LETTERA ANONIMA
DI PROFETICI AVVENIMENTI
Miei
amatissimi fratelli in Cristo, conciosiacosachè me ne viva ritirato da voi, dalla
mia solitaria, aspra e montuosa dimora, io non ignoro le tante miserie che vi
opprimono e che quasi vi hanno ridotto ad un disperato furore; per cui a voi
per ispirazione divina invio questa mia lunghissima lettera, onde evitare per
quanto sia possibile, la malafede che di giorno in giorno vie maggiormente
cresce fra i popoli.
A me fa
pietà tanta povera gente, per cui mi frappongo a tanto male con questi miei
avvertimenti, onde far riflettere seriamente ai mali che sono per avvenire
sopra di noi a motivo dei tanti peccati che hanno provocato Iddio a prevalersi
della sua terribile giustizia.
Per
carità, fratelli, date ascolto alla mia parola e non vogliate darvi in preda a
voi stessi arbitri della passione e del furore che vi potrebbe trascinare a
commettere ogni e qualunque delitto. A Dio solo spetta il giudizio delle nostre
colpe e il provvedere alle nostre miserie. Sopportiamo con pazienza il giogo
dell'oppressione e della miseria, che a suo tempo Iddio ci provvederà, e quando
meno aspettiamo.
Io conosco
troppo bene, miei cari, il mal ordinato desiderio dei rivoltosi, e dei popoli
malamente trattati dai loro governi, come pure conosco la miseria dei governi
pessimamente corrisposti dai popoli. Insomma, miei cari, il male è generale, e
l'origine primitiva di sì tanto male è germinata più che mai dal maledettissimo
spirito di egoismo e di avarizia, e gli egoisti e gli avari son gente che
vivono a carico della società, e per questi non vi è onore, non vi è carità,
non vi è giustizia, solo si occupano al comodo e all'amore di sè medesimi.
Chiaro si vede nel loro modo di vivere che non credono a Dio, perchè non
osservano i di lui precetti, non credono all'anima perchè non pensano che alla
felicità del corpo: non hanno religione, perchè il loro Dio è se stessi; non
hanno fede e non credono all'Immortalità; perchè solo s'intendono della
materia, la quale solo amano ed adorano.
Gli
egoisti e gli avari sono tanto nocivi alla società, quanto è nocivo nel buon
grano il loglio per cui con spirito di carità, ma con severa giustizia bisogna
necessariamente fare una scelta di questa pessima gente e gettarla da parte ma
questa scelta conviene farla a Dio; e troppo bene si conosce essere necessaria
una Riforma in tutti i costumi degli uomini, ma maggiormente, come avete inteso,
nello spirito di egoismo e di avarizia. Ci è pure un altro male non minore del
primo, che porta immenso danno alle famiglie, fra i popoli, fra le nazioni, e
questo è il mostro terribile dell'invidia e della superbia. Dio mio, quanto è
terribile questo mostro d'inferno! La storia ce lo addita dei tempi passati e
dei tempi recenti.
Io ho
creduto d'inviare a voi, miei fratelli in Cristo, questa mia lettera, onde far
noto a questa povera gente (dico povera gente perchè mancante di tutte le virtù
morali e civili) che non è lungi il dì d'una grande rivolta fra i popoli.
Allora un grido di disperato furore si udrà: «Sangue, sangue, sangue a chi ha
succhiato il sangue». I momenti, miei cari, saranno terribili, vedrete le
falangi dei popoli agguerriti inoltrarsi nelle ville, paesi e città, e come un
divorante incendio tutto distruggeranno e ridurranno in cenere i più sontuosi
edifizii di questo mondo. Voi allora che farete, o egoisti, o avari, o
invidiosi, o superbi, o oppressori, o assassini dei popoli? V'inoltrerete forse
fra la mischia mostrandovi per quello che non siete? Vi gioverà? Vi
ascolteranno forse? No, fratelli, in verità non sarete in tempo; anzi vi dirò
che quei che poco prima erano a voi soggetti come timidi agnelli, vi verranno
incontro così furenti, avidi del vostro sangue come leoni feroci e rapaci, e vi
uccideranno senza pietà, come voi non l'aveste di loro, allorchè da voi
venivano oppressi.
