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David Lazzaretti Visioni e profezie IntraText CT - Lettura del testo |
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IL FIUME DEL MONDO
Mi sembrava di essere sul lido di un fiume, sì pieno che traboccava da ogni parte, formando altrettante piccole correnti. Le acque di questo fiume erano chiare e limpide come il cristallo. Siccome mi sembrava di essere costretto a traversarlo, così rimasi tutto meravigliato; quando mi accorsi che dall'altra riva un giovane mi guardava e di tempo in tempo mi faceva segno di passare il fiume senza timore. Gli feci comprendere che io temevo di essere trascinato dalla corrente, benchè le acque erano limpide. Subito il giovane si slanciò sul fiume e sano e salvo arriva all'altra sponda. Lo guardo, ed oh meraviglia ! non era affatto bagnato. Egli portava una veste color di porpora con un cordone bianco alla cintura. Aveva i sandali uniti al collo del piede con un nastro turchino: il resto delle sue gambe erano nude; la sua testa era coperta da un berretto giallo con una penna bianca che gli cadeva sulla spalla destra. Teneva nella mano destra una canna color turchino lunga circa due metri. Aveva la barba bionda, divisa in due parti del mento, i capelli e i baffi lunghi, ma bene accomodati, gli occhi castagni, il colore naturale e di alta statura. La sua fisonomia era sì maestosa che lo credetti il più bello degli uomini. Dopo averlo considerato attentamente gli dissi: – Come avete potuto passare questo fiume ed uscire senza essere bagnato affatto? – Come! mi rispose, tu devi sapere che l'acqua di questo fiume non si attacca che alla carne e alle vesti immonde. Tu temi passarlo, perchè non sei perfettamente puro. – Che cosa volete intendere, replicai io? – Nota bene, mi rispose, tu temi ciò che è limpido e non temi ciò che è torbido. Le acque chiare mai depositano immondezze; le torbide insudiciano tutto ciò che toccano. Tu sei passato tra le acque torbide ed ora temi quelle che sono limpide. Questo fiume è formato solamente dalle acque di sorgenti purissime; mai la pioggia e l'uragano lo intorbidarono.– Io non posso credere ciò che mi dite, gli replicai di nuovo, perchè tutti i fiumi della terra s'intorbidano, e come può essere altrimenti? – Questo succede, mi rispose, perchè le sue acque scaturiscono da sorgenti del cielo e traversano sempre le spiagge risplendenti e pure, ove le tempeste sono impotenti, dove mai le acque putrefatte si mischiano colle acque pure. Questo fiume che mai cangia, è quello che tu avevi promesso di passare senza timore: ora perchè ti lasci dominare da viltà, tutta di questo mondo? Vieni, io te lo farò passare sano e salvo. – Ciò dicendo, prende la mia destra, si precipita nel fiume ed io lo seguo. Però io credetti di morire dalla paura, ma quando mi trovai in mezzo alla corrente, sentii crescere in me il coraggio, talmente che non mi riconoscevo più, e giunto all'altra riva mi sembrava essere agile come il giovane. Lasciandomi la mano egli pronunciò queste parole: «L'ostacolo è vinto: pensa tu ora a compiere la tua missione». Mentre che egli così parla, vidi davanti a me una colonna di fuoco: sento tremare il suolo sotto i miei piedi, come fosse agitato dal terremoto e mi sveglio. Era circa a tre ore della mattina. Fra le tenebre della notte mi sembrava sempre avere davanti agli occhi questa abbagliante colonna di fuoco. Questa nuova visione m'immerse più che mai nella riflessione. Per più giorni indirizzai preghiere alla Santa Madre di Dio per ottenere la grazia di essere illuminato in qualche modo, ma io sentivo sempre più rattristarsi il mio spirito. In fine mi decisi di tornare in Roma. |
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