminente castigo. Vi saluto nel nome del Signore, augurandovi pace, salute e felicità eterna. Sempre sia fatta la volontà di Dio in cielo, in terra e in ogni luogo.




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