Pensateci
bene, miei cari; la condizione di queste classi è misera. Male avverrà per
tutti, è vero, ma per questi avverrà tanto male che io fremo, inorridisco in
pensarci. Dice lo spirito del Signore: «Io punirò gli empii per man degli
empii».
Fratelli,
non date retta ai tristi, se vi volessero indurre a partite di ribellione, di
sommossa qualunque. Statevene al vostro posto e non desiderate che sia versato
il sangue del vostro fratello, se non volete che del vostro si versi. No, non
vi muova lo spirito di vendetta contro di chicchessia che a voi avesse fatto
del male. Rammentatevi che la vendetta spetta solo a Dio; e poi comunque forse,
la vendetta non è la giustificazione delle proprie offese, ma è barbarismo. Il
perdono solo è quello che giustifica le proprie offese e porta pace e
concordia. L'eroismo non consiste nell'essere barbari contro i barbari, ma verso
i barbari stessi essere clementi.
Oggi che
il mondo è civile, non solo si grida vendetta, sangue e morte ai tiranni, ma
morte ai Papi, ai ministri di Dio, ai Re, ai suoi reggenti, e rappresentanti di
essi. Ah miseri! essi non sanno quello che dicono e nè quello che fanno. Si
medica forse col sangue altra ferita che versa sangue? Col sacrificio di una
vita si rimedia forse ad un'altra vita? No, miei cari; Iddio solo ha diritto
versare sangue e toglierci la vita, che a Lui solo appartiene: altri non può senza
offendere mortalmente la sua divina giustizia.
Fra le
tante miserie che vi sono fra i popoli traviati e corrotti, una delle maggiori
è il barbarismo del civile progresso del secolo. Esso di primo slancio si è
dichiarato nemico mortale della Religione del Cristo, ed ha rinnegato affatto
la fede degli avi suoi, e come un matto furioso s'indigna con insulti e minacce
contro il suo medico, che amoroso e paziente si affatica a guarirlo da sì
orribile e crudel malattia.
Così son
tutti gl'infelici e i disgraziati figli del civile progresso, caduti nel
delirio delle loro sfrenate passioni, e nulla di ben si può fare, anche
volendo, a questi miseri, perchè infuriano contro chiunque osasse riprenderli e
richiamarli alla ragione dei loro traviamenti. Mio Dio, come rimediare a tanto
male?
La Chiesa che è l'amorosa
madre di tutti i fedeli, che con imparziale amore ama tutti i suoi figli,
pietosa accoglie in suo seno tutti quelli che a lei si umiliano, di qualunque
rito, di qualunque nazione dei miseri figli discendenti di Adamo, e li benedice
a nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, e con assoluto perdono
rimette la colpa e coll'emenda li invita alla gloria dei giusti nel suo celeste
regno, e pietosa coi lumi della fede ci addita la strada del bene dell'anima e
della vita, mostrandoci i tesori delle sue grazie con l'insegnamento della
dottrina del Cristo. In essa si conoscono tutte le verità, e vi si attinge la
sapienza di tutte le cose, e vi si apprendono le pratiche di umiltà, di amore,
di carità e di giustizia. E tutto questo di fronte al secolo del progresso è
delitto. Dio mio, abbiate pietà della loro stoltezza; dissipate le tenebre,
nelle quali sono caduti, e mostrate loro i lumi del vero coll'efficacia della
vostra infinita misericordia, che avete sempre usata per i miseri peccatori.
Quanti,
oh! quanti di questi disgraziati figli della corruzione si sono distaccati dal
seno della Chiesa protestandosi contro di essa, dicendo che il civile progresso
è culto libero, e che il culto altro non dev'essere che il civile educamento.
Io non
voglio, no, miei cari, entrare a trattarvi di sì dolorose vicende di questo
iniquo e scellerato progresso del secolo. Solo mi urge il farvi intendere che i
giorni passano e le ore si avvicinano d'una spaventevole rivoluzione fra i
popoli, che in tutte le cose muterà la faccia al mondo: allora guai a noi se
avremo reati presso Iddio e presso gli uomini. Saremo colpiti improvvisamente,
quanto meno ce lo aspettiamo, dalla irata giustizia divina: allora non
gioveranno scuse, non gioveranno pentimenti, periremo e forse periremo in
eterno.
Fratelli,
rammentiamoci delle tante volte che Iddio ha punito i popoli con simili ed
altri castighi, annunziati, come io li annunzio a voi, per bocca degli uomini.
Ebbero di che lagnarsi della sua misericordia, allorchè perirono nel furore del
suo sdegno? No, miei cari, non ebbero di che lagnarsi; da pentirsi, ma tardi.
Oh per
pietà! fratelli, non voglia essere tale di noi; prepariamoci per tempo a questo
imminente castigo: facciamo come i Niniviti all'avviso di Giona, che allora vi
assicuro che non avremo da pentirci. No, non date retta a quelli spiriti forti,
ma in sè stessi vili e miserabili, perché privi del lume della fede, che vi
dicono che sono chimere questi avvertimenti; rispondete loro che chimere sono i
loro delirii. L'esempio della storia de' tempi ci fa veder troppo chiaro che io
vi parlo il vero, e che essi mentono così dicendovi. Non date retta a chi
v'insinua al male, altrimenti male vi troverete. Mirate là fra la moltitudine
dei popoli i facinorosi e seduttori politici che aspettano il cenno della
rivolta per dissetar l'infernal sete che hanno di sangue umano. Ah miseri e
disgraziati che sono! Essi non sanno che saranno le prime vittime immolate
all'ara del liberalismo e del civile progresso del secolo?
I brandi
sono già affilati per recider le più sublimi ed alte teste che baldanzose si
ergono fra la mischia dei popoli. Quei che si credono sicuri, perchè potenti e
forti, saranno i primi a cadere nella polvere involti nel proprio sangue, ed
insepolti taluni saranno divorati dai cani e dalle fiere, e squartati in pezzi
dal furor delle turbe, come per tirannico spregio per le loro barbare e
temerarie vendette. Quelli che avranno ammassato ed accumulato ricchezze sopra
l'oppressione dei popoli, avendoli gettati in sì estrema calamità, saranno èsca
al fuoco divoratore della guerra e della rivoluzione. Coloro che di armi si
muniscono per difendersi ed uccidere i loro nemici, si troveranno vinti
inaspettatamente, e colle armi in pugno e senza colpo ferire rimarranno
immobili al loro posto come pietra, e quelle loro stesse armi tolteli di mano
dai loro sudditi, faranno l'ufficio della scimitarra dei due superbi giganti
Golia ed Oloferne, e saranno il trofeo delle loro vittorie.
Tutte
queste orribili vicende tenetele per certe, miei cari, che fra poco avverranno,
e vi prevengo che nessuno di voi confidi nelle proprie forze e voi ed io
rammentiamoci che siamo un nulla avanti a Dio, per cui in Dio solo dobbiamo
riporre tutta la nostra fiducia, che Egli ci sarà scudo e difesa nella
calamità, nel castigo e nel periglio.
Miei
cari, voi vedete molto bene che il male dell'ordine morale e civile è giunto
all'estremo, e per porvi un rimedio non ci vuole che un miracolo della
onnipotenza divina. Solo essa ci può sottrarre da sì tanta miseria. E allora,
mi direte voi, come avverrà così tanto miracolo? Avverrà in tal modo. Iddio
manderà a noi un celeste liberatore, il quale vedremo improvviso comparire
mischiandosi fra la ribellione dei popoli, tenente in mano una verga, ed una
gemma nel dito medio della sinistra mano, ed in virtù di questi doni, donatigli
da Cristo stesso, opererà miracoli e meraviglie da far stupire il mondo, e
coll'eloquenza della sua divina parola spariranno i nemici di Dio davanti a lui
come fumo al vento. La di lui verga sarà la spada di fuoco maneggiata
dall'irata mano divina e lo scettro col quale saranno governati nella nuova
legge tutti i popoli della terra. La gemma è la pietra della nuova alleanza
della Chiesa con Cristo, e siccome la
Chiesa è la vera Sposa di Cristo, così, l'uomo sposa Cristo e
la Chiesa per
la divina virtù di questa gemma, per cui la Chiesa sarà tutto un corpo collo stato civile e
morale dell'uomo.
Intendete
bene, o fratelli, questo mio misterioso e profetico linguaggio. La verga è il
simbolo della Riforma dello Stato politico, e la gemma è la pietra angolare di
una nuova Religione, la quale riformerà la Chiesa stessa, e distruggerà tutte le altre
religioni degli uomini, e questa unica rimarrà sul mondo fino alla consumazione
dei secoli. Tutto questo mutamento di cose porterà fra noi questo celeste
Liberatore. Di più vi avverto che verrà improvviso come ho ridetto, a
precipitarsi sugli empii, come l'Angelo sterminatore di Egitto, che in una sola
notte farà tante stragi che il sangue si vedrà correre a rivi nelle pubbliche
strade, dalla tanta gente che per ordine suo e fra se stessi si uccideranno.
Fratelli,
non vogliate disprezzare questi miei avvertimenti, se non volete che il
disprezzo cada sopra di voi. I giorni camminano e le ore si avvicinano, come vi
ho detto: pensiamo che la mano di Dio più tarda a punire e più è pesante se
vedeste allungare il tempo, e non vedendosi l'accennato castigo, non dite come
altre volte avete detto: non è vero il vaticinio, è invenzione d'uomo, sono
spauracchi che ci dànno a credere per tenerci in timore e null'altro. No, miei
cari, non dite così: siate certi che il castigo è inevitabile, e tutte queste
cose che vi ho annunziate, devono avvenire dentro il corso di anni 19 da che il
nostro immortal Pio IX spirò i 25 anni del suo Ponteficato. Questa è la data
precisa del nuovo riordinamento di tutto il mondo; ma bene inteso che il
castigo potrebbe avvenire oggi come domani.
Vi sia
pur questo di avvertimento. Dovete sapere che il trionfo dei popoli e della
Chiesa deve avvenire colla distruzione totale dei nemici della patria e della
fede. Di più per darvi un'idea quali possono essere davanti agli occhi di Dio i
suddetti nemici della patria e della fede, vi aggiungo i sette guai seguenti,
onde vi regoliate in voi stessi sui terribili disegni di Dio. 1. Guai ai
superbi di spirito. 2. Guai ai rinnegati alla fede. 3. Guai a chi ha il cuore
finto e maligno. 4. Guai agli oppressori dei popoli. 5. Guai ai libertini. 6.
Guai ai cabalisti ed abusatori delle cose sacre. 7. Guai agli oppressori
dell'innocenza.
Miei
cari, comprenderete bene che in questi sette guai è designata tutta la classe
dei peccatori che Iddio ha deliberato estirpare fino ad uno fra il numero dei
viventi.
Dice lo
spirito del Signore: Allorchè verrò nel furore del mio sdegno, sarò clemente e
benigno per quelli che avranno peccato per semplicità e fragilità; ma severo e
terribile per coloro che avranno peccato per malizia e cattività di cuore.
Tutto
questo vi prevengo, miei cari, non per mia arbitra volontà, ma per volere e
comando di Dio. Dunque vogliate per amore di esso far conto di questi miei
celesti e santi avvertimenti, se desiderate il bene e la salute dell'anima
vostra, e il salvamento della vita da sì terribile e imminente castigo. Vi
saluto nel nome del Signore, augurandovi pace, salute e felicità eterna. Sempre
sia fatta la volontà di Dio in cielo, in terra e in ogni luogo.
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